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Lettera delle professoresse e dei professori greci a studenti e studentesse

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Cara nostra studentessa, caro nostro studente,

è passato ormai molto tempo da quando questi giorni di settembre erano per tutti noi un dolce ritorno a scuola, con lo scambio delle esperienze estive, con la progettazione e le decisioni sul nuovo anno scolastico, con il rinnovo della promessa che faremo tutto il possibile per vivere bene. È passato ormai molto tempo da quando i governi dei Memoranda, e tutti coloro che li servono, hanno deciso di distruggere la Scuola Pubblica, di trasformarla in un’azienda grigia e severa, che avrà spazio solo per i figli di pochi.

Qualcuno cerca di convincerci che si tratta di una cosa normale e logica. Aspettano di farci “abituare” alla distruzione. Ma tutti sappiamo che questo sarà difficile che succeda. Perché non possiamo vivere così. Ma anche perché vorrà dire che dobbiamo rinunciare, sia noi che tu, a essere delle persone. Ad un mondo migliore. Alla forza del tuo impeto giovanile e creativo, al desiderio forte di cambiare le cose intorno a te contro le abitudini ed il compiacimento dei grandi.

Dopo questo settembre, quindi, niente sarà lo stesso. Noi, i tuoi professori, abbiamo deciso di ribellarci con uno sciopero per la difesa della Scuola Pubblica, della nostra e della tua vita. Di fronte a noi abbiamo i dirigenti dei ministeri, i manager ben pagati, i telegiornali, che non hanno smesso di ripetere che la nostra lotta nuocerà alla scuola… non la loro politica barbara! Queste persone, vivendo da anni nei salotti del potere, non sono in grado di rendersi contro dei tuoi bisogni, delle tue ansie, dei tuoi sogni. Queste persone del sistema, sanno solo fare i conti e in questi conti hanno trovato che la Scuola Pubblica è di troppo.

Durante l’estate, hanno portato avanti l’opera distruttiva della fusione/abolizione di scuole. Hanno chiuso all’improvviso, in una notte, molte scuole e hanno abolito alcune specializzazioni dell’educazione tecnologica, spingendoti tra le “braccia” delle scuole private. Nel contempo, il governo cerca di completare la trasformazione della scuola in un campo di esami forzati, un centro di allenamento per gli esami, visto che invece di elaborare un programma che mirerà alla conoscenza sostanziale e versatile e che ridurrà la pressione insopportabile che stai vivendo, crea un meccanismo disumano di setaccio di persone, basato sugli esami continui, dalla Scuola Media fino al tuo ultimo giorno nel Liceo.

Vogliono spaccare la tua gioventù. Vogliono farti abituare al controllo, così domani sarai un impiegato obbediente. Vogliono cacciarti via dalla scuola, così diventerai un lavoratore non specializzato “conveniente”, se riuscirai a trovare un lavoro. Progettano una vita scolastica sgraziata e spiacevole, con più ragazzi nelle classi e nei laboratori, con meno professori che correranno trafelati, ognuno di loro in molte scuole, per assolvere il loro compito. Con lo stesso disprezzo per qualsiasi cosa viva e bella, le stesse persone secche ci impongono di essere “valutati”, cioè di trasformare quello che amiamo di più (i nostri studi e la nostra educazione, i programmi ed i lavori che facciamo insieme a te, tutte quelle ore di gite, di spettacoli teatrali, di discussioni, di prove e di concerti) in “carte” che riempiranno la nostra cartella, per salvarci dal licenziamento. Insieme a questo, hanno creato un asfissiante codice disciplinare che ci vuole persone docili, che pensino a “insegnare” e a niente altro.

Cominciamo questo anno scolastico in meno: con delle scuole chiuse nell’educazione tecnica e generale, con oltre 10.000 colleghi ai quali hanno tagliato la strada verso la scuola. È una situazione che tu conosci in prima persona: perché sono anche i tuoi genitori che subiscono lo stesso violento attacco con i tagli ai salari, i licenziamenti, la chiusura dei negozi e il disperato mostro della disoccupazione. Perché sei anche tu che tutti i giorni devi contare i pochi spicci di fronte alla mensa, avvelenare il tuo successo agli esami di ammissione con lo stress per le possibilità economiche, che ci chiedi se ha più senso studiare quello che volevi o se c’è qualche altra facoltà che ti porta ad un “salario più sicuro” per sfuggire, magari, dalla miseria. Perché sono anche i tuoi fratelli e i tuoi amici, cioè i nostri studenti di ieri, che ci dicono che qui non ce la fanno più e che cercano fortuna all’estero, sulla strada dell’emigrazione, che in passato avevano percorso i loro nonni e speravamo che non dovessimo rivivere per forza.

I nostri problemi sono comuni. Non solo per noi e per te che viviamo, creiamo, lottiamo e sogniamo nello stesso spazio, ma per l’intera società. Una società che può permettersi di subire inerte gli attacchi che si susseguono uno dopo l’altro. Ed è per questo che noi, i tuoi professori e le tue professoresse, abbiamo deciso di ribellarci in questa lotta decisiva, che romperà la putrefazione del “niente può succedere”. In questa lotta vogliamo al nostro fianco tutti i lavoratori. Vogliamo i tuoi genitori, ma abbiamo bisogno anche di te. Non per evitare gli obblighi che sono nostri. Il costo della lotta lo subiremo noi, completamente, nonostante le zozzerie che trasmettono alcuni media. Ti vogliamo al nostro fianco, come anche dentro l’aula, perché è la tua partecipazione che dà senso alla nostra lotta. Solo insieme possiamo rompere il dominio del fatalismo e della miseria, solo insieme possiamo rimanere in piedi e dimostrare che non siamo solamente “un altro mattone nel loro muro”, un altro ingranaggio nella loro macchina.

Dopo questo settembre quindi, niente sarà più uguale. Questa lotta o sarà vinta dalle politiche della Troika e del governo che la serve, che ci impongono la devastazione e la miseria, o sarà vinta da noi, aprendo la strada per la scuola del futuro, per una vita creativa e libera, per tutti. Noi, i tuoi professori e le tue professoresse, ti chiediamo di stare al nostro fianco, di aggiungere la tua determinazione alla nostra e di diventare parte dell’enorme fiume popolare che riempirà le strade del paese e vincerà!

Con affetto, i tuoi professori e le tue professoresse in lotta!

La Federazione dei Professori di Insegnamento Secondario scrive agli studenti

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fonte: L’oradibuco

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Napoli 26 maggio 2013: i neonazisti di Alba Dorata ci riprovano

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La bandiera ufficiale di Alba Dorata

La bandiera ufficiale di Alba Dorata

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I neofascisti di Alba dorata sbarcano a Napoli

Il partito neonazista greco, ormai conosciuto ovunque per le sue violente aggressioni xenofobe e razziste in Grecia, prova nuovamente a fare proseliti nel territorio italiano.

Dopo il flop dello scorso dicembre, quando in un hotel romano poco meno di trenta persone, giornalisti compresi, si erano radunati per dare vita ad Alba Dorata Italia, un nuovo appuntamento chiama a raccolta tutti coloro che vorrebbero riprodurre le azioni e il pensiero della formazione neonazista greca. A Roma si parlava di un evento epocale, che avrebbe radunato oltre 400 persone, tutte volenterose di dare vita ad un soggetto politico che avrebbe rivoluzionato un’Italia mafiosa, corrotta e multiculturale, senza però voler utilizzare le rappresaglie violente dei loro cugini greci contro stranieri, omosessuali ed esponenti di movimenti di sinistra. A coordinare i lavori quel giorno, oltre ad Alessandro Gardossi, ex Lega Nord ed ex Forza Nuova, anche Vincenzo Maresca, considerato il fondatore ed ispiratore del movimento dorato italiano. Di origine napoletana, attualmente ricopre la carica di Presidente Nazionale di Alba Dorata Europea, così come si legge al link dell’organigramma sul sito del movimento.

Europea si, perché se a dicembre l’intenzione era quella di costituire una costola esclusivamente italiana del partito greco, pochi mesi dopo l’obiettivo è quello di dare vita ad una formazione di carattere europeo.
Domenica 26 maggio alle ore 15 è, infatti, prevista la costituente di Alba Dorata Europea presso il Teatro Palapartenope di Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta. Un convengo, quindi, che vuole dare vita ad un soggetto politico nazionalista, sovranista, europeo federale e tradizionalista, così come si legge in un blog linkato sotto il manifesto che pubblicizza il raduno. Un movimento che ha come primo nemico l’euro e che vuole “ridare libertà e dignità al popolo italiano”. L’invito è chiaro “Dobbiamo attivarci tutti insieme per ridare lustro alla nostra Madre Patria Italia”, “per non essere più schiavi dell’Unione Europea” e per riavere “la nostra polizia, l’arma dei carabinieri e non un corpo di polizia militare europea”.
Come facilmente si può notare da questi brevissimi passaggi ripresi dal documento che introduce l’appuntamento di domenica, anch’esso consultabile sul sito del movimento, se da un lato l’obiettivo è quello di dare vita ad un soggetto europeo, le basi su cui si fonda l’incontro napoletano sono tutte o quasi puramente anti europeiste.
Quante persone sono attese per questa costituente non è ancora dato saperlo. Gli organizzatori sperano vivamente di non replicare la giornata di dicembre e così, per ogni evenienza, la segreteria organizzatrice dell’evento ha anche pubblicato un elenco con quattro Hotel della zona convenzionati per l’occasione. Insomma, tutto sembra pronto ed organizzato nei minimi dettagli per domenica.

Ma la costituente di Alba Dorata Europea, che propone inoltre uno slancio verso un “Rinascimento Spirituale”, riprendendo tale concetto addirittura da un discorso di Mahmoud Ahmadinejad, attuale presidente dell’Iran, non è certo passata inosservata nella città Medaglia d’oro alla Resistenza. Tutte le forze democratiche ed antifasciste napoletane si sono, infatti, già date appuntamento per lo stesso giorno presso la Cumana di Agnano alle ore 10 per dare vita ad una contro manifestazione che ribadisca ancora una volta che nella città di Napoli chi tenta di propagandare ideologie xenofobe e naziste non ha certamente vita facile. Inoltre, è stata già inoltrata una lettera al Prefetto, al Sindaco di Napoli e a tutti gli amministratori locali per chiedere l’immediato divieto del raduno neonazista a Fuorigrotta.

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Fonte: news.you-ng.it

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Grecia: la fabbrica Vio.Me. parte con l’autogestione

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“Siamo coloro che impastano, eppure non abbiamo pane,
siamo coloro che scavano il carbone, eppure abbiamo freddo.
Siamo coloro che non hanno nulla, e stiamo venendo a prendere il mondo”
Tassos Livaditis (poeta greco, 1922-1988)

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Le macchine dell’autogestione sono state accese!

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Dopo tre giorni di intensa mobilitazione, la fabbrica della Vio.Me. ha iniziato la produzione sotto il controllo operaio! E’ il primo esperimento di autogestione industriale nella Grecia colpita dalla crisi, e i lavoratori della Vio.Me. sono convinti che questo sarà solo il primo di una serie di tentativi simili.
La mobilitazione è iniziata con una grande assemblea dei lavoratori, associazioni solidali e individui in un teatro centrale domenica sera. Qui si è discussa l’evoluzione del movimento di solidarietà, e ognuno ha avuto la possibilità di parlare al microfono e dire la sua rispetto alla lotta dei lavoratori.
Lunedì sera c’è stata una marcia nel centro della città seguita da un enorme concerto in sostegno alla lotta con diversi gruppi folk e famosi cantanti. Tra questi c’era anche Thanassis Papakonstantinou, uno dei più importanti cantautori greci contemporanei che fa “parte del movimento” con il suo appoggio, sia nelle parole che nei fatti, ad una costruzione di una società autorganizzata. La partecipazione ha superato le aspettative di chiunque. Purtroppo circa un migliaio di persone non sono riuscite a entrare, dato che lo stadio era pieno. Il momento migliore della serata è stato quando i lavoratori hanno preso il microfono e spiegato la loro visione di una società diversa, basata sulla giustizia sociale, la solidarietà e l’autorganizzazione. Cinquemila persone hanno applaudito, urlato e cantato canzoni di sostegno. E’ stato in quel momento che ci si è resi conto del fatto che questo lotta è sul punto di vincere!

La mobilitazione è proseguita questa mattina con una vivace marcia verso la fabbrica. Gli operai erano già al loro posto e la produzione è stata avviata in modo trionfante di fronte alle telecamere di media nazionali, internazionali e alternativi. I lavoratori hanno organizzato un tour attraverso la fabbrica spiegando i dettagli del processo produttivo ai giornalisti e ai partecipanti che si trovavano lì in sostegno al movimento. C’è ancora molta strada davanti: i costi della produzione sono alti, l’accesso al credito è impossibile ed entrare nel mercato in tempi di recessione è difficile. I lavoratori sono comunque ottimisti: i ricavati del concerto, le donazioni ricevute da gruppi solidali e da individui che sono state raccolte sul sito dovrebbero permettere alla fabbrica di rimanere a galla nei primi mesi. E il supporto dei movimenti sociali significa anche che molti dei prodotti verranno distribuiti attraverso la rete di economia sociale e solidale. I lavoratori della VIO.ME stanno già cercando di produrre nuovi prodotti puliti, basati su ingredienti non tossici ed ecologici, adatti per l’uso domestico. La fabbrica produce prodotti edili di qualità (malta, intonaco, pasta adesiva per piastrelle, materiali per saldatura, malta liquida…) e gli operai sanno bene come migliorare la qualità anche abbassando i costi di produzione e, quindi, i prezzi dei prodotti. La sfida è ora trovare un mercato per questi materiali, che purtroppo sono troppo voluminosi per essere trasportati lontano e andranno quindi venduti in Grecia o nei vicini Balcani. I 40 lavoratori della VIO.ME. E centinaia di partecipanti al movimento di solidarietà hanno vissuto per tre giorni un’esperienza indimenticabile, che comunque è solo l’inizio di un percorso lungo e difficile. Ora più che mai abbiamo bisogno di essere uniti e forti, determinati a costruire un nuovo mondo basato sulla solidarietà, la giustizia e l’autorganizzazione.

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La lotta per l’autogestione della Vio.Me.

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I lavoratori della Vio.Me, una fabbrica edile di Salonicco, in Grecia, abbandonata dai suoi proprietari, non vengono pagati da maggio 2011. Con una decisione presa nell’assemblea generale, gli operai hanno deciso di occupare la fabbrica e gestirla sotto il controllo democratico degli operai.
Dopo una lotta durata un anno che ha attirato l’attenzione e la solidarietà in Grecia e in tutto il mondo, i lavoratori hanno dato il via alla produzione il 12 febbraio 2013, dopo tre giorni di mobilitazione.

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Cosa puoi fare per sostenere la lotta?

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-Diffondi il messaggio! Inoltra queste informazioni ai tuoi amici, ai tuoi contatti e organizzazioni. La nostra arma contro la repressione è la connessione con la società! Il segreto del nostro successo sono i forti legami con la comunità.

-Contribuisci economicamente! Il costo della produzione è alto e i primi mesi saranno critici. I lavoratori hanno un solido business plan e sono molto ottimisti rispetto al successo di questa impresa, però ci vorrà del tempo per inserirsi nel mercato. Contribuiamo tutti affinchè questo possa accadere! Clicca sul pulsante “Donate”, qualsiasi cifra va bene!

-Organizzati nel tuoi luogo di lavoro, nel tuo quartiere, nella tua città! Promuovi una reale autogestione senza bisogno di intermediari, politici professionisti o burocrati! Costruisci cooperative e assemblee di quartiere, proteggi I beni collettive, promuovi una nuova socialità basata sulla vicinanza, il mutuo soccorso e la solidarietà!

-Inviaci ogni domanda o qualsiasi dichiarazione di solidarietà all’iniziativa di solidarietà aperta di Salonicco all’indirizzo protbiometal@gmail.com. I lavoratori saranno felici di sentire il calore della solidarietà dall’estero!

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Fonte:  Vio.Me

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