Tag Archives: taranto

Italia fuori dall’Europa. Approvato ennesimo decreto “Salva-Ilva”

.

.

th

.

Con il nuovo decreto, l’Ilva puo’ non rispettare le prescrizioni dell’Aia

.

Il nuovo decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri

di Alessandro Marescotti

L’Italia è fuori dall’Europa?

Questo governo porta l’Italia fuori dall’Europa, approvando l’ennesimo decreto “Salva-Ilva” che concede deroghe e proroghe in barba alle rigorose norme della direttiva europea sull’Autorizzazione Integrata Ambientale.

Con il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri vengono sanate le infrazioni all’Aia (certificate dall’Ispra) e sono persino abolite le sanzioni previste dalla legge 231/2012 (nota anche come “Salva-Ilva 1”). Il decreto prevede inoltre un periodo transitorio di ben tre anni durante i quali non sarà possibile garantire la conformità degli impianti alle prescrizioni autorizzative, riconoscendo che era vero il rilievo delle associazioni ambientaliste sulla difficoltà di realizzare le prescrizioni AIA nei tempi previsti.

Ricordiamo a tutti che secondo i periti nominati dalla magistratura tarantina circa trenta morti all’anno sono correlabili all’inquinamento industriale.

Si tratta di una stima molto prudente che fanno di Taranto una citta’ della morte.

Altri tre anni di inquinamento dell’area a caldo dell’Ilva causeranno ulteriori danni alla salute delle fasce piu’ fragili della popolazione. La salute non puo’ aspettare i tempi dell’Aia.
Si è purtroppo deciso di lasciare che i tarantini siano sottoposti ancora all’inquinamento per altri tre anni, i quali si aggiungono ai cinquanta passati.

Il Governo si è assunto la responsabilità di non bloccare le fonti inquinanti, di non fornire risposte alla Commissione europea, di abolire le sanzioni previste a carico degli inquinatori. Tirando le somme, il Governo concede libertà di inquinare portando Taranto fuori dell’Europa.

Segnaleremo alla Procura questa situazione anomala perche’ la salute non sia messa ulteriormente in pericolo con questo decreto che concede un ammorbidimento inaccettabile alla gia’ blanda legge “Salva-Ilva 1”.

.

Fonte: Peacelink

.

.


Le risate di Vendola e la delusione dei militanti di Sel

.

.

nichi-vendola

.

Le risate di Vendola: il popolo di Sel si infuria sui social network

.

di

La delusione dei militanti di Sel e dei simpatizzanti è profondissima ed è esplosa sui social network. Ma la vicenda della telefonata racconta soprattutto il tradimento di un popolo e di un modo di fare politica che si credeva distante anni luce dalle “beghe quotidiane” del Palazzo. La “rivoluzione gentile” di Vendola ha fallito?

C’era una volta la sinistra. Quella che leggeva Marx e cercava di capirlo e applicarlo, quella delle Frattocchie – la scuola di formazione politica del Pci -, quella che andava in piazza contro le guerre e non era disposta a scendere a patti con quelli che chiamava “padroni”. Quella sinistra aveva come stella polare un concetto, quello di “lotta di classe”, spiegato benissimo da Karl Marx nel suo “Manifesto del Partito Comunista”: “La storia di ogni società finora esistita è storia di lotte di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressori e oppressi sono stati sempre in contrasto tra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta, a volte nascosta, a volte palese: una lotta che finì sempre o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la rovina comune delle classi in lotta”. Oggi c’è chi dice che quei concetti sono ormai antiquati.  Legittimamente, Nichi Vendola aveva deciso nel 2008 di abbandonare l’allora fiorente partito della Rifondazione Comunista per tentare un’altra strada, quella di Sel, in grado di riportare le ragioni della sinistra dentro un dibattito politico nel quale concetti come comunismo, rivoluzione, conflitto sociale non trovavano più ospitalità. Vendola proponeva una “rivoluzione gentile”, a partire dalla sua Puglia. Il governatore ebbe un periodo assai fortunato: per un po’ a sinistra venne visto come il leader del futuro, finché la sua scelta di “compatibilità” con il PD (con la firma della carta degli intenti e la partecipazione alle ultime primarie) non disilluse molti suoi sostenitori, convinti che il leader di Sel aveva ormai imboccato una parabola discendente.

Poi ci sono state le elezioni. In coalizione con il PD Sel è riuscita a superare la soglia di sbarramento ed eleggere i suoi parlamentari. Il partito ha continuato ad avere uno zoccolo duro di militanti e simpatizzanti: centinaia di migliaia di uomini e donne che nel progetto politico di Sel vedevano – e forse vedono tuttora – l’unica speranza in un parlamento che considerano o troppo compromesso con il “Sistema” (Pd, Pdl) oppure così populista da non offrire soluzioni reali (M5S). Fino ad oggi. Il Fatto Quotidiano rende pubblica una telefonata tra Vendola e Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni esterne dell’Ilva. Il governatore pugliese confessa di essersi assai divertito nel guardare un video che mostrava Archinà strappare il microfono al giornalista Luigi Abbate, colpevole di aver chiesto a Riva un commento sul boom di tumori a Taranto. Nella telefonata Vendola afferma:  ”Io e il mio capo di gabinetto abbiamo riso per un quarto d’ora” della “scena fantastica”, dello “scatto felino”, con cui Archinà ruba il microfono dalle mani di Abbate, definito “faccia di provocatore”, un improvvisatore “senza arte né parte”. Un giornalista, in realtà, che stava facendo il suo lavoro.

La scena è quella che nessuno a sinistra vorrebbe mai vedere. Un presidente della regione compromesso con il “padrone” dell’Ilva. Non in conflitto, ma “a disposizione”. Altro che “lotta di classe” virata in una “narrazione moderna”, in una “rivoluzione gentile”. Quella di Vendola è la storia della compatibilità con il sistema. Antonio Moscato, storico del movimento operaio e tra i massimi studiosi mondiali della vita di Che Guevara, scrive nel suo ultimo libro: “Per Guevara la verità è sempre rivoluzionaria, come lo era per la prima generazione di dirigenti socialisti e comunisti, da Lenin a Rosa Luxemburg, da Trotskij a Gramsci; per Castro non è un obbligo dirla, il dirigente deve decidere cosa si può rivelare e cosa bisogna tacere. Lo ribadisce dal primo all’ultimo giorno: si dice la verità solo quando e quanto è possibile”. (Ovviamente in questa citazione non si vogliono mettere a paragone Castro e Vendola…).

Ecco, Vendola non ha detto la verità. Ciò, come era comprensibile, ha addolorato il suo popolo. Come sempre basta mettere lo stetoscopio sui social network per capire quali siano gli umori di una parte del paese. Sulla pagina facebook del governatore pugliese – che nel frattempo ha annunciato che querelerà il Fatto Quotidiano definendo la pubblicazione del video un’operazione “lurida” (evidentemente non capendo che il vero problema è politico) – sono migliaia i commenti da parte di elettori e simpatizzanti. Idem per twitter: migliaia di cinguettii chiedono le dimissioni del leader di Sel. La storia della telefonata è la storia del tradimento di un popolo. Che ora si ribella e chiede a gran voce la cacciata del suo leader.

.

Fonte: fanpage.it

.

.


Anonymous – ILVA: attacco al comune e all’impianto siderurgico

.

PRESS ITA

Oggi, quando entrerete in fabbrica, saranno le 8 del mattino, ma quando uscirete sarà già buio. Per voi la luce del sole, oggi, non splenderà. (dal film “La classe operaia va in Paradiso“)

La  spietata logica del profitto ci costringe a lavorare per sopravvivere, e ciò è di per sé disumano, ma nessuno può chiedere ad un essere umano di  lavorare  per morire.
Nessuno può utilizzare una Persona come pedina per far pressione sulla politica al fine di aumentare il profitto.
Lo sappiamo, e lo sapete, acciaierie come l’Ilva provocano malattie terribili.
Guardiamoci attorno: le amministrazioni comunali, provinciali e regionali hanno  abbandonato Taranto;  stanno trasformando la città in una discarica a cielo aperto. In pochi  anni sono stati costruiti 4 inceneritori. Che futuro possiamo avere in  queste condizioni?

OPERAIO!
Nessuno è moralmente autorizzato a chiederti di sacrificare la vita; neanche  tua  moglie o i tuoi figli. Nessun ideale o bisogno materiale vale la tua esistenza.
Operai, occupiamo la fabbrica e sabotiamo ogni impianto!
L’Ilva di Taranto non è altro che un lager che devasta l’ambiente e lede il diritto alla vita.
Costringere un uomo a scegliere fra lo stipendio e la salute è non solo un deplorevole ricatto, ma anche una gravissima infrazione del diritto di ogni persona a poter esercitare un mestiere nel rispetto delle normative vigenti (in materia di sicurezza sul lavoro e protezione ambientale). Ci sentiamo offesi innanzitutto come Persone: numerosi lavoratori rischiano la vita ogni giorno,  avvelenati dall’ alta tossicità di  quei luoghi, per portare a casa un misero stipendio. Siamo fortemente indignati anche come Cittadini: questa azienda non si preoccupa minimamente dei suoi dipendenti e non mette in atto le strategie e i protocolli atti a tutelarli.
Lavoratori! Difronte al ricatto di chi vi costringe a scegliere tra il diritto alla vita ed uno stipendio infimo l’unica scelta sensata è lottare almeno perchè ogni cittadino, che lavori o no abbia un assegno mensile che gli permetta di vivere dignitosamente.
Ogni essere umano per il fatto stesso di esistere ha diritto a tutti i mezzi necessari alla sua vita e allo sviluppo della sua personalità. vedi la nuova dichiarazione dei diritti umani dell’ecosistema e degli animali
( http://pastebin.com/4nK6TffS ) #DeclarationChan

Come si evince dal cosiddetto “codice etico” dell’azienda, la tutela sanitaria è non solo un dovere, ma anche una  priorità innegabile, nonchè un diritto inviolabile. Ecco alcuni passaggi  tratti  dal documento:
2.1 DIGNITÀ, SALUTE, SICUREZZA E PARI OPPORTUNITÀ SUL LAVORO:
La  Società tutela la dignità, la salute e la  sicurezza sul lavoro, attraverso l’applicazione di tutte le normative  vigenti in materia.  La Società, essendosi sempre distinta nel campo  della protezione della salute umana e  della difesa dell’ambiente,  promuove e protegge la salute dei propri  collaboratori.
 7.1.2 RAPPORTI CON GLI OPERATORI SANITARI:
La   Società si impegna, allo scopo di tutelare la salubrità dell’ambiente   in cui svolge la propria attività, a conformare il proprio  comportamento  alla normativa sanitaria e/o ambientale vigente. A tal  proposito, la  Società conferma il proprio impegno nel rispetto delle  direttive emanate  dalle competenti autorità sanitarie locali e  nazionali; un trasparente e  collaborativo rapporto con le autorità in  campo sanitario costituisce  un criterio guida nello sviluppo dei propri  programmi industriali e  commerciali.

Come   viene sopracitato, questi diritti di tutela verso i lavoratori dovrebbero essere rispettati poiché conformi alle norme imposte  dall’azienda stessa. Invece, come numerose testimonianze e condanne subite dalla società confermano, niente di tutto ciò esiste:  la storia dell’Ilva è la storia di una fabbrica perennemente manipolata  dagli artigli di chi baratta salari col veleno per ingrassare le  proprie tasche.
Già  nel lontano 1982, il Direttore dell’allora Italsider subì una condanna  per “getto delle polveri”; vent’anni dopo, il magnate Emilio Riva viene  condannato per i cosiddetti “parchi minerali”, con accusa di getto  pericoloso di cose e violazione dell’articolo 13 del Pdr 203-244 maggio  1988; nel 2007, lo stesso Emilio Riva viene condannato per estorsione  (ricatto occupazionale) e truffa (incasso dei contributi Inps attraverso  le assunzioni dalla mobilità); inoltre, sia lui che suo figlio Claudio  vengono interdetti dall’esercizio di attività industriale.
Siamo  davanti ad una vera mancanza di  umanità e  responsabilità da parte  di questi datori di lavoro. Gli  operai sono costretti ad interminabili turni, trattati quasi come  bestie, condannati a rinunciare alla salute. Il  rispetto e la tutela per la Persona devono essere una priorità, non un optional.

I  colpevoli hanno avvelenato le coscienze e i corpi di chi è stato costretto a vivere per lavorare; hanno tarpato le ali a settori  occupazionali che avrebbero altrimenti trovato una rigogliosa espansione;  hanno obbligato gli abitanti di un’ intera città a respirare la tossicità  dell’accumulazione del Capitale sprezzante dei Diritti Umani.
Siamo vicini alle famiglie di chi si è spento, avvelenato dalla sete incondizionata di vili profittatori.
Siamo  vicini a chi ancora lotta per sopravvivere e trascina ogni giorno la  sua malattia, messo spalle al muro da uno Stato che copre la sua sporca  coscienza con miseri indennizzi, e dietro le quinte stringe loschi  accordi con i padroni.
Disprezziamo  l’operato di chi, con i propri tentacoli, ha elargito ricatti  lavorativi e seminato menzogne cavalcando accordi e deroghe in barba  alle leggi sulle emissioni: lucrare sulla pelle dei Cittadini,  trincerandosi dietro protocolli d’intesa e burocrazia, è una forma di  criminalità legalizzata.

We are Anonymous
We are Legion
We do not Forgive
We do not Forget
Expect Us!
.
.
.