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Il papa attacca l’ateismo, l’UAAR replica: “la sua è cattiva coscienza”

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Durante il discorso pronunciato giovedì scorso ad Assisi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, in occasione di un incontro interreligioso e pellegrinaggio di preghiera, Benedetto XVI, nonostante quattro non credenti presenti per il cosiddetto “Cortile dei Gentili” (a cui era stato invitato perfino il filosofo A. C. Grayling), ha colto l’occasione per attaccare gli atei dicendo, tra le altre cose, che “l’assenza di Dio porta al decadimento dell’uomo e dell’umanesimo”. Al tempo stesso il papa ha strizzato l’occhio agli agnostici definendoli come persone che non hanno “il dono del poter credere” e che “tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza”. L’UAAR ha diramato un comunicato stampa per sottolineare il chiaro tentativo di demonizzare l’incredulità, per ricordare al papa che in nome dell’ateismo non è stata mai combattuta alcuna guerra, che il nazismo non è certo frutto dell’ateismo e che i paesi con il maggior numero di atei sono anche quelli dove il tasso di criminalità è minore.

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Comunicato stampa UAAR

Doveva essere una giornata di riflessione e di dialogo: ma Benedetto XVI, che pure vi aveva invitato quattro non credenti, ha trasformato il meeting di Assisi nellʼennesimo attacco agli atei. “L’assenza di Dio”, ha sostenuto il pontefice, sarebbe causa di violenza e persino dei campi di concentramento, perché la negazione del divino “corrompe lʼuomo, lo priva di misure, gli fa perdere lʼumanità”. Per contro, lʼuso della violenza in nome della religione sarebbe soltanto “un utilizzo abusivo della fede cristiana”.

“Non è la prima volta che il papa si rivela ateofobo”, sostiene Raffaele Carcano, segretario UAAR. “Il suo attacco agli atei, e la pretesa di annettersi gli agnostici, sono il chiaro tentativo di demonizzare l’incredulità, che si va sempre più diffondendo nel mondo: come ammette lo stesso papa, evidentemente preoccupato”.

“A Benedetto XVI”, prosegue Carcano, “ricordiamo che in nome dell’ateismo non è stata mai combattuta alcuna guerra, e che i paesi con il maggior numero di atei sono anche quelli dove il tasso di criminalità è minore”. Quanto ai campi di concentramento, conclude Carcano, “essi sono il frutto del millenario antisemitismo cristiano. Adolf Hitler credeva in Dio, mentre gli atei erano fuorilegge durante il nazismo. Il motto della Wehrmacht era “Dio è con noi”: Ratzinger lo sa benissimo, avendo servito nell’esercito tedesco”.

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I cappellani militari chiedono più soldi per fare le guerre

Cappelani Militari, di Angelo Melocchi (2005)

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Hanno una rivista che si chiama “Bonus Miles Christi”, il buon soldato di Cristo. Ma siamo sicuri sia proprio Cristo ad arruolare soldati “buoni” che bombardano figli, figlie e anziani di popoli che nemmeno conoscono?

di don Paolo Farinella

Un’amica mi ha passato un articolo di Manlio Dinucci con il titolo «Aggressioni “benedette”». Fin dalle parole d’incipit ci si chiede se ancora a dieci anni del terzo millennio, dobbiamo ancora subire come cristiani parole che sono il segno di una vita più indecente conclamata in nome di Cristo. Il vescovo castrense (non equivocare, dicesi castrense il vescovo insignito della carica vescovile e contemporaneamente di quella di generale di corpo di armata, con stellette incorporate ); il vescovo castrense guida diocesi dei militari (si chiama Ordinariato militare) che hanno una rivista il cui titolo è – indovinate un po’? – «Bonus Miles Christi – Il buon soldato di Cristo». Sì, proprio così: Cristo è uno che arruola soldati e per giunta buoni, anche quando vanno a sparare ai figli, figlie, bambini, bambine, anziani di popoli che non ci conoscevano nemmeno se non per avere a capo del governo un degenerato, pazzo e tronfio piccoletto dai tacchi rialzati.

Fin dove può arrivare la mistificazione! Si mescola l’acqua santa col diavolo, Dice il capo di questa diocesi di soldati di Cristo armati ed educati alla violenza con armi sofisticate per ammazzarne più che sia possibile; dice che «prova amarezza di fronte a chi  invoca lo scioglimento degli eserciti, l’obiezione contro le spese militari» perché «il mondo militare contribuisce a edificare una cultura di responsabilità globale, che ha la radice nella legge naturale e trova il suo ultimo fondamento nell’unità del genere umano». Monsignor Vincenzo Pelvi continua, e non s’accorge delle bestialità: «l’Italia, con i suoi soldati fa la sua parte per promuovere stabilità, disarmo, sviluppo e sostenere ovunque la causa dei diritti umani». Parole messe in fila una dopo l’altra dal giornale dei vescovi «Avvenire» (2 giugno 2011), segno che la presidenza approva. Sia benedetto l’esercito e gli eserciti che tanto bene fanno all’umanità con amore e compassione: sparando, squartando, bruciando, violentando, stuprando, bestemmiando. Cosa importa! Alla rientro da queste battaglie di civiltà c’è sempre un pincopallo di cappellano, con aspersorio e stola, pronto ad assolvere e con la penitenza di andare ancora contro il nemico e «di farlo fuori prima che ti faccia fuori lui».  (leggi tutto)

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Fonte: domani.arcoirisis.tv

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Napoli – Navi nucleari nel golfo: mai più!

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Analisi, suggerimenti, iniziative per

NAPOLI PORTO DI PACE

 

Assemblea Pubblica

MARTEDI’  12  LUGLIO   2011

Ore  17.00

Aula Multimediale del Comune di Napoli

Via Verdi (Adiacenze Comune di Napoli)

Intervengono:

Marinella Correggia (Corriere della Sera)

Michele Giorgio (il Manifesto)

Alex Zanotelli

 

Promuove la discussione il Comitato “Pace e Disarmo”

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