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Svizzera: democrazia a rischio, democrazia in movimento. “Vol spécial” documentario di Fernand Melgar

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Vol spécial
Regia: Fernand Melgar; assistente alla regia: Elise Shubs; fotografia: Denis Jutzeler; suono: Christophe Giovannoni; montaggio: Karine Sudan; musiche: Wandifa Njie; origine: Svizzera, 2011; formato: 35 mm, 1.85, colore; durata: 104’; produzione: Stéphane Goël, Elise Shubs per Climage, in coproduzione con RTS / Unité des films documentaires, SRG SSR, ARTE G.E.I.E; diritti internazionali: Association Climage (climage.ch);  sito ufficiale: volspecial.ch;   Facebook: facebook.com/volspecial

Anteprima mondiale: Locarno Film Festival, 6 agosto 2011
Uscita italiana: 29 gennaio 2013

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Ogni anno, in Svizzera, migliaia di uomini e donne vengono incarcerate senza processo né condanna. Per la sola ragione di risiedere illegalmente sul territorio, possono essere privati della libertà per un periodo di due anni in attesa della loro espulsione.

Dopo “La Forteresse” – Pardo d’oro al Festival internazionale del film Locarno – che trattava delle condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo in Svizzera, Fernand Melgar posa il suo sguardo sull’altra estremità della catena, ossia sulla fine del percorso migratorio.
Il cineasta si è immerso nel corso di nove mesi nel centro di detenzione amministrativa di Frambois, a Ginevra, uno dei 28 centri di espulsione per Sans papiers in Svizzera.

A Frambois si trovano alla rinfusa sia richiedenti asilo la cui domanda è stata rifiutata, sia clandestini. Alcuni tra questi si sono stabiliti in Svizzera da anni, hanno costituito una famiglia, lavorano, versano i contributi alle assicurazioni sociali e mandano i loro figli a scuola. Questo fino al giorno in cui i servizi cantonali di immigrazione decidono arbitrariamente di chiuderli in carcere per garantire la loro partenza dalla Svizzera. Il problema è che nessuno tra i detenuti è preparato a partire volontariamente, inizia quindi un lungo accanimento amministrativo per forzarli a farlo.

Dietro le porte chiuse delle carceri, il faccia a faccia tra il personale e i detenuti assume col trascorrere dei mesi, una dimensione di intensità a tratti insostenibile. Da una parte, una piccola squadra unita, motivata e impregnata di valori umani, dall’altra uomini alla fine della loro corsa, vinti, esauriti dalla paura e lo stress. Si allacciano quindi rapporti di amicizia e odio, rispetto e ribellione, gratitudine e rancore. Fino all’annuncio dell’espulsione, spesso vissuto dai detenuti alla stregua di un tradimento, come un’ulteriore pugnalata.

Questa relazione di «vita o morte», come è provato purtroppo dall’episodio più drammatico del film, si svolge per la maggior parte del tempo tra disperazione e umiliazione. Annientati dalla legge e dal suo implacabile ingranaggio amministrativo, coloro che si rifiutano di partire volontariamente verranno legati e ammanettati, costretti a indossare elmetti e pannolini, e imbarcati di forza su un aereo. In questa situazione estrema, la disperazione ha un nome: vol spécial.      (Vol Spécial)

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Premi e Festival

Trailer

Leggi la recensione di Cinemafrica

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Fonte:  Sito ufficiale (Vol Spécial)

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Attenzione! E’ tornato e fa miracoli!

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A Lampedusa Berlusconi Show: compra ville, vende pesce fresco, azzera tasse, da’ il nobel per la pace… fa i miracoli!!!

 

Da tempo non si vedeva un Berlusconi così. Oggi a Lampedusa si è quasi superato. Come “Wolf” in Pulp Fiction, Berlusconi risolve i problemi e a Lampedusa ne hanno. Come? Semplice: compra una villa su internet, venderà pesce fresco (forse moltiplicandoli come Gesù), candiderà l’isola al Nobel per la pace, azzererà le tasse. Renderà Lampedusa un Paradiso.
Signore e signori, è tornato. E fa ancora i miracoli!

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Fonte: Controlacrisi.org

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Il sangue verde: dal cinema alla rete

Col ritorno degli immigrati in cerca di lavoro nei campi a Rosarno riapre anche la mensa di “Mamma Africa”: così è soprannominata Norina, una signora di 83 anni che, dal 1991, ha dato vita a un ristorante che ogni domenica offre un pasto caldo ai lavoratori immigrati della zona. La “mensa di Mamma Africa” era stata distrutta dai vandali dopo gli scontri di gennaio a Rosarno.

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Mamma Africa

Rosarno- Norina (mamma Africa) tra i suoi ragazzi.

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Una buona notizia, come tante positive o negative, che difficilmente arrivano sui media ufficiali, e che invece possiamo trovare su Osservatorio Braccianti, un nuovo portale che ospita le segnalazioni e le notizie relative alle condizioni dei lavoratori agricoli immigrati in Italia.
L’iniziativa è nata in seguito all’uscita del documentario Il sangue verde di Andrea Segre, un racconto delle condizioni di degrado e ingiustizia in cui vivono quotidianamente migliaia di braccianti africani sfociate nelle manifestazioni di rabbia del gennaio 2010.
La ribellione degli immigrati ha messo a nudo un sistema economico e di sfruttamento fortemente influenzato dal potere mafioso della ’Ndrangheta.
L’osservatorio Braccianti vuole essere la prosecuzione di questo percorso di denuncia ed informazione, innescato dagli immigrati e testimoniato dal film di Segre, che può contribuire al rafforzamento della società civile contro il razzismo, lo schiavismo e la mafia.
Il portale, ospitato da ZALAB, offre una visione geografica aggiornata, che può essere direttamente implementata da chiunque abbia informazioni, testimonianze, foto, video da segnalare, provenienti da testate giornalistiche, tv, weblog e siti informativi, o dalla osservazione diretta del fenomeno.

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Fonte: CINEMAFRICA

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Approfondimento:

Rosarno: chi ha paura dell’uomo nero

Rosarno: un contesto di crisi umanitaria

Anche a Rosarno una “Mama Africa”

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