Category Archives: cybercultura_internet

Anonymous # Op.NoalDoping # – Attacco al sito di Alex Schwazer

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Anonymous Italia approfitta del sito di Alex Schwazer per condannare la pratica del doping nel mondo dello sport.

Caro Alex, oltre ad un atleta, sei anche un carabiniere. Non sappiamo cosa ti sia venuto in testa qualche mese fa. Ma la tua vita, il tuo lavoro, il tuo sport, avevano ed hanno una responsabilità troppo alta e nobile nei confronti di ciascuno di noi, della tua famiglia, della tua gente, e non avresti dovuto mai commettere questo errore.

Noi di Anonymous Italia ci uniamo a quanti, ogni giorno, lottano e lavorano per fare pulizia nel mondo dello sport.

We are Anonymous.

We are Legion.

We do not forgive.

We do not forget.

Expect us”.

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Cyberattacco rock all’Organizzazione Iraniana per lo sviluppo di energia atomica

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Iran: il mio malware suona il rock

di Mauro Vecchio

I computer del centro iraniano per l’energia nucleare hanno iniziato a sparare a tutto volume Thunderstruck degli AC/DC. E’ un cyberattacco contro i sistemi SCADA. Siemens, nel frattempo, risolve le falle di Stuxnet

L’allarme è scattato nei laboratori dell’organizzazione iraniana per lo sviluppo di energia atomica che ha inviato un messaggio di posta elettronica al Chief Research Officer di F-Secure Mikko Hypponen. Misteriosi cracker avrebbero lanciato un violento cyberattacco, molto simile a quello che infuriò tra i paesi del Medio Oriente a partire dal malware Stuxnet.

Lo stesso Hypponen non è riuscito a confermare l’attacco cibernetico denunciato dai vertici dell’ente iraniano, che hanno sottolineato come il malware abbia compromesso le infrastrutture del centro atomico. Stando alla ricostruzione offerta, il software maligno avrebbe portato all’improvvisa chiusura del network abilitato al controllo dei sistemi e dei servizi dell’organizzazione iraniana.

Dettaglio curioso, tutti i computer del centro avrebbero iniziato a sparare a tutto volume – nel cuore della notte, così come raccontato dai ricercatori iraniani – gli accordi hard-rock di Thunderstruck, leggendaria hit degli australiani AC/DC. Il malware avrebbe inoltre attaccato l’hardware SCADA Siemens.

Proprio i tecnici del conglomerato tedesco hanno assicurato la risoluzione delle specifiche vulnerabilità che avevano permesso al worm Stuxnet di flagellare il programma nucleare iraniano. Le applicazioni software Simatic Step7 e WinCC sono state così aggiornate per “risolvere le vulnerabilità originariamente scoperte nel 2010”.

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Fonte: Punto Informatico

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Facebook come Minority Report?

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Facebook dentro le chat, contro il crimine

Le conversazioni monitorate in cerca di parole chiave e comportamenti sospetti. Se scatta l’allarme parte la segnalazione dei profili alla polizia. La precrimine del social network?

di Mauro Vecchio

Una vasta operazione di monitoraggio delle conversazioni, messa in piedi da Facebook e altre piattaforme social per segnalare agli ufficiali di polizia le più disparate attività criminose. L’esclusiva ha fatto rapidamente il giro del web specializzato, a partire da un’inchiesta pubblicata dall’agenzia di stampa Reuters.

I tecnici del social network di Menlo Park avrebbero implementato uno specifico strumento software per il monitoraggio della chat interna, a caccia di un gruppo di parole chiave sospette. Il programma di sorveglianza è emerso dopo l’arresto di un cittadino statunitense che aveva programmato un appuntamento con una ragazza di appena 13 anni.

I predatori sessuali risultano infatti tra le vittime preferite dal vasto sistema di sorveglianza implementato da Facebook e altre reti sociali. Il tool procede con l’analisi del linguaggio tra i messaggi in tempo reale del sito in blu, andando ad esempio a scovare la differenza d’età tra i protagonisti della conversazione.

In caso di comunicazioni sospette, il programma procede con l’immediata segnalazione dei vari profili ai responsabili di Facebook, che possono poi contattare la polizia per denunciare il caso. Non è dato sapere se il sistema preveda l’archiviazione degli stralci di chat all’interno dei server, una problematica che farebbe insorgere gli attivisti della privacy.

Da parte degli stessi vertici del sito pare non vi sia nessuna intenzione di spiare in massa le attività degli utenti. Solo utilizzare una tecnologia capace di prevenire crimini come ad esempio l’abuso sessuale sui minori. Facebook è in grado di consegnare alle autorità le informazioni personali degli utenti, in presenza di una specifica richiesta – subpoena – da parte di un giudice.

Qui si tratta però di una consegna automatica in base all’analisi delle parole chiave all’interno di una conversazione in chat. Facebook ha sottolineato come la condivisione dei dati con la polizia si basi su “sospetti effettivi”. Ovvero per prevenire un crimine arrestando un predatore sessuale prima che incontri la sua vittima. Resta da chiarire se, nonostante le buone intenzioni, la faccenda non superi una certa linea: non è che Facebook ha inventato la pre-crimine?

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Fonte: Punto Informatico

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