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Cyberattacco ad Israele | Anonymous – #OpIsrael2018 (7 April)

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“Salve mondo, Noi Siamo Anonymous.

Questo è un messaggio per le folli entità sioniste. Stiamo tornando a punirvi di nuovo, per i vostri crimini nei territori palestinesi. Tutto ciò che vediamo è un’aggressione continua, bombardamenti, uccisioni e rapimenti del popolo palestinese.

Ci rifiutiamo di aspettare pigramente. La nostra risposta a questi efferati crimini contro l’umanità sarà il 7 aprile 2018. Come abbiamo fatto molte volte, elimineremo i server, i siti web governativi, i siti militari israeliani, le vostre banche e le vostre istituzioni pubbliche.

Vi cancelleremo dal cyber spazio come facciamo ogni anno. Continueremo ad attaccarvi elettronicamente fino a quando il popolo della Palestina non sarà libero.

Al governo di Israele:

Non hai fermato le tue infinite violazioni dei diritti umani. Non hai fermato gli insediamenti illegali. Hai ucciso migliaia di persone. Hai dimostrato di non rispettare i diritti umani. Questo è il motivo per cui in questo 7 aprile 2018, squadroni di élite provenienti da tutto il mondo decideranno di unirsi in solidarietà con il popolo palestinese, contro Israele come un’entità per distruggere e cancellare Israele dal cyberspazio.

Ti porteremo giù!

Ti daremo la caccia!

Avresti dovuto aspettartelo!”

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VIDEO MESSAGGIO

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Fonte: cyberguerriglia.org

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California 1997 | La sequoia, la lotta e Julia “Butterfly”. Oggi Julia ha bisogno di noi!

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Julia Butterfly Hill ha bisogno di noi!

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Ve la ricordate la ragazzina che vent’anni fa rimase due anni su una sequoia e riuscì a salvare un intero bosco dall’abbattimento in California? Era Julia “Butterfly” Hill, che oggi, dopo innumerevoli campagne attiviste a tutela di ambiente e diritti umani, ha problemi di salute e chiede aiuto a tutti noi per poter sostenere il costo delle cure negli Stati Uniti.

Il 10 dicembre di vent’anni fa iniziava, su una sequoia millenaria della California, l’impresa che ha ispirato centinaia di migliaia di attivisti di tutto il mondo impegnati nella salvaguardia dell’ambiente. Quel giorno del 1997 Julia Butterfly Hill, allora ventitreenne, saliva su Luna, una sequoia della foresta di Headwaters, e lì è rimasta per 738 giorni. Il suo gesto ha salvato una foresta dall’abbattimento, ma ha ottenuto anche molto di più: ha risvegliato le coscienze dei milioni di persone che l’hanno vista in tv, che leggevano di lei sui giornali, che si preoccupavano per la sua incolumità quando le tempeste, la fame, il freddo e la solitudine mettevano a durissima prova quella ragazzina così determinata. Ha acceso un faro sugli abusi che l’uomo commetteva e commette sull’ambiente e ha dimostrato che ciascuno di noi, con volontà e impegno, può fare tantissimo per cambiare le cose.

La casa editrice Terra Nuova, per celebrare questo anniversario, ha pubblicato una nuova edizione del libro La ragazza sull’albero  che racconta quell’impresa; un libro amatissimo da tanti, scritto dalla stessa protagonista. La nuova edizione è arricchita da un’ intervista esclusiva a Julia ed è uscita proprio il 10 dicembre 2017.

In concomitanza con l’uscita del libro, Terra Nuova ha lanciato anche un appello per aiutare Julia in un momento di particolare difficoltà. Dopo anni di lotte incessanti in nome dell’ambientalismo e dei diritti umani, infatti, Julia ha dovuto interrompere le sue attività a causa di problemi di salute , che la vedono costretta a sottoporsi a una serie di interventi chirurgici alle anche e alla schiena. La sanità negli Stati Uniti ha costi molto elevati e Julia non ha possibilità di sostenerli interamente. Per questo, per permettere a Julia di rimettersi presto in piedi e tornare attiva nelle sue battaglie civili, Terra Nuova promuove questa raccolta fondi. Il ricavato delle donazioni libere sarà devoluto interamente a Julia Hill, mentre alle somme raccolte con le ricompense saranno detratte solo le spese. Trovate QUI tutte le informazioni.

Ma cosa è accaduto a Julia dopo quei due anni sulla sequoia? Ebbene, non si è mai fermata, ha sempre seguito il suo motto: «you make the difference », tu fai la differenza. «Da quando l’esperienza sulla sequoia si è conclusa, ho partecipato a molte azioni dirette e di disobbedienza civile» ci ha spiegato Julia nel settembre 2016 quando è venuta a trovarci (nella foto). « Sono stata in Ecuador a sostenere la protesta contro l’oleodotto che minacciava gran parte delle foreste in quel paese e mi hanno anche arrestata e deportata. Mi sono schierata in prima linea negli Stati Uniti contro la guerra in Iraq e ho scelto di diventare una war-tax resister , ossia di destinare ogni centesimo delle mie tasse a cause a cui tengo, rifiutandomi di pagarle all’Ufficio delle Entrate. Sono salita di nuovo su un albero a Los Angeles in California nel tentativo di salvare il giardino urbano più grande degli Stati Uniti, minacciato da una grande catena di centri commerciali. Queste sono solo alcune azioni, ma sono molte le cause che seguo e sostengo».

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QUI per acquistare il libro

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Fonte: ilcambiamento.it

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La lettura in carcere è un diritto!

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LA LETTURA IN CARCERE È UN DIRITTO

Così si esprime in proposito M., detenuto in un carcere italiano, in questa recente lettera:

Leggere in carcere può apparire come un’impresa difficilissima per chi non è abituato; ma è solo un’apparenza o semplicemente una scarsa importanza che noi detenuti diamo al leggere.
Noi sappiamo abbastanza bene come fregare la gente. Non è vero? Più bravi di noi fuori non ce ne sono. Zitti!!! Purtroppo non è così! Quello che riteniamo essere il non plus ultra della sapienza non è niente in confronto a ciò di cui realmente abbiamo bisogno.
Facciamo un piccolo esempio: se domani venissi arrestato e messo in una cella dove fossi sottoposto a tortura, cosa succederebbe? Ti toglierebbero la camicia, i pantaloni e persino le mutande, ma l’unica cosa che non ti potrebbero togliere è la tua conoscenza. Possono pure arbitrariamente calpestare i tuoi diritti , ma mai e poi mai il tuo diritto di protestare contro
l’ingiustizia.
Perciò, se non vogliamo semplicemente subire, è ora di mettere qualcosa nella zucca e far pesare ciò che realmente vogliamo
Vorrei permettermi di lanciarvi una sfida: non importa il tempo che ci metterete, ma leggete il libro “1984” di George Orwell e riflettete se vale la pena di restare ignoranti o sforzarvi un po’ di più per acquisire ogni giorno un po’ più di conoscenza.
La lettura in carcere è l’impegno di voler cambiare ignoranza con conoscenza, noia con piacere, saper discernere il bene dal male.
La lettura è una guida nei primi viaggi della conoscenza.
Gli argomenti più impegnativi è meglio leggerli in inverno perché il soggetto si trova di solito malinconico e sta in cella più tempo. In estate tutti vogliono andare all’aria; il caldo fa venire sonnolenza e debolezza. In estate va bene leggere qualcosa di scorrevole e leggero, es. “Il guerriero della luce” di Paolo Coelho, “L’alchimista” dello stesso autore e il “Diario” di Anna Frank.
In bocca al lupo ai coraggiosi che accetteranno questa sfida, e buona lettura.
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A proposito di diritto alla lettura per i detenuti, ecco un’iniziativa molto interessante:

#LaBuonaLettura, l’iniziativa che porta i libri nelle carceri italiane

Dal  12 ottobre fino al 31 ottobre 2015, grazie all’iniziativa “La buona lettura” promossa dai librai italiani, in particolare dal libraio di Roma Massimiliano Timpano, chi lo vorrà potrà donare libri alle carceri italiane. Si potranno donare con il sistema del #Librosospeso, recandosi in una qualsiasi Libreria italiana che aderisce, e donare un libro che sarà poi consegnato al centro raccolta di Roma, che provvederà in seguito alla consegna presso le carceri italiane.

LEGGI ANCHE: UN LIBRO SOSPESO, QUANDO LA LETTURA DIVENTA VIRALE E CONTAGIOSA IN LIBRERIA 

L’IDEA – L’idea nasce per diffondere il libro e la lettura, e attraverso la stessa, aiutare le persone a ritrovare fiducia e senso della vita, affinchè non si sprofondi nell’ emarginazione, ma verso la correzione ed il recupero. Quali libri si possono donare? Tutti: poesie, fumetti e graphic novel, aforismi e saggi. A partire dal 31 ottobre poi, tutti i libri che saranno stati raccolti saranno distribuiti presso i diversi istituti di detenzione. Le librerie e gli editori che vogliono aderire all’iniziativa possono scrivere all’indirizzo: m.timpano79@hotmail.it

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Fonte: libreriamo.it

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