Anonymous, alla porta c’è l’FBI

Quaranta mandati di perquisizione in terra statunitense. I federali sono alla caccia di altri membri del gruppo di cyberattivisti, che nel frattempo spedisce una minacciosa lettera aperta al governo di Londra

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di Mauro Vecchio

Più di quaranta mandati di perquisizione impugnati dagli agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) in varie città degli Stati Uniti. Un’indagine coordinata a livello internazionale, con la stretta collaborazione dei corpi di polizia olandesi, tedeschi, francesi. E con un unico e solo obiettivo: stanare decine e decine di giovani membri del gruppo di cyberattivisti Anonymous.

I federali a stelle e strisce si muoveranno insieme alla National Cyber-Forensics and Training Alliance (NCFTA), l’alleanza tra pubblico e privato per identificare e neutralizzare il cybercrimine. Al centro delle attenzioni dell’FBI c’è il tool noto come Low Orbit Ion Canon (LOIC), ampiamente sfruttato da Anonymous per coordinare gli attacchi di tipo DDoS contro i siti ufficiali di servizi come PayPal, Visa e Mastercard.

Il fuoco del dissenso aveva infatti investito queste aziende in seguito al blocco dei canali dedicati alle donazioni verso il sito delle soffiate Wikileaks. Un comunicato stampa dell’FBI ha ricordato come un attacco di tipo denial-of-service sia illegale, e come i sospettati potrebbero rischiare fino a 10 anni di carcere. Praticamente la stessa pena che attenderebbe al varco i cinque membri di Anonymous arrestati nel Regno Unito. (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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