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Nestlé sotto processo. Avrebbe spiato gli attivisti di Attac

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La multinazionale svizzera avrebbe incaricato una società privata di spiare gli attivisti che stavano preparando un libro denuncia. Almeno due agenti sarebbero stati infiltrati nel gruppo, fornendo rapporti riservati. Il processo ricomincia a Losanna, le udienze sono aperte al pubblico. Un`irrepetibile occasione per conoscere il modus operandi di Nestlé.

Il 25 gennaio la multinazionale Nestlé e l`azienda di sicurezza privata Securitas si sono presentate in tribunale a Losanna, per difendersi dall`accusa di aver spiato il movimento ‘no-global` ATTAC. Questo processo, rimandato da lungo tempo, svelerà finalmente il segreto calato su questo scandalo.

Nestlé e Securitas sono accusate di sorveglianza illegale e violazione della privacy dei membri di ATTAC. Il procedimento è iniziato dopo che la Televisione della Svizzera Romanda rivelò – il 12 giugno 2008 – che un gruppo di attivisti del Canton Vaud, che stavano lavorando a un libro su Nestlé, è stato infiltrato e spiato da un addetto di Securitas su mandato della multinazionale svizzera.

La donna si inserì nel 2003 nel gruppo di attivisti usando il falso nome ‘Sara Meylan`. Partecipò agli incontro, anche a casa dei membri del gruppo, e ottenne accesso a informazioni interne, tra cui le ricerche degli autori del futuro libro, le loro fonti, i contatti in Svizzera e all`estero.

Nel settembre 2008, gli attivisti denunciarono ai magistrati un`altra spia di Securitas, attiva in ATTAC dal 2008, questa volta col suo vero nome. La difesa affermava che l`attività di spionaggio era terminata nel giugno 2004. Quando fu scoperto un secondo agente segreto, la compagnia affermò che non aveva più prodotto rapporti confidenziali per Securitas e Nestlé dal 2005.

Il procedimento fu sospeso il 29 luglio 2009 dopo un problema nelle indagini. Occorreva far luce su tre anni di attività coperta, dal 2005 al 2008. Adesso il processo riprende. Le udienze sono aperte al pubblico e sono un`irripetibile occasione per conoscere le modalità operative della grande multinazionale.

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Il procedimento è in corso a Losanna. Udienze pubbliche

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Fonte:  terrelibere.org     29/01/2012

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Approfondimento

Attac

Cos’ è Nestlè

Sito ufficiale dell’azienda

RIBN – Rete Italiana Boicottaggio Nestlé

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Finlandia: (Giustizia per gli Animali) – Attivisti sotto processo

Solidarietà a Karry e Saila! Contribuiamo a diffondere la notizia e, se possibile, doniamo qualcosa per la loro difesa in tribunale. (madu)

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In questi giorni alcuni membri dell’organizzazione Oikeutta Eläimille (Giustizia per gli Animali) stanno affrontando un processo molto difficile basato su accuse di diffamazione aggravata, per aver filmato diversi allevamenti di maiali in Finlandia nel 2009. 

10 allevamenti hanno chiesto danni per ‘maltrattamento psicologico’ (!) e perdita di profitto pari a 175.000 euro. Il processo è iniziato martedì 25 ottobre e gli attivisti rigettano tutte le accuse.

DI COSA STIAMO PARLANDO?

Nel 2009 l’organizzazione Oikeutta Eläimille (Giustizia per gli Animali) ha reso pubblica un’investigazione in 30 allevamenti di maiali. Video e foto sono stati mostrati su diversi media locali e nazionali tanto che l’iniziativa ha provocato un grosso dibattito su come i maiali vengono trattati negli allevamenti, scatenando dichiarazioni di condanna anche da parte di politici nazionali ed organizzazioni di vario genere.

Dopo due anni dopo non è accaduto nulla al riguardo e, al contrario, due attivisti (Karry Hedberg e Saila Kivelä) che pubblicamente avevano ammesso di aver filmato il materiale, sono stati accusati in maniera chiaramente pretestuosa. Durante le riprese nulla è stato danneggiato negli allevamenti filmati e gli stessi allevatori hanno ammesso pubblicamente di aver appreso di quanto accaduto solo dopo aver visto i filmati.
Non finisce qui, le due persone accusate devono rispondere anche di diffamazione aggravata per aver mostrato sul sito dell’organizzazione (www.oikeuttaelaimille.net) il collegamento al sito dell’investigazione (www.sikatehtaat.fi).

Possiamo immaginare cosa si nasconda dietro questo ‘processo-farsa’ in cui sostanzialmente viene criminalizzato chi ha esposto la tremenda verità sul trattamento di animali negli allevamenti investigati, lasciando chi sfrutta e uccide altri esseri senzienti apparentemente ‘senza colpe’ e legittimato da un sistema che evidentemente vuole difenderne l’esistenza.
Il processo è iniziato e verrà affrontato con tutte le carte possibili per difendersi da parte degli attivisti e dell’organizzazione stessa.

COSA PUOI FARE?

• Diffondi il più possibile questa notizia, il sito dell’organizzazione e il video dell’investigazione
• Per vedere e linkare i video nei 30 allevamenti: www.sikatehtaat.fi/sikalat
• Per vedere e diffondere immagini dell’investigazione: www.sikatehtaat.fi/media
• Se vuoi segnalare i video in cui vengono mostrato i problemi comuni in tutti gli allevamenti di maiali queste sono le traduzioni per ogni problema cliccando sulla seguente pagina www.sikatehtaat.fi/kampanja :
– vammat = ferite
– kuolleet siat = maiali morti
– hygienia = igiene
– tila = condizioni di vita
– käyttäytymishäiriöt = problemi comportamentali

• Per favore, è facilmente possibile immaginare dal punto di vista economico cosa comporta un processo del genere, considerate di donare qualcosa, quanto possibile, agli attivisti finlandesi.

Bank account:
IBAN FI32 5723 0220 4441 57
SWIFT/BIC OKOYFIHH

Name: Oikeutta Eläimille
Helsingin OP pankki OYJ
572302 Mikonkadun konttori
Mikonkatu 13
00100 Helsinki

VIDEO TRAILER DELL’INVESTIGAZIONE SOTTOTITOLATO IN INGLESE
CON GLI INTERVENTI DEGLI ATTIVISTI SOTTO PROCESSO

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Spagna: il potere dell’ingiustizia

Condannato Simone Righi, il nostro connazionale a cui hanno ucciso i cani.

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Si è concluso nel peggiore dei modi il processo che il Tribunale di Cadice, in Spagna, ha intentato contro Simone Righi, il nostro connazionale al quale avevano ucciso i cani. I fatti risalgono al 2007 quando Simone Righi e Jo Fiori (vedi articolo GeaPress) si recano in vacanza in Spagna. Pensano di trasferirsi e per questo mettono per alcuni giorni i loro cani a pensione. Li ritroveranno, invece, uccisi da un miorilassante vietato dalla legge. Qual canile funziona anche come canile convenzionato con le pubbliche amministrazioni ed a leggere le cronache dei giornali locali vengono in mente tante ipotesi di inciuci politici imprenditoriali da ricordarci le disgrazie gestionali del randagismo di casa nostra. I cani, in Spagna, dopo alcuni giorni dall’accalappiamento vengono uccisi e forse quelli di Jo e Simone vengono scambiati per randagi.

Gli animalisti locali non ne possono più e denunciano le strane connivenze che si vociferano esserci anche nel corso di una manifestazione indetta dopo la morte dei tra cagnetti di Simone. Partecipano anche i nostri connazionali. Simone mostra a tutti le foto dei suoi cani e mentre sta gridando la sua rabbia, nel vicolo dove erano stati chiusi dalla Polizia locale, viene gettato a terra e trasportato in prigione. Intanto, distante dal vicolo, vi è anche il Sindaco del paese. Il tutto viene filmato (vedi filmato) e ben documentato dai giornalisti locali.

Parte la denuncia contro il canile e stranamente parte anche il processo contro Simone. Accusato di che cosa? Dell’inverosimile. Nonostante quanto documentato dal video, Simone viene ora ritenuto colpevole di avere tentato l’aggressione al Sindaco. Poi viene anche accusato di avere resistito ai poliziotti, ed infine di aver loro procurato delle lesioni. Nel processo di primo grado, conclusosi lo scorso 24 gennaio, la Corte accetta l’improbabile tesi che il video è antecedente all’aggressione. Non si capisce però come Simone possa aver successivamente aggredito visto che viene portato via dalla Polizia locale. Il documento è talmente palese che dopo il primo arresto di Simone Righi la nostra rappresentanza diplomatica interviene finanche in una nota trasmissione televisiva condotta da Giancarlo Magalli per prendere le difese di Righi. Così la pensano centinaia di spagnoli presenti nei luoghi che hanno dato manforte alla tesi del nostro connazionale. Dello stesso tenore i racconti dei giornalisti locali che confermano al processo la sua deposizione.  (leggi tutto)

Guarda il video

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Fonte:  GeaPress

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