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Turchia: stop ad orrore e repressione sul popolo curdo! Firma la Petizione!

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Donna curda torturata ed uccisa a Cizre

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Per la pace, la democrazia e i diritti umani in Turchia. Fermare la guerra!

Con il pretesto della “lotta al terrorismo”, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan  da diversi mesi sta portando avanti  un vero e proprio progetto di terrore e di guerra nel suo paese, in particolare nella regione curda della Turchia.

Questo scoppio di violenza contro i curdi ed i popoli della Turchia può essere definito come crimine contro l’umanità e ha già fatto diverse centinaia di vittime ,tra cui molti bambini, e 200.000 sfollati. E ora, Selahattin Demirtas, co-presidente del Partito Democratico dei Popoli (HDP) che ha ottenuto il 10% alle ultime elezioni,  é direttamente minacciato dal Presidente Erdogan.

“La democrazia, stato di diritto, i diritti umani, il rispetto delle minoranze e la loro protezione” (articolo 1 bis del trattato di Lisbona) non sono garantiti in Turchia, dove vengono attaccati  attivisti progressisti di tutti i giorni, giornalisti, donne o uomini, avvocati,  uccisi, e intere popolazioni sono terrorizzate. Bombardamenti, omicidi politici, arresti e imprigionamenti di parlamentari eletti e di  giornalisti, città sotto coprifuoco e assedio, circondate dall’esercito, civili uccisi da cecchini sono diventati eventi di routine nella Turchia governata  dall’AKP.

Tutte le persone, in particolare di sinistra e le forze progressiste di opposizione ad Erdogan sono dichiarate “terroriste”. Dare notizie dei crimini AKP é proibito, editori e giornalisti sono in prigione. La libertà popolare di informazione è stata distrutta.

In totale impunità, il presidente turco ha anche attaccato i leader delle organizzazioni europee progressiste che sostengono l’ HDP, come Maite Mola, Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, portata davanti alla giustizia “, per aver insultato il capo dello Stato” a causa della sua partecipazione ad una manifestazione di denuncia della corruzione del governo.

Nonostante I suoi principi, in un momento in cui il mondo sta scoprendo i rapporti ambigui tra la forza al potere in Turchia e ISIS, l’UE ha deciso di riaprire il processo di adesione della Turchia all’Unione europea e monetizzare fino a 3 miliardi di euro un criterio di conservazione sul suo territorio (e in quali condizioni!)  dei migranti in fuga e dei rifugiati della guerra in Iraq e in Siria.
Noi, cittadini europei, uomini e donne di pace e di progresso rifiutiamo l’indifferenza e l’ipocrisia dei leader europei, che devono opporsi alla politica di distruzione e allo stato di terrore organizzato dal presidente turco, dal suo governo e dal suo partito islamico-conservatore, AKP.
E ‘urgente che l’UE ei suoi Stati membri adottino iniziative attive per proteggere i popoli della Turchia, soprattutto nelle province curde, per l’istituzione di un processo negoziale per la pace, la democrazia ei diritti umani in Turchia.

Per il suo successo, è essenziale che, sulla base delle esperienze passate, i negoziati di pace siano intrapresi in modo trasparente e democratico,  coinvolgendo la società civile e discutendone nel parlamento nazionale, come proposto dall’ HDP.

E ‘possibile esercitare pressioni sulle autorità turche attraverso le seguenti misure:

– Cancellazione di tutti i pagamenti di miliardi di euro in sovvenzioni alla Turchia,

– Chiedere al Governo Turco di rompere tutti i rapporti finanziari, logistici ed economici con ISIS,

– Sospendere gli  accordi di cooperazione di polizia , giudiziari e militari,

– Fermare qualsiasi discussione sul processo di adesione della Turchia all’UE fino a quando la violenza continuerà,

– La rimozione della PKK dalle liste delle organizzazioni terroristiche dell’Unione europea.

Noi, cittadini europei, uomini e donne di pace e di progresso chiediamo all’Unione europea di agire per un immediato cessate-il-fuoco in Turchia, l’instaurazione di un dialogo nazionale sul rispetto dei diritti fondamentali, espressione della libertà e della democrazia.

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FIRMA LA PETIZIONE!

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Fonte: change.org

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Approfondimento:

Kurdistan

Kurdistan terra divisa, compendio storico

In Turchia orrore senza fine: sui social i corpi di donne curde torturate

Appello Internazionale del popolo curdo: “Basta massacri! Chiediamo una Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente”

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Michael Moore: “Siamo tutti musulmani” lettera a Donald Trump

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La polizia di New York ha allontanato Michael Moore, coraggioso regista americano, dall’ingresso della Trump Tower. Il regista stava manifestando solidarietà ai musulmani con un cartello che riportava: “We are all muslim” (Siamo tutti musulmani). Era la sua risposta alla dichiarazione di Donald Trump: “Se verrò eletto alla Casa Bianca ci sarà una completa, totale chiusura delle frontiere a tutti i musulmani che vogliono fare ingresso negli USA”.

Riporto di seguito la lettera originale di risposta che Moore ha inviato all’imprenditore americano. Qui invece potete leggere la sua traduzione in italiano.

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FIRMA LA PETIZIONE

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FROM: Michael Moore
TO: Donald J. Trump

Dear Donald Trump:

You may remember (you do, after all, have a “perfect memory!”), that we met back in November of 1998 in the green room of a talk show where we were both scheduled to appear one afternoon. But just before going on, I was pulled aside by a producer from the show who said that you were “nervous” about being on the set with me. She said you didn’t want to be “ripped apart” and you wanted to be reassured I wouldn’t “go after you.”

“Does he think I’m going to tackle him and put him in a choke hold?” I asked, bewildered.

“No,” the producer replied, “he just seems all jittery about you.”

“Huh. I’ve never met the guy. There’s no reason for him to be scared,” I said. “I really don’t know much about him other than he seems to like his name on stuff. I’ll talk to him if you want me to.”

And so, as you may remember, I did. I went up and introduced myself to you. “The producer says you’re worried I might say or do something to you during the show. Hey, no offense, but I barely know who you are. I’m from Michigan. Please don’t worry — we’re gonna get along just fine!”

You seemed relieved, then leaned in and said to me, “I just didn’t want any trouble out there and I just wanted to make sure that, you know, you and I got along. That you weren’t going to pick on me for something ridiculous.”

“Pick on” you? I thought, where are we, in 3rd grade? I was struck by how you, a self-described tough guy from Queens, seemed like such a fraidey-cat.

You and I went on to do the show. Nothing untoward happened between us. I didn’t pull on your hair, didn’t put gum on your seat. “What a wuss,” was all I remember thinking as I left the set.

And now, here we are in 2015 and, like many other angry white guys, you are frightened by a bogeyman who is out to get you. That bogeyman, in your mind, are all Muslims. Not just the ones who have killed, but ALL MUSLIMS.

Fortunately, Donald, you and your supporters no longer look like what America actually is today. We are not a country of angry white guys. Here’s a statistic that is going to make your hair spin: Eighty-one percent of the electorate who will pick the president next year are either female, people of color, or young people between the ages of 18 and 35. In other words, not you. And not the people who want you leading their country.

So, in desperation and insanity, you call for a ban on all Muslims entering this country. I was raised to believe that we are all each other’s brother and sister, regardless of race, creed or color. That means if you want to ban Muslims, you are first going to have to ban me. And everyone else.

We are all Muslim.

Just as we are all Mexican, we are all Catholic and Jewish and white and black and every shade in between. We are all children of God (or nature or whatever you believe in), part of the human family, and nothing you say or do can change that fact one iota. If you don’t like living by these American rules, then you need to go to the time-out room in any one of your Towers, sit there, and think about what you’ve said.

And then leave the rest of us alone so we can elect a real president who is both compassionate and strong — at least strong enough not to be all whiny and scared of some guy in a ballcap from Michigan sitting next to him on a talk show couch. You’re not so tough, Donny, and I’m glad I got to see the real you up close and personal all those years ago.

We are all Muslim. Deal with it.

All my best,
Michael Moore

P.S. I’m asking everyone who reads this letter to go here and sign the following statement: “WE ARE ALL MUSLIM” — and then send post a photo of yourself holding a homemade sign saying “WE ARE ALL MUSLIM” on Twitter, Facebook, or Instagram using the hashtag #WeAreAllMuslim. I will post all the photos on my site and send them to you, Mr. Trump. Feel free to join us.

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Fonte: michaelmoore.com

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Banche, fondi pensionistici, istituti finanziari investono nelle armi. Firma la petizione “Campagna Italiana contro le Mine”

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Fermiamo gli investimenti esplosivi!

UNA PETIZIONE PER CHIEDERE DI SBLOCCARE LA DISCUSSIONE DEL DISEGNO DI LEGGE PER VIETARE GLI INVESTIMENTI SU ORDIGNI PROIBITI DA CONVENZIONI INTERNAZIONALI
Fonte: Campagna Italiana contro le Mine – 02 marzo 2015
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Ieri, nella giornata in cui si celebrava il XV anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione Internazionale sulla Messa al Bando delle mine antipersona la Campagna Italiana (CICM), ha lanciato una petizione per chiedere al Parlamento di riprendere, nel più breve tempo possibile, l’iter di discussione del DDL per vietare investimenti finanziari su ordigni proibiti da convenzioni internazionali sottoscritte e ratificate dal nostro Paese.

Fermo da 2 anni presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato, il disegno di legge è indirizzato ad impedire il finanziamento ed il sostegno delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e sub-munizioni cluster da parte delle banche, delle SIM, delle società di gestione del risparmio, delle SICAV, dei fondi pensione, delle Fondazioni bancarie e, comunque, di tutti gli intermediari finanziari. La Campagna Italiana Contro le Mine ne chiede l’immediata ripresa dell’iter.

Il DDL aveva già superato definitivamente l’esame della Commissione Finanze nella precedente legislatura (XVI) Ripresentato nell’ attuale legislatura nel marzo 2013 (S.57 al Senato e C. 119 alla Camera),  anziché beneficiare della precedente deliberazione positiva che si basava anche sui pareri positivi di 6 commissioni (Affari Costituzionali, Esteri , Difesa Bilancio, Giustizia ed attività Produttive) per ottenere una calendarizzazione più rapida, è oggi impantanato tra l’indifferenza totale in tutti e due i rami del Parlamento.

“Coerente agli obblighi sottoscritti con l’adesione a delle Convenzioni internazionali di disarmo umanitario– dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine – questa proposta di legge sancisce che l’incoraggiamento ed il supporto a produzioni di armi messe al bando non può dipendere dalle singole policy sulla responsabilità delle banche (…) Crediamo – continua Schiavello – che la vera e gravissima anomalia sia considerare lecito finanziare, direttamente od indirettamente, la produzione di ordigni banditi dal proprio Paese con un atto di impegno internazionale, questo è in maggior misura vero ed inspiegabile dal momento che, il nostro Paese ha ritenuto di indicare anche il supporto finanziario come comportamento da sanzionare penalmente nella sua legge di ratifica (95/2011) art. 7 comma 1.”

“L’obiettivo della petizione, lanciata simbolicamente, nel giorno in cui si celebra l’entrata in vigore della Convenzione di Ottawa è quella di raccogliere nel più breve tempo possibile 10.000 adesioni da presentare al Presidente del Senato Sen. Pietro Grasso ed alla Presidente della Camera On. Le Laura Boldrini proprio per chiedere che questo DDL non venga abbandonato” – aggiunge Santina Bianchini Presidente della Campagna Italiana – “il mondo dell’associazionismo impegnato nella difesa dei diritti umani, del disarmo umanitario e della cooperazione sostiene la bontà di questa iniziativa e crediamo che lo faranno anche i nostri parlamentari, conclude Bianchini”

Sono 151 gli istituti finanziari nel mondo che hanno investito dal 2011 al 2014 circa 27 miliardi di dollari in compagnie produttrici di Munizioni Cluster. La notizia è presente nel report “Worldwide Investments in Cluster Munitions: a shared responsibility,” redatto oggi dall’Associazione PAX membro della Cluster Munition Coalition (CMC) . Il report, dettaglia la portata degli investimenti nelle compagnie produttrici di Munizioni Cluster da parte non solo di banche, ma anche di fondi pensionistici ed altri istituti finanziari a livello mondiale >  http://www.stopexplosiveinvestments.org/report

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FIRMA LA PETIZIONE

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Maggiori informazioni sulla legge proposta

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Fonte: disarmo.org

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