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Wikileaks, il giornalismo deve difendere Assange

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Wikileaks - Julian Assange

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di Barbara Spinelli

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Io non so quale sia il reato di cui si sarebbe macchiato Julian Assange, e condivido i dubbi di molti che lo conoscono, sulle indagini riguardanti le sue peripezie sentimentali. Quello che so è che da giorni, e precisamente da quando sono cominciate le pubblicazioni di Wikileaks, mi si accampa davanti, ogni sera in Tv, la faccia di un signore che in Italia fa il ministro degli Esteri e che si agita e che dice che quell’uomo lì va catturato al più presto perché – mirabile a udirsi! – “vuol distruggere il mondo”. Non ricordo un’analoga frase usata per Bin Laden, dopo l’11 settembre 2001. Si disse che voleva distruggere l’America. Ma di abbattere il mondo, nientemeno, nessuno parlò. Quanto alla religione musulmana, i più ragionevoli seppero evitare contaminazioni, lasciando in cattiva compagnia chi sproloquiò su una civiltà inferiore (Berlusconi, 26-9-2001: “L’Occidente deve esser consapevole della superiorità della sua civiltà”). Non fosse altro perché c’è una sura del Corano (la 3: 97) che in proposito parla chiaro: Dio non si scompone davanti agli increduli, poiché “basta a se stesso e può fare a meno dei mondi”. (leggi tutto)

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Fonte: Il Fatto Quotidiano

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UE: E’ tempo di democrazia dal basso!

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Proprio in questi giorni le istituzioni europee stanno decidendo il destino di un nuovo potente strumento democratico che potrebbe cambiare il modo in cui l’Europa è governata.

L’Iniziativa dei Cittadini europei costringe la Commissione europea ad agire quando questa riceve la richiesta da oltre 1 milione di cittadini: è stata Avaaz a lanciare la prima in assoluto per chiedere il blocco degli OGM. Ma ora alcuni funzionari sono contrari all’incremento di partecipazione dei cittadini nelle decisioni pubbliche, e stanno cercando di far passare condizioni stringenti che potrebbero rendere l’Iniziativa dei Cittadini inaccessibile e inefficace.

Le negoziazioni sono nella loro critica fase finale. Una denuncia enorme dei cittadini in sostegno dei parlamentari europei potrebbe influenzare il dibattito e rafforzare il nostro intervento nel processo legislativo europeo per sempre. Firma la petizione e fai il passaparola: la nostra petizione sarà presentata dai parlamentari che stanno negoziando proprio agli incontri finali.

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FIRMA LA PETIZIONE

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Fonte:  AVAAZ.ORG

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Soldi ai giornali: è la democrazia bellezza!

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di Gennaro Carotenuto

Evviva, ancora una volta destra, centro e sinistra uniti nella lotta! Dal gioco delle tre carte del governo morente son ricomparsi 180 milioni per il finanziamento pubblico ai giornali. Continueremo a pagare per il sontuoso appannaggio di Antonio Polito e Piero Sansonetti per fare un finto giornale di sinistra che ci costa 4 euro di tasse per ogni singola copia e potremmo giustificare i loro gettoni di presenza in tivù. Ma non è solo il dover pagare tasse per mantenere Polito e il suo Riformista a farci vergognare.

Nonostante la ben diversa caratura del Manifesto, potremo leggere finché morte non ci separi gli editoriali di Valentino Parlato con l’ennesima attualissima riproposizione del racconto di quanto furono radiati dal PCI nel ‘68. Terremo in vita l’Avanti, glorioso giornale del quale negli ultimi si è parlato solo per gli scoop sull’isola di Santa Lucia. Daremo nuova linfa a Liberazione, per permettergli di fare un triste giornale e condurre alla pensione qualche vecchio funzionario. “Un po’ di ossigeno” titolano oggi. Daremo soldi a L’Unità, per farlo un po’ più glamour ma solo con il lavoro di decine di precari mal pagati. Bella storia…

Ovviamente, ci mancherebbe, non c’è solo la stampa di sinistra, vera o presunta. Continueremo a finanziare (perché sennò ne va della democrazia) il Corriere dello Sport e per par condicio La Gazzetta. Daremo soldi al Campanile di Mastella, l’Opinione (organo del Popolo delle Libertà). Continueremo a finanziare le campagne di dossieraggio di Libero e del Giornale, il Roma di Bocchino, il Secolo d’Italia della Perina,  la Repubblica, il Sole24Ore (viva il mercato, vero?), Radio Radicale (viva il mercato bis, no?), La Stampa, Il Corriere della Sera, Radio Padania (qui Roma non è ladrona) fino a Radio Maria. (leggi tutto)

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Fonte: Giornalismo Partecipativo

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