Tag Archives: libera informazione

Aaron Swartz e la conoscenza

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“La conoscenza, a differenza della proprietà di un bene fisico, può essere condivisa da molti senza che nessuno si impoverisca”.

(Aaron Swartz)

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Approfondimento

Aaron Swartz

Guerrilla Open Access Manifesto, Aaron Swartz

10 motivi per ricordare Aaron Swartz

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Guerra | Giornalisti, attivisti e Social Media

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Durante l’invasione dell’Ucraina, le piattaforme continuano a cancellare la documentazione sui crimini di guerra critici

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By Mukund Rathi *

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Quando accadono atrocità – a Mariupol, Gaza, Kabul o Christchurch – gli utenti e le società di social media devono porsi una domanda difficile: come gestiamo i contenuti online che mostrano quelle atrocità? Possiamo e dobbiamo distinguere tra contenuti pro-violenza contenenti atrocità e documentazione di giornalisti o attivisti per i diritti umani? In un conflitto, le piattaforme dovrebbero schierarsi riguardo a chi è consentito il contenuto violento?

L’ultimo decennio ha dimostrato che le piattaforme dei social media svolgono un ruolo importante nella documentazione e nella conservazione delle prove dei crimini di guerra. Sebbene i social media non siano il luogo ideale per condividere tali contenuti, il fatto è che per coloro che vivono in zone di conflitto, queste piattaforme sono spesso il luogo più semplice per caricare rapidamente tali contenuti.

La maggior parte delle piattaforme ha politiche sempre più rigide sull’estremismo e sulla violenza grafica. In quanto tale, la documentazione delle violazioni dei diritti umani, così come controvoci, notizie, arte e protesta, viene spesso catturata in rete. Le piattaforme stanno rimuovendo i contenuti che potrebbero essere preziosi per il pubblico e che potrebbero persino essere utilizzati come prove in futuri processi per crimini di guerra. Questo è stato un problema in corso per anni che continua durante l’invasione russa dell’Ucraina.

YouTube ha pubblicizzato con orgoglio di aver rimosso oltre 15.000 video relativi all’Ucraina in soli 10 giorni a marzo. Anche YouTube, Facebook, Twitter e una serie di altre piattaforme utilizzano la scansione automatizzata per la stragrande maggioranza delle rimozioni di contenuti in queste categorie. Ma la velocità fornita dall’automazione porta anche a errori. Ad esempio, all’inizio di aprile, Facebook ha temporaneamente bloccato gli hashtag utilizzati per commentare e documentare le uccisioni di civili nella città di Bucha, nel nord dell’Ucraina. Meta, il proprietario di Facebook, ha affermato che ciò è accaduto perché scansionano e eliminano automaticamente i contenuti violenti.

Per molti anni abbiamo criticato le piattaforme per la loro eccessiva rimozione di contenuti ‘violenti’ o ‘estremisti’. Queste rimozioni finiscono per prendere di mira maggiormente gli utenti emarginati. Ad esempio, con il pretesto di fermare il terrorismo, le piattaforme spesso rimuovono selettivamente il contenuto dei curdi e dei loro sostenitori. Facebook ha ripetutamente rimosso i contenuti che criticavano il governo turco per la sua repressione del popolo curdo.

Facebook ha più volte ammesso il proprio errore o si è difeso collegando i contenuti rimossi al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che il Dipartimento di Stato americano designa un’organizzazione terroristica. Indipendentemente dal fatto che questa giustificazione sia genuina o meno (Facebook avrebbe lasciato le foto del partito al governo turco di Hamas, un’altra organizzazione terroristica designata dagli Stati Uniti), significa effettivamente che la piattaforma è allineata con il governo contro i dissidenti politici.

Quando una piattaforma rimuove contenuti ‘violenti’, può censurare efficacemente i giornalisti che documentano i conflitti e ostacolare gli attivisti per i diritti umani che potrebbero aver bisogno del contenuto come prova. All’inizio della rivolta siriana, senza accesso a canali mediatici ricettivi, gli attivisti si sono rivolti rapidamente a YouTube e ad altre piattaforme per organizzare e documentare le loro esperienze.

Sono stati accolti con un’efficace censura, poiché YouTube ha rimosso e rifiutato di ripristinare centinaia di migliaia di video che documentavano atrocità come attacchi chimici, attacchi a ospedali e strutture mediche e distruzione di infrastrutture civili. Al di là della censura, questo ostacola i casi di diritti umani che utilizzano sempre più i contenuti sui social media come prova. Un investigatore di crimini di guerra ha detto a Human Rights Watch che ‘mi trovo costantemente di fronte a possibili prove cruciali che non sono più accessibili a me’.

Durante l’invasione dell’Ucraina, le piattaforme online hanno aggiunto alcune sfumature promettenti alle loro politiche di moderazione dei contenuti che erano assenti dai precedenti conflitti. Ad esempio, Facebook ha iniziato a consentire agli utenti in Ucraina e in pochi altri paesi di usare discorsi violenti contro i soldati russi, come ‘morte agli invasori russi’, definendolo una forma di espressione politica. Twitter ha smesso di amplificare e raccomandare account governativi che limitano l’accesso alle informazioni e si impegnano in ‘conflitti interstatali armati’. Questo sembra essere un cenno alle preoccupazioni sulla disinformazione russa, ma resta da vedere se Twitter applicherà la sua nuova politica agli alleati degli Stati Uniti che probabilmente si comportano in modo simile, come l’Arabia Saudita. Naturalmente, potrebbe esserci disaccordo con alcune di queste ‘sfumature’, come l’annullamento da parte di Facebook del divieto del battaglione Azov, una milizia ucraina di origini neonaziste.

In definitiva, le piattaforme online hanno molte più sfumature da aggiungere alle loro pratiche di moderazione dei contenuti e, altrettanto importante, una maggiore trasparenza con gli utenti. Ad esempio, Facebook non ha informato gli utenti della sua inversione di tendenza su Azov; piuttosto, l’Intercept lo ha imparato dai materiali interni. Gli utenti sono spesso all’oscuro del motivo per cui i loro contenuti dissenzienti vengono rimossi o perché la propaganda del loro governo viene lasciata in sospeso, e questo può danneggiarli gravemente. Le piattaforme devono collaborare con giornalisti, attivisti per i diritti umani e i loro utenti per stabilire chiare politiche di moderazione dei contenuti che rispettino la libertà di espressione e il diritto di accesso alle informazioni.

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Fonte: EFF (Electronic Frontier Foundation)

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* Mukund Rathi

Membro Stanton Legal

Mukund Rathi è un avvocato e membro Stanton presso EFF, specializzato in controversie sulla libertà di parola. In precedenza ha lavorato presso la National Association of Criminal Defense Lawyers (NACDL) sui diritti alla privacy digitale nei casi penali e sulla garanzia della libertà per le persone incarcerate durante la pandemia di COVID-19. Mukund è stato tirocinante presso l’EFF come studente di legge. Ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso la UC Berkeley School of Law e la B.S. in Informatica presso l’Università del Texas ad Austin. Gli piace arrampicarsi sulle cose e fare la pizza a casa.

 

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Resistenza Popolare | La Neutralità della Rete

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Creare l’internet del ventunesimo secolo

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di Kevin Zeese e Margaret Flowers

Ajit Pai, l’ex legale di Verizon che è presidente della FCC, si è spinto troppo in là giovedì scorso nel minare internet quando ha guidato lo smantellamento delle norme sulla neutralità della rete. In conseguenza ha fornito l’energia necessaria per proteggere i diritti relativi alla rete. E’ tempo di mosse da judo, dove l’energia creata dall’esagerazione della FCC è trasformata in un’energia non solo per invertire la decisione della FCC ma anche per creare l’internet di cui abbiamo bisogno nel ventunesimo secolo.

Nel corso degli ultimissimi mesi sono emersi un’epica mobilitazione di massa a sostegno della neutralità della rete e un consenso nazionale con un sondaggio dell’Università del Maryland che ha rilevato l’83 per cento di sostegno a che internet sia aperta e uguale per tutti. C’è stato un numero record di commenti alla FCC su questo tema nel corso dell’estate. Più di 1,2 milioni di chiamate e 12,5 milioni di email sono state dirette al Congresso attraverso il sito della coalizione Battle for the Net e il 7 dicembre sono state tenute più di 700 proteste in tutto il paese a difesa della neutralità della rete. Internet è importante per tutti noi e i politici che non si schierano con la gente pagheranno un pesante prezzo politico.

Questa settimana tre membri della FCC hanno dato a un pugno di mega imprese il potere di controllare la velocità dei siti in rete e dove andiamo, che cosa vediamo e quanto paghiamo per l’accesso al contenuto della rete. La battaglia per internet non è finita; è appena cominciata e passeremo alle fasi successive per proteggere la nostra internet, ma prima cominceremo con una domanda più grande: che cosa dovrebbe essere internet nel ventunesimo secolo?

Quale genere di internet vi piacerebbe vedere?

Se il movimento per l’uguaglianza e la giustizia di internet proponesse una visione dell’internet del ventunesimo secolo noi potremmo trasformare in realtà tale visione.

Cominciamo con l’idea che internet sia la sede chiave della Libertà di Espressione. E’ uno spazio al quale dovrebbero applicarsi le protezioni del Primo Emendamento. L’espressione politica dovrebbe essere protetta non solo sulla stampa e in televisione ma dovrebbe essere protetta anche nel mondo digitale, compresi siti in rete, video, media sociali e canali giornalistici che non siamo ancora in grado di immaginare.

L’espressione politica su internet è stata vitale in anni recenti per mettere all’ordine del giorno nuovi temi. Video di violenze della polizia, a volte con conseguenze mortali, hanno portato questi problemi, ignorati per anni, al centro del dibattito politico. Il movimento Black Lives Matter ha determinato l’incriminazione di poliziotti, un dibattito diffuso e cambiamenti politici, ad esempio i poliziotti con addosso telecamere, nuove leggi e politiche.

Gli accampamenti di occupazione che sono dilagati nella nazione nel 2011 non ci sarebbero stati senza internet. All’inizio di Occupy Wall Street un piccolo numero di persone si è accampato a Zuccotti Park. Era in una marcia di fine settimana in cui i manifestanti erano arrestati e posti dietro una rete dalla polizia poi fatta saltare dall’occupazione. Un ufficiale di alto rango si è diretto verso i catturati e li ha irrorati di spray al peperoncino. L’accaduto è stato ripreso in video da molte persone e condiviso su internet. Quando la polizia ha cercato di affermare che i manifestanti erano violenti o minacciosi i video hanno mostrato che era vero il contrario. Apparentemente nel giro di una notte centinaia di accampamenti di occupazione sono sorti in tutto il paese. Il meme politico del 99 per cento si è diffuso e il problema della disuguaglianza di reddito e di ricchezza è divenuto parte del dialogo politico.

Questi sono due esempi tra molti che mostrano come un accesso uguale a internet è divenuto cruciale per la libertà di espressione e lo sviluppo politico.

Parte della libertà di espressione include quella commerciale e internet è stata un elemento essenziale per nuovi prodotti e servizi che diversamente non avrebbero raggiunto un numero di persone sufficiente a sostenere nuove aziende. E’ questo il motivo per il quale, a parte le società di telecomunicazione e di trasmissione via cavo, la neutralità della rete è appoggiata dalle aziende, specialmente le piccole imprese appena avviate.

Internet è diventata un diritto umano fondamentale. Internet è essenziale per operare nella società moderna. Le persone sottoscrivono assicurazioni sanitarie, fanno domanda per posti di lavoro, compiono ricerche scolastiche, sviluppano reddito … molte attività della vita si conducono oggi in rete.

I diritti umani devono essere incentrati sulle persone, come scrive Aiamu Baraka, dove sono “basati sui bisogni popolari e sulle aspirazioni democratiche del popolo”. Ci sono principi fondamentali che fanno sempre parte degli standard dei diritti umani che dovrebbero essere applicati all’internet del ventunesimo secolo, tra cui:

Universalità: i diritti umani devono essere riconosciuti a tutti, senza eccezioni. Le persone hanno titolo a questi diritti per il solo fatto di essere umane. Attualmente internet non soddisfa questo standard il 39 per cento dei neri, latinoamericani, lavoratori e persone che vivono in aree rurali non ha accesso a internet.

Indivisibilità: i diritti umani sono indivisibili e interdipendenti, cioè se un governo viola certi diritti colpisce la capacità delle persone di esercitarne altri, come il diritto di esprimersi politicamente, di partecipare alla democrazia o di partecipare al commercio.

Partecipazione: Le persone hanno il diritto di partecipare al modo in cui sono prese le decisioni riguardanti la protezione dei loro diritti.

Responsabilità: i governi devono creare meccanismo di responsabilizzazione per l’applicazione dei diritti.

Trasparenza: le persone devono conoscere e comprendere le principali decisioni che influiscono sui diritti a internet.

Non discriminazione: i diritti umani devono essere garantiti senza discriminazioni di alcun genere. Ciò include non solo la discriminazione praticata consapevolmente ma anche la protezione da politiche e pratiche che possono avere un effetto discriminante.

Realizzare questi principi richiede un ripensamento di internet. Internet è stata creata mediante investimenti pubblici e l’accesso a internet dovrebbe essere un servizio pubblico, non controllato da imprese private. Il controllo di internet da parte del pubblico include internet sviluppata da comunità, internet municipale o persino la nazionalizzazione di internet. Le norme attuali che vietano la proprietà municipale devono essere revocate. Ventun stati prevengono o scoraggiano la costruzione di reti a banda larga pubbliche.

Se vi è un coinvolgimento dell’industria in internet, dovrebbero essere prevenuti i monopoli e le imprese dovrebbero essere disciplinate in modo tale che i principi dei diritti umani non siano violati. La speculazione su internet ha attualmente raggiunto dimensioni grottesche, con Tom Rutledge della Charter l’amministratore delegato più pagato, a 98,5 milioni di dollari nel 2016, e questo peggiorerà senza la neutralità della rete.

Conosciamo già i parametri di ciò di cui abbiamo bisogno. Jimmy Lee, un investitore e consulente di nuove aziende orientate al sociale, scrive: “un programma che guardi al futuro deve concentrarsi sull’espansione dell’accesso e della partecipazione digitale. Non possiamo costruire degli Stati Uniti più equi, o un futuro con maggiori opportunità e mobilità economica se grandi numeri di statunitensi sono bloccati dalla parte sbagliata della crescente divisione digitale”. Tutti hanno necessità di una via accessibile a fruire di internet ad alta velocità.

E’ ora di sviluppare un consenso nazionale su ciò che vogliamo sia internet nel ventunesimo secolo. Quali sono i principi o servizi chiave necessari? Commentate sulla nostra pagina Facebook e discutetene nelle vostre comunità, organizzazioni e spazi internet. Una volta sviluppato il consenso dobbiamo operare per renderlo realtà.

L’educatrice movimentista e autrice Rivera Sun descrive come internet sia onnipresente come lo era il sale durante il governo britannico dell’India. Quando Gandhi iniziò la marcia del sale per protestare contro il monopolio britannico del sale, nessuno si aspettava che avrebbe abbattuto l’impero britannico. La nostra lotta per il diritto umano all’accesso a internet potrebbe essere un boomerang cruciale in reazione all’estremismo del potere dell’industria e all’era Trump.

La campagna immediata per la neutralità della rete

Il movimento mobilitato per la neutralità della rete farà tutto il possibile in tribunale, al Congresso e nelle strade per assicurare che la decisione della FCC non permanga. L’esito presso la FCC non è stato una sorpresa poiché il presidente Pai ha fatto affermazioni false e inaccurate l’anno scorso contro la neutralità della rete. Ciò che costituisce una sorpresa è quanto sia diventato forte il movimento per l’uguaglianza di internet in reazione al suo estremismo.

Il compito del movimento consiste ora nel trasformare quell’energia in potere politico. Dobbiamo continuare a essere attivi, coinvolgere più persone e costruire il movimento di cui abbiamo bisogno per un’internet al servizio della gente.

Il voto di 3 contro due di questa settimana alla FCC è stato una rottura spettacolare con la storia dell’internet libera e aperta. Internet è sempre stata un vettore comune in cui le regole e le pratiche riguardo alla neutralità della rete sono sempre esistite e sono state protette da commissari di entrambi i partiti. L’ex presidente, Tom Wheeler, ha posto in essere nel 2015 norme che hanno codificato le pratiche di neutralità della rete e hanno dato alla FCC il potere di far valere tali norme.  Ajit Pai ha smantellato le regole del 2015 e ha abdicato all’autorità della FCC sui fornitori di servizi internet, aprendo la via a blocchi, strozzature, discriminazioni e speculazioni da parte delle maggiori compagnie telefoniche e via cavo della nazione.

Anche se Pai ha scherzato riguardo all’essere una pedina dei fornitori di servizi internet alla promozione di internet sponsorizzata dall’industria, le sue azioni dimostrano che si sta preparando per il suo prossimo lavoro anziché essere al servizio dell’interesse pubblico. L’ex presidente Tom Wheeler afferma che l’azione della FCC trasformerà internet in una televisione via cavo dicendo: “Fermatevi a pensarci: gli operatori via cavo scelgono quali canali ricevete. Gli operatori via cavo scelgono chi ammettono. Gli operatori via cavo si rivolgono a voi e dicono: ‘Oh, vuoi quello? Costerà un pochino di più’”.

Il primo campo di battaglia del popolo sarà la Legge sulla Revisione Congressionale, che consente al Congresso di approvare una risoluzione di disapprovazione e di rovesciare una decisione di un’agenzia federale. Il Congresso deve agire a maggioranza dei voti di entrambi le camere e deve farlo entro 60 giorni parlamentari, il che significa che probabilmente ci vorranno da quattro a sei mesi. Il compito del movimento consiste nel pretendere che i rappresentanti alla Camera e al Senato invertano la FCC. […]

Ora che un movimento è stato creato riguardo alla neutralità della rete, la campagna potenziata dal popolo deve definire che cosa vuole e combattere per ciò. Abbiamo il potere di assicurare che chiunque si candidi a una carica nel 2018 e nel 2020 sia schierato con la gente trattando internet come un diritto umano in forza del quale le persone hanno uguale accesso a servizi internet di alta qualità e basso costo. Proprio come abbiamo fatto nella nostra campagna per fermare il Partenariato Trans-Pacifico, che all’inizio pareva inarrestabile, dobbiamo assicurarci che chiunque si candidi a una carica sia schierato con il popolo riguardo a Internet.

Anche se entrambi i partiti ricevono una grande quantità di donazioni, ad esempio nel ciclo elettorale del 2016, l’industria delle telecomunicazioni ha donato pesantemente ai Democratici contribuendo una cifra record di 16,1 milioni di dollari alle loro campagne e offrendo 9,2 milioni di dollari ai Repubblicani, il potere popolare può superare il potere del denaro. Abbiamo visto nella mobilitazione riguardo alla FCC che milioni sono disposti ad agire. Inoltre milioni di piccole aziende saranno danneggiate dalla decisione della FCC.  Aziende di nuovo avviamento si sono espresse contro di essa, così come ha fatto gran parte della Silicon Valley e delle società tecnologiche. Il nostro movimento è vasto e include attivisti politici, aziende, amministrazioni locali, attori, musicisti e artisti nonché gruppi religiosi. Il movimento deve operare anche a livello locale sollecitando la banda larga municipale o anche comunità a creare un’internet propria. Dobbiamo rompere il controllo del monopolio regionale detenuto sull’accesso a internet da un pugno di società.

Un altro campo di battaglia immediato sarà nei tribunali. Quasi venti procuratori generali di stato hanno annunciato che citeranno la FCC per la sua decisione di revocare le norme sulla neutralità della rete del Titolo II e di impedire agli stati di assumere iniziative per proteggere la neutralità della rete. Free Press e altre organizzazioni non profit ricorreranno anch’esse in giudizio. Saranno presentati molti casi forti che sostengono che la FCC è stata arbitraria, volubile e che ha abusato della sua discrezionalità e ha violato la Legge sulle Procedure Amministrative, specialmente perché tante delle tesi sostenute dalla FCC erano carenti e inaccurate di fatto, costruite su bugie e hanno mostrato assenza di comprensione di internet. Un tema insolito probabilmente sarà il mancato rispetto del periodo del commento pubblico. Pai ha promesso di por fine alla neutralità della rete prima che iniziasse il periodo dei commenti, rendendolo una procedura fasulla, e la FCC non ha rimosso milioni di falsi commenti prodotti automaticamente. Pai ha rifiutato di collaborare con il procuratore generale di New York per indagare tali abusi.

Una delle prime decisioni che saranno richieste al tribunale è di impedire che la decisione della FCC entri in vigore. Una sentenza su un’ingiunzione preliminare, mai facile da ottenere, pare soddisfare i parametri legali in questo caso. Naturalmente molto dipenderà dalle inclinazioni del giudice assegnato al caso. Il contenzioso proseguirà per tutto il 2017 e nel 2018, ma il movimento non dovrebbe riporre tutte le sue speranze nelle cause giudiziarie. Dobbiamo continuare a costruire il movimento e fare di questo un problema politico che non possa essere ignorato.

Il popolo di internet ha un potere che non sarà ignorato

L’ex commissario della FCC Michael Copps ha scritto: “Ajit Pai e la sua maggioranza stanno voltando la schiena a milioni di statunitensi che hanno combattuto per anni per conquistare una forte neutralità della rete. Questo crudo corporativismo è Washington al suo peggio”. Sappiamo che se la gente continuerà a mobilitarsi e a pretendere giustizia su internet, allora Pai non avrà l’ultima parola.

Frances Moore Lappé e Adam Eichen hanno scritto che “la storia recente della neutralità della rete offre una storia incoraggiante del potere del popolo nel proteggere il principio democratico centrale della libera interazione e mostra che persino quando le cose appaiono brutte, la pressione della base ha la chiave per salvare internet come la conosciamo”.

Condividiamo il loro ottimismo. La reazione della gente alle minacce a internet è stata uniformemente potente. Ora dobbiamo togliere potere ai ghiribizzi politici di commissari nominati, assumere il controllo democratico di internet e definire l’internet che vogliamo per il nostro futuro e per le future generazioni. Ajit Pai può non rendersene ancora conto, ma il suo abuso di potere ha risvegliato un gigante internettiano.

Vi sollecitiamo a:

  1. Unirvi alla nostra campagna per Proteggere la Nostra Internet e restare informati su questo tema e sulle iniziative. Questa è una campagna pluriennale e abbiamo bisogno del vostro aiuto per costruirla.

  2. Ascoltare il nostro programma radiofonico Clearing The Fog Radio, il primo prodotto dal nostro nuovo studio Popular Resistance, che si concentrerà sulla neutralità della rete e sulla campagna per l’internet di cui abbiamo bisogno per il ventunesimo secolo.

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Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

Fonte: Znetitaly

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