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Oggi, quando entrerete in fabbrica, saranno le 8 del mattino, ma quando uscirete sarà già buio. Per voi la luce del sole, oggi, non splenderà. (dal film “La classe operaia va in Paradiso“)
La spietata logica del profitto ci costringe a lavorare per sopravvivere, e ciò è di per sé disumano, ma nessuno può chiedere ad un essere umano di lavorare per morire.
Nessuno può utilizzare una Persona come pedina per far pressione sulla politica al fine di aumentare il profitto.
Lo sappiamo, e lo sapete, acciaierie come l’Ilva provocano malattie terribili.
Guardiamoci attorno: le amministrazioni comunali, provinciali e regionali hanno abbandonato Taranto; stanno trasformando la città in una discarica a cielo aperto. In pochi anni sono stati costruiti 4 inceneritori. Che futuro possiamo avere in queste condizioni?
OPERAIO!
Nessuno è moralmente autorizzato a chiederti di sacrificare la vita; neanche tua moglie o i tuoi figli. Nessun ideale o bisogno materiale vale la tua esistenza.
Operai, occupiamo la fabbrica e sabotiamo ogni impianto!
L’Ilva di Taranto non è altro che un lager che devasta l’ambiente e lede il diritto alla vita.
Costringere un uomo a scegliere fra lo stipendio e la salute è non solo un deplorevole ricatto, ma anche una gravissima infrazione del diritto di ogni persona a poter esercitare un mestiere nel rispetto delle normative vigenti (in materia di sicurezza sul lavoro e protezione ambientale). Ci sentiamo offesi innanzitutto come Persone: numerosi lavoratori rischiano la vita ogni giorno, avvelenati dall’ alta tossicità di quei luoghi, per portare a casa un misero stipendio. Siamo fortemente indignati anche come Cittadini: questa azienda non si preoccupa minimamente dei suoi dipendenti e non mette in atto le strategie e i protocolli atti a tutelarli.
Lavoratori! Difronte al ricatto di chi vi costringe a scegliere tra il diritto alla vita ed uno stipendio infimo l’unica scelta sensata è lottare almeno perchè ogni cittadino, che lavori o no abbia un assegno mensile che gli permetta di vivere dignitosamente.
Ogni essere umano per il fatto stesso di esistere ha diritto a tutti i mezzi necessari alla sua vita e allo sviluppo della sua personalità. vedi la nuova dichiarazione dei diritti umani dell’ecosistema e degli animali
( http://pastebin.com/4nK6TffS ) #DeclarationChan
Come si evince dal cosiddetto “codice etico” dell’azienda, la tutela sanitaria è non solo un dovere, ma anche una priorità innegabile, nonchè un diritto inviolabile. Ecco alcuni passaggi tratti dal documento:
2.1 DIGNITÀ, SALUTE, SICUREZZA E PARI OPPORTUNITÀ SUL LAVORO:
La Società tutela la dignità, la salute e la sicurezza sul lavoro, attraverso l’applicazione di tutte le normative vigenti in materia. La Società, essendosi sempre distinta nel campo della protezione della salute umana e della difesa dell’ambiente, promuove e protegge la salute dei propri collaboratori.
7.1.2 RAPPORTI CON GLI OPERATORI SANITARI:
La Società si impegna, allo scopo di tutelare la salubrità dell’ambiente in cui svolge la propria attività, a conformare il proprio comportamento alla normativa sanitaria e/o ambientale vigente. A tal proposito, la Società conferma il proprio impegno nel rispetto delle direttive emanate dalle competenti autorità sanitarie locali e nazionali; un trasparente e collaborativo rapporto con le autorità in campo sanitario costituisce un criterio guida nello sviluppo dei propri programmi industriali e commerciali.
Come viene sopracitato, questi diritti di tutela verso i lavoratori dovrebbero essere rispettati poiché conformi alle norme imposte dall’azienda stessa. Invece, come numerose testimonianze e condanne subite dalla società confermano, niente di tutto ciò esiste: la storia dell’Ilva è la storia di una fabbrica perennemente manipolata dagli artigli di chi baratta salari col veleno per ingrassare le proprie tasche.
Già nel lontano 1982, il Direttore dell’allora Italsider subì una condanna per “getto delle polveri”; vent’anni dopo, il magnate Emilio Riva viene condannato per i cosiddetti “parchi minerali”, con accusa di getto pericoloso di cose e violazione dell’articolo 13 del Pdr 203-244 maggio 1988; nel 2007, lo stesso Emilio Riva viene condannato per estorsione (ricatto occupazionale) e truffa (incasso dei contributi Inps attraverso le assunzioni dalla mobilità); inoltre, sia lui che suo figlio Claudio vengono interdetti dall’esercizio di attività industriale.
Siamo davanti ad una vera mancanza di umanità e responsabilità da parte di questi datori di lavoro. Gli operai sono costretti ad interminabili turni, trattati quasi come bestie, condannati a rinunciare alla salute. Il rispetto e la tutela per la Persona devono essere una priorità, non un optional.
I colpevoli hanno avvelenato le coscienze e i corpi di chi è stato costretto a vivere per lavorare; hanno tarpato le ali a settori occupazionali che avrebbero altrimenti trovato una rigogliosa espansione; hanno obbligato gli abitanti di un’ intera città a respirare la tossicità dell’accumulazione del Capitale sprezzante dei Diritti Umani.
Siamo vicini alle famiglie di chi si è spento, avvelenato dalla sete incondizionata di vili profittatori.
Siamo vicini a chi ancora lotta per sopravvivere e trascina ogni giorno la sua malattia, messo spalle al muro da uno Stato che copre la sua sporca coscienza con miseri indennizzi, e dietro le quinte stringe loschi accordi con i padroni.
Disprezziamo l’operato di chi, con i propri tentacoli, ha elargito ricatti lavorativi e seminato menzogne cavalcando accordi e deroghe in barba alle leggi sulle emissioni: lucrare sulla pelle dei Cittadini, trincerandosi dietro protocolli d’intesa e burocrazia, è una forma di criminalità legalizzata.
We are Legion
We do not Forgive
We do not Forget
Expect Us!