Monthly Archives: Gennaio 2011

Razzismo: Discriminati perché Padani

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di Saverio Tommasi

L’ho trovato cercando storie di razzismo. E’ un articolo redatto dal Movimento Giovani Padani, che da alcuni anni raccoglie segnalazioni di “vero razzismo”. Il loro pensiero è chiaro: basta con le lamentele di omosessuali, ebrei o rom, è l’ora di tutelarsi dal “vero razzismo contro i padani”. Un tipo di razzismo sconosciuto ai più ma conosciutissimo dai paladini del vittimismo aggressivo: loro, i re della retorica, quelli di “Roma ladrona”, gli inventori del razzismo contro i militanti della Lega Nord.
(A proposito, avete visto il mio video Saverio Tommasi alla scoperta della Lega Nord?)
Di seguito vi propongo il testo dell’articolo dei Giovani Padani, che altro non è che un tentativo di camuffare le parole cambiando i significati, al fine di ottenere un diverso risultato: trasformarsi da carnefici in vittime. Il mio impegno politico, infatti, è rivolto anche alla corretta informazione, alla diffusione dei saperi e allo smascheramento dei meschini e dei bugiardi, con il sogno concretissimo di cambiare l’esistente immergendomi nelle questioni e nei problemi, rifiutando di vivere su una poltrona posizionata su un cocuzzolo con piscina. Il mio impegno politico si può riassumere così: le persone prima dei soldi e le relazioni al posto delle rendite.

p.s. i maiuscoli, i grassetti e i sottolineati sono opera loro e io mi sono limitato a riportarli fedelmente, inorridito per quello che potrebbe essere un pezzo di satira e invece è uno spicchio, neanche piccolo, di società contemporanea.
Buona lettura, incazzatura, consapevolezza:

SIAMO STUFI DI ESSERE TACCIATI DI RAZZISMO, QUANDO INVECE IL RAZZISMO VERO SI CONSUMA CONTRO DI NOI!
In tv abbiamo visto una publicità del Ministero delle pari opportunità… contro il razzismo…e dicono di contattarli nel caso in cui una persona si senta discriminata o vittima di atti di razzismo.

VISTO CHE NOI PADANI SIAMO DISCRIMINATI CON UNA CERTA CONTINUITA’ E VIOLENZA, proponiamo di segnalare ogni atto discriminatorio nei nostri confronti…

GLI ESEMPI SONO TANTISSIMI E CERTE VOLTE DAVVERO SCONVOLGENTI, DATO CHE COLPISCONO SOPRATTUTTO LA POVERA GENTE CHE VIVE IN UNA DELLE REGIONI PADANE.

Il Razzismo si coniuga in diverse maniere: si passa dal razzismo di Stato a quello singolare contro chi parla una delle lingue padane.
Alcuni esempi:

# Quante volte abbiamo sentito qualcuno farci osservazioni sgarbate quando osiamo parlare le nostre lingue locali?
# Quante volte ci siamo sentiti tacciare di ignoranza solo perchè riportavamo la verità storica e archeologica sui celti? Quante volte ci siamo sentiti dire che le nostre bisavole erano tutte buone donne gioiose di venire inseminate dai legionari romani?
# Quante volte hanno sminuito le nostre culture locali sostenendo che fossero fesserie per rozzi ignoranti?
# Quante volte a scuola l’insegnate ha sostenuto che i cittadini delle regioni padane sono degli zotici ignoranti?

Adesso diciamo BASTA!

Il Ministero delle Pari Opportunità ha creato l’U.N.A.R. (Ufficio Nazionale Anti discriminazione Razziale) ed ha istituito un numero verde.
Noi intendiamo usarlo.
Stiamo raccogliendo tutte le testimonianze di razzismo contro di noi per mandarle al Ministero delegato per far finalmente valere i nostri diritti.


MOVIMENTO GIOVANI PADANI

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Fonte: Saverio Tommasi.it

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La Shell nel Delta del Niger: petrolio e diritti rubati

“Le società straniere promettono milioni di dollari in progetti di sviluppo locale, ma spesso alle comunità non arriva nulla” dice padre Edward Obi, un missionario che dirige il Center for Social and Corporate Responsibility (CCSR).

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A Koroama manca l’acqua da sei mesi. “Prima hanno dragato il fiume, poi hanno cominciato a bruciare il gas” racconta Kingsay Kwokwo, un capo villaggio che alla ‘responsabilità sociale’ delle multinazionali del petrolio non crede più.
In quest’angolo del Delta del Niger, nello Stato di Bayelsa sotto il tacco della Royal Dutch Shell, la MISNA è accompagnata da un piccolo gruppo di difensori dei diritti umani. “Le società straniere promettono milioni di dollari in progetti di sviluppo locale, ma spesso alle comunità non arriva nulla” dice padre Edward Obi, un missionario che dirige il Center for Social and Corporate Responsibility (CCSR).


L’ultima conferma arriva dalla regione di Gbaran-Ubie, dove a giugno è stato inaugurato un impianto “integrato” per il petrolio e il gas naturale. L’opera è una delle più significative tra quelle realizzate da Shell, alla conquista del Delta dal 1936. A pieno regime l’anno prossimo sarà in grado di produrre un miliardo di metri cubi di metano al giorno, circa un quarto dell’intera produzione nigeriana. Gli idrocarburi sono raffinati sul posto prima di essere inviati a Bonny Island, un terminale noto alle cronache per le tangenti milionarie versate a politici e funzionari da società nordamericane ed europee. A Koroama, invece, resta la rabbia. Il villaggio è sventrato da due oleodotti nonostante la loro costruzione fosse vietata da uno studio di sostenibilità ambientale effettuato dal governo nigeriano nel 2005. (leggi tutto)

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Fonte: Salva le Foreste

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Approfondimento:

Shell

Rapporto sui crimini ambientali in Nigeria e Ken Saro-Wiwa

Wikileaks: Shell “Infiltrated” Nigerian Government

Boicotta Shell

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Walter Bond: il Prigioniero animalista

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Lettera dal carcere del prigioniero animalista Walter Bond

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Walter Bond è stato arrestato il 23 luglio 2010 e accusato di essere “Lone Wolf”, attivista dell”ALF (Animal Liberation Front) accusato di incendio doloso della fabbrica di Montone in Colorado. E ’stato anche accusato nello Utah per il incendi dolosi della Tandy Leather Factory e Tiburon (un ristorante di dove si serve foie gras).

Attivista impegnato per i diritti degli animali e anti-capitalista per oltre 15 anni, Walter ha lottato per la liberazione animale ed è ad oggi prigioniero.

Sito di supporto a Walter: http://www.supportwalter.org/

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ABOLIZIONE

Sono un attivista abolizionista per la liberazione animale, e potresti esserlo anche tu. Quanti altri animali dovranno morire prima che la smettiamo di aderire al ‘Grande Disegno’? 100 miliardi? Un trilione? Quanto ancora della nostra Madre Terra deve essere decimato e deforestato prima che noi tracciamo un confine nella sabbia o nella foresta, se sarà il caso? Non sono un docente o un politico.
Io sono e sono sempre stato un attivista di strada. Sapete, la strada.
E’ lì che le vere battaglie vengono combattute, non nelle aule universitarie, dove molto tempo dopo che il fumo della battaglia si è diradato, si fingerà sempre di aver vinto ciò per cui altri hanno combattuto, sanguinato e sono morti. Ciò che vedo guardando al Movimento per i Diritti Animali qui in America è un sacco di codardia esaltata. Non che non vi siano altrettanti individui lodevoli ed altruisti che fanno tanto di indispensabile nell’interesse degli animali non umani. Ce ne sono eccome. Ad ogni modo, come il veganismo si è diffuso, così anche sono aumentati i buffoni e gli impostori convinti che siccome seguono un’alimentazione vegan allora possono permettersi di parlare di attivismo. Odio dire cose ovvie, ma il non far nulla rimane pur sempre un nulla di fatto.

Personalmente supporto il veganismo al 100% perché se tutti seguissero una dieta vegan ferrea, ciò rappresenterebbe la fine dell’uso ed abuso degli animali non umani. Questo è fondamentalmente vero, perché tutti potrebbero diventare vegan. Personalmente, che si sostenga che il veganismo abbia un profondo impatto o non ne abbia nessuno, io vi aderisco comunque perché non intendo prendere parte al peggiore, il più deliberato olocausto di vite innocenti nella storia del pianeta. Significa fare la cosa giusta semplicemente perché è la cosa giusta da fare. Detto questo, il mio veganismo non starà salvando che 90 vite animali o poco più ogni anno. La popolazione mondiale non è statica, aumenta e si ricambia. Nel momento stesso in cui io o voi diventiamo vegan, 100.000 bambini vengono educati a considerare pezzi di cadavere come cibo. Questo è il motivo per cui è ridicolo sederci in cerchio a mangiare biscotti vegan e pensare che questo stia salvando il mondo.

Il vero attivista abolizionista per la Liberazione Animale è colui il quale non solo si oppone alla schiavitù ed alla morte nei propri consumi quotidiani ma vi si oppone anche nel mondo che lo circonda. Per gli abolizionisti di ogni era passata, ciò si è tradotto nell’essere coraggiosi, resistere al sistema, e accettarne le conseguenze. Proviamo ora ad analizzare queste espressioni una alla volta.

Essere coraggiosi

Quando dico ‘coraggio’ intendo non soccombere alla paura se la situazione lo richiede. Il più semplice esempio in merito è dire ciò che un animale in gabbia vorrebbe tu dicessi. Troppo spesso ho visto ‘attivisti’ incorrere in questa scuola di pensiero del tipo “devi venire incontro alle persone”. No, non devi! Come la gente reagisce alla verità non è un tuo problema. Non puoi combattere lo status quo ed essere percepito come parte di esso, allo stesso tempo. La consapevolezza che gli animali esistono per sé stessi e non per gli interessi umani è diametralmente opposta alla società dei consumi nella quale viviamo. Un altro esempio più estremo di coraggio sarebbe mettersi sul piede di guerra per gli animali non umani fronteggiando i loro oppressori. Per esempio, durante un presidio dove è quasi certo lo scontro con le forze dell’ordine, preferirei avere al mio fianco un solo attivista coraggioso e motivato disposto a dare il massimo per i propri ideali piuttosto che 50 codardi che preferiscono giocare con le parole e parlare del ‘Grande Disegno’ o di ‘risultati a lungo termine del nostro Movimento’! Gli animali stanno soffrendo e morendo adesso. Quindi dovremmo combattere e salvare le loro vite ora; non è così difficile. Per essere impavidi ed audaci, è utile imparare ad interiorizzare il messaggio. Una caratteristica dei codardi è che la loro priorità assoluta è la loro incolumità e sicurezza. Qualsiasi tattica che comporti pericolo è immancabilmente vista come sbagliata, a prescindere da quanto sia evidentemente efficace. Guardatela sotto questo aspetto, se foste voi sotto la ghigliottina, vorreste avere qualcuno che agisce per voi oppure preferireste intrattenere un interessante dibattito filosofico riguardo la vostra imminente condanna a morte e di come ci stiamo attivando per riformarne le modalità entro il 2045? La codardia non è una virtù e il coraggio non è un vizio.

Resistere al Sistema ed accettarne le conseguenze

Quando combatti il Sistema, lui è già pronto a contrattaccare. A seconda di quanto sei efficace, l’oppressore determina il grado della sua reazione. Accettare le conseguenze, non significa accettare la repressione governativa. Quello che intendo è di aspettarsi una reazione. Non importa quanto sei ‘entro i tuoi diritti’, o quanto ‘contrario ad attività illecite’ tu possa essere, non sei tu a decidere la pena che ti verrà corrisposta. Lo fanno alcuni poliziotti, agenti federali o investigatori e loro non sono altro che tutori degli interessi di aziende private. In una società dei consumi tu hai il diritto di acquistare degli oggetti e di stare zitto. Al contrario, l’unico vero crimine è disobbedire a come le cose vanno solitamente. Quando sei preparato alla reazione del governo, dello Stato, agli imbrogli legali, sparisce l’elemento di sorpresa ed è uno strumento potente da togliere dalle loro mani. Per certi versi è un complimento. Se i tutori dello sfruttamento animale pensano bene di noi, allora dovremmo pensare il peggio di noi stessi.

Non possiamo smettere di opporci al Sistema. Finché non vediamo cambiamenti nella società, le azioni per la Liberazione Animale e della Terra dovranno non solo esserci, ma aumentare. Non c’è un solo approccio onnicomprensivo. Lo sfruttamento animale non è una tematica semplice, è complessa e ha molte facce. Comprende molte specie animali e la Terra, nostra casa comune. Quindi quando parlo di resistenza, non sto parlando di un’unica tattica o di un’unica strada da seguire. Sto parlando della rabbia che tiene vivo ed attivo il nostro Movimento, una vera minaccia alla schiavizzazione e all’oggettivazione delle specie animali. Che si sia scrittori, attivisti di strada, educatori, filosofi, o semplicemente vegani, é giusto e necessario percepire l’urgenza e l’impellenza della nostra lotta e del dolore e della sofferenza degli animali; senza passione, la resistenza è soltanto l’ennesima parola vuota. Mentre il veganismo ed i diritti animali cominciano a farsi spazio sul piano collettivo delle coscienze, è fondamentale che il messaggio non si perda nel vento.

Sono incredibilmente felice dei risultati ottenuti negli ultimi 10 anni. Anche come prigioniero, ho la possibilità di chiedere ed ottenere cibo vegan. Ma come l’aspetto pubblico del veganismo cresce, così deve essere anche per la base del movimento; altrimenti diventerà soltanto un altro settore di mercato, crescendo parallelamente alla tradizionale alimentazione cruenta ma senza ridurla significativamente.


Noi attivisti abolizionisti per la Liberazione Animale non possiamo lasciare che i pubblicitari trasformino il veganismo in un gruppo di ipocondriaci fissati con il cibo, o lasciare che i diritti animali siano semplicemente parte del dibattito filosofico sociale.
Le ragioni per cui ci battiamo sono questione di vita o di morte per noi e per moltissimi altri. Cominciamo a trattarle con la serietà che meritano e non come una dieta alla moda.

Liberazione Animale, ad ogni costo!

Walter Bond
dalla gabbia degli oppressori, Golden, Colorado.

Hoka Hey!
Nessun Compromesso in Difesa di Madre Terra!

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Fonte: Indymedia Lombardia

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