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Orrore in piazza Tahrir

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20 novembre 2011

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Approfondimento

Sommosse popolari del 2011 in Egitto

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La rivoluzione venuta dalla Serbia

Egitto

Il Movimento 6 aprile, avanguardia delle proteste contro Mubarak, è stato aiutato dagli attivisti del gruppo serbo Otpor!, specialisti dell’opposizione non violenta che hanno già contribuito alla caduta di numerosi regimi.

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2 marzo 2011 Svenska Dagbladet Stoccolma

Tomas Lundin

Li hanno soprannominati “Rivoluzione S.p.a.”: hanno formato attivisti e movimenti di opposizione nella maggior parte dei regimi dittatoriali del pianeta. I loro metodi sono stati messi al servizio degli “eserciti” un po’ ovunque, dalla rivoluzione delle rose in Georgia nel 2003 a quella dei tulipani in Kirghizistan nel 2005. Oggi appoggiano il movimento rivoluzionario che dilaga nel mondo arabo.

“Sì, è vero, abbiamo addestrato alcuni giovani del Movimento 6 aprile [il gruppo nato su Facebook che ha dato il via alle manifestazioni di protesta] in Egitto”, confida Srdja Popovic, leader del Canvas (Centro per le strategie e l’azione nonviolenta applicata) di Belgrado, i cui dirigenti sono veterani del movimento di resistenza civica Otpor!.

Srdja Popovic però non ha intenzione di vantarsi e quasi si innervosisce quando le si chiede se Otpor! esporta rivoluzioni: “Non si arriva da qualche parte con la rivoluzione in valigia. È la loro rivoluzione, e i consulenti stranieri servono solo ad aiutarli. Rischiano la vita per la libertà altrui, ma la vittoria appartiene ai popoli, al 100 per cento!”

Srdja Popovic è uno specialista di lunga data di disobbedienza civile e resistenza pacifica. Nel 1998, a 25 anni, fondò Otpor! con una dozzina di amici mentre studiava biologia all’università. Milosevic avrebbe presto festeggiato i dieci anni al potere e si stava preparando a intervenire in Kosovo.

In un ristorante universitario di Belgrado i giovani misero a punto le regole di un nuovo movimento di resistenza, ispirato al Mahatma Gandhi e alla lotta all’apartheid. Seppero dare però al loro movimento un’immagine  giovanile e alla moda, che attirò anche i giovani non politicizzati.

Il loro marchio di fabbrica erano le azioni fantasiose che attiravano l’attenzione dei media. Sfidavano e schernivano il regime, ma affrontavano soldati e poliziotti armati soltanto di fiori. Otpor! seppe capire, insomma, che Milosevic sarebbe caduto soltanto quando avesse perso il sostegno di polizia ed esercito.     (leggi tutto)

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Fonte: PressEurop

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Egitto, fine di un’epoca

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Mubarak si dimette. Piazza Tahrir in festa, poteri ai militari, incertezze sul futuro

Il rischio, tra gli altri, era che scegliesse di uscire di scena come era entrato: con un bagno di sangue. Il giorno che il mondo ha conosciuto Hosni Mubarak (il 6 ottobre 1981) aveva le mani e gli abiti imbrattati del sangue del presidente egiziano Anwar al-Sadat, assassinato al Cairo sul palco autorità di una parata militare. Caduto sotto il fuoco di una cellula jihdaista. Mubarak, da vice presidente, rimase al suo posto, pronto a prendere il potere.

Pronto a farsi Faraone, fino al punto di voler cedere il trono al figlio. Non è andata così e oggi, 11 febbraio 2011, il popolo egiziano lo ha mandato via. Lo ha annunciato Omar Suleiman, vice presidente ed eminenza occulta del potere del regime, che consegna il potere ai militari. Una partita, questa, che dal 1952 si gioca tra le stanze dei generali.

Naguib, Nasser, Sadat e Mubarak. Ruota tutto attorno a questi quattro militari la storia dell’Egitto repubblicano. L’esercito, amato dal popolo, si è posto a garante dell’ordine costituito. Ha tentato di trovare una via di uscita dignitosa per Mubarak, uno di loro, comunque. Non è stato possibile e, per ora, il ritiro a Sharm el Sheik è probabilmente una via di mezzo tra la fuga all’estero (che la riunione fiume di ieri ha tentato di scongiurare) e un crepuscolo tranquillo, senza processi o espropri economici. (leggi tutto)

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Fonte: PeaceReporter

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Nuove corrispondenze dal Cairo, la rivoluzione fa il suo corso

Oggi 11 febbraio abbiamo effettuato il nostro consueto appuntamento con la rivoluzione a pochi km da noi, Piazza Tahrir in Egitto. Ascoltiamo le testimonianze raccolte dai compagni e amici che sono lì in queste ore!

Radiodimassa – prima corrispondenza – 11febbraio11

Radiodimassa – terza corrispondenza – 11febbraio11

Radiodimassa – seconda corrispondenza – 11febbraio11

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Fonte:  Radio di Massa

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