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Brisighella (RA) 4 – 6 settembre 2015: Festival dei Beni Comuni

 

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Primo Festival dei Beni Comuni: la redazione e gli autori di Altreconomia incontrano il pubblico

A Brisighella- RA- dal 4 al 6 settembre, si succederanno autori, giornalisti di Altreconomia e altri interessanti ospiti.

Tre giorni “con i piedi per terra” con musica, spettacoli, dibattiti, benessere, arte, bio-enogastronomia e cultura.

 

Fonte: Altreconomia

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Michael Moore – New docufilm: “Where to invade next” (La guerra infinita degli Stati Uniti)”

 

 

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La guerra infinita nel nuovo film di Michael Moore

Ci lavorava in gran segreto dal 2009, ma nei giorni scorsi ha rivelato il suo progetto e lo ha annunciato pubblicamente: Michael Moore sta per uscire con il suo nuovo film, “Where to invade next”. Avete indovinato di cosa parlerà? Di come il governo degli Stati Uniti mantiene questo stato di guerra infinita.

Sui social network lo ha definito lui stesso “un film epico”: è con “Where to invade next” che il regista americano Michael Moore torna sul grande schermo dopo gli Oscar già vinti con i suoi documentari al vetriolo. Dopo avere pubblicamente criticato le strategie di controllo di massa degli Usa e dopo avere definito Edward Snowden “eroe dell’anno”, Moore si appresta a proporre un lavoro (la prima mondiale sarà al Toronto Film Festival a settembre) girato in tre continenti che punta a raccontare di come «l’obiettivo degli Stati Uniti sia la guerra infinita, cosa che mi preoccupa da tempo e che mi ha indotto a tirare fuori la satira che serviva per questo film». «C’è questa sorta di bisogno costante di avere un nemico – ha spiegato Moore – c’è bisogno di individuare quale sarà il prossimo nemico, in modo da mantenere e alimentare il grande sistema e business dell’industria bellica, garantendo gli affari di chi fa soldi con questo business. Mi sono proprio seccato di tutto questo, così ho deciso di raccontarlo in commedia». E ammonisce ironicamente: «Che il Pentagono stia in guardia, perché mi sto preparando ad invaderlo». Quando un follower di Twitter gli ha chiesto se riteneva fosse più importante far ridere la gente o mandare un messaggio, Moore ha risposto: «Entrambe le cose. L’umorismo è un formidabile veicolo di riflessione e commento sociale su ciò che accade oggigiorno». Il responsabile della programmazione del Toronto Film Festival, Thom Powers, ha commentato dopo avere visto personalmente il film alcune settimane fa che si tratta di un lavoro «veramente impressionante, è divertente, ben costruito, è destinato a catturare l’attenzione a livello mondiale. Si avvia ad essere il miglior lavoro di Moore».

L’ultimo film di Moore è stato “Capitalismo: una storia d’amore”, uscito sei anni fa. Nel 2004 aveva vinto la Palma d’Oro con “Fahreneheit 9/11”, in cui ha spiegato come George.W. Bush a suo tempo abbia vinto le elezioni presidenziali in maniera non proprio limpidissima e come molte migliaia di elettori – in gran parte afro-americani – siano stati privati, in Florida, del loro diritto di voto. Poi i rapporti di affari che Bush e la sua famiglia avevano con la famiglia Bin Laden, con gestione congiunta di società di costruzioni di armi. Moore ha sostenuto anche che Bush e la sua amministrazione non solo hanno sottovalutato il pericolo di un attacco terrorista alla vigilia dell’11 settembre, ma che hanno anche ignorato un eloquente rapporto dell’Fbi che parlava di un imminente attacco su larga scala sul territorio americano. Poi illustra come Bush abbia tratto giovamento dall’attacco alle torri gemelle instaurando un clima di paura e terrore tra gli americani per poi decurtare del 40% i fondi per la sicurezza nazionale e far sorvegliare la costa dell’Oregon  da un solo poliziotto.

Bentornato Michael!

Fonte: Il Cambiamento

 

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Approfondimento – madu

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RT Live News (Video intrevista M.Moore – “Where to invade next”)

Stockolm International Peace Research Istitute (SIPRI)

Stati per spesa militare

Michael Moore (Official website)

Biografia Michael Moore

 

 


La scuola nel bosco: un altro mondo è possibile!

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la scuola nel bosco

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La scuola nel bosco

di Paolo Mai

Partirà a settembre ad Ostia Antica (Roma) la prima scuola primaria italiana che si ispirerà ai principi pedagogici delle scuole nel bosco. A coordinare il progetto saranno “L’Emilio” e “Manes” che lo scorso anno hanno dato vita al primo asilo nel bosco in Italia (qui raccontato su Comune, Il nostro asilo nel bosco). Questa volta però il progetto non sarà di natura privata ma pubblica. Infatti questa sperimentazione avrà luogo grazie alla collaborazione con L’istituto Comprensivo Amendola Guttuso di Ostia che applicando i principi dell’autonomia scolastica si è resa disponibile a sperimentare percorsi educativi diversi rispetto a quello tradizionale. Saranno quindici i bambini di diverse età che parteciperanno al progetto i cui scopi oltre a quelli richiesti dal ministero saranno una particolare attenzione all’educazione ambientale e a quella emozionale. Come l’asilo nel bosco infatti il rapporto maestro/ bambino non sarà 1 a 25 ma 1 a 8 e ciò permetterà di costruire una sana relazione tra educatore e alunno e di lavorare sulle emozioni dei piccoli così importanti pe rlo sviluppo integrale della persona anche in relazione ai processi cognitivi che sembrano essere l’unico obiettivo della scuola tradizionale.

L’aula sarà la città tutta, i suoi boschi, il suo patrimonio storico artistico e le sue proposte culturali. Le lezioni di scienze saranno fatte nel bosco o all’oasi Lipu di Ostia, quelle di Storia agli Scavi di Ostia Antica o ai Fori Imperiali, i bambini studieranno geometria e matematica all’orto o in falegnameria e così l’esperienza diretta e la piacevolezza saranno due ingredienti fondamentali di questo nuovo approccio didattico. Anche le arti faranno parte delle esperienze quotidiano che verranno proposte ai bambini, il teatro, la pittura, la creta e la danza saranno parte integrante del progetto.

I vantaggi di questo approccio sono molti e sono stati evidenziati da diverse ricerche oltre che dall’esperienza dell’asilo nel bosco di Ostia Antica. Ne partirà una in Italia coordinata dall’Università di Bologna e da quella della Valle d’Aosta e quest’anno ne abbiamo parlato in un Convegno internazionale all’Università Roma Tre. innanzitutto i bambini sono felici di andare a scuola e questo li predispone a costruire relazioni sociali costruttive e ad attivare processi d’apprendimento efficaci. Non molti lo sanno ma le neuroscienze dimostrano che quando siamo felici la nostra memoria funziona meglio, così come la nostra creatività e anche il sistema immunologico funziona a pieno regime. I bambini si ammalano pochissimo e questo oltre che dalla felicità dipende dal trascorrere la quotidianità all’aria aperta che rinforza il sistema immunitario e rende difficile la diffusione di virus e batteri. La sensibilità verso la natura è un altro tratto che contraddistingue queste scuole: la natura è maestra e compagna di gioco e l’amarla è il primo passo per prendersene cura. In più quando vogliamo trasmettere competenze o informazioni se i bambini fanno un’esperienza diretta senza la mediazione del maestro e del libro le acquisiscono in molto meno tempo e rimangono nel loro bagaglio di conoscenze utili per la vita senza che scompaiano presto come accade nell’approccio tradizionale.

Diverso è anche il ruolo dell’educatore e per spiegarlo vi proponiamo un estratto del Libro “L’Asilo e la Scuola nel Bosco, un nuovo paradigma educativo” che uscirà in dicembre scritto dal gruppo di lavoro che si occupa di questo nuovo modello di scuola:

“L’educatore è colui che partendo dall’osservazione dei bisogni e degli interessi di ciascun bambino lavora in maniera discreta sul contesto per facilitare il naturale processo di crescita di ciascun bambino. Molto efficace è a tal proposito la metafora della pianta e del buon contadino. Un seme contiene in sé tutte le informazione e le risorse che gli permetteranno di diventare una robusta e rigogliosa pianta. Un buon contadino sa che per ottenere buoni frutti dalle sue piante non deve tirarle o indirizzarle per farle crescere più velocemente o per permettere loro di dare più frutti. Un buon contadino sa che ciascuna pianta ha bisogno di un ambiente che gli è proprio, fatto di un certo tipo di terra, di una determinata quantità di sole e di una giusta dose di acqua. Un buon contadino sa che il riso vuole molta acqua e il pomodoro meno, che la zucchina ama i terreni grassi e l’insalata non ha molte pretese, che la melanzana ama il sole mentre la fragola ama l’ombra. Quindi compito del buon contadino è quello di conoscere le particolarità di ciascuna delle sue piante e creare il contesto più adatto affinchè ciascuna di loro, con i tempi che le sono propri cresca armoniosamente . Il buon contadino ha imparato dalla terra che per avere successo bisogna abbassarsi a toccarla e cio’ costa fatica e presuppone umiltà. Il buon contadino sa bene che l’ingrediente più importante per avere un orto ed un frutteto rigoglioso è l’amore.

Il buon maestro come il buon contadino sa che ciascuna delle creature di cui si prende cura ha i suoi tempi e la sua individualità e per questo non si metta a giudicare o a imporre un ritmo di crescita comune a tutti e soprattutto sa che ciascun bambino in un determinato momento puo’ avere interessi e bisogni diversi e per questo deve evitare di fare proposte uniche ma cercare di creare quelle situazioni che permettano a ciascuno di loro di crescere seguendo il proprio unico ed irripetibile percorso.

Compito del buon maestro è infine quello di amare i propri bambini ma sapendo bene che amare significa anche saper dire no, perché i no tracciano quel perimetro senza il quale il pargolo si troverebbe in uno spazio troppo grande da gestire, e significa anche permettere al bambino di vivere delle sane frustrazioni. Le frustrazioni sono molto importanti perché permettono al bambino di vivere situazioni non piacevoli che gli insegneranno a trovare delle soluzioni ai problemi e a cavarsela durante la vita. Ovviamente affinchè le frustrazioni siano sane non devono essere costanti e ripetute in maniera quasi permanente e non devono nascere da eventi traumatici”.

Infine l’auspicio che gli educatori nel bosco è che questa esperienza diventi uno stimolo per la sperimentazione anche in altre città cosi’come accaduto per l’Asilo nel Bosco. Nel prossimo anno scolastico infatti in diverse città nasceranno asili che si ispireranno a questa pedagogia: Monza, Rapallo (Ge), Biella, Piacenza, Pisa, Verona, Castiglione delle Stiviere (Mn), Cerveteri (Rm), Domodossola (Vb), Parma e Montecompatri (Rm) saranno altre realtà in cui si sperimenterà questa pedagogia che pare piacere molto a bambini, famiglie, maestre e ricercatori.

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Fonte: comune-info

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