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USA | Milioni di pacifisti statunitensi contro l’amministrazione Biden

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I manifestanti contro la guerra si riuniscono davanti alla Casa Bianca per manifestare contro l’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Russia a Washington, DC (Foto: Win McNamee/Getty Images)

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Oltre 100 gruppi contro la guerra chiedono a Biden di porre fine alle tensioni con la Russia

Più di 100 organizzazioni pacifiste che rappresentano milioni di persone negli Stati Uniti hanno chiesto martedì all’amministrazione Biden di adottare misure immediate per disinnescare le tensioni con la Russia poiché le due potenze con armamenti nucleari rimangono pericolosamente vicine alla guerra a causa dell’Ucraina.

Di Jake Johnson

1 febbraio 2022


I gruppi progressisti in una dichiarazione congiunta guidata da CodePink e RootsAction.org hanno affermato: ‘Chiediamo al presidente Biden di porre fine al ruolo degli Stati Uniti nell’escalation delle tensioni estremamente pericolose con la Russia…È gravemente irresponsabile che il presidente non arrivi ad un compromesso tra due nazioni che possiedono il 90% delle armi nucleari del mondo’.

La dichiarazione, firmata da 105 organizzazioni, tra cui Physicians for Social Responsibility, Just Foreign Policy e Peace Action, è arrivata poche ore dopo un aspro scambio verbale tra rappresentanti statunitensi e russi in una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha fatto ben poco per abbattere i timori di un conflitto militare incombente.


Durante le sue osservazioni alla riunione delle Nazioni Unite, l’ambasciatore statunitense Linda Thomas-Greenfield ha accusato la Russia di ‘aver tentato, senza alcuna base fattuale, di dipingere l’Ucraina e i paesi occidentali come gli aggressori per fabbricare un pretesto per l’attacco’.

L’ambasciatore russo Vasily Nebenzya ha risposto affermando che gli Stati Uniti sono l’unico a ‘provocare l’escalation’ con false affermazioni sulle intenzioni della Russia in Ucraina, paese che ha l’ambizione di entrare a far parte della NATO, qualcosa che la Russia considera come una grave minaccia alla sicurezza’.


Nebenzya ha anche accusato gli Stati Uniti di aver favorito al potere a Kiev ‘nazionalisti, radicali, russofobi e puri nazisti’ sostenendo il rovesciamento del governo ucraino nel 2014′.

Finora, gli Stati Uniti hanno respinto la richiesta della Russia di una garanzia sulla non ‘ulteriore espansione verso est’ della NATO. Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov parleranno al telefono martedì dopo che i due paesi si sono scambiati proposte scritte che non sembravano presagire una svolta diplomatica.


Nella loro dichiarazione congiunta di martedì, i 105 gruppi contro la guerra hanno affermato che le radici dell’attuale crisi sono ‘impigliate nel fallimento del governo degli Stati Uniti nel mantenere la promessa fatta nel 1990 dall’allora Segretario di Stato James Baker che la NATO non si espanderebbe di ‘un pollice a est’.


Invece, i gruppi precisano che ‘Dal 1999, la NATO si è espansa per includere numerosi paesi, compresi alcuni che confinano con la Russia’ Invece di respingere a priori l’attuale insistenza del governo russo su una garanzia scritta che l’Ucraina non entrerà a far parte della NATO, il governo degli Stati Uniti dovrebbe accettare una moratoria a lungo termine su qualsiasi espansione della NATO’.

Sebbene l’amministrazione Biden abbia pubblicamente affermato di essere impegnata a perseguire il dialogo e la diplomazia con la Russia, ha contemporaneamente continuato a versare armi in Ucraina e messo migliaia di truppe statunitensi in attesa di un possibile dispiegamento nell’Europa orientale.

Norman Solomon, direttore nazionale di RootsAction.org, ha dichiarato martedì a Common Dreams che ‘l’emergenza che stiamo affrontando sta letteralmente mettendo a rischio la sopravvivenza dell’umanità’, date le migliaia di armi nucleari che Stati Uniti e Russia possiedono.


Solomon ha proseguito affermando che ‘Non è sufficiente per i funzionari di Washington dire che sperano che la diplomazia trovi una soluzione, lo abbiamo sentito molte volte appena prima che gli Stati Uniti precipitassero in una nuova guerra dopo l’altra’. ‘La causa principale di questo conflitto è che gli Stati Uniti hanno spinto la NATO fino ai confini della Russia e ora continuano a spedire grandi quantità di armi in Ucraina, una situazione che il governo degli Stati Uniti non tollererebbe mai se la Russia facesse lo stesso vicino al I confini degli Stati Uniti.’


‘Qualunque cosa tu pensi dell’attuale conflitto in Ucraina, tutti noi abbiamo il più profondo interesse possibile a ridurlo per evitare uno scontro tra le due superpotenze nucleari del mondo’, ha continuato Solomon. ‘I sondaggi mostrano che la maggior parte degli americani vuole che il governo degli Stati Uniti scenda a compromessi con la Russia in questo conflitto terribilmente pericoloso, eppure i media mainstream e la stragrande maggioranza dei membri del Congresso stanno scatenando una frenesia di fervore sciovinista senza compromessi. Potrebbero anche dire ai ‘quattro cavalieri dell’apocalisse’ di darsi da fare.’

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Fonte: commondreams.org

(Traduzione con ImTranslator)

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(Il lavoro è concesso in licenza sotto Creative Commons (CC BY-NC-ND 3.0). Sentiti libero di ripubblicare e condividere ampiamente.)

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Approfondimento

Campagna: Campagna Ucraina

Crisi Ucraina-Nato: il ruolo dei pacifisti

Ucraina – Una piattaforma condivisa per la Pace

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Gli armamenti, la pace ed il governo giallo-verde. Tradimento di Stato!

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Il primo gennaio la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Pace, una pace mai come in questo momento minacciata, nell’indifferenza generale.

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di Alex Zanotelli

Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare che potrebbe condurre alla fine della civiltà umana,” ha affermato il presidente russo Putin nella conferenza stampa di fine anno. E questo per due nuovi elementI. Il primo, è rappresentato dalla “tendenza ad abbassare la soglia per l’uso di armi nucleari, creando cariche nucleari tattiche a basso impatto che possono portare a un disastro nucleare globale.

Purtroppo, a questa categoria , appartengono le nuove bombe nucleari, B61-12 che il prossimo anno gli USA piazzeranno in Italia , in sostituzione di una settantina di vecchie ogive atomiche. L’altro pericolo viene dalla “disintegrazione del sistema internazionale di controllo degli armamenti,” espresso dal recente ritiro degli USA dal Trattato INF (1987) che permette a Trump di schierare in Europa missili a raggio intermedio con base a terra.

Ora il nostro governo gialloverde ha approvato in sede NATO tale piano e ha dato la disponibilità a installarli in Italia come quelli che erano stati installati a Comiso negli anni ’80. E’ ormai una vera corsa fra USA e Russia al riarmo nucleare. Gli USA , già con Obama ed ora con Trump, hanno messo a disposizione oltre mille miliardi di dollari per modernizzare il loro arsenale atomico.

La Russia sta tentando di tenere testa agli USA (Putin ha appena annunciato di aver testato il nuovo missile intercontinentale ipersonico!) cercando di avvicinarsi alla nuova potenza , la Cina, che nel 2017 ha speso ben 228 miliardi di dollari in difesa. Trump, che nel 2017 ha speso un’enorme cifra in armi, ben 660 miliardi di dollari, sta sferzando i suoi alleati europei perché tutti investano in armi almeno il 2% del PIL.

Se l’Italia obbedisse agli ordini di Trump spenderebbe cento milioni di euro al giorno in armi (già oggi ne spende settanta milioni al giorno!). Siamo ormai davanti ai due blocchi armati fino ai denti con 15.000 bombe atomiche a disposizione e un enorme armamentario. Siamo alla follia collettiva: nel 2017 abbiamo raggiunto a livello planetario l’astronomica cifra di 1.739 miliardi di dollari, pari a oltre 4,5 miliardi di dollari che spendiamo ogni giorno in armi. E’ una polveriera che potrebbe scoppiarci fra le mani. Gli scienziati dell’Orologio dell’Apocalisse a New York hanno puntato l’orologio a due minuti dalla mezzanotte. Davanti a questo pauroso scenario, rimango sbalordito dal silenzio dei cittadini italiani. Perché il grande movimento per la pace non scende unitariamente in piazza per contestare il “governo del cambiamento” che, nonostante le promesse, è diventato guerrafondaio come gli altri? E dovremmo chiedere le ragioni per cui questo governo giallo-verde :

-si rifiuta di firmare il Trattato ONU per l’abolizione degli ordigni nucleari;

-ha accettato che vengano collocati in Italia i nuovi missili nucleari;

-ha deciso di comperare gli F -35, definiti oggi ‘irrinunciabili’, mentre durante la campagna elettorale erano “strumenti di morte”;

-continua a vendere le bombe all’Arabia Saudita che le usa per bombardare lo Yemen in violazione della legge 185/90, che vieta la vendita di armi ai paesi in guerra (i 5 Stelle durante la campagna elettorale ne avevano chiesto “ l’embargo totale”);

-ha deciso di lasciare i soldati in Afghanistan, mentre il ritiro dei nostri soldati da quel paese era stato il cavallo di battaglia dei 5 Stelle.

Abbiamo scritto, a nome dei centomila che hanno marciato alla Perugia –Assisi, sia al Governo che al Parlamento perché riceva due delegazioni alle quali dare risposte a queste domande. A tutt’oggi , silenzio! E’ il tradimento di questo governo!

Mi appello altresì alle comunità cristiane che facciano tesoro delle forti prese di posizione di Papa Francesco sulla guerra e sulle armi. E’ un magistero il suo, di una lucidità e forza straordinaria. Mi auguro che questo venga presto percepito dai sacerdoti e dai fedeli.

“Offrire la pace è al cuore della missione dei discepoli di Cristo”, afferma Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2019.

E allora mettiamoci insieme, credenti e non, per un impegno serio contro la folle corsa agli armamenti, soprattutto nucleari, foriera di nuove e micidiali guerre.

Che il 2019 sia un anno di mobilitazione popolare per la Pace!

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1 gennaio 2019

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Zanotelli richiama i pacifisti all’unità e all’azione. Firma l’Appello contro i signori della guerra.

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Il missionario richiama i pacifisti all’unità e all’azione

Una Perugia-Assisi straordinaria per fermare i Signori della guerra. Appello di Padre Zanotelli

L’Italia ripudia la guerra (art. 11 Cost.), non può puntare sulle armi come pilastro del Sistema paese e armare paesi in guerra o che violano i diritti umani
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16 aprile 2017 – Alex Zanotelli
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Sosteniamo il nuovo appello di Padre Alex Zanotelli. Ecco dove firmare on line:

https://www.petizioni24.com/fermiamoisignoridellaguerra

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Appello

FERMIAMO I SIGNORI DELLA GUERRA

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Trovo vergognosa l’indifferenza con cui noi assistiamo a una ‘guerra mondiale a pezzetti’ , a una carneficina spaventosa come quella in Siria, a un attacco missilistico da parte di Trump contro la base militare di Hayrat in Siria ,ora allo sgancio della Super- Bomba GBU-43( la madre di tutte le bombe) in Afghanistan e a un’incombente minaccia nucleare.

L’Italia, secondo l’Osservatorio sulle armi, spenderà quest’anno 23 miliardi di euro in armi (l’1,18% del Pil) che significa 64 milioni di euro al giorno! Ora Trump, che porterà il bilancio militare USA a 700 miliardi di dollari, sta premendo perché l’Italia arrivi al 2% del Pil che significherebbe 100 milioni di euro al giorno. “Pronti a rivedere le spese militari – ha risposto la ministra della Difesa R. Pinotti – come ce lo chiede l’America.” La Pinotti ha annunciato anche che vuole realizzare il Pentagono italiano a Centocelle (Roma) dove sorgerà una nuova struttura con i vertici di tutte le forze armate. La nostra ministra della Difesa ha inoltre preparato il Libro Bianco della Difesa in cui si afferma che l’Italia andrà in guerra ovunque i suoi interessi vitali saranno minacciati. E’ un autentico golpe democratico che cancella l’articolo 11 della Costituzione. Dobbiamo appellarci al Parlamento italiano perchè non lo approvi. Il Libro Bianco inoltre definisce l’industria militare italiana ‘pilastro del Sistema paese’.”

Mentre in Europa stiamo assistendo in silenzio al nuovo schieramento della NATO nei paesi baltici e nei paesi confinanti con la Russia. In Romania, la NATO ha schierato razzi anti-missili e altrettanto ha fatto in Polonia a Redzikovo. Ben cinquemila soldati americani sono stati spostati in quei paesi. Anche il nostro governo ha inviato 140 soldati italiani in Lettonia. Mosca ha risposto schierando a Kalinin- grad Iscander ordigni atomici, i 135-30. Siamo ritornati alla Guerra Fredda con il terrore nucleare incombente. (La lancetta dell’Orologio dell’Apocalisse a New York è stata spostata a due minuti dalla mezzanotte come ai tempi della Guerra Fredda).

Ecco perché all’ONU si sta lavorando per un Trattato sul disarmo nucleare promosso dalle nazioni che non possiedono il nucleare, mentre le 9 nazioni che la possiedono non vi partecipano. E’ incredibile che il governo Gentiloni ritenga che tale Conferenza “costituisca un elemento fortemente divisivo “, per cui l’Italia non vi partecipa. Eppure l’Italia, secondo le stime della Federation of American Scientists, ha sul territorio almeno una settantina di vecchie bombe atomiche che ora verranno rimpiazzate dalle più micidiali B61-12. E dovremmo mettere in conto anche la possibilità, segnalata sempre dalla FAS, di Cruise con testata atomica a bordo della VI Flotta USA con comando a Napoli. Quanta ipocrisia da parte del nostro governo!

Davanti a una così grave situazione, non riesco a capire il quasi silenzio del movimento italiano per la pace. Una cosa è chiara: siamo frantumati in tanti rivoli, ognuno occupato a portare avanti le proprie istanze! Quand’è che decideremo di metterci insieme e di scendere unitariamente in piazza per contestare un governo sempre più guerrafondaio? Perché non rimettiamo tutti le bandiere della pace sui nostri balconi?Ma ancora più male mi fa il silenzio della CEI e delle comunità cristiane. Questo nonostante le forti prese di posizione sulla guerra di Papa Francesco. E’ un magistero il suo, di una lucidità e forza straordinaria. Quando verrà recepito dai nostri vescovi, sacerdoti, comunità cristiane? Dopo il suo recente messaggio inviato alla Conferenza ONU, in cui ci dice che “ dobbiamo impegnarci per un mondo senza armi nucleari”, non si potrebbe pensare a una straordinaria Perugia- Assisi, promossa dalle realtà ecclesiali insieme a tutte le altre realtà, per dare forza al tentativo della Nazioni unite di mettere al bando le armi atomiche e dire basta alla ‘follia’ delle guerre e dell’industria delle armi? Sarebbe questo il regalo di Pasqua che Papa Francesco ci chiede: “Fermate i signori della guerra, la violenza distrugge il mondo e a guadagnarci sono solo loro.”

Infatti nel 2015 abbiamo esportato armi pesanti per un valore di oltre sette miliardi di euro! Vendendo armi ai peggiori regimi come l’Arabia Saudita. Questo in barba alla legge 185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in guerra o dove i diritti umani sono violati. L’Arabia Saudita è in guerra contro lo Yemen, dove vengono bombardati perfino i civili con orribili tecniche speciali. Secondo l’ONU, nello Yemen è in atto una delle più gravi crisi umanitarie del Pianeta. All’Arabia Saudita abbiamo venduto bombe aeree MK82, MK83, MK84, prodotte dall’azienda RMW Italia con sede legale a Ghedi (Brescia) e fabbrica a Domusnovas in Sardegna. Abbiamo venduto armi anche al Qatar e agli Emirati arabi con cui quei paesi armano i gruppi jihadisti in Iraq, in Libia, ma soprattutto in Siria dov’è in atto una delle guerre più spaventose del Medio Oriente.In sei anni di guerra ci sono stati 500.000 morti e dodici milioni di rifugiati o sfollati su una popolazione di 22 milioni! Come italiani, stiamo assistendo indifferenti alla tragica guerra civile in Libia, da noi causata con la guerra contro Gheddafi. E ora , per fermare il flusso dei migranti, abbiamo avuto la spudoratezza di firmare un Memorandum con il governo libico di El Serraj che non riesce neanche a controllare Tripoli. E così aiutiamo la Libia a frantumarsi ancora di più. E con altrettanta noncuranza assistiamo a guerre in Sud Sudan, Somalia, Sudan, Centrafrica, Mali. Senza parlare di ciò che avviene nel cuore dell’Africa in Congo e Burundi. E siamo in guerra in Afghanistan: una guerra che dura da 15 anni ed è costata agli italiani 6,6 miliardi di euro.

Alex Zanotelli

Napoli,14 aprile 2017

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Fonte: Peacelink

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