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La mamma di Helin Bölek in visita a İbrahim Gökçek
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İbrahim Gökçek tornerà a suonare
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05 Maggio 2020
Il governo turco cede alla lotta estrema del bassista dei Grup Yorum e concede la possibilità di un concerto il prossimo 3 luglio. İbrahim è stato ricoverato in ospedale dove dovrebbe ricevere le prime cure. Un giorno di festa per una lotta e una vittoria straordinarie che aiutano a non dimenticare anche il sacrificio di Helin Bölek e Mustafa Kocak.
Nella notte tra il 4 e il 5 maggio il polso di İbrahim Gökçek si era fatto debolissimo, il cuore stremato del bassista del Grup Yorum, quello stesso cuore per cui avevano trepidato nelle ultime settimane decine di migliaia di persone, tra le quali certo anche molti lettori di queste pagine, sembrava dover cedere da un momento all’altro. Quando ha accettato di andare in ospedale, İbrahim era giunto al 322 esimo giorno di astinenza dal cibo.
La condizione per farlo era ormai diventata una sola: la possibilità che il Grup Yorum potesse fare ancora un concerto, un atto di affermazione simbolica della libertà diventato di portata mondiale anche grazie al sacrificio dei suoi due compagni, Helin Bölek e Mustafa Kocak, lasciati morire (lei il 3 aprile, lui 20 giorni dopo) dal regime di Erdogan prima di ottenere la stessa clamorosa vittoria che è invece arrivata oggi per Ibrahim. Di fronte a una mobilitazione mondiale diventata insostenibile per la sua cupa immagine, il governo turco ha ceduto: il concerto si terrà il 3 luglio. Lo hanno annunciato, in una tempestiva conferenza stampa, proprio mentre il bassista veniva trasportato in ospedale, alcuni dei musicisti di un gruppo che, nonostante i 20 album pubblicati e i concerti live con decine di migliaia di partecipanti, resta soprattutto un collettivo di lotta contro la repressione.
In oltre trent’anni di carriera, nella band turca si sono alternati sul palco decine di musicisti, alcuni dei quali molto giovani. La stessa Helin Bölek, la cantante scomparsa a 28 anni al 288 esimo giorno di sciopero della fame, si era unita agli Yorum solo da cinque. La feroce repressione che questi ragazzi subiscono e hanno subito per lunghissimi anni li ha portati sovente in carcere con l’accusa infamante di “terrorismo”, la stessa che Erdogan utilizza, di fatto, in modo sistematico contro i suoi oppositori politici e, naturalmente, contro l’intera popolazione kurda. E infatti – insieme all’antifascismo ribadito nella straordinaria versione di Bella Ciao, al sostegno alla lotta del popolo palestinese e, più in generale a quelli di tutti gli oppressi in Turchia e altrove – l’affermazione per il diritto alla libertà di espressione dei Kurdi, non è mai mancato nei concerti del Grup Yorum.
“Abbiamo ottenuto una vittoria politica, ma le nostre rivendicazioni continuano”, hanno detto con chiarezza nella conferenza stampa i portavoce del gruppo. C’è solo da sperare che chi li ha conosciuti solo in questi giorni non li lasci mai più soli a combattere una battaglia per la libertà di tutti. Oggi, però, per chi ha sostenuto da decine di paesi diversi la resistenza di İbrahim Gökçek, pandemia o non pandemia, è solo il tempo di abbracciarsi.
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Fonte: comune-info.net
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