Daily Archives: 20/08/2012

Meeting di Rimini. Bello e buono?

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Il link è loro che cos’è il Meeting. “É la fine degli anni ‘70. Tra alcuni amici di Rimini, che condividono l’esperienza cristiana, nasce il desiderio di incontrare, conoscere e portare a Rimini tutto quello che di bello e buono c’è”. Ed allora andiamo a vederlo assieme questo “bello e buono”. Partiamo dagli sponsor seguendo il vecchio adagio: “dimmi chi frequenti e ti dirò chi sei”

Finmeccanica è the main sponsor. What else? L’azienda a partecipazione statale è il principale sponsor della XXXIII^ edizione del Meeting di CL. Sfido chiunque, dopo l’anno nero della maggiore azienda nazionale produttrice di armamenti, che deve ancora rispondere alle nostre 10 domande, formulate un anno prima gli ultimi scandali, trovare uno sponsor meno etico.

“Bello, buono e pulito” aggiungiamo noi. Tra i molti donatori v’è anche ENEL che compie 50 anni di energia. Auguri. Un augurio anche a chi vive accanto alle loro centrali al carbone. Per alcuni sono le più inquinanti d’Europa. Dei primati si deve andare orgogliosi; o no?

L’Enel fa accoppiata con Eni. Forse presenti al meeting di Rimini per dimostrare come hanno bonificato il delta del Niger o rispettato i diritti umani in Nigeria.

Ma non è finita. Lo Stato è dentro a piene mani nella manifestazione sia con Poste Italiane, Ferrovie dello Stato e con Autostrade Italiane. Insomma…lasciamoci trasportare dal Meeting: trasporto postale, trasporto pubblico e trasporto privato. Si. Stiamo parlando dello stesso Stato squattrinato che sta chiedendo denari agli italiani con tassazioni tra le più alte al mondo e che è/ è stato rappresentato al Meeting con il Ministero degli affari esteri, Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Provate voi a chiedere un contributo ad uno di questi Ministeri per una vostra seppur lodevole iniziativa….Visto?

Dulcis in fundo. Non poteva mancare la branch italiana della holding svizzera del cioccolato – Nestlè – contro la quale son stati scritti fiumi di parole. Non da noi ma dagli amici di Peacelink. Oppure, se volete una fonte più istituzionale, dall’OMS – Organizzazione mondiale per la Sanità per le politiche di marketing contro l’allattamento materno nei paesi più poveri. Per il lavoro schiavo e minorile in Costa d’Avorio….. Avremmo preferito la nostrana Ferrero che, dopo una nostra inchiesta, s’è impegnata con percentuali certe, anno dopo anno, entro il 2020 ad avere 100% di cioccolato certificato…e quindi non più frutto di sfruttamento (scaricarsi il report se interessati).

E se c’è la Nestlè c’è anche la Coca Cola. Appena cacciata dalla Bolivia assieme a McDonald’s per violazione di diritti sindacali ha trovato casa a Rimini.

Dopo il dolce il caffè. Equo e solidale? Macché; siamo seri. Illy caffè che per l’appunto ha appena chiuso una joint venture con Coca Cola.

Dopo il lauto pranzo non dimenticate le medicine. Novartis, naturalmente. Medici senza Frontiere ci ricorda che da sei anni il gigante farmaceutico porta avanti una causa legale contro l’India che minaccia l’accesso ai farmaci salva-vita a basso costo per milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo….ma, a noi, che ce ne importa?

Signori; si gioca. Tra gli sponsor troviamo Lottomatica e Sisal. Una joint venture per impoverire finanziariamente i più poveri culturalmente. Un mercato florido che aumenta proporzionalmente con la crisi economica.

A questo punto si poteva lasciare anche il governatore Formigoni ed il relativo lauto contributo annuale della Regione Lombardia. Cosa saranno mai i finanziamenti pubblici regionali illeciti di Daccò e Simone a cliniche private per 70 milioni di euro dei quali, secondo l’accusa, 8,5 milioni girati al governatore lombardo. Su per giù non era la cifra che sino allo scorso anno il Pirellone dava al meeting di Rimini? Al confronto ai danni prodotti dagli altri sponsor sembrano noccioline.

Nulla di “buono e bello”, quindi? No. Affatto. Il bicchiere mezzo pieno c’è. Parlo di Intesa San Paolo, banca che sta uscendo, come promesso, dal circuito delle Banche Armate. Nell’ultima relazione aveva solo poche migliaia di euro. Quasi promossa, a differenza di Unicredit che continua sia a finanziare il Meeting e sia a rimanere nella top ten dei finanziatori del mercato d’armi…..di nuove guerre ne sentivamo proprio il bisogno!

Poi E-vai un’azienda lombarda di car sharing ecologico che propone sistemi innovativi ed alternativi all’auto privata….Pieni voti. Il Conai – Consorzio Nazionale Imballaggi che ha un’attenzione quasi spasmodica alla raccolta differenziata. Ed infine Unilever che ha accettato i suggerimenti di Greenpeace per uscire dallo sfruttamento delle foreste pluviali asiatiche.

Questi ultimi sponsor dimostrano che se si vuole “un altro mondo possibile”….si può.

Fabio Pipinato

Ps. Non è la prima volta che poniamo il problema ma, a differenza di altri, gli organizzatori targati CDO continuano imperterriti. Si sa; chi agisce “in Nomine Dei” non sbaglia. Titolo del meeting: “la natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”. Da non intendere come infinità di contributi a prescindere dal profilo etico. Il tutto avrà inizio il 19 agosto. Auguriamo un’ampia ma soprattutto critica partecipazione.

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Fonte: Unimondo.org

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Via la multinazionale dei “safari” dalla terra dei Masai. Firmiamo la petizione!

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Da un momento all’altro un’importante multinazionale della caccia sportiva potrebbe siglare un accordo che porterebbe allo sgombero di fino a 48 mila membri della famosa tribù africana dei Masai dalla loro terra per fare posto a danarosi re e principi del Medio Oriente a caccia di leoni e leopardi. Gli esperti dicono che il via libera all’accordo da parte del Presidente della Tanzania potrebbe essere imminente, ma se agiamo ora possiamo fermare la svendita del Serengeti.

L’ultima volta che la stessa multinazionale ha costretto i Masai a lasciare le loro terre per fare spazio a ricchi cacciatori, uomini e donne sono stati picchiati dalla polizia, le loro case sono state date alle fiamme e il loro bestiame è morto di fame. Ma non appena la stampa ha cominciato a parlarne in modo critico, il Presidente della Tanzania Kikwete ha cambiato posizione e ha fatto tornare i Masai nella loro terra. Questa volta non c’è stata ancora una grande copertura da parte della stampa, ma possiamo sbloccare la situazione e forzare Kikwete a bloccare l’accordo se da subito mettiamo assieme le nostre voci.

Se 150 mila di noi firmeranno, i media in Tanzania e in giro per il mondo inizieranno a parlarne e così il Presidente Kikwete riceverà il messaggio e dovrà ripensare a questo accordo mortale. Firma la petizione ora e mandala a tutti.

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FIRMA LA PETIZIONE

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Fonte: Avaaz

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Approfondimento

Le multinazionali del turismo scacciano i masai (Società delle Missioni Africane)

Masai sfrattati e arrestati per far spazio ai safari di caccia (Survival)

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