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Ucciso Bin Laden dopo una carneficina durata 10 anni!

Come in tutte le belle storie alla fine il bene trionfa sempre sul male. L’unica differenza evidente è che questa non è proprio una bella storia. Osama Bin Laden è stato ucciso. Si è riusciti, dopo 10 anni, a finirlo. Ma a che prezzo?

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USA: attentato 11 settembre 2001 i morti sono stati 2974

IRAQ: uno studio condotto da otto medici iracheni dell’Università Mustansiriya di Bagdad tra il 20 maggio e il 10 giugno 2006 ha stimato che i morti civili, dall’inizio del conflitto, siano stati 601.027.

AFGHANISTAN: le stime compiute da più istituti di ricerca i morti civili registrati fino a oggi oscillano: da 14 mila a 34 mila. Anche in questo caso il gap è notevole. Se aggiungiamo a questi dati poi quelli recentissimi del Centro di monitoraggio dei diritti in Afghanistan (Arm): 739 bambini morti solo nel 2010, e nello stesso anno 2.421 vittime nella popolazione afghana, senza contare i militari, in scontri tra l’esercito.

 

Ah! Dimenticavo. Bin Laden è stato ucciso in un blitz dei servizi segreti e corpi speciali. Scovato in un palazzo non distante da una caserma e non in una grotta come si pensava. Nessun esercito. Nessun attacco massivo. Nessuna distruzione globale. Semplicemente degli uomini addestrati che hanno operato dopo anni di lunghe indagini.

Ho visto in Tv persone in delirio. Capisco la loro gioia, ma non posso condividerla visto che per la morte di uno si son dovute sacrificare negli anni centinaia di migliaia di creature. Donne, vecchi e bambini che hanno avuto solo la sfortuna di nascere nel posto sbagliato.

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“In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci”, si dice. “Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova?”  rispose Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obiezione. (Tiziano Terzani)

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Anonymous, alla porta c’è l’FBI

Quaranta mandati di perquisizione in terra statunitense. I federali sono alla caccia di altri membri del gruppo di cyberattivisti, che nel frattempo spedisce una minacciosa lettera aperta al governo di Londra

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di Mauro Vecchio

Più di quaranta mandati di perquisizione impugnati dagli agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) in varie città degli Stati Uniti. Un’indagine coordinata a livello internazionale, con la stretta collaborazione dei corpi di polizia olandesi, tedeschi, francesi. E con un unico e solo obiettivo: stanare decine e decine di giovani membri del gruppo di cyberattivisti Anonymous.

I federali a stelle e strisce si muoveranno insieme alla National Cyber-Forensics and Training Alliance (NCFTA), l’alleanza tra pubblico e privato per identificare e neutralizzare il cybercrimine. Al centro delle attenzioni dell’FBI c’è il tool noto come Low Orbit Ion Canon (LOIC), ampiamente sfruttato da Anonymous per coordinare gli attacchi di tipo DDoS contro i siti ufficiali di servizi come PayPal, Visa e Mastercard.

Il fuoco del dissenso aveva infatti investito queste aziende in seguito al blocco dei canali dedicati alle donazioni verso il sito delle soffiate Wikileaks. Un comunicato stampa dell’FBI ha ricordato come un attacco di tipo denial-of-service sia illegale, e come i sospettati potrebbero rischiare fino a 10 anni di carcere. Praticamente la stessa pena che attenderebbe al varco i cinque membri di Anonymous arrestati nel Regno Unito. (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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Wikileaks: Afghanistan, servilismo bipartisan

I cablo di WikiLeaks pubblicati da Repubblica e L’Espresso non svelano nulla di nuovo riguardo all’asservimento del governo Berlusconi agli Usa, e celano una realtà scomoda per il Pd.

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di Enrico Piovesana

I cablo di WikiLeaks pubblicati da Repubblica e L’Espresso non solo non svelano nulla di nuovo riguardo all’asservimento del governo Berlusconi all’alleato statunitense, ma celano una realtà scomoda per il gruppo editoriale di riferimento del Pd: ovvero che il precedente governo Prodi non fu da meno in termini di servilismo verso gli Usa, con l’aggravante che tutto veniva fatto in segreto.

Non era un mistero che il Cavaliere e il suo scudiero Ignazio, pur di non perdere il sostegno della Casa Bianca, siano stati più lealisti del re, mettendosi sull’attenti e rispondendo signorsì ad ogni ordine del Pentagono: lo si è sempre saputo.
PeaceReporter
, come tutta la grande stampa nazionale, ha raccontato ogni tappa di questa triste storia.

Nel maggio 2008, il neo-insediato governo Berlusconi inviava un chiaro messaggio alla Casa Bianca, dove ancora sedeva Bush: ”L’Italia è pronta a discutere con la Nato la revisione dei caveat al fine di garantire una maggiore efficacia e flessibilità di impiego delle nostre truppe”.

Una ”accresciuta disponibilità” dell’Italia a combattere per gli americani che veniva confermata un mese dopo, a giugno, in occasione della visita romana di Bush: Frattini e La Russa annunciavano il ”rafforzamento” del contingente italiano e una maggiore ”flessibilità” del loro impiego con la rimozione del caveat che prevedeva il preavviso di 72 ore per l’impiego bellico delle nostre truppe.  (leggi tutto)

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Fonte: PeaceReporter

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