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Fondo Monetario Internazionale (FMI) in azione | La pandemia come arma per le privatizzazioni in 81 paesi

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                         FMI vattene!

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Il FMI si impossessa della pandemia per aprire la via alle privatizzazioni in 81 paesi

di Alan MacLeod – 18 ottobre 2020

L’enorme sconvolgimento economico causato dalla pandemia di COVID-19 offre un’occasione unica per modificare fondamentalmente la struttura della società e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sta sfruttando la crisi per attuare misure quasi permanenti di austerità in tutto il mondo.

76 dei 91 prestiti che ha negoziato con 81 nazioni dall’inizio della pandemia mondiale a marzo sono stati collegati a richieste che i paesi adottino misure quali forti tagli ai servizi pubblici e alle pensioni, misure che indubbiamente comporteranno privatizzazioni, congelamenti o tagli dei salari o il licenziamento di lavoratori del settore pubblico quali medici, infermieri, insegnanti e vigili del fuoco.

Principale sostenitore delle misure di austerità neoliberiste in tutto il pianeta per decenni, il FMI ha recentemente (sommessamente) cominciato ad ammettere che queste politiche non hanno funzionato e che generalmente rendono addirittura peggiori problemi quali la povertà, lo sviluppo disuguale e la disuguaglianza. Inoltre hanno addirittura mancato di realizzare la promessa crescita economica che doveva contrastare tali effetti negativi. Nel 2016 ha descritto le sue stesse politiche come  “sopravvalutate” e in precedenza ha sintetizzato i suoi esperimenti in America Latina come “totale sofferenza, nessun progresso”. Così i suoi stessi rapporti affermano esplicitamente che le sue politiche non funzionano.

“Il FMI ha suonato l’allarme riguardo alla grande impennata di disuguaglianza dopo la pandemia. Tuttavia sta conducendo i paesi a pagare la spesa per la pandemia operando tagli di austerità che alimenteranno povertà e disuguaglianza”, ha detto oggi Chema Vera, direttore esecutivo ad interim di Oxfam International.

“Queste misure potrebbero lasciare milioni di persone senza accesso all’assistenza sanitaria o al sostegno al reddito mentre cercano lavoro e potrebbero impedire qualsiasi speranza di una ripresa sostenibile. Nell’assumere questo approccio il FMI sta commettendo un’ingiustizia nei confronti della sua stessa ricerca. La sua testa deve cominciare a parlare alle sue mani”.

Oxfam ha identificato almeno 14 paesi che si attende congeleranno o taglieranno tra pochissimo salari e posti di lavoro nel settore pubblico. La Tunisia, ad esempio, ha solo 13 medici per 10.000 persone. Qualsiasi taglio al suo sistema sanitario già insufficiente la paralizzerebbe nella sua lotta al coronavirus. “Se le persone non possono permettersi test e assistenza per il COVID-19 e altre necessità mediche, il virus continuerà a diffondersi incontrollato e più persone moriranno. Spese di tasca propria per assistenza sanitaria erano una tragedia prima della pandemia, e oggi sono una condanna a morte”, ha aggiunto Vera.  

 

Un caso di studio del FMI

L’Ecuador è un esempio perfetto delle conseguenze delle azioni del FMI. Governato in precedenza dall’amministrazione radicale di Rafael Correa, che aveva fatto una priorità della riduzione della povertà, condannato dal FMI e dalla sua organizzazione gemella, la Banca Mondiale, e aveva dato asilo a dissidenti occidentali quali Julian Assange, il paese dal 2017 è governato da Lenin Moreno. Moreno ha cominciato immediatamente a disfare l’eredità di Correa, persino tentando di processarlo. Nel 2019, su ordini del FMI, Moreno ha tagliato del 36 per cento il bilancio sanitario del paese in cambio di un prestito di 4,2 miliardi di dollari del FMI, una mossa che ha provocato grandi proteste nazionali che hanno minacciato di far deragliare la sua amministrazione.

Le conseguenze sono state quasi apocalittiche, con la più vasta città del paese, Guayaquil, divenuta il focolaio mondiale del coronavirus, con corpi lasciati a marcire per giorni nelle strade poiché i servizi erano sopraffatti. La città ha sofferto più morti di New York al suo picco, e con molte meno infrastrutture per far fronte al problema. Anche se il numero ufficiale dei casi nel paese è basso, la percentuale di mortalità è stata tra le più elevate del mondo, suggerendo che i servizi sono stati completamente sopraffatti.

In precedenza questo mese Moreno ha annunciato un nuovo accordo dal 6,5 miliardi di dollari con il FMI che ha consigliato il suo governo di far marcia indietro sugli aumenti d’emergenza della spesa sanitaria, di interrompere i trasferimenti di fondi a chi non è in grado lavorare a causa del virus e di tagliare i sussidi ai poveri per i combustibili.

Nella crisi, opportunità

Il FMI interferisce anche direttamente con la politica interna di nazioni sovrane. A marzo ha rifiutato di prestare al governo venezuelano a causa della “mancanza di chiarezza” riguardo a chi sia al comando, suggerendo che il democraticamente eletto Nicolas Maduro dovrebbe dimettersi prima che il FMI prenda in considerazione di finanziare il paese. Al tempo stesso, tuttavia, l’autodichiarato presidente e figura di opposizione Juan Guaidó ha annunciato di aver assicurato un impegno di 1,2 miliardi di dollari dell’organizzazione a condizione che Maduro si dimetta e consenta a un “governo d’emergenza” di assumere il controllo del paese. Un sondaggio condotto lo stesso mese da un sondaggista amico ha rilevato che solo il tre per cento dei venezuelani appoggiava Guaidó.

Nelle crisi ci sono sempre opportunità. Per molti la pandemia è un’opportunità di riorientare l’economia dai consumi di massa e in direzione di un sistema più ecologicamente sostenibile. Per il FMI, tuttavia, è sfruttata per spingere più privatizzazioni e misure di austerità che invariabilmente arricchiscono gli abbienti e indeboliscono i poveri e gli inermi. Risulta che, se l’organizzazione l’avrà vinta, saranno i poveri a pagare per la pandemia, mentre i ricchi prospereranno.

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Alan MacLeod è un cronista di MintPress News. Dopo aver completato il suo dottorato nel 2017 ha pubblicato due libri: Bad News From Venezuela: Twenty Years of Fake News and Misreporting e Propaganda in the Information Age: Still Manufacturing Consent. Ha anche contribuito a Fairness and Accuracy in ReportingThe GuardianSalonThe GrayzoneJacobin MagazineCommon Dreams l’ American Herald Tribune e The Canary.

 

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

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Barbiana 2020: una scuola alternativa per cambiare il mondo

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Barbiana e la scuola 2020

Dimitris Argiropoulos

14 Settembre 2020

Non abbiamo bisogno di un ritorno a scuola, ma di una scuola che contribuisca a cambiare il mondo. Non abbiamo bisogno solo di protocolli da rispettare, ma di ripensare l’educazione come liberazione e la scuola come un insieme di luoghi nei quali ognuno è allievo e nello stesso tempo maestro. Non abbiamo bisogno di straordinari ministri dell’istruzione, ma di insegnanti capaci di coltivare pensiero critico, come Lorenzo Milani, la cui pedagogia ribelle si sviluppa con la costante critica al sistema scolastico e con la sperimentazione di un’istruzione alternativa e fortemente comunitaria. Abbiamo bisogno prima di tutto di piccoli gruppi di studentesse e studenti protagonisti del proprio apprendimento, come i ragazzi di Barbiana, autori di un testo meraviglioso e attualissimo, Lettera a una professoressa. Per questo la pubblicazione in Italia di quel testo in un volume che raccoglie anche la traduzione in lingua araba (studiata a Barbiana in quanto lingua degli oppressi), curata da Dimitris Argiropoulos per Athenaeum, ci sembra una splendida notizia per cominciare l’anno scolastico e volare in alto. Anzi, in basso, l’unico luogo, secondo don Milani, in cui è possibile cambiare il mondo in profondità.

L’edizione in lingua araba di Lettera a una professoressa comprende una prefazione di Francesco Gesualdi e una di Dimitris Argiropoulos, tradotte in inglese e francese. Pubblichiamo uno dei paragrafi della prefazione, dal titolo “La pedagogia della Scuola di Barbiana in Lettera a una professoressa“. In questo link invece è leggibile la versione araba.

La pedagogia di Barbiana… (leggi)

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Fonte: comune-info.net

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Elon Musk e il “Neuralink” | 28 agosto presentazione ufficiale del chip regolatore cerebrale

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Elon Musk è pronto a rivelare un aggiornamento chiave sul Neuralink.

Il mese scorso ha twittato: “Il 28 agosto Neuralink mostrerà l’attivazione dei neuroni in tempo reale. The matrix in the matrix.”

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Il Neuralink

Neuralink Corporation è una società americana di neurotecnologie fondata da Elon Musk e altri, che sviluppa interfacce cervello-macchina (BMI) impiantabili. La sede dell’azienda è a San Francisco; è stata avviata nel 2016 ed è stata pubblicata per la prima volta nel marzo 2017.

Secondo Bloomberg, sin dalla sua fondazione, l’azienda ha assunto diversi neuroscienziati di alto profilo di varie università. A luglio 2019, aveva ricevuto $ 158 milioni di finanziamenti (di cui $ 100 milioni da Musk) e impiegava uno staff di 90 dipendenti. A quel tempo, Neuralink annunciò che stava lavorando su un dispositivo “simile a una macchina da cucire” in grado di impiantare fili molto sottili (da 4 a 6 μm di larghezza) nel cervello, dimostrò un sistema che leggeva le informazioni da un topo di laboratorio tramite 1.500 elettrodi e prevede di iniziare esperimenti con gli esseri umani nel 2020.

Neuralink è stata fondata nel 2016 da Elon Musk, Ben Rapoport, Dongjin Seo, Max Hodak, Paul Merolla, Philip Sabes, Tim Gardner, Tim Hanson e Vanessa Tolosa.

Nell’aprile 2017, il blog Wait But Why ha riportato che l’azienda mira a realizzare dispositivi per curare gravi malattie cerebrali a breve termine, con l’obiettivo finale del miglioramento umano, a volte chiamato transumanesimo. Musk ha detto di essersi interessato in parte all’idea da un concetto di fantascienza chiamato ‘merletto neurale’ che fa parte dell’universo immaginario in The Culture, una serie di 10 romanzi di Iain M. Banks.

Musk ha definito il laccio neurale come uno ‘strato digitale sopra la corteccia’ che non implica necessariamente un esteso inserimento chirurgico, ma idealmente un impianto attraverso una vena o un’arteria. Musk ha spiegato che l’obiettivo a lungo termine è raggiungere la “simbiosi con l’intelligenza artificiale”, che Musk percepisce come una minaccia esistenziale per l’umanità se non viene controllata. Al momento, alcune neuroprotesi possono interpretare i segnali cerebrali e consentire alle persone disabili di controllare le loro braccia e gambe protesiche. Musk mira a collegare tale tecnologia con impianti che, invece di attivare il movimento, possono interfacciarsi a velocità di banda larga [verifica fallita] con altri tipi di software e gadget esterni.

A partire dal 2020, Neuralink ha sede nel Mission District di San Francisco, condividendo l’ex edificio della Pioneer Trunk Factory con OpenAI, un’altra società co-fondata da Musk. Musk era il proprietario di maggioranza di Neuralink a settembre 2018, ma non ricopriva una posizione esecutiva. Il ruolo del CEO Jared Birchall, che è stato anche elencato come CFO e presidente di Neuralink, e come dirigente di varie altre società fondate o co-fondate da Musk, è stato descritto come formale. Il marchio “Neuralink” è stato acquistato dai precedenti proprietari nel gennaio 2017.

Nel 2018, la società era “rimasta altamente riservata sul suo lavoro sin dal suo lancio”, sebbene i registri pubblici mostrassero che aveva cercato di aprire un centro di sperimentazione sugli animali a San Francisco; successivamente ha iniziato a svolgere ricerche presso l’Università della California, Davis.

Nel luglio 2019, Neuralink ha tenuto una presentazione in live streaming presso la California Academy of Sciences. La tecnologia futura proposta prevede un modulo posizionato all’esterno della testa che riceve in modalità wireless le informazioni da sottili fili di elettrodi flessibili incorporati nel cervello. Il sistema potrebbe includere ‘fino a 3.072 elettrodi per array distribuiti su 96 fili’ ciascuno da 4 a 6 μm di larghezza. I fili sarebbero incorporati da un apparato robotico, con l’intenzione di evitare di danneggiare i vasi sanguigni. Attualmente, gli elettrodi sono ancora troppo grandi per registrare l’attivazione di singoli neuroni, quindi possono registrare solo l’attivazione di un gruppo di neuroni [citazione necessaria]; I rappresentanti di Neuralink ritengono che questo problema potrebbe essere mitigato algoritmicamente, ma è computazionalmente costoso e non produce risultati esatti.

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Fonte: en.wikipedia.org

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