Tag Archives: privacy

Scoop del Guardian – USA: raccolta di registrazioni telefoniche di milioni di cittadini

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USA, NSA e le intercettazioni a strascico

Documenti esclusivi provano che l’intelligence tiene sotto controllo tutte le chiamate dei cittadini statunitensi. L’ha stabilito il presidente Obama, ed è una sorpresa che non sorprende. EFF: ve l’avevamo detto

di Alfonso Maruccia

Comunicazioni telefoniche dei cittadini statunitensi spiate dalle agenzie di intelligence alle dipendenze della Casa Bianca: una verità che riemerge grazie a uno scoop del Guardian, il quale pubblica un ordine segreto che obbliga il secondo provider statunitense a fornire informazioni a strascico alla National Security Agency (NSA) sulle chiamate quotidiane degli utenti.

L’ordine è stato dato dalla Foreign Intelligence Surveillance Court (FISC) e stabilisce l’obbligo, per Verizon, di raccogliere e fornire “su base giornaliera” i metadati sulle chiamate effettuate dai cittadini USA: che si tratti di comunicazioni nazionali o internazionali non fa alcuna differenza.

L’ordine è stato firmato a metà aprile con scadenza 19 luglio 2013, viene eseguito nel pieno rispetto delle norme del Patriot Act – che garantisce l’accesso ai registri di dati delle aziende per questioni di intelligence e antiterrorismo – e prova, per la prima volta in maniera inequivocabile e senza possibilità di appello, che la seconda amministrazione Obama non intende rinunciare alle pratiche illiberali messe in atto sull’onda dell’antiterrorismo figlio dell’attentato alle Torri Gemelle.

Verizon ha l’obbligo di fornire “solo” i metadati delle comunicazioni veicolate sul proprio network e non il contenuto delle chiamate vero e proprio o i dettagli privati (nome, indirizzo, dati finanziari) degli utenti, nondimeno NSA ha accesso quotidiano a informazioni sensibili quali numeri di telefono identificativi, tempo della chiamata e dati di localizzazione.

La privacy al telefono? Negli USA è poco meno che uno scherzo: che NSA e l’intelligence fosse invischiata in pratiche di intercettazioni a strascico è un fatto noto da anni, così come è nota la volontà della politica di Washington di mettere al sicuro compagnie di telecomunicazioni collaborative con norme ad hoc che le difendano dalle richieste di verità provenienti dai cittadini o dal potere giudiziario.

Amaro, come prevedibile, anche il giudizio della Electronic Frontier Foundation (EFF): l’associazione di legali e attivisti sottolinea come la rivelazione del Guardian confermi quanto si va dicendo da tempo sulle intercettazioni a strascico negli States, esorta gli americani ad arrabbiarsi e a chiedere a gran voce la fine del programma – illiberale e incostituzionale – di intercettazioni messo in atto dalla NSA.

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Fonte: Punto Informatico

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Privacy: siete sicuri con Skype?

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Skype non è così discreto come sembra

di Riccardo Meggiato

Un semplice esperimento dimostra che le chat non sono poi così private e imperscrutabili. E l’occhio curiosone è niente poco di meno che di…

C’è questa credenza che Skype garantisca il segreto super-assoluto nelle chiamate e nelle chat, grazie a una sofisticata tecnologia di criptazione dei dati. In buona sostanza, se ti scrivo o ti chiamo, non puoi che essere l’unico destinatario a poter interpretare correttamente le mie parole e i miei messaggi. Se qualcuno provasse a inserirsi nei nostri scambi, otterrebbe solo di sentire dei rumoracci e di non leggere alcuna frase comprensibile. E questo, per carità, è pure vero, visto che al momento le comunicazioni Skype, in effetti, non sono state “bucate”. Qualche giorno fa, tuttavia, il sito Ars technica, ha organizzato un esperimento, con l’ausilio del ricercatore Ashikan Soltani. In pratica, ha inviato tramite chat quattro link web, analizzando poi, nelle rispettive pagine, se e chi li avrebbe cliccati. Sorpresa: mentre due sono rimasti intonsi, due, in effetti, hanno ricevuto il fatidico clic. E l’indirizzo IP che lo ha fatto è di, toh, Microsoft. Che è proprietaria di Skype. Questo, a grosse linee, significa che i messaggi non arrivano al destinatario in modo così diretto, ma che Microsoft si riserva comunque la possibilità di decrittare il traffico e di consultarli. Del resto, la politica sulla privacy del servizio VoIP dà all’azienda questa possibilità, al fine di rilevare link pericolosi legati a spam e siti malevoli. Il fatto, poi, che Skype possa riuscirci con nonchalance, dipende da una seconda questione. Verso i primi di Maggio, si è saputo che Microsoft ha pesantemente rimodellato la struttura di Skype. Un tempo, il servizio VoIP si basava su una tecnologia a “supernodi”: semplificando, ogni computer che si collegava al servizio, rappresentava un nodo, che poteva fare da tramite a messaggi e telefonate. Essendoci milioni di utenti, c’erano milioni di nodi, e dunque per ogni sessione Skype si seguiva un percorso sempre diverso, rendendo praticamente impossibile, da parte dei criminali informatici, intercettare una comunicazione. Microsoft, dopo l’acquisizione di Skype, ha invece deciso di modificare questa struttura, passando a una serie di nodi “interni”, cioè dei normali server collocati in datacenter del colosso americano. Per carità, si parla di circa 10mila macchine, ma è una situazione più “controllabile” rispetto alla precedente. La nostra privacy è a rischio? Considerando quanto usiamo Facebook, ignorando i rischi del social network più diabolico del mondo, non è il caso di farne un dramma. Però, se fino a oggi pensavamo che Skype fosse imperscrutabile, ecco, è il momento di cambiare idea.

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Fonte: blog.wired.it

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Anonymous # OpBigBrother 23/02/13 # Giornata Internazionale della Privacy

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Sabato 23 febbraio 2013 Anonymous ha organizzato la GIORNATA INTERNAZIONALE per la PRIVACY, nell’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’allarmante aumento della sorveglianza e del controllo sulla nostra vita reale e sui nostri comportamenti in Internet, da parte di governi e imprese private.
Per Anonymous quest’ appuntamento, che rientra nella più globale operazione #OpBigBrother, vuole anche essere un’ importante occasione di informazione sui progetti di sorveglianza tecnologica, INDECT-FP7, Trapwire, CleanIT, SOPA, PIPA, CETA ecc..
Il Progetto di monitoraggio Indect è il più grande mai previsto o attuato fin ora.
Iniziato nel 2009 dovrebbe diventare operativo nel 2014 ed è finanziato con 10,91 milioni di euro su 5 anni dal fondo FP7 dell’Unione Europea.
Obiettivo?
Sviluppare un “sistema intelligente di informazione che supporti l’osservazione, la ricerca e il rilevamento di minacce e comportamenti abnormi, per la sicurezza dei cittadini nell’ambiente urbano”.
E non si limita al controllo di Internet, anche la gente per strada non sfuggirà ad Indect.
Quella che sembra fantascienza potrebbe diventare una strana e inquietante realtà.
Indect combina tutti i dati di forum, social network e motori di ricerca in rete, con database governativi e dati raccolti dalle telecamere di sorveglianza in strada.
Indect permetterà di sapere dove siamo, cosa facciamo e quando lo facciamo.
Indect permetterà di sapere chi sono i nostri amici e qual è il nostro posto di lavoro.
Indect giudicherà se ci comportiamo correttamente o in modo improprio!.
Anonymous non tollera questo ulteriore attacco alla privacy dei cittadini e la mancanza di trasparenza sul progetto (come del resto succede per Acta).
Siamo convinti che i cittadini debbano essere in grado di poter scegliere se accettare o rifiutare l’applicazione di questi sistemi, con la piena consapevolezza delle conseguenze che essi avranno sulla nostra vita quotidiana.
Il 23 febbraio mostra ai “potenti” il tuo disaccordo.
Difendi la tua privacy!
NO! Alla racolta di dati sensibili tuoi e dei tuoi amici senza valide giustificazioni.
NO! Ad una videosorveglianza sempre più automatizzata dei luoghi pubblici.
NO! Ai disegni di legge che violano diritti costituzionali.
NO! Alla creazione di una società dove chiunque è potenzialmente sospetto.
NO! Alla censura, al controllo e alla restrizione della libertà di Internet ed ai continui tentavi di minarne la neutralità.

Fai sentire la tua voce firmando la mail che troverai sul sito linkato qui sotto, agisci per prevenire il disastro che questo progetto porterà alla società come la conosciamo ora.

http://operationpaybackita.altervista.org/anon_sendmail.html

Vi invitiamo inoltre a pubblicare un vostro commento personale su twitter inserendo gli hashtag #privacy #IDP13

Noi siamo anonymous
Noi siamo una legione
Noi non perdoniamo
Noi non dimentichiamo
Aspettateci!

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Fonte:  Il blog ufficiale di Anonymous Italia

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