Daily Archives: 07/02/2013

Twitter violati i server. 250mila il numero di account interessati dall’attacco

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Twitter sotto attacco

Il servizio di micro-blogging preso di mira da ignoti che riescono a penetrare nei server. Potenzialmente compromessi centinaia di migliaia di account. Dalla società messaggi contraddittori sull’origine del problema

di Alfonso Maruccia

Twitter è sotto attacco, e questa volta non si tratta di un falso allarme: e lo stesso blog dell’azienda ad annunciare che, nel corso della scorsa settimana, i server del servizio di micro-blogging hanno registrato percorsi di accesso “inusuali” nel tentativo di rubare informazioni degli utenti.

Twitter stima in circa 250mila il numero di account interessati dall’attacco, con gli ignoti assalitori che si sono guadagnati l’accesso a informazioni “limitate” comprendenti nomi utente, indirizzi email, token di sessione e versioni cifrate delle password di accesso.

Si è trattato di un attacco bloccato in pieno divenire, dice la società, un lavoro “estremamente sofisticato” che fa parte di un piano di più ampio respiro: Twitter chiama direttamente in causa le intrusioni non autorizzate nei server del New York Times e del Wall Street Journal rese pubbliche nei giorni scorsi.

Il servizio di micro-blogging consiglia agli utenti di cambiare la password, disabilitare Java e altri componenti vulnerabili presenti sul sistema, mentre per le 250mila potenziali “vittime” è in viaggio una email che spiega ciò che è accaduto e come ripristinare l’accesso a Twitter con una password nuova di zecca.

E in attesa di conoscere il risultato finale delle indagini in corso, proprio la suddetta email fa nascere l’ennesimo “giallo” su un caso in divenire: nella missiva Twitter parla di account compromesso “a causa di un sito web o servizio non associato con Twitter”, un commento che stride pesantemente con la spiegazione data dal blog corporate e cioè che i cracker sono entrati nei server della società senza alcun intervento dell’utente. Problemi alle comunicazioni interne o sintomo di scenari complessi dietro l’attacco?

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Fonte: Punto Informatico

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Grecia: anarchici torturati, Amnesty chiede un’inchiesta

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Foto ritoccate per nascondere violenze

Foto ritoccate per nascondere violenze

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Emergono particolari scioccanti sul caso dei quattro giovani arrestati sabato e torturati dalla polizia ellenica. Lo scandalo supera i confini nazionali e Amnesty International punta il dito contro Atene.

Anche Amnesty International, in una nota diffusa ieri, ha chiesto l’apertura di una inchiesta sulle torture inflitte dalla polizia ellenica a quattro giovani arrestati lo scorso 1° febbraio 2013, perché sospettati di aver partecipato alla rapina di una banca di Kozani, nel nord della Grecia. Due dei quattro detenuti sono accusati di far parte del gruppo armato di ispirazione anarchica “Cospirazione delle cellule di fuoco”.

“Le autorità greche non possono pensare di risolvere i loro problemi con Photoshop. Questa cultura dell’impunità dev’essere fermata. Su questa vicenda occorre indagare in modo efficace, imparziale e approfondito, in modo che i responsabili siano identificati e portati rapidamente di fronte alla giustizia” ha dichiarato Amnesty International. Le foto dei quattro giovani con i volti tumefatti per le botte e le torture ricevute hanno fatto nei giorni scorsi il giro del mondo, dopo la pubblicazione delle immagini su alcuni siti istituzionali da parte delle autorità elleniche che hanno in questo modo voluto rivendicare gli arresti. Non prima di aver tentato di ritoccare e ripulire le istantanee a colpi di Photoshop, per cercare di cancellare parte delle prove dei pestaggi che comunque sono apparsi evidenti. Il “lavoro” di ripulitura delle foto infatti è stato fatto così male e di fretta che l’operazione è diventata un vero e proprio boomerang per il governo Samaras e in particolare per il ministero degli interni di Atene. Nel tentativo maldestro di cancellare le ferite più gravi gli improvvisati tecnici della polizia hanno completamente stravolto il viso di uno dei quattro giovani, mentre ad un altro hanno schiarito i capelli biondi così tanto da farli diventare quasi bianchi. E non è quindi bastato impedire ai quattro arrestati di contattare famigliari e avvocati per 24 ore, aspettando che le ferite provocate si rimarginassero almeno un po’.

Nel tentativo di salvare il salvabile la polizia ha affermato poi che i quattro sarebbero stati feriti nel corso dell’arresto e il ricorso alla forza si sarebbe limitato al necessario. Una versione poco credibile e smentita immediatamente. Medici e i familiari, infatti, hanno da subito denunciato che il brutale pestaggio è avvenuto proprio durante e subito dopo la detenzione, quando gli agenti hanno voluto punire gli arrestati per la matrice politica antisistema dei loro presunti crimini.

Uno degli arrestati, il ventenne Nikos Romanós, ha dichiarato: «I miei motivi erano politici. Considero me stesso prigioniero di guerra. Non mi considero una vittima. Non voglio querelare i poliziotti che mi hanno picchiato. Desidero che il mio maltrattamento sensibilizzi le coscienze dei cittadini».

Non è la prima volta che alcuni giovani vengono torturati dalla polizia. Nell’ottobre 2012, 15 manifestanti antifascisti avevano denunciato di essere stati torturati all’interno degli uffici del quartier generale della Polizia di Atene, il GADA, dopo il loro fermo durante una manifestazione antifascista nelle vie della capitale.

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Fonte:  contropiano.org

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