Monthly Archives: Ottobre 2008

il Manifesto: fateci uscire

Contro una pulizia etnica dell’informazione. Per il pluralismo e la libertà d’informazione. (madu)

 

 

Fateci uscire

Una nuova emergenza bussa alle nostre porte. Ha
qualcosa di simile alle tante dei nostri 37 anni di vita, perché sempre
di bilanci in rosso si tratta. Ma è molto diversa da tutte le altre che
l’hanno preceduta, perché stavolta non si tratta di raccogliere qualche
soldo per sopravvivere ma di trovare le risorse per una battaglia di
libertà che non riguarda solo noi.

Quello che ci assumiamo e a cui vi chiediamo di
partecipare è un compito tutto politico. I tagli ai finanziamenti per
l’editoria cooperativa e politica non sono misurabili «solo» in euro,
in bilanci che precipitano nel rosso, in giornalisti e poligrafici che
rischiano la disoccupazione. Sono lo specchio fedele di una «cultura»
politica che, dall’alto di un oligopolio informativo, trasforma i
diritti in concessioni, i cittadini in sudditi. Non sarà più lo stato
(con le sue leggi) a sostenere giornali, radio, tv che non hanno un
padrone né scopi di lucro. Sarà il governo (con i suoi regolamenti) a
elargire qualcosa, se qualcosa ci sarà al fondo del bilancio annuale.
Il meccanismo «tecnico» di questa controrivoluzione lo abbiamo spiegato
tante volte in queste settimane (e continueremo a ricordarlo), ma il
senso politico-culturale dell’operazione è una sorta di pulizia etnica
dell’informazione, il considerare la comunicazione giornalistica una
merce come tante altre. Ed è la filosofia che ha colpito in questi
ultimi anni tanti altri beni comuni, dal lavoro all’acqua.

Noi ci batteremo con tutte le nostre forze e
pubblicamente contro questa stretta: porteremo questo obiettivo in
tutte le manifestazioni dell’autunno appena iniziato, stringeremo la
cinghia come abbiamo imparato a fare in 37 anni di vita difficile ma
libera, incalzeremo la politica e le istituzioni perché ne va della
democrazia, spenderemo l’unico nostro patrimonio, cioè il nostro
lavoro, per fornire il supporto giornalistico a questa battaglia di
civiltà. E ci apriremo all’esterno ancor di più di quanto abbiamo fatto
fino a oggi per raccogliere forze e saperi nuovi e capire come essere
più utili a chi si oppone ai poteri che ci vogliono morti.

Faremo tutto questo, come sempre e più di sempre.
Ma oggi siamo di nuovo qui a chiedere aiuto ai nostri lettori e a tutti
coloro che considerano un bene essenziale il pluralismo e la libertà
d’informazione. A chiedervi di sostituire ciò che questo governo ci
nega con uno sforzo collettivo. In un panorama politico e culturale
disastrato, di fronte alla lunga sconfitta che in un ventennio ha
smantellato la stessa idea di «sinistra», non ci rassegneremo alla
scomparsa. Perché, a differenza del protagonista di «Buio a
mezzogiorno» di Arthur Koestler, non crediamo che «morire in silenzio»
sia una lodevole testimonianza finale. Se questo governo e i poteri che
rappresenta vogliono chiuderci, noi vogliamo riaprire. Con tutti voi,
perché altrimenti è impossibile.

 

 

Ecco come potete partecipare alla nostra campagna di sottoscrizione:

On line, versamenti con carta di credito sul sito ed è il metodo più veloce ed efficace.

-telefonicamente, sempre con carta di credito, al
numero 06-68719888, o via fax al numero 06-68719689. Dal lunedì al
sabato, dalle ore 10,30 alle 18,30. Dove potete telefonare anche per
segnalare, suggerire e organizzare iniziative di sostegno.

-Con bonifico bancario presso la Banca popolare
etica – Agenzia di Roma – intestato a il manifesto – IBAN
IT40K0501803200000000535353.

-Con Conto corrente postale numero 708016, intestato a il manifesto Coop. Ed. Arl. – via Bargoni 8 – 00153 Roma.

 


Napoli: il Tempo dei Bambini

 

Il tempo dei Bambini

 

Tutte le domeniche mattina alle 11,00
presso il piccolo teatro di
via S.Giovanni Maggiore Pignatelli 35 – Napoli
spettacoli per bambini
di Guarattelle (marionette) e Teatro
I locali sono accessibili ai diversamente abili.


5 ottobre-guarattelle
"Guarattele del Vesuvio"
con Roberta Di Domenico"
 
12 ottobre-teatro
"Fiabe senza confini"
Compagnia est e ovest
con Osvaldo, Manuela Di Florio e Lucio Celaia

19 ottobre-teatro
"Il Clown-a-storie"
Spettacolo di storie stupori e clownerie
con Rodolfo Matto e Manuela Di Florio

26 ottobre-guarattelle
"La strada delle Guarattelle"
di e con Brunello Leone

2novembre-guarattelle
"Canta,canta,pulicenè"
con Irene Vecchia

9 novembre-teatro
"L’ospite indesiderato"
di e con Vera Vu
Giocoleria,magia semistupida e acrobatica idiota

16 novembre-teatro
"Razzullo e Sarchiapone"
Compagnia A.R.T.I.
con Marco Luciano e Lucio Celaia

23 novembre-guarattelle
"Guarattelle del Vesuvio"
con Roberta Di Domenico

30 novembre-guarattelle
"Canta,canta,pulicenè"
con Irene Vecchia

7 dicembre-guarattelle
spettacolo da definire

14 dicembre-teatro
"Un pesce che pesce non è"
Compagnia Sudduè
con Manuela Di Florio e Lucio Celaia,
due racconti di voce, corpo e musica

21 dicembre-teatro
"Razzullo e Sarchiapone"


28 dicembre-guarattelle.
"Pulcinella e il cane"
di e con Roberto Vernetti
 
Per informazioni: 081/4288100
www.cantolibre.it - info@cantolibre.it

 

 

 


Tradizioni violente: il circo.

Con un biglietto che acquistiamo per un’ora di divertimento e per ammirare animali selvatici condanniamo gli stessi ad una sofferenza che dura 20, 30 o 40 anni.  (madu)

 

 

IL
CIRCO: COS’E’

Il circo con gli animali oggi serve a farci ricordare ciò che
un tempo veniva considerato per tradizione un intrattenimento accettabile,
quando lo spettacolo pubblico includeva ad esempio l’impiccagione,
il combattimento dei galli e la lotta tra i cani e le grandi prede, come
l’orso e il toro (i cani venivano aizzati contro orsi e tori legati
per le zampe, il collo o le corna). Il circo con animali rappresenta un’era
in cui poco o nulla era capito dei bisogni delle altre specie. Tuttavia,
oggi, grazie a numerosi studi scientifici effettuati a livello mondiale,
abbiamo grandi conoscenze in questo campo.

Nel circo gli animali sono confinati in piccoli spazi, incatenati, e costretti
a restrizioni in ogni area della propria vita. Elefanti incatenati fino
a 20 ore al giorno senza alcuna possibilità di movimento, leoni
chiusi in vagoni di pochi metri per giorni interi. Gli unici momenti di
“libertà” sono quelli in cui vengono costretti con
metodi violenti ad eseguire ridicoli e grotteschi esercizi in completo
contrasto con la loro natura.

In natura i leoni e le tigri possono girovagare per migliaia di chilometri
per cacciarsi le prede mentre gli elefanti vivono in grandi gruppi di
famiglie, costantemente in movimento, camminando fino a 30 chilometri
al giorno.

Agli animali del circo non è permesso esprimere i loro comportamenti
naturali e il risultato è la noia, la frustrazione e chiari segnali
di comportamenti stereotipati anormali. Questo stato confinato non è
stato riscontrato solo in alcune specie bensì in tutte, tranne
qualche rara eccezione, come per esempio i cani.

Gli abusi sono parte della vita quotidiana per gli animali del circo,
che siano uno scappellotto, un pugno, una punzonata, un’uncinata,
una frustata o una bastonata. Quando gli abusi non sono fisici, sono verbali,
intimidatori, in tono aggressivo come se l’animale dovesse capire
ogni parola che gli viene gridata in faccia.

E’ difficile immaginare il tormento fisico e mentale di dover trascorrere
tutto il giorno, tutti i giorni, chiusi in piccole gabbie, legati al suolo
da una catena lunga 1.5-2.5 metri e torturati in continuazione. Oltretutto
senza un solievo durante la notte, quando ancora, le catene limitano la
possibilità di sdraiarsi e girarsi. Questa è la vita degli
animali costretti a vivere in un circo per 20, 30 o 40 anni.

Pur mettendoci tutta la buona volontà del mondo, il circo non potrà
mai fornire le strutture, gli spazi e la tranquillità necessari
alla salute fisica e al benessere mentale degli animali.

Conoscendo quanto detto finora, il circo con gli animali dovrebbe essere
bandito per la violenza di cui è impregnato, ma soprattutto bandito
dalle scuole dove si dovrebbe insegnare la compassione e l’empatia,
ovvero la capacità di immedesimarsi negli altri; una delle qualità
umane più efficaci per prevenire, diminuire e/o eliminare la violenza
nei rapporti tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e gli animali.

E’ nostro dovere morale proteggere i più giovani da queste tradizioni
che non rispecchiano più il pensiero di un Paese moderno e civilizzato
e rendere attente le autorità sulla pericolosità di tutti
i modelli che istigano alla violenza già in tenera età.

Sempre in questa sezione del sito abbiamo riportato quale approfondimento,
i metodi attuali di addestramento nei circhi con animali in Europa, i
tempi calcolati in cui gli animali sono incatenati o chiusi in gabbie
minuscole, le conseguenze fisiche, psicologiche e gli abusi sugli animali.
Si tratta di piccoli estratti di uno studio molto dettagliato eseguito
in Inghilterra qualche anno fa sui circhi con animali, che ha portato
varie istituzioni pubbliche o private, compreso il National Geographic,
a palesare la violenza insita nell’uso di animali dei circhi. Nonostante
questo dossier sia specifico per il Regno Unito e riporti alcuni particolari
del circo con animali austriaco, molto del contenuto è estrapolabile
a situazioni generali molto simili alla realtà italiana (v. sezione
“La parola ai circensi”).In questo studio un team di ispettori
in incognito ha lavorato in diversi circhi coprendo tutti i ruoli, potendo
in questo modo studiare gli animali, i metodi di lavoro nei campi “base”
e i trasporti, per una durata di 16 mesi e un totale di 7’280 ore.
Tutte le attività sono state registrate su nastro video, inoltre
sono state utilizzate delle telecamere fisse che hanno ripreso le attività
degli animali per periodi di oltre 24 ore, 1 settimana, e 1 mese. E’
stato ripreso il comportamento degli animali sia in presenza del personale
dei circhi e sia quando erano da soli. La durata delle riprese corrisponde
a 375 ore.

Questo rapporto rivela la vita tediosa degli animali dei circhi, troppo
spesso caratterizzata dalle intimidazioni e dalle percosse.

 
Per approfondire : www.tradizioniviolente.org