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Duro attacco di Greenpeace ad Enel con Video contro spot

 

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Uno degli obiettivi del Reparto Investigazioni Climatiche è mostrare a tutti l’ipocrisia di Enel. Investe milioni di euro in greenwashing per mostrarsi come l'”energia che ti ascolta” e convincerci di essere “solida come una roccia”. E invece è solo un’azienda sporca come il carbone delle sue centrali. Spietata e criminale perché uccide il nostro clima con le sue centrali. Noi abbiamo le prove dei suoi crimini e le abbiamo raccolte in questo contro spot. Scopri tutta la verità su Enel in 50 secondi, entra nella nostra squadra e informa i tuoi amici.

Fonte:  facciamolucesuenel.org

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Approfondimento

Enel, sotto processo ci sei tu! Rispondi dei danni sanitari e ambientali di cui sei responsabile


Enel, sotto processo ci sei tu! Rispondi dei danni sanitari e ambientali di cui sei responsabile

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Facciamo luce su Enel e lo facciamo in tutti i modi. Anche con un flashmob. Ieri in tutta Italia, da Nord a Sud, centinaia di attivisti hanno protestato davanti a luoghi istituzionali e simbolici della giustizia con il messaggio: “Enel, sotto processo ci sei tu!”. Vogliamo che Enel risponda dei danni sanitari e ambientali di cui è responsabile, a causa dell’utilizzo del carbone.

Domani gli appuntamenti giudiziari che coinvolgono Enel sono due. Il primo vede imputati venticinque dei nostri attivisti per l’azione del 13 dicembre 2006 in cui fu occupata per tre giorni la centrale di Porto Tolle, nel Parco del Delta del Po. Enel vorrebbe convertirla a carbone nonostante la presenza, proprio davanti all’impianto, del più grande terminal gasiero offshore del mondo. Il secondo seconda riguarda la decisione che prenderà il Consiglio di Stato sulla necessità o meno di rifare da capo la Valutazione di Impatto Ambientale per la conversione a carbone di quella stessa centrale.

Noi pensiamo che sotto processo dovrebbe esserci chi distrugge il clima e l’ambiente, non chi lo difende.

Enel è già stata condannata per la centrale di Porto Tolle. Un processo penale, conclusosi in Cassazione il 27 aprile 2011, ha accertato i reati di violazione della normativa sull’inquinamento atmosferico e danneggiamento aggravato in relazione al funzionamento a olio combustibile dell’impianto. Sempre per quella centrale, amministratori delegati e dirigenti di Enel sono stati rinviati a giudizio per non aver applicato le dovute tecnologie di abbattimento dell’inquinamento. Uno studio epidemiologico dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano ha dimostrato il significativo impatto delle emissioni della centrale sull’aumento delle malattie respiratorie nella popolazione minorile residente nei comuni a essa circostanti.

Perché Enel vuole continuare a investire nel carbone, la fonte energetica più dannosa e sporca, mentre tutto il mondo investe sulle fonti rinnovabili? Deve cambiare. Anche perché il 30 per cento dell’azienda è ancora controllato dallo Stato. E lo Stato non può essere complice di chi distrugge il clima e avvelena la popolazione.

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Fonte: Greenpeace

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Petizione a favore di Salvatore Barbera responsabile della campagna Clima di Greenpeace

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7 dicembre 2011

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“Nel 2011 non si può disporre un foglio di via a Salvatore Barbera (e alla lotta ai cambiamenti climatici)”

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Firma la Petizione !

 

Gentile Ministro Anna Maria Cancellieri

in queste ore abbiamo appreso che il Questore di Roma ha disposto per  Salvatore Barbera, responsabile della campagna per i cambiamenti climatici di Greenpeace, il foglio di via obbligatorio che lo obbliga a tenersi lontano dalla Città di Roma per i prossimi due anni a seguito della manifestazione del 6 Dicembre 2011 davanti a Palazzo Chigi.

Una manifestazione pacifica durante la quale alcuni attivisti di Greenpeace hanno richiamato l’attenzione del Governo di cui anche Lei fa parte, con l’inconfondibile stile dell’associazione, sulle drammatiche conseguenze in atto, anche in Italia, per via dei cambiamenti climatici e sulla necessità chiedendo un impegno crescente del nostro paese su questo tema cruciale in campo nazionale e nelle sedi internazionali.

Nella decisione del Questore hanno probabilmente pesato le spettacolari azioni portate avanti da Salvatore durante la campagna referendaria per il no al nucleare. Campagna durante la quale noi tutti noi abbiamo avuto l’occasione di conoscerlo ed apprezzarlo per la sua passione e la sua sensibilità politica ed ambientale.

Come giovani impegnati in politica non vogliamo pensare che oggi, dopo una manifestazione del tutto pacifica per la difesa di valori costituzionalmente protetti, si possa ancora pensare che ad un ragazzo di 32 anni possa essere disposto un foglio di via.

Pertanto le chiediamo ufficialmente di tornare al più presto indietro su questa decisione, che sembra riportare drammaticamente indietro le lancette della storia del nostro paese, e di consentire a Barbera di tornare al suo lavoro a Greenpeace e al suo impegno quotidiano per la lotta contro i cambiamenti climatici e per la difesa del presente e del futuro del nostro meraviglioso paese.

 

Firmatari:

Fausto Raciti (Segretario Nazionale GD) – Andrea Casu (Segretario PD I Municipio Roma) – Mario Castagna (Esecutivo Nazionale GD) seguono altre firme..

 

Firma la Petizione !

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