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Scalia: “Anche Napolitano sapeva del disastro in Campania”

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Mappa Arpac siti inquinati

Mappa Arpac siti inquinati

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Terra dei Fuochi, parla Scalia: “Anche Napolitano sapeva del disastro in Campania”

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Esclusiva intervista all’ex presidente della commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti. Fu lui a secretare le rivelazioni del pentito Carmine Schiavone. A Fanpage.it spiega: “Quei racconti erano noti non solo ai magistrati ma anche a tanti politici che partecipavano alle audizioni. E le relazioni sono state trasmesse al governo e ai ministri”. Anche Napolitano, all’epoca ministro degli Interni, sapeva dunque dello scempio nella Terra dei Fuochi.

di

Massimo Scalia, professore di Fisica Matematica alla Sapienza di Roma è tra i padri dell’ambientalismo scientifico in Italia. È stato esponente dei Verdi, tra i fondatori di Legambiente e parlamentare per quattro legislature nonché il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti dal 1997 al 2001. È stato lui ad aver disposto la secretazione dell’audizione del pentito Carmine Schiavone che nel 1997 rivelò gli interramenti di rifiuti industriali provenienti dal Nord nelle campagne campane, nella cosiddetta “Terra dei fuochi” ad opera del clan dei Casalesi. “Era un atto dovuto – spiega -. C’erano in corso le indagini che portarono all’arresto di Sandokan”. Schiavone, sottolinea l’ex parlamentare, quelle stesse dichiarazioni le aveva riferite due anni prima in un processo per camorra: “Si trattava del segreto di Pulcinella”. Poi un passaggio importante: “Informammo tutti, gli enti locali, la stampa, i ministri interessati” tra cui anche l’allora ministro dell’Interno Giorgio Napolitano “ed anche il Presidente del Consiglio” dice ai microfoni di Fanpage.it. “Feci inserire l’area del litorale domitio e della discarica di Pianura nei siti di interesse nazionale da bonificare, più di questo cosa dovevamo fare?”.

Sono passati sedici anni e le rivelazioni di Schiavone sono ritornate a galla. “Se un pentito diventa un guru siamo messi davvero male” commenta amaro Scalia, che sulle responsabilità però ha le idee chiare. “Andavano fatte le bonifiche lo Stato non è intervenuto ed i governi hanno enormi responsabilità” ed ancora “quando facevamo le audizioni c’erano anche assessori comunali, regionali e provinciali” ed erano a conoscenza della situazione. L’ex esponente verde racconta di aver partecipato alla recente manifestazione “Fiume in piena”, lo scorso 16 novembre a Napoli: “Quando andavamo sui territori ascoltavamo anche associazioni e piccoli imprenditori e tutti ci denunciavano la situazione dello sversamento illegale di rifiuti pericolosi, quelle voci sono state lasciate sole per troppo tempo”. Per Scalia dunque oltre allo Stato le responsabilità sul silenzio calato sul dramma dei veleni sversati in Campania vanno ricercate anche nelle comunità locali. E poi, un altro importante spunto: “Nel Nord la gestione dei rifiuti è certamente illegale e la rotta di sversamento Nord – Sud fu scoperta proprio dalla mia commissione”. Ma non solo. “Scoprimmo anche una rotta Adriatica che portava i rifiuti in Abruzzo. “Ma di tutte le zone che ho visto – conclude – senza dubbio il Casertano è quello messo peggio“.

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VIDEO-INTERVISTA

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Fonte: fanpage.it

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Approfondimento

Elenco Ministri I Governo Prodi in carica nel 1997

Esclusivo! La Camera declassifica i verbali di Schiavone (ottobre 1997). Condannati i cittadini di Casale, Casapesenna e Castel Volturno a soli 20 anni di vita.

Schiavone, Campania e cancro: immobile lo Stato che sapeva dal 1997. Perché?

Caivano: sequestrati 13 pozzi irrigui e 15 fondi agricoli. Altro capitolo della Cernobyl campana.

Napoli – #Fiumeinpiena: stop al biocidio causato dalla speculazione capitalistica

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Schiavone, Campania e cancro: immobile lo Stato che sapeva dal 1997. Perché?

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Terra dei fuochi: emergenza ambientale in Campania

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LO STATO SAPEVA TUTTO MA NON HA AGITO

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di don Murizio Patriciello

È stato tolto il segreto di Stato alle dichiarazione che Carmine Schiavone rese nel lontano 1997 alla Commissione di inchiesta che indagava sul traffico dei rifiuti. Niente di nuovo. Terribili conferme. Schiavone stesso, in diverse interviste televisive, aveva già detto e ripetuto le stesse cose. Ieri ci siamo svegliati con la bocca amara e il cuore in subbuglio: Lo Stato, dunque, da 16 anni, sapeva tutto. E che cosa ha fatto nel frattempo? Sapevamo che tante amministrazioni comunali erano in odor di camorra, ma ignoravamo che lo fossero quasi tutti i comuni del Casertano. Sapere che le la maggior parte delle opere pubbliche, in un modo o nell’altro, dipendevano dalla camorra ci sconvolge. Ma lo Stato? Possibile che abbia abdicato alla sua autorità lasciandoci in balia di questa organizzazione criminosa e violenta? Schiavone, nel 1997, avvertiva che entro 20 anni saremmo morti tutti di cancro. Oggi ci accorgiamo che quelle parole furono una macabra profezia. I cittadini, le mamme, i medici di famiglia, i preti si sono accorti che il cancro sta colpendo in maniera tremenda il nostro popolo. E hanno chiesto aiuto. Hanno raccolto il dolore della gente e gli hanno dato voce. Ma a chi potevano rivolgersi se non allo Stato? Ancora una volta essi, i semplici cittadini, si sono dimostrati democratici e civili. Persone perbene e rispettose. Purtroppo le loro richieste sono state per anni regolarmente ignorate, disattese. Tutt’ al più ridimensionate. Qualche volta, da parte di qualcuno, perfino ridicolizzate. Oggi il re è nudo. Ma noi, con la sapienza dei semplici, avevamo già capito che le varie emergenze rifiuti servivano solamente a camuffare il vero ed enorme problema dei rifiuti industriali smaltiti irregolarmente da una gigantesca rete parallela. Lo Stato sa da anni che il pericolo viene soprattutto da certe grandi industrie del Nord Italia e anche dell’ Europa e ancora non si è dotato di un sistema di tracciabilità satellitare. Sa che di rifiuti industriali il popolo muore e ancora permette ai colpevoli, pur se presi con le mani nel sacco, di rischiare quasi niente. E anche quando si giunge a celebrare il processo si corre il rischio che la prescrizione rimandi a casa i colpevoli assieme agli innocenti. In questi anni non c’è stata nei nostri riguardi una sola presa di posizione positiva e forte da parte dello Stato. E ancora si perde cinicamente tempo per non dire quello che tutti sanno: cioè che in Campania si muore di cancro e di leucemia più che altrove per la presenza di milioni di tonnellate di rifiuti industriali tossici sepolti nel ventre di nostra madre terra. Nell’incontro che ebbi con lui, Schiavone, me lo aveva detto e ribadito: “ Inutile che perdi tempo… Sanno tutto… Io ho già detto tutto…”. Diceva il vero. Siamo addolorati e inorriditi. Una cosa è certa: il tempo delle bugie e degli inganni è finito. Perché a questa Commissione di inchiesta se ne sono aggiunte altre senza che accadesse nulla? Perché hanno continuato a chiedere e chiedere facendo sempre finta di cascare dalle nuvole? Perché la vita di tanti ignari italiani è stata messa a repentaglio? C’era, e c’è, ancora qualcosa da occultare? Che cosa? C’era, e c’è, qualcuno da salvaguardare? Chi? Se la fiducia nella politica ha raggiunto livelli così bassi si deve proprio a questo strano modo di fare. Un vero suicidio. Il popolo sovrano ha nutrito fiducia in suo padre: lo Stato. Oggi si sente tradito e abbandonato. Troppa gente, una volta eletta, gli ha voltato le spalle. La storia insegna che quando lo spazio che separa i palazzi del potere dai cittadini onesti si allarga a dismisura è sempre pericoloso. È allora che, maltrattati e incompresi, i cittadini vagano per proprio conto. E allora che emergono dal niente i capipopolo. Il popolo campano chiede, vuole, pretende che lo Stato si spieghi. Spieghi perché per quasi 20 anni queste dichiarazioni esplosive sono state tenute segrete, e per di più, si è agito come se non esistessero. Spieghi perché non ha avvisato, come era suo dovere, i cittadini del pericolo incombente che correvano. Sono domande che prorompono da cuori scorticati. Meritano e impongono risposte piene e immediate.

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Fonte: avvenire.it

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Approfondimento

Esclusivo! La Camera declassifica i verbali di Schiavone (ottobre 1997). Condannati i cittadini di Casale, Casapesenna e Castel Volturno a soli 20 anni di vita

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Esclusivo! La Camera declassifica i verbali di Schiavone (ottobre 1997). Condannati i cittadini di Casale, Casapesenna e Castel Volturno a soli 20 anni di vita.

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rifiuti-tossici-campania

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Parole allucinanti riferite il 7 ottobre 1997 da Carmine Schiavone dinanzi alla Commissione ecomafie. Oggi questi verbali sono stati decretati e resi pubblici. Una storia di una crudeltà e violenza inaudita. Affari sporchi fatti sulla vita dei cittadini campani. Il Clan dei Casalesi pur di non perdere affari con le aziende criminali (1)  condanna  gli abitanti di alcune zone del casertano a soli 20 anni di vita.

I guadagni ottenuti sui tumori e sulle terre devastate andavano dai 600 ai 700 milioni di lire al mese.
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(1) Elenco parziale delle aziende che hanno sversato rifiuti tossici in Campania:
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Vari comuni del torinese (Chivasso, Robassomero, Orbassano)
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► San Giuliano Milanese e Opera (Milano), Cuzzago di Premosello (Milano), Riva di Parabbiago (Milano), Pianoro (Bologna), Parona (Pavia), Mendicino (Cosenza), San Gregorio (Reggio Calabria), Brindisi, Roma.
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► FER.OL.MET Spa impianto di… depurazione (via della Pace, 20 – 20098 San Giuliano Milanese, Milano): 21 tonnellate di fanghi, 552 tonnellate di fanghi di verniciatura.
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.► 22 tonnellate di morchie di verniciatura, resine e fanghi arrivano dalla provincia di Padova.► TOCCO MAGICO Spa (via Giulio Verne, 21 – 00157 Roma): 25 tonnellate di rifiuti speciali cosmetici scaduti.

SICAF di Premosello (Novara): 16 tonnellate di scarti di collante acrilico, 50 tonnellate di morchie di verniciatura.

CENTRO STOCCAGGIO FERRARA di Robassomero (Torino): 79 tonnellate di rifiuti speciali industriali, 13 tonnellate di polveri di amianto bricchettate.

FONDERIE RIVA Spa (via Vela, 9/A – 20015 Parabbiago, Milano): 1106 tonnellate di scorie e ceneri di alluminio

► Ma la peggiore sembra essere l’ACNA (azienda coloranti nazionali e affini) di Cengio (TORINO) che fu chiusa per rischio socio-ambientale nel 1999. La fabbrica produceva veleni, sostanze venefiche delle più pericolose: diossine; ammine (composti organici derivanti dall’ammoniaca e contenenti azoto); composti dello zolfo, del cianuro. I fanghi sono stati trasferiti in Campania, a bordo di camion e su navi fatte affondare. “A Pianura sono arrivate almeno 800 mila tonnellate dei rifiuti di Cengio, azienda per noi emblematica del disastro ambientale causato dal Piemonte.” Nicola de Ruggiero, assessore all’ambiente della Regione Piemonte.  (Fonte: napoli.repubblica.it)

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