Tag Archives: democrazia

Democrazia sparita

.

Senza i comunisti la classe operaia allo sbaraglio? (1) – Democrazia sparita: l’Italia è sempre più simile alla Corea del Nord

di Paolo De Gregorio


Tramontata l’ideologia comunista che prometteva ai lavoratori di diventare classe dirigente e di emanciparsi dallo sfruttamento, finita ogni speranza di cambiamento sostanziale del rapporto tra le classi sociali, scomparsa la sinistra ormai appiattita sul modo capitalista di produrre, con buona parte dei sindacati a libro paga confindustriale, ecco le masse lavoratrici oggi: deluse, passive, senza futuro, con abbondanza di precari e disoccupati, che votano per la Lega e per Berlusconi.

Tutti i partiti stanno comodi nel “Palazzo” e hanno perso il contatto territoriale con le masse popolari, tranne due “poteri forti”, anzi fortissimi, che sono il sistema televisivo e la Chiesa cattolica. Tenendo conto che un rapporto con la cultura, i libri, i giornali, viene tenuto solo dal 20% degli italiani delle classi colte e borghesi, l’80% degli altri italiani ha le informazioni esclusivamente dalla televisione e dal rapporto con la Chiesa. Perché ci stupiamo del ventennio berlusconiano, ormai apertamente dittatura clerico-fascista, attraverso una telecrazia monopolista e opprimente?

Tutte le idee che circolano oggi, le mode, gli orientamenti sessuali, l’estetica, sono fabbricate con ingenti mezzi, con cadenza quotidiana, implacabili come le gocce che scavano le rocce, senza che nessuno possa opporsi con strumenti dello stesso peso. L’8 per mille alla Chiesa cattolica (circa duemila miliardi delle vecchie lire l’anno), il suo capillare sistema di parrocchie, opere, scuole, ospedali, radio, televisioni, è la vera anomalia della nostra democrazia, in quanto dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, la destra si è trovata sempre il sostegno elettorale dell’apparato vaticano.

Il colpo di grazia è arrivato negli anni 80 con la fine del PCI e la consegna, da parte del governo Craxi del monopolio delle TV private al suo compare di P2 Berlusconi. Da allora in poi il sistema democratico si è rapidamente deteriorato, i lavoratori hanno subito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro,
introdotto per legge il precariato con la complicità sindacale, l’immigrazione e le delocalizzazioni all’estero hanno fatto il resto, con più lavoro nero e guerra tra poveri. (leggi tutto)

.

Fonte: Domani.arcoiris.tv

 

___________________________________________________

Approfondimento

Libertà di stampa: come ci vedono gli olandesi

.

.


Credete che questo non possa accadere in una democrazia? Ferma la censura!

Campagna contro la cancellazione automatica dei contenuti su Internet.

Ai Parlamentari della Repubblica Italiana e all’AGCOM

Immaginate che un giorno intere sezioni della vostra biblioteca vengano rese inaccessibili. Non vi verrà  mai detto quali specifici libri, e per quale ragione sono stati rimossi, ma troverete solo un cartello che vi informa che qualcuno, da qualche parte, per qualche ragione, ha segnalato che i libri di quella sezione violano i diritti di qualcun’altro. Immaginate che anche dagli scaffali accessibili della biblioteca qualcuno rimuova costantemente libri senza che voi o gli altri altri utenti della biblioteca, possiate sapere quali volumi sono stati rimossi, e senza che vi sia data la possibilità  di valutare se la rimozione di tali libri viola alcuni dei vostri diritti fondamentali. (…LEGGI IL TESTO COMPLETO)

.

.

FIRMA LA PETIZIONE !

.


Anche gli arabi amano la libertà

Egitto manifestazione contro Mubarak

.

4 febbraio 2011-  Der Standard – Vienna


Molti europei guardano alle rivolte nel mondo arabo con scetticismo e sospetto, come se certi popoli non fossero all’altezza di ripetere il loro cammino verso la democrazia. Ma negli ultimi anni il mondo è cambiato più di quanto immaginiamo.

di  Robert Misik

Come molti altri, in questi giorni passo ore intere davanti al Live Stream di Al Jazeera, con la sensazione di essere in tempo reale nei luoghi in cui si sta scrivendo la storia. Con la rivolta egiziana stiamo vivendo – dopo la rivoluzione democratica in Tunisia – il secondo atto di questa sorprendente “primavera araba”. O del “1989 degli arabi”.

Quello che accade è avvincente ed entusiasmante: nessuno di noi si sarebbe aspettato rivoluzioni civili in importanti paesi arabi. Avevamo descritto le loro popolazioni come apatiche e rassegnate, o facilmente manipolabili da dittatori ed estremisti islamici. E invece no. Le giovani generazioni metropolitane non sono molto diverse da quelle occidentali. Hanno gli stessi desideri. E grazie a internet vivono davvero nello stesso mondo globale.

Forse internet e i social media hanno avuto sulla consapevolezza collettiva un effetto molto più forte di quanto abbiamo pensato finora. Anche i cosiddetti esperti in realtà non sanno un bel niente: negli ultimi due anni troppe cose si sono messe in movimento, mentre il sapere specialistico ha bisogno spesso di esperienze storiche di lungo corso, proprio quelle che gli ultimi sviluppi hanno inesorabilmente sorpassato, senza che gli “esperti” se ne rendessero conto.

Quello che mi stupisce, anzi, quello che mi riempie di indignazione è l’opinione che si sente ripetere in diversi ambienti: “ma per l’amor del cielo, quanto è pericolosa l’instabilità? Da questi arabi non verrà niente di buono. Alla fine vedrai che si ritroveranno con una dittatura islamica. Ma allora erano molto meglio i dittatori laici.” (leggi tutto)

.

Fonte:  Presseurop

.