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Elezioni in Rete: chi vince?

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Chi vince le elezioni su Internet?

I valori in campo in Rete non ricalcano necessariamente quelli del Paese. Un’analisi dei cinguettii e dei mi piace rivela le migliori strategie digitali

di Luca Annunziata

Se le prossime elezioni politiche le vincesse chi ha più follower e like in Rete, non ci sarebbe storia: Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle avrebbero vita facile. Segue Vendola, poi Renzi, Berlusconi, Bersani e infine Monti. Ma, oltre a questo, conta anche la capacità del politico nel coinvolgere i propri sostenitori nella conversazione: in quel caso Ingroia batte tutti, e anche Casini non scherza.

I risultati di questa sorta di “sondaggi” in Rete sono raccolti nello studio SocialWebPolitik, realizzato da Almawave (una società del gruppo Almaviva), che ha analizzato le conversazioni su Twitter e Facebook per valutare le differenze tra le diverse strategie di comunicazione adottate su Internet dai diversi candidati e schieramenti politici. Oppure, anche, per cercare valutare il peso che le dichiarazioni di un personaggio o le materie che affronta su Web possano influire sul successo presso il pubblico dei suoi profili social.

“Per effettuare questa analisi è stata utilizzata una parte della nostra piattaforma tecnologica Iride, chiamata IrideAware, utile per approfondire le discussioni e i commenti su un certo argomento – spiega a Punto Informatico Valeria Sandei, che di Almawave è amministratore delegato – In realtà la nostra piattaforma può effettuare un monitoraggio più ampio e in tempo reale delle dinamiche Web, e oltre a un’analisi quantitativa può produrre anche un’analisi qualitativa: comprendere quello che noi definiamo sentiment associato a un argomento, in altre parole se di un dato fenomeno si parla bene o male, oppure cogliere temi emergenti”.

Anche così, tuttavia, si possono raccogliere informazioni interessanti: per esempio, nello studio relativo a metà gennaio si scopre che l’interazione dei follower di Berlusconi era decisamente maggiore che all’inizio di febbraio, confermando il trend: segno probabilmente che l’attenzione del suo elettorato si è spostata su altri canali di comunicazione, o che è cambiata la strategia per avvicinare i cittadini. Su Twitter si muove invece molto bene Monti, che ha un indice di gradimento da parte dei navigatori in termine di follower rispetto al numero di tweet molto alto, e lo stesso si può dire per Renzi. Giannino si difende bene su Twitter, mentre su Facebook il vero asso è Ingroia: il 93 per cento di chi ha cliccato su “like” sulla sua pagina ufficiale interagisce con il candidato e il suo staff.

Lo studio Almawave poi mette in evidenza un altro tipo di analisi: quella del buzz su Twitter, ovvero quanto effettivamente gli utenti della piattaforma discutano di un personaggio e delle sue idee nei loro cinguettii. In questo caso il più costante di tutti è ancora una volta Grillo, che rimane sempre sul podio; Berlusconi, dopo l’exploit iniziale, ancora una volta cede terreno e alla fine il distacco tra lui, il comico leader del M5S e il premier uscente Monti non è troppo marcato.

Diverso il discorso per la eco, ovvero la capacità di un messaggio di farsi strada tra i netizen: un indice che, almeno in teoria, dovrebbe premiare i contenuti (pur nella loro discutibilità) rispetto alla vastità delle platee. La sorpresa è che Oscar Giannino detiene il primato indiscusso di questa classifica: il distacco in termini di efficacia comunicativa rispetto agli avversari supera il 20 per cento, con punte anche del 50 rispetto a leader affermati come Gianfranco Fini.

Si tratta in ogni caso di dati la cui natura può essere soggetta a interpretazioni: “Il nostro software consente di integrare informazioni e contenuti che provengono da qualsiasi canale di contatto – prosegue Sandei – che siano SMS, che siano email, messaggi lasciati su un portale, telefonate a un contact center: qualunque tipologia di canale contribuisce a trarre evidenze. Il software esegue l’analisi in forma autonoma, e presenta il risultato in una dashboard: il risultato non viene manipolato, e deve essere interpretato. Avere un retweet su un argomento può essere un fattore positivo o negativo a seconda dell’argomento”.

Valutare quindi la mera quantità di cinguettii e mi piace non basta a rappresentare il quadro dell’elettorato in Rete: il fatto che Grillo sia indubitabilmente il più popolare dei protagonisti di questa campagna per le politiche su Facebook e Twitter dice poco rispetto all’effettiva portata della sua base elettorale o del successo che otterrà al voto. Nella versione “rosa” dello studio, il primato va a un politico giovane come Deborah Serrachiani: a dimostrazione del fatto che la platea Internet non è direttamente sovrapponibile all’elettorato complessivo. “È chiaro che per dare un’interpretazione ai contenuti che emergono è necessaria una figura esperta della materia – continua ancora Sandei – esperti di comunicazione e sociologia in grado di comprendere i dati e trarne valore per consigliare una strategia di marketing a un’azienda o di suggerire un approccio diverso per il rapporto col pubblico”.

Il principio si applica, come detto, a tutte le sorgenti analizzate: nel caso di SocialWebPolitik sono stati analizzati solo Twitter e Facebook, ma ad esempio l’altro studio SentiMonti prende in considerazione anche Google+, e la piattaforma Iride include altri moduli in grado di applicare criteri semantici e ontologie ai dati aziendali e persino alle conversazioni che intercorrono tra gli operatori telefonici e i clienti che chiamano il servizio di assistenza. In altre parole, quello della politica è solo un passatempo che mostra di cosa è in grado la tecnologia sviluppata da Almawave.

Il prossimo pallino dell’azienda italiana, che è parte del gruppo Almaviva (22mila dipendenti) ed è anche già attiva sul mercato brasiliano mentre progetta di adattare il suo software anche alla lingua russa, cinese e turca, è il Festival della Canzone. SocialWebSanremo è il primo capitolo dell’analisi delle reazioni in Rete rispetto all’appuntamento musicale, che sarà seguito in tempo reale per valutare il gradimento per i cantanti in gara e su tutto quanto accadrà sul palco del Teatro Ariston da parte di blog, social network e YouTube.

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Fonte: Punto Informatico


Twitter violati i server. 250mila il numero di account interessati dall’attacco

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Twitter sotto attacco

Il servizio di micro-blogging preso di mira da ignoti che riescono a penetrare nei server. Potenzialmente compromessi centinaia di migliaia di account. Dalla società messaggi contraddittori sull’origine del problema

di Alfonso Maruccia

Twitter è sotto attacco, e questa volta non si tratta di un falso allarme: e lo stesso blog dell’azienda ad annunciare che, nel corso della scorsa settimana, i server del servizio di micro-blogging hanno registrato percorsi di accesso “inusuali” nel tentativo di rubare informazioni degli utenti.

Twitter stima in circa 250mila il numero di account interessati dall’attacco, con gli ignoti assalitori che si sono guadagnati l’accesso a informazioni “limitate” comprendenti nomi utente, indirizzi email, token di sessione e versioni cifrate delle password di accesso.

Si è trattato di un attacco bloccato in pieno divenire, dice la società, un lavoro “estremamente sofisticato” che fa parte di un piano di più ampio respiro: Twitter chiama direttamente in causa le intrusioni non autorizzate nei server del New York Times e del Wall Street Journal rese pubbliche nei giorni scorsi.

Il servizio di micro-blogging consiglia agli utenti di cambiare la password, disabilitare Java e altri componenti vulnerabili presenti sul sistema, mentre per le 250mila potenziali “vittime” è in viaggio una email che spiega ciò che è accaduto e come ripristinare l’accesso a Twitter con una password nuova di zecca.

E in attesa di conoscere il risultato finale delle indagini in corso, proprio la suddetta email fa nascere l’ennesimo “giallo” su un caso in divenire: nella missiva Twitter parla di account compromesso “a causa di un sito web o servizio non associato con Twitter”, un commento che stride pesantemente con la spiegazione data dal blog corporate e cioè che i cracker sono entrati nei server della società senza alcun intervento dell’utente. Problemi alle comunicazioni interne o sintomo di scenari complessi dietro l’attacco?

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Fonte: Punto Informatico

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I politici, Twitter e la compravendita dei follower

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Twitter, nuovo tempio della comunicazione politica?

di Cristina Sciannamblo

Una ricerca mette in luce la massiccia presenza dei leader politici sulla piattaforma da 140 caratteri. Un nuovo canale di costruzione del consenso e interazione con l’opinione pubblica. Che non sfugge ai fan di Berlusconi

Il 2012 potrebbe essere ricordato anche come l’anno che ha segnato il definitivo sbarco della comunicazione politica su Twitter, osservazione contenuta nei risultati di una ricerca condotta da The Digital Policy Council (DPC), think tank internazionale e apartitico, che ha studiato l’uso dei social media da parte dei capi di stato di tutto il mondo.

Lo studio informa che il 75 per cento dei capi di governo è presente sulla piattaforma cinguettante. Sono stati presi in considerazione 164 paesi, rilevando che 123 di essi presentano un account, personale o istituzionale, che fa capo al proprio premier: un cambiamento rilevante rispetto al 2011, in cui la presenza su Twitter si attestava su livelli bassi, con soli 69 paesi su 164. Secondo il tasso di crescita annuale composto (CAGR) elaborato da DPC, il 93 per cento dei leader politici possiede un profilo cinguettante, un crescita progressiva che, dal 2010, ha raddoppiato i risultati, segnando un nuovo canale e nuove modalità di comunicazione per la costruzione del consenso e l’interazione con l’opinione pubblica.

Tra i profili in evidenza, spicca, per numero di follower, quello del Presidente statunitense Barack Obama, che, grazie ai suoi 25 milioni di seguaci, si conferma il leader più seguito. A seguire, Hugo Chavez, capo di stato del Venezuela, con quasi 4 milioni di follower. Numeri che attestano anche la crescita dell’influenza espressa da Twitter, sia in termini di utenza sia per la qualità della funzione ricoperta come amplificatore di istanze e rivendicazioni politiche.

Le potenzialità della piattaforma di microblogging non sembrano essere sfuggite neppure all’ex premier Silvio Berlusconi, o perlomeno a un manipolo di suoi fan. Recente, infatti, è la nascita dell’account cinguettante Berlusconi2013, riconducibile a non meglio specificati “volontari digitali” legati al Cavaliere. Il profilo non è sfuggito al controllo di diversi osservatori, i quali hanno sollevato una polemica circa la presunta compravendita di follower che risiederebbe dietro alla crescita vertiginosa della popolarità del profilo. Un fenomeno subito spiegato dai gestori dello spazio: “Abbiamo rilevato 2893 follower riconducibili a un “bot” – dichiara il massaggio firmato staff – saranno prontamente rimossi nelle prossime ore”.

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Fonte: Punto Informatico

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