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Questa ci mancava: “Alcuni tumori sono provocati dal diavolo”

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Esorcista Don Macchioni: “Alcuni tumori sono provocati dal diavolo”

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di Gisella Ruccia

Ci sono dei tumori provocati dal diavolo e da problematiche spirituali. Esistono dei casi che posso dimostrare senza spiegare, nel senso che sono indimostrabili ma ci sono”. Sono le parole di Don Ermes Macchioni, esorcista e parroco di San Michele dei Mucchietti di Sassuolo, ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24. “Ci sono delle problematiche di tipo spirituale che possono essere guarite solo dall’esorcista” – continua – “e non dallo psicologo o dallo psichiatra, perché il demonio non è una malattia. Da vent’anni faccio circa due esorcismi al giorno, quotidianamente 24 ore su 24 vengo bombardato da chiamate di persone possedute dal demonio”. E aggiunge: “Coi posseduti non ho mai corso alcun pericolo perché sono protetto dalla Madonna. Solo una volta ricevetti un pugno sul naso da una fanciulla di 12 anni indemoniata”. Il sacerdote si esprime anche sulla festa di Halloween, di cui è uno strenuo detrattore: “Non ce l’ho con la festa in sé, ma è un problema di coerenza per i cristiani battezzati che festeggiano questa festa pagana, creata in origine per rendere onore al “grande cornuto”. E il grande cornuto è il diavolo”. E spiega: “Tutte le feste pagane sono, in realtà, orientate al diavolo. Poi la festa di Halloween è stata americanizzata, commercializzata ed addolcita, però è così. I bambini, in realtà, dovrebbero festeggiare il 31 ottobre andando in parrocchia vestiti di bianco, per adorare i Santi. Perché i bambini dovrebbero vestirsi di nero quel giorno? Non è assolutamente la “festa della zucca”” – prosegue – “il 31 è anche la festa della wicca, delle streghe. Io come educatore e prete me la prendo coi cristiani che dicono di essere di Gesù Cristo e poi adorano il cornuto” .

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Fonte: tv.ilfattoquotidiano.it

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Associazione Italiana dei Registri Tumori. Gli organi più colpiti: colon, seno e prostata

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Colon, seno e prostata i tumori più diagnosticati in Italia

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Nel 2015 il 2,5% delle donne sarà reduce da una diagnosi di tumore al seno, stima l’Associazione Italiana Registri Tumori. Aumentano i casi ma anche le guarigioni. Preoccupa il fumo per giovani e donne, così come l’obesità nella patria della dieta mediterranea. Con la crisi ancora più necessario prevenire

di Donatella Barus

I tumori più diagnosticati in Italia sono quelli del colon-retto, del seno e della prostata e tali resteranno anche negli anni a venire. Sono queste le stime dei ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori (Airtum), pubblicate nel numero monografico della rivista Tumori e consultabili sul sito www.tumorionline.it.

I DATI – I ricercatori hanno stimato che nel 2012 in Italia si siano registrate 54.000 nuove diagnosi di tumore colorettale (oltre 31.000 negli uomini e oltre 23.000 nelle donne), più di 50.000 nuovi casi di tumore della mammella e più di 42.000 di tumore della prostata. Quest’ultima patologia ha ormai “sorpassato” i tumori del polmone, che appaiono in riduzione fra gli uomini. In calo anche i tumori dello stomaco in entrambi i sessi (nel 1970 era il secondo più frequente, ora è quello meno frequente per gli uomini) e quelli della cervice uterina.

PIU’ CHE RADDOPPIATO IL RISCHIO PER I POLMONI DELLE DONNE – Aumenta il numero delle nuove diagnosi, ovvero l’incidenza, dei melanomi cutanei e dei tumori polmonari fra le donne, con più di 10.000 nuovi casi l’anno, è destinato a diventare la seconda causa di morte per tumore nelle donne dopo il tumore del seno. Alla fine degli anni ’80 si registravano 94 casi  di tumore al polmone ogni 100.000 uomini e per il 2015 se ne stimano 56. Nel 1970 erano 8 casi ogni 100.000 donne, fra poco saranno 20. La ragione principale è l’abitudine al fumo. Quello che colpisce il polmone femminile è anche l’unico tumore fra i 7 considerati dai ricercatori per il quale si registra una mortalità in aumento: per tutti gli altri crescono le possibilità di guarigione, certamente anche per il miglioramento della diagnosi precoce e per i programmi di screening.

SENO: PIU’ DIAGNOSI, PIU’ GUARIGIONI – Il tumore del seno mostra un costante aumento del numero di nuovi casi, da 43 a 120 casi ogni 100.000 persone l’anno negli ultimi 40 anni, soprattutto per le attività di screening organizzato che portano a fare molte più diagnosi, precisano gli autori. Questo trend continuerà almeno fino al 2015. La mortalità , al contrario, diminuisce (il picco negativo è stato raggiunto alla fine degli anni ’80, con 29 decessi ogni 100.000 persone l’anno, fra un paio d’anni si prevede saranno 17). Aumenta rapidamente, invece, la prevalenza, ovvero il numero di donne che vivono dopo aver avuto una diagnosi di tumore al seno, e saranno circa 2,5 su 100 nell’Italia del 2015.

GAP REGIONALI – Restano evidenti le differenze fra regioni. Ci si ammala di tumore più al centro-nord, ma le distanze si accorciano e in alcuni casi il tradizionale “vantaggio” epidemiologico del meridione svanisce. I nuovi casi di tumori del seno, ad esempio, sono in rapido aumento fra le donne del sud, mentre non viaggia di pari passo la riduzione della mortalità per lo stesso tumore. Lo stesso accade per i tumori del polmone maschili e per la prima volta si stima nelle regioni del sud una incidenza superiore a quella del centro-nord.

PIU’ VECCHI, PIU’ POVERI, PIU’ GRASSI – In un’analisi sulle pagine della stessa rivista, un gruppo di epidemiologi evidenzia i punti critici della lotta ai tumori in Italia. L’invecchiamento della popolazione è legato a un aumento del peso sociale e sanitario dei tumori, patologie che colpiscono per i due terzi persone anziane, spesso sole e senza supporti familiari e sociali. Il difficile contesto economico fa il resto, con le famiglie e gli anziani che tenderanno sempre più a ridurre le spese sanitarie. Particolarmente preoccupante in questo senso è la situazione della Liguria. Altri segnali preoccupanti sono il tasso dei giovani fumatori, che non scende nonostante si noti una certa sensibilità alle campagne no smoking da parte degli uomini. Fra i 24 e i 54 anni, non a caso, l’incidenza dei tumori del polmone è praticamente la stessa fra maschi e femmine. Infine, prosegue la dissipazione di un patrimonio di salute: aumenta la percentuale di persone obese e in sovrappeso –  e l’incidenza dei tumori correlati – in tutta Italia e anche nelle regioni del sud, laddove la dieta mediterranea era di casa.

COME MIGLIORARE? – I dati raccolti permettono di trarre delle conclusioni  e di porre obiettivi concreti per alleviare l’impatto delle malattie oncologiche sugli italiani e sulle casse dello Stato. Un primo obiettivo è migliorare la copertura degli screening organizzati, dato che nelle aree del centro nord, dove lo screening mammografico è attivo da più tempo e ha raggiunto una buona copertura di popolazione, la mortalità per tumore al seno sta calando più in fretta rispetto al Sud, dove ancora oggi la copertura non è ottimale. Altre misure puntano a rendere più efficiente la cura dei pazienti e comprendono la centralizzazione dei trattamenti in centri accreditati con maggior volume di interventi, la costituzione di prostate o breastunits, la definizione e l’implementazione di linee guida basate sull’evidenza. Vista la peculiarità del tumore al polmone femminile, è necessario anche intervenire sul tabagismo di donne e ragazze, mentre per la prevenzione primaria del colon-retto è d’obbligo contrastare l’obesità.

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@donatellabarus

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Fonte: fondazioneveronesi.it

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Spazzatura e tumori in Campania lo scandalo del registro che non c’è

Nella regione più devastata d’Italia non esiste l’unico strumento accettato dai tribunali per mettere in relazione le malattie tumorali con la presenza di discariche e sversatoi abusivi.


Il registro dei tumori della regione Campania non è mai stato attivato. Per le strade di Terzigno ancora oggi la gente scende in strada in protesta contro l’apertura di una nuova discarica, ma nella regione dell’infinita emergenza rifiuti e degli sversamenti abusivi di fanghi tossici dimostrare una correlazione tra malattie e inquinamento non è possibile.

La scoperta del vuoto è merito di un meticoloso lavoro di ricerca fatto da Vittoria Operato, avvocato e consulente giuridico dell’Isde (Associazione Internazionale Medici per l’Ambiente). Uno strumento come il registro dei tumori è fondamentale per mettere in relazione, attraverso studi ufficiali, gli incrementi di casi di cancro con l’esposizione a ipotetici fattori di rischio.

In altre parole, senza il registro è impossibile stabilire una relazione, valida in tribunale, tra un’impennata di tumori su un certo territorio e la presenza nei paraggi di una discarica o di un sito di smaltimento di rifiuti tossici. A nulla servono sotto il profilo legale gli studi di scienziati indipendenti o le analisi epidemiologiche condotte da medici ed esperti che si battono contro l’inquinamento ambientale nella Regione. Può fare testo solo il registro tumori. Che in quasi tutte le regioni esiste. Ma non nella terra devastata dalla più grave emergenza rifiuti del dopoguerra, dove le cave hanno ingoiato per decenni le scorie delle fabbriche del Nord, dove quotidianamente si scoprono casi di inquinamento delle falde acquifere, e dove la spazzatura viene bruciata impunemente per strada lungo i vialoni dell’hinterland napoletano, sprigionando quantità industriali di diossine, come testimoniato da decine di video messi in rete dall’associazione “La Terra dei Fuochi”.

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Fonte: Il Fatto Quotidiano