Soldi ai giornali: è la democrazia bellezza!

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di Gennaro Carotenuto

Evviva, ancora una volta destra, centro e sinistra uniti nella lotta! Dal gioco delle tre carte del governo morente son ricomparsi 180 milioni per il finanziamento pubblico ai giornali. Continueremo a pagare per il sontuoso appannaggio di Antonio Polito e Piero Sansonetti per fare un finto giornale di sinistra che ci costa 4 euro di tasse per ogni singola copia e potremmo giustificare i loro gettoni di presenza in tivù. Ma non è solo il dover pagare tasse per mantenere Polito e il suo Riformista a farci vergognare.

Nonostante la ben diversa caratura del Manifesto, potremo leggere finché morte non ci separi gli editoriali di Valentino Parlato con l’ennesima attualissima riproposizione del racconto di quanto furono radiati dal PCI nel ‘68. Terremo in vita l’Avanti, glorioso giornale del quale negli ultimi si è parlato solo per gli scoop sull’isola di Santa Lucia. Daremo nuova linfa a Liberazione, per permettergli di fare un triste giornale e condurre alla pensione qualche vecchio funzionario. “Un po’ di ossigeno” titolano oggi. Daremo soldi a L’Unità, per farlo un po’ più glamour ma solo con il lavoro di decine di precari mal pagati. Bella storia…

Ovviamente, ci mancherebbe, non c’è solo la stampa di sinistra, vera o presunta. Continueremo a finanziare (perché sennò ne va della democrazia) il Corriere dello Sport e per par condicio La Gazzetta. Daremo soldi al Campanile di Mastella, l’Opinione (organo del Popolo delle Libertà). Continueremo a finanziare le campagne di dossieraggio di Libero e del Giornale, il Roma di Bocchino, il Secolo d’Italia della Perina,  la Repubblica, il Sole24Ore (viva il mercato, vero?), Radio Radicale (viva il mercato bis, no?), La Stampa, Il Corriere della Sera, Radio Padania (qui Roma non è ladrona) fino a Radio Maria. (leggi tutto)

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Fonte: Giornalismo Partecipativo

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