Tag Archives: bologna

100 anni di Charlot: il vagabondo conquista Bologna!

.

.

charlot100

.

Il 7 febbraio 1914, per la prima volta, Charlie Chaplin indossa il costume da Charlot di fronte ad una macchina da presa. La Cineteca di Bologna e l’Association Chaplin ricordano questo importante anniversario con tre giorni di eventi per celebrare quello che probabilmente è stato l’unico regista a catturare l’essenza cupa del XX secolo, e a raccontarla con un linguaggio universale e in chiave solo in apparenza leggera.

100 anni di Charlot inizierà nella serata di mercoledì 25 giugno con un cine-concerto in Piazza Maggiore: Kid Auto Races at Venice, con il nuovo accompagnamento composto da Timothy Brock proprio in occasione delle celebrazioni del 2014, e una selezione di altre comiche con accompagnamento dal vivo dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.

Nel pomeriggio dello stesso giorno apriranno le registrazioni al convegno, che prenderà il via nella mattinata di giovedì 26. La prima giornata vedrà, tra gli altri, gli interventi di David Robinson, biografo ufficiale di Charles Chaplin, e di Paul Duncan, che rivelerà alcuni contenuti inediti rinvenuti durante le sue ricerche per la realizzazione del libro su Charlie Chaplin edito da Taschen (di prossima pubblicazione).

Il convegno vuole indagare e approfondire la figura del ‘vagabondo’ secondo i più disparati punti di vista: si parlerà della ‘Chaplinite’ diffusa negli Stati Uniti, degli innumerevoli sosia e imitatori, dell’influenza di Charlot in Paesi come Cecoslovacchia, India, Giappone o Cina. Non mancheranno riflessioni sulle relazioni più o meno note tra il vagabondo e le arti, la filosofia, il cinema d’animazione, sulla figura di Chaplin regista o sul felice connubio tra Chaplin e la musica.
Lisa Haven porterà a Bologna i risultati di una sua ricerca sull’influenza che l’opera di Chaplin ebbe sui protagonisti della controcultura americana.
Le serate di giovedì e venerdì saranno invece dedicati alle performance: gli spettacoli comici di Jos Houben The Art of Laughter e di Dan Kamin, Funny Bones, applauditi nei teatri di tutto il mondo, e una presentazione speciale da parte del Premio Oscar© Kevin Brownlow sul rapporto tra Chaplin e la Prima Guerra Mondiale.

Non mancherà un percorso espositivo che ripercorrerà la carriera e le creazioni di Leo Kouper, l’artista che ha realizzato il primo manifesto di un film di Chaplin nel 1950, in occasione della nuova uscita in sala di La febbre dell’oro. Verranno esposte alcune delle sue creazioni più note ma anche le versioni scartate dalla United Artists e quindi mai viste prima. Leo Kouper parteciperà al convegno e ha voluto contribuire personalmente a questa celebrazione disegnando il poster ed il logo di questo evento.

Michael Chaplin presenterà la sua ultima ricerca sulle origini gitane del padre e David Totheroh, nipote dell’operatore di fiducia di Chaplin, Rollie, parlerà del lavoro del nonno.
Sono stati inoltre invitati a partecipare e a dare la propria testimonianza registi, scrittori e critici cinematografici.

L’ultimo giorno di celebrazioni, sabato 28 giugno, coinciderà con l’apertura del festival Il Cinema Ritrovato, appuntamento imprescindibile per cinefili e specialisti da tutto il mondo, che per otto giorni possono attraversare l’intera storia del cinema, scoprire preziose rarità, nella miglior fruizione possibile, grazie ai restauri dei più importanti archivi nel mondo.

Vai al programma dettagliato degli incontri, delle proiezioni e di tutti gli eventi correlati

.

Fonte: cinetecadibologna.it

.

.


Bologna 9 – 18 maggio 2014: Human Rights Nights, Festival di Cinema, Arte e Musica per i Diritti Umani

.

.      Nuvola-parole-300x218

.

.

    HUMAN RIGHTS NIGHTS
          9/18 MAGGIO 2014

 

             XIV Edizione

.

.

Human Rights Nights è dedicato quest’anno alle Nuove Povertà. Il Festival approfondirà i temi dei diritti negati, della dignità alla vita, dei doveri e responsabilità, del benessere e felicità, del diritto alla cultura e alla cittadinanza.

La spirale di povertà creata dall’insicurezza finanziaria e dalla crisi alimenta l’incertezza dei diritti al lavoro, alla casa ed alla salute pubblica. La dignità alla vita perde importanza mentre aumentano disagio, violenza, dipendenze. Le istituzioni divengono sempre più inadeguate nella cura della comunità, mentre si diffondono solidarietà e impegno nella società attraverso il terzo settore e il volontariato. Nascono così, lotta allo spreco, decrescita felice, orti urbani, riciclo e recupero degli spazi, e si misura la qualità della vita non più solo con il PIL – Prodotto Interno Lordo, ma anche con il GNH – Gross National Happiness / Felicità Nazionale Lorda. Il diritto alla cultura, all’istruzione e alla cittadinanza diventano fondamentali, così come la pluralità culturale e la diversità.

Human Rights Nights attraverso un ricco programma di cinema, arte, musica, sport, diventa espressione della pluralità creativa ed etica della nostra contemporaneità, in un’ottica di resistenza positiva.

Con 50 film da oltre 30 paesi, il festival inaugura con il film Omar del regista palestinese Hani Abu – Hassad, in omaggio alla resistenza e ai diritti umani in Palestina e nel mondo. Sul tema delle nuove povertà, il film In grazia di Dio di Edoardo Winspeare conclude una serie di visioni tra cui Food Savers di Valentino Thurn e L’economia della felicità di Helena Norberg Hodge, John Page e Steven Gorelick. Sul tema della migrazione e le minoranze, Mare Chiuso di Andrea Segre e Stefano Liberti, Container 158 di Stefano Liberti ed Enrico Parenti e Va’ pensiero di Dagmawi Yimer (Premio Mutti AMM). Segnaliamo inoltre i film War Witch di Kim Nguyen e Bakroman di Gianluca e Massimiliano De Serio, sull’infanzia tra guerra e povertà, Polinter di Dafne Capella sul sovraffollamento nelle carceri in Brasile, Fatal Assistance di Raoul Peck sull’inefficienza del sistema di aiuti internazionali ad Haiti e Tiger Mountain di Jie Wu sull’inquinamento nella Cina contemporanea. Film di chiusura è Salma, il nuovo documentario di Kim Longinotto, sulla forza di una donna attraverso la poesia. Una competizione online (HRNs Vimeo Channel) e HRNs People Award premieranno i migliori film.

Nell’ambito del progetto Youth – scuola e diritti umani, i ragazzi e ragazze delle scuole di Bologna discuteranno intorno al film La mia classe di Daniele Gaglianone, su diversità, diritti e identità, con attivisti sociali, operatori e il Laboratorio On the Move. Il progetto Schermi & Lavagne della Cineteca di Bologna, presenta Khumba, cercasi strisce disperatamente e Tainà, una leggenda amazzonica, seguiti da Human Rights Kids, giochi per bimbi sui diritti umani.

La musica riflette la ricchezza delle creatività plurali di Bologna: la Danza del Leone di Moulaye Diallo con percussioni djembe e sabar di Yakar in Piazza Nettuno per Strabologna; danze dal subcontinente asiatico, dall’India al Bangladesh con Jaya e BD newdancer; Hip Hop con On the Move, Dj Dima, Dj Lugi; il caleidoscopio di ritmi e melodie di Laboratorio Social Afrobeat di Guglielmo Pagnozzi; il Blues Tuareg di Mohamed Azizi; le sonorità griot punk e afro folk di B.B. CicozMaMa Afr!ka & Sandro Joyeaue, insieme all’associazione Naufragi e al Festival Porte Aperte, il flamenco, balkan jazz e swing manouche di La Vanguardia. Il programma musica, curato da AfricanBamba, sarà quest’anno ospitato nel Giardino Klemlen all’interno del parco del Cavaticcio.

Presso il Giardino Klemlen, dopo una prima anticipazione in Piazza Verdi, apre il Mercatino Verde del Mondo:uno spazio mostra di eco-design, cucine gourmet del mondo, produzioni bio a km0, riciclo e moda, ispirati al crescente desiderio di sostenibilità e rispetto della natura, e delle differenze.

Una galleria all’aperto in Piazzetta Pier Paolo Pasolini ospiterà progetti d’arte e fotografia dal mondo – dai paesaggi naturali e umani dell’Etiopia, agli studi fotografici del Mali, ai monaci del Myanmar alle culture Rom-Sinti in Europa, con istantanee su frontiere e minoranze. Saranno presenti Amnesty International e associazioni e ONG della rete Human Rights Nights, tra cui Associazione Naufragi che presenta il Festival Porte Aperte intervenendo sullo spreco e la valorizzazione delle risorse.

Infine, Sport per la diversità a HRNs. Human Rights Nights corre alla Strabologna con Venuste Niyongabo, e partecipa agli eventi Inside Sports & Music all’Istituto Penale Minorile e Why Not ai Giardini Margherita. Professionisti dello sport, giornalisti e campioni si confrontano sul valore dello sport per la pace e l’integrazione, con dimostrazioni di capoeira, parkour, showdown, cricket e thai boxe. A seguire proiezioni di film sul tema.

Human Rights Nights si conclude il 18 maggio con musica al Mercatino Verde del Mondo al Giardino Klemle

.

IL PROGRAMMA

.

I LUOGHI

Cinema Lumière, Cortile e Biblioteca Renzo Renzi

Piazzetta Pier Paolo Pasolini 2b

ingresso via Azzo Gardino 65

Sala Cervi, Cineteca di Bologna

Via Riva Reno 72

Giardino Klemlen – Parco Cavaticcio

Via Azzo Gardino

Piazza del Nettuno

Piazza Maggiore

Piazza Verdi

Pinacoteca Nazionale di Bologna

Via Belle Arti 56

Istituto Penale Minorile P. Siciniani

Via del Pratello 34

Cinema Europa

Via Pietralata 55

Giardino San Leonardo

Via Belmeloro

.

.

HRN Shorts Online Contest – Human Rights Nights Community

Votate i cortometraggi che saranno visibili e eleggibili dal pubblico fino al 15 maggio cliccando su “Mi piace”.
Votate sul nuovo canale Vimeo HRNs

.

.

INFO FESTIVAL

Tutte le proiezioni ed eventi del Festival Human Rights Nights sono ad  INGRESSO GRATUITO.

.

È gradito un contributo a Human Rights Nights– potrai farlo per tutta la durata del festival, attraverso la nostra HRNs Card, o per ogni evento, con una donazione simbolica.

.

Human Rights Nights è membro fondatore di Human Rights Film Network, rete internazionale di oltre 40 festival dei diritti

umani nel mondo – www.humanrightsfilmnetwork.org

.

Human Rights Nights è realizzato da:

Giulia Grassilli (Direttore Artistico)

Sara Anastasi (Organizzazione Generale, Amministrazione)

Davide Sorlini (Direttore Tecnico)

Raffaello Rossini (Produzione, Comunicazione)

Isabella Malaguti (Responsabile Programmazione Cinema)

Lapo Gresleri, Marcello Polizzi (Programmazione Cinema)

Abdoulaye Gaye (Curatore Musica)

Caterina Mazzilli (Curatrice Conferenza Nuove Povertà,

Relazioni Settore Sociale)

Chiara Gallo (Progetto Sport per la Diversità)

Chiara Gallo, Natasha Malanca (Progetto Youth: scuole,

diritti umani e diversità)

Giuseppe Mandato, Luca Willette (Web)

Vanja Popovic, Andrea Asteriti, Azucena Moran, Zorka

Varga, Raffaela Bientinesi, Janki Merai, Mbaye Gaye

Alessandra Seidita (Comunicazione, Promozione)

Simone Gambelli (Fotografo)

.

Sottotitoli a cura di:

Antonio Romano, Flavia Guadagnino, Giulia Illica Magrini, Federica Fusco, Sara Guida,Linda Bucci, Alessandra Carta

.

Ringraziamenti:

staff di Human Rights Nights e Fondazione Cineteca di Bologna, volontari, amici, ospiti, registi, professionisti, artisti, musicisti, cuochi, traders del mercatino e tutti coloro che hanno partecipato al festival

.

Per maggiori informazioni: info@humanrightsnights.org – 347 8672371 – 051 2194845

www.humanrightsnights.org/

www.humanrightsnights-community.org /

www.facebook.com/HRNsBo

.

Fonte: Human Rights Nights

.

.

 


Bologna: storica Trattoria da Vito (Guccini, Dalla & Co.)

.

.

DALLAVITO

.

La Trattoria di Guccini, Dalla & Co.

.

di Sara Musiani

“Da Vito” a Bologna non è una semplice trattoria, ma un luogo storico, dove si sono incrociate le vite, i pensieri e la creatività di artisti, musicisti e letterati. Un posto magico, dove il profumo della cucina si mescola a quello del fervore culturale.

Ci sono alcune osterie nel cuore dei capoluoghi italiani, dove la cucina – la buona cucina – non è l’unica cosa che si va ricercando.

L’ironia, la cultura, lo spettacolo possono a volte convivere in un luogo dove normalmente il protagonista è il cibo, soprattutto in una terra come la nostra. Trattorie dove, seduti al tavolo, capita di girarsi e trovare accanto a sè i più grandi cantautori contemporanei che si esibiscono con un vecchio pianoforte a mezza coda, come nel salotto di casa propria…

La storica trattoria “Da Vito”, in un altrettanto storico quartiere di Bologna, è uno di questi. La vetrinetta d’ingresso non è facile da localizzare, in fondo ad una strada un po’ buia del quartiere che negli anni ’30 era una delle prime propaggini della città che si iniziava ad estendere verso la campagna.

Nel ’48, nel pieno della ricostruzione post bellica, il padre di Paolo – l’attuale gestore – apriva questo locale che all’inizio consisteva di un’unica stanza, per poi annettere anche la piccola veranda coperta, un tempo la “bocciofila” del quartiere, luogo di svago degli artigiani che lavoravano in quella zona della città, ancora fortemente ad impronta manifatturiera .

Nel raccontare la sua infanzia fra quei tavoli, Paolo ricorda – non senza una certa dose di rimpianto – quei giorni con pochi coperti , quell’atmosfera rarefatta in cui “gli anziani, magari dopo una cena ed una bevuta, si mettevano a ballare per strada…c’era voglia di ricominciare e ricostruire in quei tempi…oggi i vicini chiamerebbero immediatamente la polizia per disturbo della quiete pubblica!”

Più osteria a gestione famigliare che ristorante, Paolo ne prende le redini nei primi anni ’70,ed in quegli anni di fermento politico la trattoria “Da Vito” inizia a diventare quel centro culturale ed artistico che lo ha reso famoso negli anni successivi : “Tutto è iniziato con la politica: furono i giornalisti della redazione de “Il Foglio”, a lanciarci, venendo qui a pranzo, con intellettuali della caratura di Panebianco, Insolera; le redazioni lavorano la notte, e qui non c’erano orari ( come in molte osterie dell’epoca), la cucina era sempre aperta”. Dopo lo sfaldarsi della DC, Vito continuò ad essere mensa aziendale delle redazione del neonato Il Carlino di Bologna, de L’Avvenire e, con la politica portata dai giornalisti, gli intellettuali emergenti arrivarono in rapida successione a fare tappa in Via Paolo Fabbri: Dario Fo, Carmelo Bene, Andrea Pazienza ed i cantautori italiani fra i più amati degli ultimi decenni .

Paolo inizia a raccontare dei suoi amici cantanti descrivendoli sotto un aspetto che solo poche persone possono aver avuto la fortuna di conoscere: ricorda ad esempio che “a Francesco Guccini trovammo casa noi…qui in questa via che poi lui ha celebrato nella sua canzone”, lo definisce un “un filosofo prestato all’arte, un uomo pesante e profondo, mai banale, grande dispensatore di consigli, capace di “curarti” solo con il suo bagaglio culturale”. Quello stesso Guccini che il 14 dicembre dell’anno scorso ha deciso di festeggiare e cantare per l’ultima volta proprio nel suo locale, ed alla dodicesima canzone, come promesso, non ha più suonato una nota “era arrivato a quel punto della carriera in cui hai già detto e scritto tutto quello che potevi..”. Per il compianto Lucio Dalla, icona della musica emiliana, Paolo ha parole di ammirazione : “Lucio era un genio…ma un genio sensibile, capace di comprendere l’altro”; Dalla era un habitué della sua trattoria : “da persona fortemente scaramantica quale era, amava sedersi sempre allo stesso tavolaccio, in cucina, il posto dove riceveva amici e dove firmò il primo contratto di collaborazione con Gianni Morandi”.

Guardando un pianoforte a muro appoggiato in un angolo e mimetizzato dalle giacche dell’appendiabito, Paolo racconta di come sia stato usato una volta da una giovanissima Gianna Nannini, che una sera, in mezzo al piccolo locale, aveva organizzato un concerto improvvisato.

E ancora nomi illustri come Gaber, De Andrè, Benigni…tutti personaggi che in comune hanno avuto, a suo parere, la “capacità di interiorizzare l’arte, non dei semplici attori o cantanti; capaci di empatia e quindi di condivisione di quello che era in loro”.

Paolo ammette di aver beneficiato di queste conoscenze, imbevendosi di cultura al punto da comprare il suo primo quadro a soli 13 anni, ormai innamorato dell’arte. Tutto questo fervore artistico lo ha portato a prendere la decisione, un giorno, di fare di Vito una Fondazione con tutte le opere che ha raccolto -ed esposto- nella sua vita; affinché tutto rimanesse come era, perché questo locale che conserva ancora intatti gli arredi di quasi cinquant’anni fa, mantenesse intatto, come in un’esposizione permanente, quel senso autentico di amore per l’arte e semplicità arcaica con cui è nato.

.

Fonte: Tafter

.

.