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Cecenia | Uccisi perchè gay. Firma l’appello!

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In Cecenia è in corso una nuova ondata di attacchi contro persone ritenute gay o lesbiche.

Dal dicembre 2018 almeno due persone sarebbero state torturate fino alla morte. Queste sono le agghiaccianti informazioni che abbiamo ricevuto da fonti attendibili e che riaccendono l’attenzione sul problema della repressione omofoba in Russia.

Secondo notizie verificate dalla Rete Lgbti della Russia, a partire dal 28 dicembre nella città di Argun le autorità cecene hanno arrestato 40 persone, le hanno portate in un edificio governativo e le hanno sottoposte a maltrattamenti e torture. Le autorità avrebbero poi distrutto i passaporti per impedire loro di lasciare il paese.

Firma anche tu per fermare la violenza contro la comunità Lgbti in Cecenia.

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Fonte: amnesty.it

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Amnesty International: un software per proteggere i PC dei giornalisti ed attivisti dallo spionaggio governativo

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Image by wpremedy.com

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Nuovo strumento per le vittime di spionaggio da parte dei governi

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Oggi e stato rilasciato un nuovo strumento che permette ai giornalisti e ai difensori dei diritti umani di eseguire la scansione dei loro computer per scoprire se sono sotto controllo. Questo strumento è stato pensato da un gruppo di associazioni da Amnesty International a una coalizione di associazioni che lottano per di diritti umani e aziende informatiche.
Detekt è il primo strumento messo a disposizione del pubblico che rileva nei computer, pericolosi spyware di sorveglianza, alcuni dei quali sono utilizzati dai governi.
Ha spiegato Marek Marczynski, responsabile della divisione Military, Security and Police per Amnesty International, che: “I governi stanno sempre più utilizzando tecnologia pericolosa e sofisticata che permette loro di controllare gli attivisti, le email private dei giornalisti e in remoto accendere la fotocamera del loro computer o del microfono per registrare segretamente le loro attività. Usano la tecnologia in maniera vile per evitare abusi da esposizione. ”
“Detekt è un semplice strumento che avvisa gli attivisti di tali intrusioni in modo che possano difendersi. Rappresenta una forma d’azione contro i governi che utilizzano le informazioni ottenute attraverso lo spionaggio, per detenere arbitrariamente con arresti illegali e con torture i difensori dei diritti umani ed i giornalisti.”
Sviluppato dal ricercatore per la sicurezza Claudio Guarnieri, Detekt è stato lanciato in collaborazione con Amnesty International, Digitale Gesellschaft, Electronic Frontier Foundation e Privacy International.
Negli ultimi anni l’adozione ed il commercio di tecnologie di sorveglianza e della comunicazione è cresciuta in modo esponenziale.
La Coalizione Contro le Esportazioni di Sorveglianza Illecite, di cui Amnesty International è membro, stima il commercio globale annuo in tecnologie di sorveglianza intorno ai 5 miliardi di dollari, ed è in crescita.
Alcune tecnologie di sorveglianza sono facilmente disponibili su Internet; mentre altre più sofisticate sono state sviluppate da aziende private con sede nei paesi sviluppati e venduti alle forze dell’ordine e agenzie di intelligence dei paesi in cui si commettono persistenti violazioni dei diritti umani.
FinFisher, un’azienda tedesca che faceva parte della britannica Gamma International, ha sviluppato lo spyware FinSpy che può essere utilizzato per monitorare le conversazioni di Skype, estrarre file dall’hard disk, registrare l’uso del microfono ed e-mail, fare screenshot e foto utilizzando la fotocamera del dispositivo.
Secondo una ricerca effettuata da Citizen Lab e dalle informazioni pubblicate da Wikileaks, Finfisher è stato utilizzato per spiare avvocati e attivisti di spicco per i diritti umani in Bahrain.
Amnesty International sollecita i governi a stabilire rigorosi controlli sul commercio, prima di autorizzare il trasferimento, chiedendo alle autorità nazionali di valutare il rischio che le attrezzature di sorveglianza potrebbero essere usate per violare i diritti umani.
Ha detto Marek Marczynski: “Detekt è un ottimo strumento che può aiutare gli attivisti a stare al sicuro, ma in ultima analisi, l’unico modo per evitare che queste tecnologie vengano usate per le violazioni dei diritti umani è quello di stabilire e far rispettare rigorosi controlli sul loro commercio ed uso.”

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Fonte: Amnesty International

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