Monthly Archives: Novembre 2009

L’homo sapiens sapiens specie primitiva?

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L’uomo moderno Homo sapiens è un primate della famiglia degli ominidi, unica specie vivente del genere Homo.

Secondo voi quale specie su questo pianeta è quella più primitiva?

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Australia novembre 2009. Il Governo decide di abbattere 6.000 dromedari.

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Nepal  novembre 2009. Gadhimai Festival verranno sacrificati 300.000 animal (bufali, capre, pecore, polli, piccioni e topi)
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Giappone. Ogni anno vengono uccisi da 20.000 a 22.000 specie di delfini (stenelle, tursiopi , globicefali e focene)
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Danimarca Isole Far Oer. Ogni anno un rito locale porta al massacro di centinaia di balene.
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Sud Africa. Riaperta la caccia agli elefanti.
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Canada. Negli ultimi 4 anni sono state massacrate 1 milione e 300.000 foche.
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Cina. I cinesi mangiano le ultime tigri rimaste! Negli ultimi 100 anni il numero delle tigri si è ridotto del 95%. Nel 2005 si contavano, nelle zone-rifugio, tra i 20 e i 50 esemplari,ad aprile di questo anno il numero è sceso a solo 6-14 tigri rimanenti.
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E in Italia?
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Perdonatemi se mi è scappata qualche altra “piccola” crudeltà da segnalare verso questi esseri indifesi.
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La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono
giudicare dal modo in cui tratta gli animali.
M. K. “Mahatma”
Gandhi (1869-1948)

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Napoli 2-3-4 Dicembre 2009 : Tre giorni di Media Indipendenti

 

Tre giorni di Media Indipendenti

[workshop]

2-3-4 Dicembre 2009

 

 

Napoli – Palazzo Gravina 

Facoltà di Architettura – Terzo Piano Autogestito

 

Pensiamo che la comunicazione indipendente sia una necessità
irrinunciabile dei nostri tempi, a prescindere dal mezzo con cui si
attua. Streaming-radio, tele-street, web-site, carta stampata: sono
diverse le strade che abbiamo battute nel corso degli anni, in cui la
varietà dei percorsi seguiti e la loro differente maturità non ha
impedito che queste realtà si toccassero e lavorassero insieme a
progetti di rete, sia a livello locale che nazionale. Ne è esempio la
stagione del G8 di Genova, momento culmine delle lotte degli ultimi
anni ‘90 in cui fu ancora più palese che l’informazione non potesse
essere delegata ai media mainstream, schierati a difendere gli
interessi oligarchici della lobby di turno.

Per rilanciare queste pratiche e l’idea di una comunicazione dal
basso,comunitaria e indipendente, il 2, 3 e 4 dicembre invitiamo tutti
i mediattivisti locali e le realtà attive sul territorio nazionale al
Terzo Piano Autogestito della facoltà di Architettura, per cercare di
riallacciare i fili dei percorsi compiuti e incompiuti, tracciare un
profilo della situazione attuale e ipotizzare scenari futuri. Una festa
– perché la differenza passa anche nelle forme e non solo nei contenuti
– aperta, orizzontale, plurale. Un’occasione che rimetta in contatto
fra loro questi progetti; che rifletta, discuta, riaffermi cosa vuol
dire fare comunicazione indipendente e libera, al tempo in cui la
stampa mainstream si appella alla piazza per la difesa di una libertà
di espressione che vorrebbe arrogarsi il diritto di rappresentare.

in particolare vogliamo:

– condividere le nostre esperienze con chi questi progetti li porta
avanti da molto tempo, confrontarci sui percorsi, lo stato delle cose,
ricercare soluzioni tecniche e pratiche per superare la frammentazione
attuale.

– presentare il nostro lavoro attraverso workshop tecnici in modo da
condividere esperienze e conoscenze con chi vuole cominciare a fare
comunicazione indipendente: il nostro scopo è il contagio!

– discutere dei nostri strumenti e di quelli a disposizione, di come
stiano cambiando il sistema della comunicazione e le modalità di
sfruttamento economico del flusso informativo.

Noi ci mettiamo la proverbiale ospitalità dei mediattivisti napoletani con musica, chiacchiere, aperitivi.

Da voi ci aspettiamo quanto prima eventuali adesioni all’iniziativa.

Chi volesse collaborare alla costruzione della tre giorni può farlo iscrivendosi alla lista M.I.NA. (http://lists.teknusi.org/cgi-bin/mailman/listinfo/mina) usata per coordinare gli sforzi organizzativi.

Radiolina, Radio Di Massa, Terzo Piano Autogestito, Radiossina, Radiovostok, Napoli Monitor, Insu^tv, Radioazioni, Indymedia Napoli, Radio Onda Rossa

 

PROGRAMMA 

 

 


Schifani e il palazzo abitato dai boss

 

Schifani e il palazzo abitato dai boss

 

 

di Marco Lillo
 
C’è un palazzo a Palermo, vicino allo
stadio della Favorita, che spiega meglio di un trattato la mafia e
l’antimafia. I suoi nove piani sono un monumento alla prevaricazione
dei forti sui deboli, dei corrotti sugli onesti. Sono stati costruiti
in spregio a ogni norma con la complicità della politica, calpestando
con la ruspa i diritti di due donne inermi.

Ogni muro, ogni mattone, profuma di mafia. Chi ha eseguito
i lavori e chi li ha diretti, chi ha fornito il calcestruzzo e chi ha
fatto gli scavi, chi ha guadagnato vendendo gli appartamenti e talvolta
anche chi li ha comprati, è legato da vincoli di sangue o di cosca con
i padrini più blasonati di Palermo: Madonia, Bontate, Pullarà, Guastella, Lo Piccolo. Il capo dei lavori, Salvatore Savoca,
è stato strangolato perché non voleva dividere il boccone di cemento
con un clan più forte del suo: i Madonia. L’assessore che ha dato la
licenza è stato condannato per le mazzette ricevute in cambio della
concessione. Il costruttore Pietro Lo Sicco è stato condannato per
mafia e corruzione ed è in galera. Il palazzo è stato confiscato e le
vittime, Rosa e Savina Pilliu, hanno ricevuto in affitto dallo Stato
l’appartamento nel quale dormiva Giovanni Brusca, l’uomo che ha schiacciato il telecomando della strage di Capaci.

Sembrerebbe una storia semplice nella quale è persino
troppo facile scegliere da che parte stare. E invece la storia di
Piazza Leoni dimostra che la vita è fatta di scelte, mai scontate.
Questo palazzo incrocia il destino di due uomini famosi e distanti tra
loro: Renato Schifani e Paolo Borsellino. Il primo (prima che le
procure e i tribunali accertassero le responsabilità del costruttore
corruttore e mafioso) ha messo a disposizione la sua scienza per
sostenere il torto del più forte. Il secondo, nei giorni più duri della
sua vita, ha trovato il tempo per ascoltare le ragioni dei deboli. Quel
palazzo è ancora in piedi grazie anche ai consigli legali, ai ricorsi e
alle richieste di sanatoria dello studio legale Schifani-Pinelli del
quale il presidente del senato è stato partner con l’amico Nunzio
Pinelli negli anni chiave di questa vicenda, prima di lasciare il posto
al figlio Roberto. Mentre Schifani combatteva in Tribunale per Lo
Sicco, il giudice Paolo Borsellino, trascorreva le ore più preziose
della sua vita per ascoltare le signorine Pilliu.  (leggi tutto)