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Facciamo tacere il silenzio del mare!

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Aggiornamento Petizione:

Appello per i migranti tunisini dispersi/نداء من أجل التونسيين المهاجرين المفقودين/Appel pour les migrants tunisiens disparus/Petition for missing Tunisian migrants

In questo momento, siamo arrivati a circa 700 firme. E’ un buon numero, e forti anche di questo le famiglie in Tunisia hanno già avviato le pratiche con il Procuratore. Tuttavia, per andare avanti occorre attendere che si formi il Governo in Tunisia. Occorre anche che qua in Italia riusciamo a raccogliere ancora più firme per fare pressione sul Governo italiano. Se credete, quindi, inoltrate una mail ai vostri contatti e facendo girare la notizia, chiedendo loro di aderire alla petizione.

Nel frattempo, una rete vasta di organizzazioni fra Italia e Tunisia sta cominciando a mettere in campo iniziative per “fare più rumore possibile per far tacere il silenzio del mare”.

 

Per leggere e firmare la petizione

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Perché firmare la petizione (una lettera del gruppo di donne 2511)

 

La petizione, partita dalle famiglie dei dispersi, e appoggiata da ZaLab e da i nostri anni migliori, da storiemigranti, dall’associazione Pontes, dal gruppo di donne 2511 e dal Forum tunisino per i diritti economici e sociali chiede agli stati italiano e tunisino collaborazione per rintracciare i migranti partiti fra marzo e settembre dalla Tunisia e scomparsi

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Profughi in fuga da Tripoli dispersi in mare

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In questi giorni stanno circolando le notizie di ritrovamento di circa 70 corpi nelle coste libiche. Quello che noi sappiamo in base alle informazioni che ci provengono da connazionali ancora in Libia questi rinvenimenti di corpi in mare fino ad ora solo 4 persone sono di provenienza Eritrea o Etiopica, gli altri sono di altra nazionalità dell’Africa Occidentale, tra i corpi ripescati in mare ci sono anche asiatici. Quindi non abbiamo elementi tali da collegare questi corpi trovati, con i dispersi peri i quali abbiamo lanciato più volte appello ormai da settimana e più.

Mancano ancora all’Appello più di 400 persone, partiti da Tripoli in due diverse date, il primo partito la notte tra il 22 e il 23 marzo un barcone con 335 persone tutti di nazionalità eritrea, il gommone carico di 68 persone di eritrei ed etiopi, i quali partiti la sera circa le ore 22.00 il 25 marzo il sabato hanno lanciato la richiesta di aiuto, i quali dicevano “di essere affamati e assetati con poco carburante che stava finendo”. Questa loro situazione e stata segnalata alla guardia costiera Italiana, la quale grazie alla presenza a bordo del gommone del telefono satellitare ha potuto localizzarli che si trovavano a circa 60 miglia dalla Libia. Quello che mi chiedo io perché non sono stati soccorsi queste persone? Se la guardia costiera italiana ha diffuso a tutti compreso alle navi della NATO, non capisco che impedimento ci fosse stato se questi ultimi vanno a verificare le condizione del gommone e soccorrerli? Mi pare che la missione della NATO in questo momento nel mediterraneo e una missione umanitaria, quindi salvare vite umane che fuggono da guerra e persecuzioni come questi profughi disperati dovrebbe far parte di questa missione. Sono passati 9 giorni dall’ultimo contatto con questo gommone fin ora nessuna notizia.

Ieri ci hanno segnalato di un altro barcone carico di 400 persone partito da Tripoli, che abbiamo già segnalato alla guardia costiera italiana, auspichiamo che si presti il massimo di attenzione che merita queste vite umane.


Don Mussie Zerai

Presidente dell’Agenzia Habeshia

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Fonte: A.H.C.S L’Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (AHCS)

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