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Scienza Vegetariana: noi andiamo…”oltre”

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Foto di Carl Warner

Foto di Carl Warner

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UN PASSO OLTRE IL LATTE

Mentre i macellai si affannano a promuovere campagne pubblicitarie per far credere al pubblico che la carne sia “indispensabile”, “essenziale”, che non contenga colesterolo e grassi (una bella faccia tosta), noi andiamo oltre. Perché, se ormai è risaputo che il consumo di carne (pesce incluso: si tratta di carne di animali acquatici) danneggia il nostro organismo e promuove l’insorgenze delle varie malattie degenerative, è ancora diffusa la credenza che latte e latticini siano “cibi” nutrienti e sani, se non addirittura “indispensabili”. Per questo presentiamo qui due articoli che mostrano il legame tra il consumo di latticini e l’insorgenza di tumori e un’analisi sul falso mito del latte, invitando a diminuire, fino ad azzerarlo, il consumo di prodotti lattiero-caseari.

Un altro falso mito è quello delle proteine e degli aminoacidi essenziali, che, secondo una credenza diffusa, sarebbero carenti in un’alimentazione 100% vegetale. Invece, è virtualmente impossibile non assumere abbastanza proteine in una dieta variata normocalorica, anche nella pratica sportiva; il punto d’attenzione deve essere piuttosto quello di non consumarne troppe, cosa che avviene regolarmente in una dieta onnivora, in cui facilmente – e drammaticamente – il consumo di proteine è doppio rispetto a quello consigliato.

Chiuderemo con una scheda di approfondimento su un legume fresco di stagione, le fave, un menù primaverile pieno di verdura fresca e una rassegna di libri e materiali informativi disponibili.
Vi invitiamo a condividere questo notiziario con quante più persone possibile, sia via mail (basta inviare il link per scaricarlo dal nostro sito) che su forum o social network.

Buona lettura!

Scarica il notiziario da:
http://www.scienzavegetariana.it/notiziario/notiziario-ssnv-2015-03.pdf

La Redazione di SSNV

Sito: Scienza Vegetariana

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Comuni errori nell’alimentazione vegetariana

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Pieter Aertsen (1508-1575): “Venditore di verdura al mercato”

Pieter Aertsen (1508-1575) – “Venditore di verdura al mercato”

 

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I più comuni errori alimentari dei vegetariani

Essere vegetariani significa non nutrirsi ne’ di carne, ne’ di pesce, ne’ di qualsiasi altro alimento che derivi dall’uccisione di un animale.
Chiarito questo concetto di base, bisogna sapere che esistono diverse diete vegetariane, alcune più restrittive ed altre meno.
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Quelle più permissive sono:
• la ovo-latto vegetariana consumo di uova, latte e suoi derivati
• la ovo-vegetariana consumo solo uova
• la latto-vegetariana consumo solo latte e derivati
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Le diete vegetariane restrittive non prevedono l’utilizzo di nessun cibo di origine animale (anche se non derivante dalla sua morte), ma unicamente quello di alimenti vegetali; per questo sono dette anche vegetaliane o vegane.
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Fra queste le più radicali sono:
• la granivora: consumo solo di cereali
• la frugivora: consumo solo di frutta
• la crudista: consumo solo di vegetali e frutta crudi
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Se i vantaggi di una dieta prevalentemente vegetale sono ormai noti ed universalmente riconosciuti (diminuzione del rischio cardiovascolare, riduzione dell’incidenza di patologie cronico-degenerative, diminuzione dei disturbi gastro-enterici e della stipsi, aumento della resistenza fisica alla fatica), non è detto che anche i vegetariani non facciano degli errori alimentari, più o meno grandi, più o meno gravi, più o meno consapevoli.
Vediamoli insieme.
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Eccessivo consumo di pasta e pane
 
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che una limitazione (assoluta o relativa) nell’assunzione di alimenti di origine animale porta ad un aumento compensatorio dell’utilizzo di pasta, pane e cereali. Il problema è che spesso si tratta di cereali raffinati (riso brillato, pane bianco, pasta, crackers, grissini…) ad elevato Indice Glicemico (fanno aumentare rapidamente la glicemia), basso potere saziante (la raffinazione elimina le fibre), molto spesso addizionati di grassi (olio, margarina, burro, strutto) e sale (promuove la ritenzione idrica e l’ipertensione arteriosa).
Un consumo eccessivo di carboidrati induce un aumento dei trigliceridi plasmatici (gli zuccheri ingeriti in esubero rispetto al proprio fabbisogno vengono inesorabilmente trasformati in grasso), un aumento del colesterolo totale, della glicemia ed all’accumulo di peso corporeo. Attenzione quindi a non sbilanciare la propria dieta verso la componente glucidica pensando di essere nel giusto. I carboidrati devono rappresentare il 55-60% dell’apporto calorico giornaliero; un loro eccesso è comunque dannoso per la salute e fa ingrassare.
Non mangiare carne infatti, non vuol dire essere magri; purtroppo è sempre più facile trovare vegetariani in soprappeso o addirittura obesi!
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Olio extra vergine d’oliva in quantità “industriali”.
 
Preferire l’olio extra vergine d’oliva è la scelta più corretta, ma attenzione alla quantità! Il fatto che sia di origine controllata o che venga prodotto artigianalmente non significa che possa essere usato senza controllo.
L’olio è in assoluto l’alimento più calorico: ben 9 kcal/grammo perché fatto unicamente da materia grassa. Cento grammi di olio (indipendentemente che sia di oliva, di semi, di mais o di soia) apportano 900 kcal, contro le 750 kcal del burro e della margarina che contengono anche una percentuale di acqua (14%).
La dose ottimale va dai 5 agli 8 cucchiaini di olio al giorno da distribuire fra pranzo e cena. Va bene utilizzarlo a crudo, a cotto ed anche per friggere perché, insieme all’olio di sesamo, è quello con il punto di fumo più elevato; il che significa che alle alte temperature si altera meno e diventa meno tossico per l’organismo.
L’olio, rispetto al burro, non contiene colesterolo (presente solo negli alimenti di origine animale), ma è comunque costituito da grassi saturi (16 grammi/100 ml) che rappresentano i “mattoncini” per la sua sintesi endogena. Rispetto alla margarina non contiene acidi grassi trans (si formano durante il processo di lavorazione degli olii vegetali), molto dannosi perché direttamente implicati nella formazione delle placche aterosclerotiche.
Quindi, via libera all’olio extra vergine d’oliva (meglio se denocciolato) e a quello di sesamo, ma condire con moderazione per salvaguardare peso corporeo e livelli ematici dei grassi!
Attenzione inoltre ai grassi nascosti: spesso anche il pane (tipo baguette, francesino, ciabatta) viene impastato con olio, margarina o strutto per renderlo più morbido e gustoso.
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Biscotti, merendine, fiocchi di cereali per la prima colazione
 
È vero, sono tutti prodotti vegetariani, ma cosa contengono?
Avete mai provato a leggere con attenzione gli ingredienti elencati nelle etichette?
Imparate a farlo!
Scoprirete che: zucchero, latte in polvere, uova, panna, burro, margarina o, peggio ancora, olii vegetali idrogenati e strutto sono ubiquitari.
Un consumo giornaliero della stragrande maggioranza dei prodotti da forno pubblicizzati rappresenta un’inapparente, ma cospicua fonte di zuccheri semplici, grassi saturi e colesterolo.
Anche molti cereali in fiocchi e muesli, apparentemente genuini ed innocui, sono spesso addizionati con zucchero, latte ed olii vegetali trasformandoli in alimenti killer per la salute.
Attenzione quindi vegetariani: per la prima colazione e per gli spuntini preferite cibi semplici come pane e marmellata, fette biscottate, gallette di riso, cereali in fiocchi e muesli al naturale.
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Il latte fa bene?
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No!
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Sempre più studi dimostrano che un elevato consumo di latte sia dannoso alla salute.
Siamo gli unici esseri viventi che da adulti continuano ad assumere latte (gli animali smettono con lo svezzamento) e per di più, latte di altre specie!
Il latte è un alimento altamente energetico, quello materno è adatto nei primi mesi di vita quando lo sviluppo del neonato è molto veloce; dopo lo svezzamento, l’introduzione del latte vaccino diventa una forzatura dettata dall’idea che il latte faccia bene anche da adulti. Ma non è così.
Latte umano e latte animale sono profondamente diversi: quello materno fornisce 70-75 kcal/100 ml ed è composto da 1 grammo di proteine, 4.4 g di lipidi e 6.9 g di carboidrati ogni 100 ml. Il latte vaccino apporta 61 kcal/100 ml, 3.1 g di proteine, 3.4 g di lipidi e 4.8 g di carboidrati mentre quello di capra 72 kcal, 3.9 g di proteine, 4.3 g di lipidi e 4.7 g di carboidrati per 100 ml.
Risulta evidente come, a fronte di un sovrapponibile potere calorico, i latti animali hanno un contenuto proteico nettamente superiore a quello materno (3 volte tanto quello di mucca e 4 volte tanto quello di capra). Le proteine del latte animale sono le maggiori responsabili dell’aumento di quei fattori di crescita (IGF-1, insulina, ormoni sessuali) che in giovane età promuovono lo sviluppo e la maturazione corporea, ma da adulti un loro eccesso può favorire l’osteoporosi e l’insorgenza di tumori ormono-sensibili (in particolare quello al seno).
In conclusione latte sì se gradito, ma con coscienza: non più di una tazza al giorno e non tutti i giorni; meglio alternarlo ai latti di cereali (riso, avena, orzo), di soia e di mandorla.
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Il formaggio per prevenire e curare l’osteoporosi
 
Niente di più sbagliato!
Il formaggio è un concentrato di grassi, proteine e sale (100 grammi di grana, per esempio, contengono ben 35 g di proteine, 25 g di lipidi e solo il 30% di acqua!). Consumato tutti i giorni in sostituzione della carne, a fine pasto o grattugiato sul primo piatto rappresenta un vero e proprio pericolo per la salute (aumento del colesterolo, aumento del rischio cardiovascolare, osteoporosi). L’errore del soggetto latto e ovolatto-vegetariano può essere quello di rimpiazzare gli altri prodotti di origine animale con un uso frequente di latticini che, invece, non andrebbero consumati più di 2 volte alla settimana.
Non è vero che il formaggio prevenga l’osteoporosi, anzi, ne accelera la progressione proprio a causa del suo elevato contenuto in proteine: queste ultime infatti acidificano il sangue e costringono l’osso a dimettere ioni calcio per riportare il PH ai valori ottimali scaturendo l’effetto contrario a quello ricercato.
Il consiglio è quello di assumere calcio attraverso fonti non animali come l’acqua ed i vegetali (contengono meno proteine e sono privi di colesterolo): i semi di sesamo (670 mg/100 g), la salvia (600 mg), il tarassaco e la rucola (310 mg), le mandorle (240 mg), i ceci ed i fagioli secchi (140 mg), ecc…
Inoltre è bene imparare ad incrementare il consumo di legumi, tofu, tempeh e seitan, ottimi sostituti dei secondi di origine animale, privi di colesterolo e sicuramente cruelty-free.
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Più frutta si mangia e meglio è!
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fate attenzione anche a:
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Caffè: (la caffeina promuove l’osteoporosi e difficilmente viene bevuto amaro!): non superare i 2-3- caffè al giorno, meglio preferire le tisane o il caffè d’orzo…e naturalmente senza zucchero!
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Bibite dolci: pensate che nelle lattine di aranciata, cola ed altre bevande gassate ci sono ben 7 cucchiaini di zucchero!
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Biscotti, pasticcini, torte, merendine, gelati: leggete bene le etichette; non solo sono un concentrato di zuccheri semplici (anche quello di canna ed il miele) e di grassi vegetali (olii idrogenati, poco costosi e molto dannosi), ma anche di grassi animali (latte, burro, panna, uova) e a volte addirittura strutto!
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Vegetariani allerta dunque: non mangiare carne, salumi e pesce non vuol dire essere immuni da cancro, malattie cardiovascolari ed osteoporosi; errori dietetici, eccessi alimentari e sedentarietà possono interessare anche noi!
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Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
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“Il cibo è un diritto e non una merce”. Renzi non firmare il Protocollo di Milano!

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Evelyn Mwafulirwa – Malawi.

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Il Protocollo di Milano non si deve firmare!

A giorni, il Primo Ministro Renzi si appresta a firmare il cosiddetto Protocollo di Milano promosso dalla Fondazione BarillaL’idea è quella di ripetere l’esperienza del protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici, applicandolo all’agricoltura e l’alimentazione. Il cibo è un diritto universale e non una merce e, per fortuna, gli Stati di tutto il mondo si sono dati, da tempo, luoghi di governo globale delle politiche su sicurezza alimentare e nutrizione. Luoghi dove anche la società civile può partecipare e dare il suo contributo come il Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare che risponde direttamente all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Da questi luoghi, dove partecipano tutti gli Stati del mondo e tutti i diversi attori interessati, (società civile, settore privato, Fondazioni filantropiche), sono usciti impegni, piani di azione, direttrici volontarie su moltissimi temi che impegnano gli Stati a dover garantire il Diritto Universale al cibo per tutti. E’ a tutti evidente che gli Stati non stanno applicando quanto hanno concordato e vanno messi in piedi strumenti di monitoraggio per obbligarli ad essere conseguenti a quanto si sono impegnati in sede internazionale. Questa è sicuramente una priorità assoluta.

Il Protocollo, iniziativa privata fuori dal contesto delle Nazioni Unite, ha contenuti, su sicurezza alimentare e nutrizione, generici, ancora meno vincolanti di quanto già concordato a livello internazionale e, cosa ancor più grave, teorizza un luogo diverso da quello delle Nazioni Unite per monitorare gli impegni assunti da chi firma il protocollo. 

Il Protocollo è quindi un attacco frontale a tutto il sistema delle Nazioni Unite, che con tutti i suoi limiti, in particolare sulle politiche agricole e nutrizionali, garantisce degli spazi di partecipazione unici alla società civile ovvero a quei piccoli produttori di alimenti (contadini, pescatori, pastori, popoli indigeni…) che l’Anno internazionale dell’agricoltura familiare (2014) ha appena celebrato come coloro che contribuiscono al 70% del cibo oggi prodotto nel mondo. Solo con il rafforzamento di questi luoghi possiamo realmente cambiare il governo mondiale delle politiche agricole e nutrizionali al fine di garantire il diritto universale al cibo per tutti ed i diritti dei piccoli produttori per permettergli di continuare a dare all’umanità una vera sicurezza alimentare e nutrizionale anche in futuro, l’unica veramente sostenibile a lungo termine! 

Il Protocollo è quindi in linea con quanto previsto in EXPO 2015, fiera che mercifica tutto, ed un tentativo maldestro di dare all’Esposizione universale un ruolo che non ha e che non gli riconosce nessuno.

Il Protocollo non si deve firmare, il cibo è un diritto e non una merce, Sovranità alimentare ora!

A cura di Andrea Ferrante

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Fonte: AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica)

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