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Il profitto o la vita?

 

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MSF rilancia la campagna a tutela dei farmaci generici

Da sei anni il gigante farmaceutico Novartis porta avanti una causa legale contro l’India che minaccia l’accesso ai farmaci salva-vita a basso costo per milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo

 

Perché l’India viene chiamata la “farmacia dei paesi in via di sviluppo”

 

L’India è spesso chiamata la farmacia dei paesi in via di sviluppo perché produce versioni generiche a basso costo dei farmaci che vengono utilizzati in tutto il mondo. Più dell’80% dei farmaci antiretrovirali (ARVs) usati da MSF nei suoi programmi per l’HIV/AIDS provengono da produttori di generici con sede in India, così come l’80% dei farmaci antiretrovirali acquistati con i fondi dei donatori a livello mondiale hanno origine in India. MSF fa affidamento sui farmaci indiani generici anche per i trattamenti per la malaria e la tubercolosi. L’India è diventato il produttore chiave di farmaci a basso costo perché fino al 2005 il paese non concedeva brevetti sui farmaci, consentendo alle aziende produttrici di generici di produrre liberamente versioni più economiche di farmaci brevettati altrove. L’agguerrita concorrenza tra i produttori ha ridotto drasticamente i prezzi: mentre il trattamento antiretrovirale per una persona per un anno nel 2000 costava 10.000$, oggi costa poco meno dell’un per cento di tale cifra.

L’India concede e respinge i brevetti

L’India ha dovuto iniziare a concedere brevetti sui farmaci nel 2005 a causa dei suoi obblighi in qualità di membro dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Ciò significa che verrà annullata la concorrenza tra produttori di generici e le aziende che per prime hanno prodotto il farmaco sotto brevetto, come ad esempio per molti dei più recenti farmaci per il trattamento di HIV/AIDS. Quando ha concepito la sua legge sui brevetti, tuttavia, l’India ha deciso che solo i farmaci che mostrano un miglioramento dell’effetto terapeutico rispetto a quelli già esistenti, meritano un brevetto. Questa parte della legge – nota come Sezione 3 – intende ostacolare le compagnie farmaceutiche dall’estendere ripetutamente il periodo di 20 anni di durata del brevetti sui farmaci, introducendo piccole modifiche o migliorie, in un procedimento potenzialmente senza fine. Grazie a queste linee guida, nel 2006 la Commissione indiana sui brevetti ha respinto il brevetto che la società farmaceutica svizzera Novartis aveva richiesto per il farmaco contro la leucemia “imatinib mesylate” (commercializzato come Glivec), perché basato su un composto già in commercio.

La Novartis porta il Governo indiano in tribunale

In risposta al diniego del brevetto per il suo farmaco, nel 2006 la Novartis ha portato il Governo indiano in tribunale, contestando non solo la negazione del brevetto, ma anche la parte della legge indiana – la Sezione 3 – che ha costituito la base della decisione. Un’eventuale revoca della Sezione 3 porterebbe a una maggiore diffusione del sistema dei brevetti in India, limitando fortemente la produzione di farmaci generici a prezzi più accessibili.

MSF lancia la campagna “Drop the case”. La lotta continua

Quasi mezzo milione di persone hanno firmato la petizione “Drop The Case”, tra cui l’arcivescovo Desmond Tutu, l’autore John Le Carré. La campagna ha un’ampia copertura mediatica e ha prodotto una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul ruolo dell’India come “farmacia dei paesi in via di sviluppo”. Mentre la compagnia farmaceutica non ha mai abbandonato il suo caso, la Corte Suprema di Madras nell’agosto del 2007 si è pronunciata contro la Novartis. Irremovibile, l’azienda ha continuato ad appellarsi, con il risultato finale che la massima istanza giudiziaria indiana, la Corte Suprema, deve pronunciarsi definitivamente nel corso del mese di febbraio.

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Da sei anni il gigante farmaceutico Novartis porta avanti una causa legale contro l’India che minaccia l’accesso ai farmaci a basso costo per milioni di persone in tutto il mondo.

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Fonte: Medici Senza Frontiera  (MSF)

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