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A Napoli si nasconde il nuovo “Codice Da Vinci”

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Secondo le ipotesi della studiosa leonardiana Carla Glori, il cartiglio contenuto nel dipinto “Ritratto di Luca Pacioli con allievo” conservato nel Museo di Capodimonte, rappresenterebbe una sorta di matrice per decifrare un diario storico in cui è svelato un delitto avvenuto all’interno della famiglia Sforza.

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Una frase che sembra una formula magica – IACO:BAR:VIGEN/NIS P.1495 – scritta su un cartiglio del 1495, dipinto in un quadro famoso e di incerta attribuzione, si è rivelata portatrice di un codice e di una trama storico-biografica che riconduce a Leonardo da Vinci.

La scoperta è della studiosa leonardiana Carla Glori, che ha decrittato il cartiglio del “Ritratto di Luca Pacioli con allievo” conservato nel Museo di Capodimonte.

Fino ad oggi, nonostante la vistosa differenza della scrittura, la frase del cartiglio era stata interpretata come la firma di Iacopo de Barbari; la decifrazione della studiosa, posta online, dimostra che – diversamente da quanto finora creduto – quella scritta è un programma che genera informazioni storicamente documentate.

Decifrando il codice con la semplice aggiunta della parola “musca” (unica figura del cartiglio, accanto a IACO.BAR.VIGEN/NIS P.1495 ), la studiosa è stata in grado di estrarre le informazioni generate dalla scritta cifrata, verificandole con la documentazione storica.

Le lettere alfabetiche della scritta si decompongono e ricompongono in un gioco matematico e linguistico, in cui le parole si trasformano, formando duecento frasi di senso compiuto che risultano esatte alla verifica. Le frasi ottenute, raggruppate dall’autrice in insiemi omogenei per argomento, compongono la trama di un diario segreto, portato in luce dopo oltre cinquecento anni.

Tutte le duecento frasi contengono la parola – la “firma” – VINCI e si riferiscono all’opera di Leonardo, alle azioni svolte dal Pacioli nel dipinto e ai suoi scritti matematici. Inoltre le frasi relative al giovane accanto al frate – identificato in Galeazzo Sanseverino – localizzano il quadro in Vigevano, residenza ufficiale sforzesca.

La storia degli Sforza costituisce il filo conduttore della decifrazione, e la vicenda della morte del duca Gian Galeazzo nell’ottobre 1494 coincide con quanto riportato dagli storici, e cioè che si trattò di avvelenamento con arsenico ordinato dal Moro al “mago” Ambrogio da Rosate. Sono citati i nomi dei membri della famiglia alla data del cartiglio e inoltre vi compaiono frasi sulla commissione per il ritratto nuziale di Bianca Sforza (sposa del Sanseverino l’anno seguente), e descrizioni che, nell’intendimento del Pittore, prefigurano quel ritratto del tutto simile alla Gioconda.

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Secondo la ricercatrice, Leonardo – illusionista scenico e creatore di macchine e robot alla corte del Moro – sarebbe quindi l’artefice della scritta del cartiglio, ove avrebbe occultato un potente programma su base alfabetica per generare frasi firmate VINCI e in grado di connettersi tra loro, formando storie coincidenti con le vicende sforzesche dopo l’uccisione di Gian Galeazzo.

Si delinea l’identikit di un Leonardo temerario e capace di sfidare il potente di turno, una specie di “agente segreto” che, facendo passare il cartiglio cifrato sotto gli occhi del suo committente il Moro – simbolicamente identificato dalle decifrazioni con la oscura “mosca” – e delle sue spie di corte, corre un rischio mortale al fine di consegnare in futuro, a chi arriverà a decifrarla, la sua testimonianza sull’avvelenamento del venticinquenne duca da parte dello zio.

Il “cartiglio vinciano” ha viaggiato nel tempo e nello spazio, fino alla città che fu di Isabella d’Aragona. Se la scoperta verrà confermata, Napoli sarebbe quindi depositaria di un tesoro, poiché la decifrazione non solo apporta novità sorprendenti sull’opera e la personalità di Leonardo, ma ha pure importanti risvolti di pubblico interesse, dato il “valore ” che il quadro, di proprietà dello Stato, è destinato ad acquisire e date le conseguenti ricadute positive sul territorio Napoletano. I quadri attribuiti a Leonardo si contano sulle dita di una mano, e il cartiglio di Capodimonte ha caratteristiche tali da risultare unico al mondo.

Nel sottolineare che si tratta del primo “codice vinciano” scientificamente e matematicamente verificabile, e che l’obiettivo e i risultati della ricerca sono circoscritti al cartiglio, l’autrice considera le duecento frasi decifrate e firmate VINCI, quale contributo da assumersi nel lavoro di competenza dello storico dell’arte a contatto diretto col quadro.

 

Si rinvia al link www.carlaglori.com/cartiglio/ per la consultazione della “decifrazione 2013” e delle “148 soluzioni”.

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Fonte: TAFTER

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Libri: “Le strade raccontano” – Itinerari napoletani

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Premessa

C’è la Napoli più conosciuta, quella delle classiche vedute sul golfo, del Vesuvio più o meno fumante, del lungomare con Castel dell’Ovo in fondo, della piazza del Plebiscito restituita alla città, dei monumenti noti in tutto il mondo. È questa beninteso una Napoli autentica, che tutti amiamo e della quale andiamo orgogliosi. Tuttavia, non di rado, si tratta anche di una Napoli stereotipata, quasi un luogo comune del turismo, dal Grand Tourin poi, riecheggiato nelle gouaches, nelle cartoline, nelle canzoni tradizionali. C’è poi una Napoli meno nota al grande pubblico e, non di rado, agli stessi napoletani soprattutto quelli più giovani. È una Napoli più discreta, che non si fa notare da sola, prepotentemente, come la prima, ma che va cercata con maggiore pazienza, abbandonando i corsi, i viali, le piazze e avventurandosi lungo cavoni, cupe, salite, vicoli: si potrebbe sinteticamente dire lasciando l’asfalto per seguire il basolato. Sarà così possibile individuare traverse di cui, intenti alla guidadella propria macchina, non ci si è mai accorti, riconoscere monumenti ai quali, nella frenesia della vita moderna, non si è mai posta la dovuta attenzione, cogliere dettagli di strade o di edifici mai notati in precedenza. Naturalmente, le due Napoli di cui parliamo non sono scisse tra loro, né tantomeno contrapposte. Esse sono invece indissolubilmente permeate l’una nell’altra, nel continuo divenire storico del tessuto urbano.
Questi itinerari inconsueti, non turistici, da svolgere attraverso una Napoli “imprevista” ma intrisa di storia, di paesaggio, di fascino, sono stati pensati come invito ai napoletani ad abbandonare la pigrizia e riscoprire la propria città e, insieme con questa, le proprie radici. Una sorta di trekkingurbano che è anche un’opera di sensibilizzazione, una spinta a vivere e conoscere Napoli in una maniera alternativa, più a misura d’uomo.
Diciassette percorsi insoliti (bando alla superstizione!), frutto di una lunga ed assicuriamo sofferta selezione, che sono stati ideati per riscoprire angoli dimenticati o comunque meno noti della città. Diciassette itinerari per buoni camminatori, interessati ad ascoltare quello che le nostre strade raccontano, a riappropriarsi dei luoghi cittadini e della loro storia insediativa, sociale e culturale. Cogliere quindi la secolare sedimentazione storicoartistica, l’inestricabile stratificazione edilizia, la complessa e talora caotica vicenda urbanistica, l’enorme ricchezza che le passate generazioni hanno seminato e che oggi rischia quasi di scomparire nelle maglie fitte del tessuto urbano moderno ma, soprattutto, nella frenesia della vita attuale in cui non c’è tempo per soffermarsi sui dettagli. Inevitabilmente, il discorso, testuale e iconografico, si snoda non solo attraverso panorami mirabili e manufatti artistici di primo e primissimo piano ma anche in relazione ad aspetti più decadenti, talora squallidi, ma comunque parte di questa complessa città, dai troppi volti per essere una metropoli nel senso moderno e universale del termine ma da amare per quello che è. Non quindi un amarcord, un’operazione nostalgica, un “com’eravamo”, bensì una riscoperta di ciò che in realtà è presente nella città attuale ma che, spesse volte, ha bisogno di essere rivitalizzato, rischiando altrimenti di scomparire nel caos del paesaggio urbano contemporaneo e della vita moderna.

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Autore: Orlando Catalano

Editore: E.L.I Edizioni Librarie Internazionali

Prezzo:   €  24,95 

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Fonte: E.L.I

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Napoli 18-20 dicembre 2013: “Omovies” Festival di Cinema Omosessuale e Questioning

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Omovies

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Nato nel 2008, OMOVIES è il Festival di Cinema Omosessuale e Questioning della città di Napoli promosso dall’Associazione di Promozione Sociale i Ken ONLUS, che ha come intento il superamento dei preconcetti nei confronti delle persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender).
Omovies è ideato da Carlo Cremona e Marco Taglialatela ed è promosso dall’Associazione di Promozione Sociale i Ken onlus.
OMOVIES è un progetto sociale che nasce destinato ai giovani delle fasce marginali dell’area metropolitana di Napoli e della Campania e che in questa edizione apre una finestra alla maturità, alla terza età e agli amori tra le persone dai capelli d’argento.
Il grande valore culturale e sociale dell’evento che si conclude con il #GranGalà di OMOVIES è dato anche dalle innumerevoli iniziative ed eventi collaterali che accopagnano il festival, quali dibattiti, incontri tematici sul cinema, mostre d’arte, party, ecc.

Il festival cinematografico ed il concorso per cortometraggi è un evento di promozione territoriale e che rafforza la “cultura dell’amore” come strategia e antidoto alla subcultura dell’odio e della discriminazione. Vogliamo mostrare l’amore e le sue differenze,creare aggregazione sociale ( partendo da quella giovanile) un un luogo di riflessione, condivisione e sviluppo, che diviene opportunità di contaminazione tra giovani e meno giovani, tra giovani omosessuali, transessuali ed eterosessuali, tra uomini e donne che condividono i valori Costituzionali e della Pace.

OMOVIES è lo spazio ideale dove prendere parte attivamente al contrasto delle discriminazioni attraverso un percorso di formazione ed informazione fatto di immagini, suoni, parole ed emozioni; l’Arte del Cinema intesa come elemento di coesione sociale interculturale.

Vogliamo mostrare, descrivere ed interrogarci per capire, discutere e confrontarci su come il mondo omoaffettivo è percepito dal mondo nel quale viviamo, da noi stesse e noi stessi prima e poi dalle “altre”.

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Programma

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Vi invitiamo il 20 Dicembre #GranGalà @Omovies_it

 

per la proiezione del cortometraggio”Luigi e Vincenzo” (cortometraggio di 4’30” prodotto da OMOVIES) di Giuseppe Bucci (vincitore Premio Omovies 2012), con Francesco Paolantoni e Patrizio Rispo.

 Vincitore del Florence Queer Festival 2013 – MIGLIORE CORTO

 Official selection: Barcelona glbt film festival

 Three Dollar Bill cinema di Seattle

 Vinokino Festival glbt della Norvegia

 VERSIONE SPOT:

Vincitore del Pompei Cinema Festival 2013

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Fonte: omovies.it

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