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La lettura in carcere è un diritto!

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LA LETTURA IN CARCERE È UN DIRITTO

Così si esprime in proposito M., detenuto in un carcere italiano, in questa recente lettera:

Leggere in carcere può apparire come un’impresa difficilissima per chi non è abituato; ma è solo un’apparenza o semplicemente una scarsa importanza che noi detenuti diamo al leggere.
Noi sappiamo abbastanza bene come fregare la gente. Non è vero? Più bravi di noi fuori non ce ne sono. Zitti!!! Purtroppo non è così! Quello che riteniamo essere il non plus ultra della sapienza non è niente in confronto a ciò di cui realmente abbiamo bisogno.
Facciamo un piccolo esempio: se domani venissi arrestato e messo in una cella dove fossi sottoposto a tortura, cosa succederebbe? Ti toglierebbero la camicia, i pantaloni e persino le mutande, ma l’unica cosa che non ti potrebbero togliere è la tua conoscenza. Possono pure arbitrariamente calpestare i tuoi diritti , ma mai e poi mai il tuo diritto di protestare contro
l’ingiustizia.
Perciò, se non vogliamo semplicemente subire, è ora di mettere qualcosa nella zucca e far pesare ciò che realmente vogliamo
Vorrei permettermi di lanciarvi una sfida: non importa il tempo che ci metterete, ma leggete il libro “1984” di George Orwell e riflettete se vale la pena di restare ignoranti o sforzarvi un po’ di più per acquisire ogni giorno un po’ più di conoscenza.
La lettura in carcere è l’impegno di voler cambiare ignoranza con conoscenza, noia con piacere, saper discernere il bene dal male.
La lettura è una guida nei primi viaggi della conoscenza.
Gli argomenti più impegnativi è meglio leggerli in inverno perché il soggetto si trova di solito malinconico e sta in cella più tempo. In estate tutti vogliono andare all’aria; il caldo fa venire sonnolenza e debolezza. In estate va bene leggere qualcosa di scorrevole e leggero, es. “Il guerriero della luce” di Paolo Coelho, “L’alchimista” dello stesso autore e il “Diario” di Anna Frank.
In bocca al lupo ai coraggiosi che accetteranno questa sfida, e buona lettura.
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A proposito di diritto alla lettura per i detenuti, ecco un’iniziativa molto interessante:

#LaBuonaLettura, l’iniziativa che porta i libri nelle carceri italiane

Dal  12 ottobre fino al 31 ottobre 2015, grazie all’iniziativa “La buona lettura” promossa dai librai italiani, in particolare dal libraio di Roma Massimiliano Timpano, chi lo vorrà potrà donare libri alle carceri italiane. Si potranno donare con il sistema del #Librosospeso, recandosi in una qualsiasi Libreria italiana che aderisce, e donare un libro che sarà poi consegnato al centro raccolta di Roma, che provvederà in seguito alla consegna presso le carceri italiane.

LEGGI ANCHE: UN LIBRO SOSPESO, QUANDO LA LETTURA DIVENTA VIRALE E CONTAGIOSA IN LIBRERIA 

L’IDEA – L’idea nasce per diffondere il libro e la lettura, e attraverso la stessa, aiutare le persone a ritrovare fiducia e senso della vita, affinchè non si sprofondi nell’ emarginazione, ma verso la correzione ed il recupero. Quali libri si possono donare? Tutti: poesie, fumetti e graphic novel, aforismi e saggi. A partire dal 31 ottobre poi, tutti i libri che saranno stati raccolti saranno distribuiti presso i diversi istituti di detenzione. Le librerie e gli editori che vogliono aderire all’iniziativa possono scrivere all’indirizzo: m.timpano79@hotmail.it

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Fonte: libreriamo.it

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Libri: “Le strade raccontano” – Itinerari napoletani

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Premessa

C’è la Napoli più conosciuta, quella delle classiche vedute sul golfo, del Vesuvio più o meno fumante, del lungomare con Castel dell’Ovo in fondo, della piazza del Plebiscito restituita alla città, dei monumenti noti in tutto il mondo. È questa beninteso una Napoli autentica, che tutti amiamo e della quale andiamo orgogliosi. Tuttavia, non di rado, si tratta anche di una Napoli stereotipata, quasi un luogo comune del turismo, dal Grand Tourin poi, riecheggiato nelle gouaches, nelle cartoline, nelle canzoni tradizionali. C’è poi una Napoli meno nota al grande pubblico e, non di rado, agli stessi napoletani soprattutto quelli più giovani. È una Napoli più discreta, che non si fa notare da sola, prepotentemente, come la prima, ma che va cercata con maggiore pazienza, abbandonando i corsi, i viali, le piazze e avventurandosi lungo cavoni, cupe, salite, vicoli: si potrebbe sinteticamente dire lasciando l’asfalto per seguire il basolato. Sarà così possibile individuare traverse di cui, intenti alla guidadella propria macchina, non ci si è mai accorti, riconoscere monumenti ai quali, nella frenesia della vita moderna, non si è mai posta la dovuta attenzione, cogliere dettagli di strade o di edifici mai notati in precedenza. Naturalmente, le due Napoli di cui parliamo non sono scisse tra loro, né tantomeno contrapposte. Esse sono invece indissolubilmente permeate l’una nell’altra, nel continuo divenire storico del tessuto urbano.
Questi itinerari inconsueti, non turistici, da svolgere attraverso una Napoli “imprevista” ma intrisa di storia, di paesaggio, di fascino, sono stati pensati come invito ai napoletani ad abbandonare la pigrizia e riscoprire la propria città e, insieme con questa, le proprie radici. Una sorta di trekkingurbano che è anche un’opera di sensibilizzazione, una spinta a vivere e conoscere Napoli in una maniera alternativa, più a misura d’uomo.
Diciassette percorsi insoliti (bando alla superstizione!), frutto di una lunga ed assicuriamo sofferta selezione, che sono stati ideati per riscoprire angoli dimenticati o comunque meno noti della città. Diciassette itinerari per buoni camminatori, interessati ad ascoltare quello che le nostre strade raccontano, a riappropriarsi dei luoghi cittadini e della loro storia insediativa, sociale e culturale. Cogliere quindi la secolare sedimentazione storicoartistica, l’inestricabile stratificazione edilizia, la complessa e talora caotica vicenda urbanistica, l’enorme ricchezza che le passate generazioni hanno seminato e che oggi rischia quasi di scomparire nelle maglie fitte del tessuto urbano moderno ma, soprattutto, nella frenesia della vita attuale in cui non c’è tempo per soffermarsi sui dettagli. Inevitabilmente, il discorso, testuale e iconografico, si snoda non solo attraverso panorami mirabili e manufatti artistici di primo e primissimo piano ma anche in relazione ad aspetti più decadenti, talora squallidi, ma comunque parte di questa complessa città, dai troppi volti per essere una metropoli nel senso moderno e universale del termine ma da amare per quello che è. Non quindi un amarcord, un’operazione nostalgica, un “com’eravamo”, bensì una riscoperta di ciò che in realtà è presente nella città attuale ma che, spesse volte, ha bisogno di essere rivitalizzato, rischiando altrimenti di scomparire nel caos del paesaggio urbano contemporaneo e della vita moderna.

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Autore: Orlando Catalano

Editore: E.L.I Edizioni Librarie Internazionali

Prezzo:   €  24,95 

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Fonte: E.L.I

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Solidarietà agli amici di “Altreconomia”!

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Altreconomia sott’acqua

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Cari amici,

lo scorso lunedì 16 settembre abbiamo trovato l’acqua alta in redazione: le infiltrazioni -pesanti- ci sono state nel fine settimana, probabilmente a causa di alcune tubature rotte al piano superiore del seminterrato dove lavoriamo ogni giorno per realizzare la rivista “Altreconomia” e i libri di “Altreconomia edizioni”.

Gli uffici sono inagibili (abbiamo “chiuso” il numero di Ae di ottobre grazie alla gentile ospitalità dei nostri soci di Chico Mendes, la cooperativa che promuove il commercio equo e solidale a Milano), ma i danni maggiori sono quelli subiti dal magazzino, dove migliaia di libri inzuppati sono da buttare.

Quello che è successo rappresenta un duro colpo per la sostenibilità dell’attività della cooperativa nel 2013, per questo chiediamo la vostra solidarietà.

Alcune forme sono quelle che già conoscete:

– potete acquistare la rivista (qui l’elenco dei rivenditori),

abbonarvi o regalare un abbonamento (tutte le info a questo link),

– acquistare i nostri libri (il catalogo completo di tutte le novità sono qui) o

diventare soci della cooperativa (scopri come qui) o aumentare la vostra quota sociale-

aggiungiamo la possibilità di una donazione, che potrete effettuare con un versamento sul conto corrente postale n. 14008247 intestato ad Altra Economia Soc. Coop. – C.so Lodi 47 – 20139 Milano

oppure con un bonifico bancario presso Banca Etica, sul nostro conto corrente IBAN IT18 Y050 1801 6000 0000 0100 814

Grazie!
La redazione di Altreconomia

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Fonte: Altreconomia

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