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il Film: “Nebraska” di Alexander Payne

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Nebraska

di Alexander Payne

(USA 2013)

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di Marcello Polizzi

From the town of Lincoln Nebraska with a sawed-off .410 on my lap, through to the badlands of Wyoming I killed everything in my path” (Bruce Springsteen, Nebraska)

 

Dalla rabbia del giovane Kit fino alla rassegnazione dell’anziano Woody: sembra chiudersi un’ideale parabola americana, con inizio e fine nella capitale del Nebraska. Da Lincoln parte la follia omicida nel film del ’73 di Malick e Lincoln è la meta del viaggio intrapreso dai protagonisti nell’ultimo road-movie di Payne. La violenza efferata come frutto di una giovinezza disadattata lascia il posto ad una vecchiaia fatta di ipocrisie e rimpianti. In entrambi i casi, uno sguardo amaro su quell’America delle badlands che forse è cambiata in tutti questi anni, o forse no.

 

Woody, convinto di dover riscuotere un inesistente premio di un milione di dollari è assecondato dal figlio David in questa sua illusione. Intraprendono così una peregrinazione per cinque stati, attraversando i luoghi in cui il vecchio è cresciuto, teatro di una vita scialba da sempre annegata nell’alcool. Il viaggio delle false speranze in Nebraska diventa viaggio della memoria e il passato sembra dunque il terreno su cui si confrontano tutti i personaggi. A partire da Woody, che nella sua città d’origine, farà i conti con una realtà a dir poco decadente: disoccupazione, provincialismo, violenze verbali e fisiche. Da parenti e amici che nascondono interessi economici a matrimoni in cui l’amore non pare neppure contemplato, emerge un’esistenza priva di rapporti umani. Questa mancanza d’empatia sembra ripercuotersi anche sull’ambiente circostante e così assistiamo ad un mid-west anomalo, diverso da come siamo spesso abituati a vedere sullo schermo: privo di quel senso di sconfinatezza e ricco invece di paesaggi urbani grigi, a discapito delle grandi pianure, enfatizzati dal cinemascope e dal sapiente uso della fotografia in un bianco e nero vintage.

 

Attraverso un buon equilibrio tra il clima meditativo e i momenti di pura commedia, Payne sembra esser riuscito là dove aveva fallito in precedenti lavori (A proposito di Schmidt e Paradiso amaro). Nonostante manchi ancora la capacità di gestire perfettamente il tono del grottesco, propria dei Coen o di Jarmusch, in Nebraska assistiamo a situazioni capaci di innescare il delicato meccanismo che porta alla riflessione attraverso la caricatura del comico. Ma tale meccanismo sembra però privo di qualche ingranaggio che ne compromette il funzionamento. Non tutti i personaggi hanno la forza di Woody o della moglie Kate e restano piatti, ingabbiati in ruoli stereotipati, trasmettendo una sorta di superficialità e artificiosità. Purtroppo la scarsa caratterizzazione sembra essere spesso il punto debole del cinema di Payne. Ma nel riuscito finale, quest’ultima pellicola si riscatta e pare colmare quel vuoto emotivo lasciato dalla visione di altri suoi film. Quella scintilla d’umanità che Kit trovava nell’innocenza di Holly, alla fine Woody sembra scoprirla nel sincero rapporto padre-figlio: risposta alla preoccupazione del lasciare “qualcosa” dopo la sua morte e assoluzione per la mediocre vita vissuta.

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Trailer

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Scheda del film

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USCITA CINEMA: 16/01/2014
GENERE: Drammatico
REGIA:
Alexander Payne
SCENEGGIATURA:
Bob Nelson
ATTORI:
Bruce Dern, Will Forte, Bob Odenkirk, Stacy Keach, Devin Ratray, June Squibb, Rance Howard, Missy Doty

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FOTOGRAFIA: Phedon Papamichael
MONTAGGIO:
Kevin Tent
PRODUZIONE: Bona Fide Productions
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
PAESE: USA 2013
DURATA: 110 Min
FORMATO: B/N

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Golden Globe a “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino

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La grande bellezza vince come miglior film straniero ai Golden Globe

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La grande bellezza di Paolo Sorrentino ha vinto ai Golden Globe nella categoria miglior film straniero. La cerimonia di premiazione si è tenuta il 12 gennaio 2014 a Los Angeles.

Era dal 1989, con Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, che l’Italia non vinceva un Golden Globe.

“Grazie Italia, questo è un paese davvero strano ma bellissimo”, ha detto Paolo Sorrentino nel ritirare il premio. Non se lo aspettava: “Non mi è stato anticipato niente, è stata una grande emozione. Agli americani è piaciuta la libertà con cui è stato utilizzato il mezzo cinematografico e questa grande cavalcata dentro Roma e una certa umanità”

La grande bellezza di Paolo Sorrentino è uscito il 21 maggio nelle sale italiane, il giorno dopo essere stato presentato a Cannes. Nel cast, tra gli altri, ci sono Toni Servillo, Carlo Verdone e Sabrina Ferilli. Ambientato a Roma, racconta la storia di Jep Gambardella, un giornalista sessantacinquenne che segue gli eventi mondani della capitale.

Il film ha ricevuto un’accoglienza positiva dalla maggior parte delle testate straniere.

Ha scritto il Guardian: “Sorrentino è tornato a Cannes con un bellissimo film, girato nello stile classico della Dolce vita di Fellini e della Notte di Antonioni. La grande bellezza è un ritorno al suo naturale linguaggio cinematografico, dopo la difficile esperienza in inglese con Sean Penn in This must be the place. Il film è superbo, ma c’è anche un eccesso di ricchezza che va un po’ a discapito delle emozioni. Toni Servillo meriterebbe il premio per il miglior attore, grazie alla stupenda interpretazione di Jep”.

Secondo Lee Marshall, che ha scritto la recensione su Screen Daily, La grande bellezza è un film più adatto al pubblico straniero che a quello italiano: “Il paragone naturale da fare è quello con un’altra operetta impressionistica del regista napoletano: Il divo. Quel film però era immerso in una realtà storica, mentre La grande bellezza è più una raccolta di vignette senza tempo. Paradossalmente, questo è un film che potrebbe piacere di più all’estero che non in Italia. Sul terreno di casa, la visione di Roma di Sorrentino e della sua vita pseudo letteraria potrebbe sembrare un po’ obsoleta”.

Anche Le Monde ha scritto una recensione sull’ultima fatica di Sorrentino: “Con il suo broncio malizioso, il protagonista Jep ha un’aria da Walter Matthau alla romana mentre contempla le glorie dell’unica città al mondo in grado di fargli sentire l’eternità. L’ultimo lavoro del regista italiano è un omaggio alla Fiera della vanità, che alla fine restituisce un’umanità che sembrava non esserci all’inizio del film. Pur restando molto lontano dalla grandezza dei suoi maestri, Sorrentino dimostra sempre di avere delle belle trovate cinematografiche”.

Positivo anche il parere di Variety. Scrive Jay Weissberg: “La grande bellezza è un ricco banchetto cinematografico, che omaggia Roma in tutta la sua bellezza e superficialità. Di certo farà venire un’indigestione a qualcuno, che potrebbe vederla come l’opera di un cinefilo in posa che manca di vera profondità. E non importa se la stessa critica è stata mossa alla Dolce vita 53 anni fa. Il confronto non è casuale: come il capolavoro di Fellini, La grande bellezza fa di una figura esausta dal punto di vista esistenziale una guida dantesca attraverso la decadenza della vita romana”.

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Trailer ufficiale

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Fonte: Internazionale

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Contribuiamo alla realizzazione del film tratto dal libro “Un indovino mi disse…” di Tiziano Terzani

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UN INDOVINO CI DISSE. IL FILM
CHIAMATA ALLE ARTI

 

Serata di raccolta fondi per sostenere la produzione del film tratto dal libro “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani

 

Un appuntamento eccezionale, un invito a prendere parte a un viaggio formidabile, custodendo dentro di sé il privilegio e l’emozione di essere stati parte di un progetto di valore.

 

Il  Teatro Carlo Felice, all’interno della rassegna “Indovina chi viene a teatro”, ospiterà nel suo foyer una “Chiamata alle arti” per sostenere la produzione del film Un indovino mi disse, tratto dall’omonimo libro di Tiziano Terzani.

 

Filmati, letture e musica dal vivo per ripercorrere insieme la vita di Terzani e, in particolare, il viaggio nel cuore dell’Asia, raccontato in Un indovino mi disse. Un viaggio che, per lo scrittore, è stato tappa fondamentale di un percorso di trasformazione da corrispondente di guerra a uomo di pace.
Nel corso della serata il regista Mario Zanot – autore di Anam il senzanome, l’ultima intervista a Tiziano Terzani – insieme ad Angela Terzani Staude e alla direttrice della Compagnia Teatrale del Suq Carla Peirolero, presenterà il progetto del film tratto da Un indovino mi disse. Caterina Lazagna (voce), Massimo Vescovi (chitarra) e Lorenzo Serafin(contrabbasso) avvolgeranno di musica l’incontro con alcuni brani “unplugged”.
La Compagnia dei Giovani del Suq leggerà brani tratti da libri di Terzani.
Alla serata parteciperanno anche Paola Monticelli, coordinatrice Emergency Liguria e Alessandra Ballerini, avvocato civilista specializzato in diritti umani e immigrazione.

 

Informazioni utili:
www.unindovinocidisse.it
info@unindovinocidisse.it
Tel. 02 5691340

 

Il progetto cinematografico in generale

Alla fine del 2012 è stata lanciata sul web la campagna di raccolta fondi per realizzare un film da quello che è forse il libro più amato di Tiziano Terzani: Un indovino mi disse.
L’idea è del regista milanese Mario Zanot, documentarista e visual effects supervisor, che ha collaborato, tra gli altri, con Giuseppe Tornatore e Nanni Moretti, e che nel 2013 ha vinto il David di Donatello per i migliori effetti digitali del film Diaz, don’t clean up this blood di Daniele Vicari.
Zanot incontra Terzani nel 2004 per girare Anam il senzanome, l’ultima intervista rilasciata dal giornalista-scrittore, poco prima della sua scomparsa.
Il film Un indovino mi disse ripercorrerà il viaggio di Terzani alla scoperta del cuore magico dell’Asia, un viaggio che il giornalista fece nel 1993, spostandosi senza mai prendere aerei. All’apice della sua carriera infatti, in crisi umana e professionale, Terzani si aggrappa alla vecchia profezia di un indovino di Hong Kong: “Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell’anno non volare. Non volare mai”.
Quella maledizione si trasforma per lui in una benedizione, un’occasione per reinventarsi la vita. In quello stesso anno, l’elicottero sul quale sarebbe dovuto salire cade. Un caso? Al di là della sua veridicità, la profezia lo aiuta a trovare una nuova dimensione umana e spirituale.
Un indovino mi disse sarà girato tra Vietnam, Laos, Cambogia, Birmania e Thailandia.
La sceneggiatura – a cui ha collaborato anche Angela Staude Terzani – è già pronta e alcuni partner stranieri hanno mostrato vivo interesse per il progetto.
In Italia Mario Zanot ha deciso di rivolgersi anche al pubblico, per far conoscere e finanziare almeno in parte questo film. Andando su www.unindovinocidisse.it è possibile dare il proprio contributo, versando pochi euro ma anche cifre più alte. In cambio si ha diritto a una ricompensa. Ad esempio chi sceglie di versare 50 euro vedrà il proprio nome nei titoli di coda del film.
Per promuovere questo progetto è stato fondato il Comitato Un indovino ci disse. Il film che sta organizzando serate di raccolta fondi in tutta Italia, delle “Chiamate alle arti”, durante le quali ripercorrere la vita di Terzani, corrispondente di guerra, viaggiatore e uomo di pace, attraverso la proiezione di filmati, la lettura di brani tratti dai suoi libri e musica suonata dal vivo. Grazie all’aiuto dei lettori di Terzani sono già state organizzate più di cinquanta serate, in piccole e grandi città. I soldi donati dagli utenti del web e quelli raccolti durante questi eventi andranno ad affiancarsi al finanziamento dei partner stranieri, per coprire il budget complessivo del film che si aggira intorno al milione e mezzo di euro. L’obiettivo è quello di iniziare le riprese nel 2014, decennale della morte di Terzani.
Una parte degli incassi del film verrà devoluta a Emergency, per l’ospedale di Lashkar-gah in Afghanistan, intitolato a Tiziano Terzani. Si tratta di un centro chirurgico in cui il 60% dei pazienti ricoverati è curato per ferite di guerra causate da bombe, mine antiuomo e pallottole, e dove un terzo dei pazienti ha meno di 14 anni.
In ogni caso, se la cifra raccolta attraverso il finanziamento popolare non dovesse essere sufficiente a garantire la produzione del film, l’intero importo, tolte le spese documentate, verrà devoluto a Emergency. Non puoi venire in Teatro?

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Non puoi venire in Teatro? Per seguirci in diretta streaming clicca qui

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Fonte:  Teatro Carlo Felice – Genova

 

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