Tag Archives: mediaset

I danni al pensiero critico di un ” certo tipo di TV “

.

.

.

.

Molti danni al pensiero critico(1) provengono dal modo in cui molti programmi televisivi sono strutturati in termini di divulgazione dei concetti. una ricerca di Ruben Durante, Paolo Pinotti e Andrea Tesei (vedi bibliografia 2017) ha dimostrato l’effetto deleterio che i programmi delle TV commerciali Mediaset hanno avuto in Italia sulle abilità cognitive, l’impegno civico e il voto dei giovani. essi scrivono:

I giovani che avevano guardato i programmi Mediaset negli anni della loro formazione erano meno evoluti dal punto di vista cognitivo e mostravano meno impegno civico dei loro coetanei che in quel periodo avevano avuto accesso solo alla TV pubblica e alle emittenti locali.”

La ricerca di Durante, Pinotti e Tesei ha solo dato validità scientifica a un problema che molti intellettuali avevano già intuito. Ad esempio scriveva l’insegnante e divulgatore Marcello Sala (vedi bibliografia 2016):

La deriva culturale degli ultimi decenni ha fatto crescere esponenzialmente la semplificazione come dinamica del pensiero che si esercita negli ambiti di comunicazione sociale. L’archetipo di  questa cultura è il talk show che la TV, a cominciare da quella “commerciale”, ha sostituito al vecchio “dibattito”. Assistendo a un talk show ciò che è molto chiaro fin dall’inizio è chi è schierato da una parte e chi è schierato dall’altra. Questa semplificazione è in realtà l’unica cosa chiara, perché l’interazione verbale, in cui dominano sovrapposizioni di voci e insulti, non permette di chiarire l’argomento, di acquisire elementi di conoscenza, né tanto meno di problematizzare. Questo “gioco linguistico” non è una degenerazione della “disputa”, bensì la compiuta realizzazione di una precisa intenzionalità formativa di valore politico, che è quella di non entrare nel merito dell’argomento utilizzando il pensiero critico. Si apprende l’attitudine a non affrontare problemi complessi, come sono quelli che pone continuamente il mondo in cui viviamo, nella dimensione sociale, ecologica, economica, etica ecc., attitudine che è insieme effetto e causa di una certa cultura e di una certa socialità.

L’effetto deleterio dei programmi d’intrattenimento della TV commerciale è stato evidenziato anche dal giornalista Guido Romeo (vedi bibliografia) che ha scritto:

I giovani che avevano guardato i programmi Mediaset negli anni della loro formazione erano meno evoluti dal punto di vista cognitivo e mostravano meno impegno civile dei loro coetanei che in quel periodo avevano avuto accesso solo alla TV pubblica e alle emittenti locali (…) da una serie di test psicologici e cognitivi a cui è stato sottoposto un gruppo di reclute è emerso che i giovani che vivevano in zone dove l’esposizione alle reti del gruppo Mediaset era maggiore avevano dall’8 al 25% di probabilità in più di ottenere un punteggio più basso. Da una indagine internazionale condotta nel 2012 è emerso che, in matematica e capacità di lettura, i punteggi degli adulti italiani esposti ai canali Mediaset prima dei 10 anni erano significativamente inferiori a quelli dei loro coetanei. Davano anche prova di un minor impegno civile ed erano meno attivi politicamente. La semplicità e la semplificazione attiva nella programmazione commerciale TV colpirebbe di più i minori che non gli adulti, pure influenzati populisticamente dai notiziari.”

.

.

Fonte: pensierocritico.eu

.

.

.

.

_______________________________________________________

Approfondimento

(1) Cos’è il pensiero critico

.

.

.

.

.

.


Il Re è nudo

.

.

silvio-berlusconi-mediaset-fisco

.

Alla fine l’ultima parola l’ha dettala Cassazione, com’è logico in tutti i procedimenti giudiziari. Sia ben chiaro,la Cassazione non ha condannato Berlusconi: ha posto fine al procedimento penale intentato nei suoi confronti dalla Procura di Milano, riconoscendo la correttezza dell’operato  dei giudici del merito che lo hanno dichiarato, al di là di ogni ragionevole dubbio, colpevole del reato di frode fiscale, con riferimento alla annosa vicenda dei costi gonfiati per l’acquisto dei diritti delle opere cinematografiche.La Cassazione ci dice che Berlusconi è stato legittimamente condannato, all’esito di un equo processo ed ha ricevuto una pena adeguata alla gravità dei fatti.La Cassazione ha censuratola Corte d’appello soltanto in ordine alla determinazione della durata della pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici, rinviando gli atti al giudice del merito per una nuova valutazione della durata, essendo scontato (ed irrevocabile dal punto di vista giudiziario) che l’imputato deve, comunque, essere interdetto dai pubblici uffici.

I giudici hanno accertato che, attraverso espedienti vari e pratiche truffaldine, è stata creata all’estero una ingente provvista di fondi neri, sottraendo milioni di euro all’Agenzia delle entrate. Oggi questo accertamento non può essere più messo in discussione da nessuno: è passato in cosa giudicata. Adesso si eleveranno al cielo gli ululati dei pasdaran dell’esercito di Silvio ed una valanga di imprecazioni sarà scagliata contro il sistema giustizia ed i giudici, rei di non aver garantito l’impunità al sovrano di Arcore. Questa sentenza farà scandalo e verrà denunziata come un golpe la prossima rimozione dalle cariche pubbliche di un politico per via giudiziaria.

Nel mondo della realtà lo scandalo deve essere rovesciato. Non è l’esercizio indipendente della giurisdizione e la intemerata capacità dei giudici di effettuare il controllo di legalità nei confronti dei comportamenti criminosi dei potenti che deve fare scandalo;  al contrario ciò costituisce motivo di orgoglio per la giurisdizione e di soddisfazione per i cittadini. L’indipendenza della magistratura è stata concepita negli ordinamenti democratici proprio per consentire che il controllo di legalità potesse penetrare anche nei santuari del potere economico e politico, al fine di assicurare il rispetto della legge e, con esso, garantire tutti i cittadini da ogni forma di abuso dei poteri. Il fatto che un uomo politico potente come Berlusconi sia chiamato a rispondere delle sue malefatte ed inchiodato alle conseguenze dei suoi comportamenti illegali  costituisce la gloria dello Stato di diritto, dimostra chela Costituzione è viva e che le garanzie dell’ordinamento democratico sono ancora attive e vitali, malgrado da circa vent’anni una politica che aspira all’onnipotenza stia cercando di mettere la museruola alla giurisdizione.

Rimuovere un leader politico per via giudiziaria non soltanto non è uno scandalo, ma è un preciso dovere a cui l’autorità giudiziaria non si può sottrarre, ove vengano accertate gravi responsabilità penali, com’è già avvenuto, in passato, con l’on. Craxi e, più recentemente, con l’on. Previti.  L’onore della magistratura ed anche la ragione che giustifica la sua indipendenza stanno proprio nella sua capacità di intervenire, recidendo le metastasi che inquinano la vita delle istituzioni, come è avvenuto, per esempio, eliminando dalla magistratura quei giudici che si sono fatti corrompere con il denaro di Berlusconi.
In realtà in questa vicenda lo scandalo sta tutto nella politica e nel sistema dei media.
L’art. 54 della Costituzione stabilisce che “i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”.
Chi dovrebbe vigilare che non vengano affidate funzioni pubbliche a soggetti coinvolti in vicende di corruzione, invischiati in fondi neri ed in frodi fiscali?

Le vicende oscure legate alla resistibile ascesa di Silvio Berlusconi erano note da tempo, sono state persino certificate da più sentenze passate in giudicato: com’è possibile che in Italia il sistema politico (non solo la destra ma anche la sinistra nelle sue varie componenti) ed il sistema dei principali media non si siano accorti di niente e sia stato recitato fino a qualche ora fa il mantra che le traversie giudiziarie di Berlusconi sarebbero un suo affare privato che non riguarda l’uomo politico e tantomeno le istituzioni?
In quale altro paese di democrazia occidentale il sistema politico avrebbe consentito l’accesso alla stanze del potere di un uomo politico con un carico di scheletri nell’armadio come quello dell’on. Berlusconi?
L’uomo politico Berlusconi si è sempre fatto forte della promessa che non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani; adesso la sentenza della Cassazione ci rivela che ha sottratto milioni di euro dalla tasche degli italiani, sottraendole al fisco.

La sentenza della Cassazione ha messo a nudo un sistema di potere illegale che i cortigiani dell’imperatore hanno ostentatamente nascosto tessendogli abiti sontuosi con i fili dorati del servilismo e dell’adulazione. Come il bambino della favola di Andersen, la Cassazione ci dice che quegli abiti non esistono: il Re è nudo.

1 agosto 2013

.

Fonte: Articolo21

.

.