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Alex Zanotelli: la guerra è alle porte! Mobilitiamoci!

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natochicago

Manifestazione a Chicago contro la NATO

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“La guerra è alle porte. Non arriva con l’avanzata delle bandiere nere dell’Isis ma con quelle della Nato. E si fa largo sul fronte ucraino come su quello mediterraneo. Così le forze di reazione rapida passano da tredici a quarantamila uomini. Si prepara l’”inevitabile” intervento in Libia e s’intensifica l’utilizzo dei droni con la scusa di combattere i trafficanti di esseri umani. A fine settembre, poi, comincia la più grande esercitazione militare dal tempo della caduta del muro di Berlino. Coinvolgerà 35 mila soldati Nato, 200 aerei e 50 navi da guerra. Sarà pilotata dalla nuova base di Lago Patria a Napoli. Giochiamo in casa e giochiamo con il fuoco. A settembre, durante l’esercitazione, dobbiamo farci sentire […]
E allora mobilitiamoci tutti, credenti e non, uniamoci al di là di ideologie o credi, contro questa gigantesca esercitazione militare Nato “Trident Juncture 2015” che si terrà in autunno.
Lo chiedo da Napoli, il centro comando di questa operazione, insieme al comitato napoletano “Pace e Disarmo”.
Perché non pensare a una manifestazione nazionale a Napoli o altrove, promossa da tutte le realtà del movimento per la pace, dalla Rete della pace come dal Tavolo della Pace, dai No Muos come dai No Nato?”  (leggi tutto)

Alex Zanotelli

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Fonte: comune-info

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Approfondimento

NATO

Trident Juncture 2015

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Contro la dittatura della finanza è etico pagare il debito?

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di Alex Zanotelli

Ho riflettuto a lungo come cristiano e come missionario, nonchè come cittadino, sulla crisi economico-finanziaria che stiamo attraversando, e sono riandato alla riflessione che noi missionari avevamo fatto sul debito dei paesi impoveriti del Sud. Per noi i debiti del Sud del mondo erano ‘odiosi’ e ‘illegittimi’ perché contratti da regimi dittatoriali per l’acquisto di armi o per progetti faraonici , non certo a favore della gente. E quindi non si dovevano pagare! “E’ immorale per noi paesi impoveriti pagare il debito,” -così affermava Nyerere, il ‘padre della patria ‘ della Tanzania, in una conferenza che ho ascoltato nel 1989 a Nairobi (Kenya). “ Quel debito- spiegava Nyerere- non lo pagava il governo della Tanzania, ma il popolo tanzaniano con mancanza di scuole e ospedali.” La nota economista inglese N.Hertz nel suo studio Pianeta in debito , affermava che buona parte del debito del Sud del mondo era illegittimo e odioso.

Perché abbiamo ora paura di applicare gli stessi parametri al debito della Grecia o dell’Italia? Nel 1980 , il debito pubblico italiano era di 114 miliardi di euro, nel 1996 era salito a 1.150 miliardi di euro ed oggi a quasi duemila miliardi di euro. “Dal 1980 ad oggi gli interessi sul debito- afferma F.Gesualdi- hanno richiesto un esborso in interesse pari a 2.141 miliardi di euro!” Lo stesso è avvenuto nel Sud del mondo. Dal 1999 al 2004 i paesi del Sud hanno rimborsato in media 81 miliardi di dollari in più di quanto non ne avessero ricevuto sotto forma di nuovi prestiti.

E’ la finanziarizzazione dell’economia che ha creato quella ‘bolla finanziaria’ dell’ attuale crisi. Una crisi scoppiata nel 2007-08 negli USA con il fallimento delle grandi banche ,dalla Goldman Sachs alla Lehman Brothers ,e poi si è diffusa in Europa attraverso le banche tedesche che ne sono state i veri agenti, imponendola a paesi come l’Irlanda, la Grecia…”Quello che è successo dal 2008 ad oggi- ha scritto l’economista americano James Galbraith-è la più gigantesca truffa della storia.”

Purtroppo la colpa di questa truffa delle banche è stata addossata al debito pubblico dei governi allo scopo di imporci politiche di austerità e conseguente svendita del patrimonio pubblico. Queste politiche sono state imposte all ’Unione Europea dal ‘Fiscal Compact’ o Patto Fiscale , firmato il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 capi di Stato della UE. Con il Fiscal Compact si rendono permanenti i piani di austerità che mirano a tagliare salari, stipendi, pensioni, a intaccare il diritto al lavoro, a privatizzare i beni comuni. Per di più impone il pareggio in bilancio negli ordinamenti nazionali. I governi nazionali dovranno così attuare, nelle politiche di bilancio, le decisioni del Consiglio Europeo, della Commissione Europea e soprattutto della Banca Centrale Europea (BCE) che diventa così il vero potere’ politico’ della UE. Il potere passa così nelle mani delle banche e dei mercati. La democrazia è cancellata. L’ ha affermato la stessa Merkel: ”La democrazia deve essere in accordo con il mercato.” Siamo in piena dittatura delle banche.

E’ il potere finanziario che ha imposto come presidente della BCE, Mario Draghi, già vicepresidente della Goldman Sachs, (fallita nel 2008!) e a capo del governo italiano Mario Monti, consulente della Goldman Sachs e Coca-Cola, nonché membro nei consigli di amministrazione di Generali e Fiat. (Monti fa parte anche della Trilaterale e del Club Bilderberg) . Nel governo Monti poi molti dei ministri siedono nei consigli di amministrazione dei principali gruppi di affari della Penisola: Passera , ministro dello Sviluppo Economico, è ad di Intesa San Paolo; Fornero, ministro del lavoro , è vicepresidente di Intesa San Paolo;F. Profumo, ministro dell’istruzione è amministratore di Unicredit Private Bank e di Telecom Italia; P.Gnudi, ministro del Turismo, è amministratore di Unicredit Group; Piero Giarda, incaricato dei Rapporti con il Parlamento, è vicedirettore del Banco Popolare e amministratore di Pirelli. Altro che ‘governo tecnico’: è la dittatura della finanza!

Infatti sotto la spinta di questo governo delle banche, il Parlamento italiano ha votato il ‘Patto Fiscale’, il Trattato UE che impone di ridurre il debito pubblico al 60% del PIL in vent’anni. Così dal 2013 al 2032, i governi italiani , di destra o sinistra che siano, dovranno fare manovre economiche di 47-48 miliardi di euro all’anno ,per ripagare il debito. “ Noi italiani siamo polli in una macchina infernale- commenta giustamente F.Gesualdi- messa a punto dall’oligarchia finanziaria per derubarci dei nostri soldi con la complicità della politica.” E ancora più incredibile è il fatto che sia stato proprio il Parlamento , massima istituzione della democrazia, a mettere il sigillo “ a una interpretazione del tutto errata della crisi finanziaria, ponendola nell’eccesso di spesa dello Stato, soprattutto della spesa sociale- così pensa L. Gallino. La crisi, nata dalle banche, è stata mascherata da crisi del debito pubblico.”

Il problema non è il debito pubblico (anche se bisogna riflettere per capire perché siamo arrivati a tali cifre!), ma il salvataggio delle banche europee che ci è costato almeno 4mila miliardi di dollari , a detta dello stesso presidente della UE, Barroso (Sembra che il salvataggio delle ‘banche americane’ fatto da Obama sia costato su 14mila miliardi di dollari!) .

E’ chiaro che non possiamo accettare né il Patto fiscale della UE, né la sua ratifica fatta dal Parlamento italiano ,né la modifica costituzionale dell’articolo 81 ,perché a pagarne le spese sarà il popolo italiano.

C’è in Europa una nazione che ha scelto un’altra strada:l’Islanda. La nostra stampa non ne parla. L’Islanda piuttosto che salvare le banche (non avrebbe neanche potuto farlo, dato che i suoi debiti si erano gonfiati fino a dieci volte del suo PIL!), ha garantito i depositi bancari della gente ed ha lasciato il suo sistema bancario fallire, lasciando l’onere ai creditori del settore piuttosto che ai contribuenti. E la tutela del sistema di welfare, come scudo contro la miseria per i disoccupati, ha contribuito a riportare la nazione dal collasso economico verso la guarigione. E’ vero che l’Islanda è un piccolo paese ma può aiutarci a trovare una strada per tentare di uscire dalla dittatura delle banche .

Per questo suggeriamo alcune piste per una seria riflessione e conseguente azione:

1) Richiesta di una moratoria per il pagamento del debito pubblico;

2) Indagine popolare (audit) sulla formazione del nostro debito pubblico allo scopo di annullare la parte illegittima, rifiutando di pagare i debiti ‘odiosi’ o ‘illegittimi’, come ha fatto l’Ecuador di R. Correa nel 2007;

3) Sospensione dei piani di austerità che, oltre essere ingiusti, fanno aumentare la crisi;

4) Divieto di transazioni finanziarie con i paradisi fiscali e lotta alla massiccia evasione fiscale delle grandi imprese e degli straricchi;

5) Messa al bando dei ‘pacchetti tossici’ e della speculazione finanziaria sul cibo;

6) Divisione delle banche ‘troppo grandi per fallire’ in entità più controllabili, imponendo una chiara distinzione tra banche commerciali e banche di investimento;

7) Apertura di banche di credito totalmente pubbliche,

8) Imposizione di una tassa sulle transazioni finanziarie per la ‘tracciabilità’ dei trasferimenti e un’altra sui grandi patrimoni;

9) Rifondazione della BCE riportandola sotto controllo politico (democratizzazione), consentendole di effettuare prestiti direttamente ai governi europei a tassi di interesse molto bassi.

Sono solo dei suggerimenti per preparare un piano serio ed efficace per uscire dalla dittatura delle banche.

Per chi è interessato alle campagne in atto per un’altra uscita dal debito, consulti: smonta il debito, www.cnms.it ; rivolta il debito, www.rivoltaildebito.it ; no debito, www.nodebito.it

Se ci impegniamo, partendo dal basso e mettendoci in rete, a livello italiano ed europeo, il nuovo può fiorire anche nel vecchio Continente.

Da parte mia rifiuto di accettare un Sistema di Apartheid mondiale dove il 20% della popolazione mondiale consuma l’80% delle risorse: un pianeta con un miliardo di obesi tra i ricchi, e un miliardo di affamati tra gli impoveriti, e dove ogni minuto si spendono tre milioni di dollari in armamenti e nello stesso minuto muoiono per fame la morte di quindici bambini.

Il mercato, la dittatura della finanza si trasformano allora “ in armi di distruzione di massa”, dice giustamente J. Stiglitz, premio Nobel dell’economia. “Il potere economico-finanziario lascia morire –afferma F. Hinkelammert- e il potere politico esegue….Entrambi sono assassini.”

Diamoci da fare perché vinca invece la vita!

Alex Zanotelli

Napoli, 18 novembre 2012

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Approfondimento  (madu)

Alex Zanotelli

James Galbraith

Trilaterale

Club Bilderberg

Joseph Stiglitz

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Alex Zanotelli: Stop al geocidio!

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APPELLO / VERSO RIO +20

Siamo alla vigilia di un altro importante appuntamento per salvare il pianeta terra:”RIO+20”, che si terrà a Rio dal 20 al 25 giugno 2012.

Nel 1992 infatti l’ONU aveva convocato a Rio de Janeiro una Conferenza sul Pianeta Terra.Purtroppo alle tante speranze suscitate sono seguiti vent’anni di amare delusioni che hanno portato all’attuale e grave crisi ecologica. Particolarmente amari i fallimenti delle conferenze sul clima di Copenhagen(2009), di Cancun(2010) e di Durban(2011).Siamo sull’orlo dell’abisso. Per questo l’ONU ha nuovamente invitato i governi e le organizzazioni popolari a Rio per trovare una risposta.Ma non ci saranno risposte adeguate se non si capisce che dietro alla crisi ecologica ci sta una profonda crisi antropologica .La Mercificazione dell’umano che sta avvenendo sotto i nostri occhi ha come conseguenza la mercificazione della Madre Terra. Viviamo dentro un Sistema che ha come unico scopo il profitto, per cui riduciamo sia le persone come il Pianeta Terra a Merce. “Oggi potremo dire che la più significativa divisione tra gli esseri umani-scrive il teologo americano Thomas Berry- non è basata né su nazionalità né sulla razza , né sulla religione, ma piuttosto è una divisione fra coloro che dedicano la loro vita a sfruttare la Terra in maniera deleteria, distruggendola e coloro che si dedicano a preservare la Terra in tutto il suo splendore.” E questo grande teologo aggiunge amaramente:”Moralmente noi abbiamo sviluppato una risposta al suicidio, omicidio, genocidio, ma ora ci troviamo a confrontarci con il biocidio e il geocidio, l’uccisione del pianeta Terra nelle sue strutture vitali e funzionali. Queste opere sono un male maggiore di quanto abbiamo conosciuto fino al presente, male per il quale non abbiamo principi né etici né morali di giudizio.”

E il biocidio e il geocidio sono sotto i nostri occhi. E la situazione diventa sempre più drammatica. Nel silenzio quasi totale dei grandi media sia cartacei come televisivi che sono nelle mani dei potentati economico-finanziari.E’ un silenzio voluto e comperato come appare nel libro inchiesta “ Private Empire” del noto giornalista Steve Coll che dimostra come la Exxon, la più grande compagnia petrolifera, abbia falsificato, finanziando studi e ricerche,i dati scientifici sui cambiamenti climatici.

La situazione è ormai insostenibile. Gli scienziati temono ormai che il Pianeta subirà , per la fine del secolo, un aumento della temperatura di 3-4 gradi! E’ un aumento drammatico questo! Il riscaldamento del Pianeta sta avvenendo molto più in fretta di quanto previsto ed è tale da innescare un processo irreversibile di cambiamento del clima .E questo molto più velocemente di quanto si pensasse. E l’opinione scientifica è ormai concorde:la colpa è dell’uomo. “Viviamo in un modo che non può continuare per generazioni-ha detto Jorgen Randers, presentando il suo notevole studio 2052: A global forecast for the Next Forty Years-. L’umanità ha ormai superato la disponibilità di risorse della Terra. Emettiamo due volte la quantità di gas serra in un anno che può essere assorbita dalle foreste e dagli oceani del pianeta.”

Purtroppo non possiamo aspettarci soluzioni dai nostri governi prigionieri sia dei potentati economico-finanziari che dei potentati agro-industriali che traggono enormi profitti da questo Sistema. Purtroppo la dittatura finanziaria sotto cui viviamo (il governo Monti ne è una splendida esemplificazione) ha deciso di fare della crisi ecologica un altro affare con la cosidetta ‘green economy’(l’economia verde). Ne sono espressione ‘il mercato del carbonio’, la produzione agro-forestale per bio-carburanti, la geo-ingegneria che introduce il principio del ‘diritto di inquinare’. E’ la finanziarizzazione anche della crisi ecologica.

“La Green Economy ,affidata unicamente alle logiche del mercato senza regole e senza una visione precisa, è un falsa soluzione,” –afferma il documento-base Summit dei popoli a Rio, elaborato dalla Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale (RIGAS).E’ questo il documento che abbiamo lanciato a Roma il 21 aprile nel Teatro Valle ,occupato e diventato un bene comune. Una settantina di organizzazioni hanno approvato il documento e hanno aderito a RIGAS. Questa rete deve rimanere cittadinanza attiva e deve includere tutti coloro che in Italia si impegnano sull’ambiente, organizzandosi a livello nazionale, regionale, con una segreteria come ha fatto il grande movimento dell’acqua in Italia. Quello che abbiamo fatto per l’acqua, dobbiamo farlo per l’ambiente, per la Madre Terra così gravemente minacciata. Coinvolgendo in tutto questo anche le comunità cristiane e l’associazionismo cattolico.Il nostro è un movimento trasversale ed ecumenico che si impegna a :

-informare tutti e a tutti i livelli della gravità della crisi ecologica;

rimettere in discussione il nostro modello di sviluppo e il nostro stile di vita, che costituiscono la causa fondamentale del disastro ecologico;

impegnarsi a livello personale e comunitario, a vivere con più sobrietà, riducendo la dipendenza dal petrolio e potenziando le energie rinnovabili;

rispondere al problema dei rifiuti con il riciclo totale, opponendosi agli inceneritori

sostenere il Piano della Commissione Europea che prevede la riduzione per tappe dell’80% di emissioni di gas serra entro il 2050;

chiedere  la costituzione di un Fondo per aiutare i paesi impoveriti a far fronte ai cambiamenti climatici, tassando le transazioni finanziarie dello 0.05%.

E’ un lavoro enorme quello che ci attende partendo dal basso , in Rete, per portare il nostro paese e il governo Monti (che continua a parlare di crescita!) a mettere al centro dell’impegno politico il salvarci tutti insieme con il Pianeta Terra.

Ci ritroveremo in tanti a Rio e da lì ripartiremo con ancora più impegno per salvare il Pianeta.“Uniamoci come movimenti, organizzazioni e reti sociali-così conclude l’appello dei movimenti sociali verso Rio (Cupola dos Povos), per assicurare che Rio+20 diventi una grande mobilitazione popolare in grado di rafforzare le basi locali, regionali e mondiali necessarie per affrontare l’avanzata verde del capitalismo. Rio+20 deve essere un punto di partenza per una società più giusta e solidale”

Napoli,3 giugno 2012                                                                                                       Alex Zanotelli

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