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No, il Papa non s’è dimesso per evitare l’arresto

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di Paolo Attivissimo

Papa Benedetto XVI si sarebbe dimesso per evitare l’arresto e il sequestro dei beni della Chiesa. Così afferma un passaparola che sta circolando su Facebook e su vari blog. Pensavo che questa storia fosse così manifestamente stupida da non meritare un’indagine antibufala, ma pare che gli stupidi che abboccano a qualunque panzana, specialmente se si conforma ai loro preconcetti, siano più diffusi (e soprattutto più bertucciosamente rumorosi) di quanto avevo ottimisticamente stimato.

Per cui ecco qua, in sintesi, l’antibufala: il “Tribunale Internazionale sui Crimini di Stato e Chiesa” (itccs.org), quello che secondo il tamtam della Rete ha annunciato di aver emesso un sensazionale “mandato d’arresto” contro Joseph Ratzinger “per crimini contro l’umanità e per aver ordinato un complotto criminale”, non ha la benché minima validità legale: è semplicemente un gruppo di persone comuni che si è autoproclamato “Tribunale” sulla base di una personalissima interpretazione della cosiddetta Common Law (che in realtà non c’entra nulla). Un po’ come se io, da domani, mi autoproclamassi Imperatore dell’Universo e Giudice Supremo della Galassia perché mi gira così.

L’ITCCS non c’entra nulla con la Corte Internazionale di Giustizia o con la Corte Penale Internazionale. È una barzelletta. E non fa neanche ridere, perché annacqua e trascina nel ridicolo un problema serissimo come quello degli abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti della Chiesa Cattolica.

Se vi siete fermati a leggere il comunicato dell’ITCCS invece di inoltrarlo istericamente a tutti e cliccare su “Mi piace”, avrete notato che parla di “un’azione imminente da parte di un governo europeo” e che addirittura si vanta che “il Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha costretto alle dimissioni Joseph Ratzinger immediatamente, e in risposta diretta alla nota diplomatica relativa al mandato d’arresto che è stato rilasciato a lui da parte del governo del suddetto paese il 4 febbraio 2013”.

Sapete perché non viene indicato quale sarebbe questo “governo europeo”? Perché stando a questo comunicato dell’ITCCS del 2011, si tratta (per esclusione) della “nazione sovrana di Eurostaete”.

Non avete mai sentito parlare della nazione di Eurostaete? Neanche io. Non va confusa con Eurostat, che è l’ufficio di statistica dell’Unione Europea. Eurostaete è una micronazione, o meglio, una terra di nessuno lunga circa 500 metri e larga sei, situata al confine fra i Paesi Bassi e la Germania e nata da uno stupido pasticcio burocratico sulle linee di confine. Non è riconosciuta come nazione da nessuno, se non da un gruppo di persone del posto, come spiega Wikipedia in olandese.

In altre parole, il “mandato di arresto” per il Papa sarebbe stato deciso da un tribunale autoproclamato ed emesso da una nazione di fantasia larga sei metri.

Non ho altro da aggiungere.

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Fonte: il Disinformatico

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Dura manifestazione all’Angelus del Papa del gruppo sextremista FEMEN

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Comunicato:

“Il gruppo sextremista FEMEN ha sventato la messa domenicale del Papa al Vaticano. Si sono denudate a piazza San Pietro gridando “Zitto-Shut up!” al Papa. FEMEN al Vaticano ha chiuso la bocca al Papa. L’anziano eunuco Ratzinger ha iniziato il suo Angelus e al quarto minuto le sextremiste hanno iniziato la loro protesta “Crediamo nei gay! – In gay we trust!”. La protesta è contro il principale ideologo dell’omofobia europea. Il Papa usa la retorica nazista nei suoi sermoni di odio. “I matrimoni gay sono una minaccia al futuro dell’umanità” ha detto. E lancia una nuova caccia alle streghe. FEMEN chiede al Vaticano di fermare questo incitamento al fuoco dell’intolleranza medievale verso il dissenso e la libertà sessuale. Una minaccia al “futuro dell’umanità” sono il fanatismo religioso e il celibato “sacro”. In Gay We Trust!”

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Fonte: Femen – Italian Official Fanpage

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Guarda il Video

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Il papa attacca l’ateismo, l’UAAR replica: “la sua è cattiva coscienza”

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Durante il discorso pronunciato giovedì scorso ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, in occasione di un incontro interreligioso e pellegrinaggio di preghiera, Benedetto XVI, nonostante quattro non credenti presenti per il cosiddetto “Cortile dei Gentili” (a cui era stato invitato perfino il filosofo A. C. Grayling), ha colto l’occasione per attaccare gli atei dicendo, tra le altre cose, che “l’assenza di Dio porta al decadimento dell’uomo e dell’umanesimo”. Al tempo stesso il papa ha strizzato l’occhio agli agnostici definendoli come persone che non hanno “il dono del poter credere” e che “tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza”. L’UAAR ha diramato un comunicato stampa per sottolineare il chiaro tentativo di demonizzare l’incredulità, per ricordare al papa che in nome dell’ateismo non è stata mai combattuta alcuna guerra, che il nazismo non è certo frutto dell’ateismo e che i paesi con il maggior numero di atei sono anche quelli dove il tasso di criminalità è minore.

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Comunicato stampa UAAR

Doveva essere una giornata di riflessione e di dialogo: ma Benedetto XVI, che pure vi aveva invitato quattro non credenti, ha trasformato il meeting di Assisi nellʼennesimo attacco agli atei. “L’assenza di Dio”, ha sostenuto il pontefice, sarebbe causa di violenza e persino dei campi di concentramento, perché la negazione del divino “corrompe lʼuomo, lo priva di misure, gli fa perdere lʼumanità”. Per contro, lʼuso della violenza in nome della religione sarebbe soltanto “un utilizzo abusivo della fede cristiana”.

“Non è la prima volta che il papa si rivela ateofobo”, sostiene Raffaele Carcano, segretario UAAR. “Il suo attacco agli atei, e la pretesa di annettersi gli agnostici, sono il chiaro tentativo di demonizzare l’incredulità, che si va sempre più diffondendo nel mondo: come ammette lo stesso papa, evidentemente preoccupato”.

“A Benedetto XVI”, prosegue Carcano, “ricordiamo che in nome dell’ateismo non è stata mai combattuta alcuna guerra, e che i paesi con il maggior numero di atei sono anche quelli dove il tasso di criminalità è minore”. Quanto ai campi di concentramento, conclude Carcano, “essi sono il frutto del millenario antisemitismo cristiano. Adolf Hitler credeva in Dio, mentre gli atei erano fuorilegge durante il nazismo. Il motto della Wehrmacht era “Dio è con noi”: Ratzinger lo sa benissimo, avendo servito nell’esercito tedesco”.

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