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Assalto della polizia all’Hotel Divan
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La polizia turca assalta e sgombera Gezi Park
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di Marco Santopadre
A sorpresa la polizia ha assaltato questa sera il parco occupato dagli attivisti che a Istanbul si oppongono al regime di Erdogan. Molti i manifestanti feriti e arrestati, tende spazzate via con violenza.
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Gli aggiornamenti
22.25 – Continua l’assalto della polizia all’Hotel Divan, gruppi di manifestanti feriti sono riusciti a sfuggire all’assedio ma gli agenti stanno lanciando decine di spolette di gas lacrimogeni. Sono ripresi intensi gli scontri in alcuni punti di Istiklal Caddesi e attorno a Taksim.
22.20 – Plotoni di polizia affiancati dai Toma muniti di idranti stanno rastrellando Istiklal Caddesi alla ricerca di manifestanti. Scontri sporadici segnalati ancora nelle vie laterali.
22.10 – La polizia in assetto antisommossa dopo alcuni tentativi andati a vuoto è riuscita a fare irruzione all’interno del Divan Hotel, situato a pochi centinaia di metri da Gezi Park. I poliziotti hanno sfondato il portone d’ingresso e hanno fatto irruzione nella hall, mentre alcuni cordoni di manifestanti e numerosi medici cercano di spiegare che al suo interno di sono alcune centinaia di feriti che non costituiscono nessun pericolo per le forze dell’ordine.
22.05 – I due grandi sindacati di sinistra turchi del settore pubblico e di quello privato, il Kesk e il Disk, hanno lanciato un appello questa sera per uno sciopero generale immediato dopo l’assalto della polizia a Gezi Park e lo sgombero violento dell’area. I due sindacati avevano già scioperato per 48 ore nei giorni immediatamente successivi all’inizio della repressione contro il movimento di contestazione al governo di Erdogan, con il sostegno e la partecipazione di alcuni ordini professionali.
22.00 – Per impedire che i manifestanti che si sono radunati nei quartieri della sponda asiatica raggiungano la zona di Taksim la polizia ha chiuso al traffico il ponte sul Bosforo e Dolmabahçe Street in direzione di Beyoglu.
21.55 – Si fanno più violenti gli scontri nel Viale Istiklal e nelle vie adiacenti, la polizia usa i Toma, i blindati che spruzzano getti di acqua a pressione, contro i manifestanti. Un medico intervistato dalla tv Kanal +1 denuncia che nell’acqua sparata dagli idranti ci sono sostanze chimiche tossiche, perché molti dei feriti arrivano negli ospedali e nelle infermerie con la pelle bruciata. Il medico ha anche confermato che la polizia ha attaccato il Divan Hotel cercando di sfondare la porta e di abbattere le vetrine.
21.45 – Notizie drammatiche dal centro di Istanbul, il numero di feriti e di arrestati sarebbe altissimo anche se per ora i responsabili degli apparati di sicurezza turchi non avrebbero fornito alcuna cifra. Alcune agenzie di stampa riportano che circa 100 autobus della polizia erano stati parcheggiati nelle vicinanze di Gezi Park al momento dell’assalto per portare via le centinaia di manifestanti che sono stati fermati dalla polizia.
21.30 – A Istanbul, la gente sta scendendo in piazza in praticamente tutti i quartieri della città, mentre sulla via Istiklal sono in corso scontri tra la polizia in assetto antisommossa e migliaia di manifestanti che tentano di tornare in piazza Taksim. Verso Taksim si stanno dirigendo vari cortei partiti dai quartieri limitrofi come Çekmeköy e Sarıgazi. Migliaia le persone in strada nel quartiere di Kadikoy, nella parte asiatica di Istanbul. Nel quartiere di Bakırköy centinaia di persone sfilano cantando lo slogan “Tayyip istifa”, “Erdogan dimettiti” e “Taksim dappertutto, resistenza dappertutto”. Gente in piazza anche in altre città turche
21.00 – La piattaforma Taksim, che riunisce alcuni dei movimenti della protesta, ha convocato una manifestazione domani pomeriggio a Taksim, proprio mentre il partito di Erdogan terrà un secondo comizio proprio ad Istanbul dopo quello di oggi alla periferia di Ankara. Alla notizia dell’assalto contro Gezi Park, migliaia di persone sono accorse verso Taksim, ma sono state bloccate dalla polizia. “Concerti” di protesta di clacson e pentole sono scattati nella megalopoli del Bosforo, ma anche ad Ankara e Smirne, con la gente che suona i clacson, sbatte pentole o accende e spegne le luci negli appartamenti. Nella capitale, migliaia di manifestanti si sono di nuovo riuniti nel Kugulu Park, altro luogo simbolo della protesta contro il regime di Erdogan.
L’assalto
Che le presunte aperture del premier Erdogan ai manifestanti fossero null’altro che una trappola era evidente già nelle scorse ore, quando il coordinamento ‘Solidarietà Taksim’ aveva deciso di non abbandonare il parco che il governo vuole trasformare in una colata di cemento. Ed infatti nel pomeriggio di oggi, di nuovo, da parte del capo dei liberal-islamisti dell’Akp era venuto un nuovo ultimatum: “se non lascerete il parco entro domani interverrà la polizia”.
Ma intorno alle 20 e 30, quando nel parco e nella vicina piazza Taksim c’erano decine di migliaia di attivisti e persone arrivate a dal loro manforte dopo l’ennesimo ultimatum, è arrivato l’avvertimento che lo sgombero sarebbe scattato entro dieci minuti con le buone o con le cattive.
Gli attivisti si sono rapidamente preparati a difendere l’occupazione indossando maschere antigas e caschi, ma è apparso subito evidente che quello che i servizi di sicurezza si apprestavano a sferrare contro i dimostranti sarebbe stato l’assalto “finale”. E così è stato ancora più evidente quando un migliaio di agenti in assetto antisommossa sostenuti dagli idranti, dai blindati Toma e dalle ruspe, hanno circondato il parco da tre lati ed hanno improvvisamente cominciato a lanciare sulle tende una quantità impressionante di gas tossico che ha immediatamente spazzato via la maggior parte degli attivisti che avevano cominciato a urlare slogan come “Taksim é dovunque, dovunque é resistenza”. Poi immediatamente sono scattati i getti degli idranti che hanno scaraventato a terra anche donne, bambini e anziani.
Moltissimi dei quali non hanno potuto fare altro che scappare dall’assalto in corso, mentre i plotoni di celerini avanzavano distruggendo con violenza tende, suppellettili e strumenti vari usati nelle ultime settimane da chi voleva difendere quel fazzoletto di terra dalla speculazione edilizia e protestava contro un regime la cui ipocrisia è stata riconfermata con il vigliacco attacco di oggi. Alcuni hanno provato a resistere ma sono stati travolti dai poliziotti, i fotografi cacciati a spintoni, giovani attivisti presi a bastonate o scalciati via dopo che avevano perso i sensi per colpa dei gas non avendo fatto in tempo ad indossare la maschera. L’inviata della Rai a Istanbul ha raccontato di soccorritori ai quali è stato impedito di entrare all’interno del parco per soccorrere coloro che erano stati feriti nell’assalto.
Mentre il grosso dei manifestanti che non hanno opposto resistenza si sono allontananti di corsa vista la sproporzione delle forze, i cordoni di polizia stanno avanzando ai margini del parco inseguendo gli attivisti che cercano comunque di rimanere compatti e di non abbandonare completamente il centro di Istanbul. Scontri sporadici sono segnalati nelle vie adiacenti a Taksim e a Istiklal Caddesi. La Polizia ha ormai completamente circondato e blindato Piazza Taksim, picchiando chiunque gli si presenti davanti, mentre le stazioni della metropolitana della piazza sono state chiuse per impedire ad altri attivisti di arrivare e a quelli sgomberati di lasciare la zona. Negli alberghi e in alcuni bar della zona gli attivisti hanno approntato improvvisati punti di pronto soccorso per coloro che sono rimasti feriti e intossicati. La polizia ha attaccato con lacrimogeni e pallottole di gomma il Divan Hotel, all’interno dei quali si sono rifugiati alcune decine di manifestanti, in particolare molti bambini. Tragico quanto ha detto a Kanal+1 Ali Cerkezoglu, Segretario Generale dell’Associazione dei Medici di Istanbul: se la repressione continuerà per un’altra ora, sarà la notte più nera della storia turca. Tutte le infermerie sono sotto attacco. Noi non riusciamo ad aiutare i feriti, abbiamo bisogno urgente di tutti i medici volontari disponibili”.
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Guarda i VIDEO: Video1 – Video2
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Fonte: Contropiano.org
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