Category Archives: diritti_lotte

Venezia: Premio al Cinema dei Diritti Umani – HRNs Award

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HRNs Award – Premio al Cinema dei Diritti Umani
71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
La Biennale di Venezia

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Human Rights Nights conferirà quest’anno un premio per i diritti umani alla 71a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia.

HRNs Award sarà assegnato da una giuria composta di critici cinematografici e professionisti dei diritti umani al miglior film miglior film – espressione di una cultura per la difesa dei diritti umani, la tutela dei diritti civili, la valorizzazione delle diversità culturali e la promozione di una partecipazione eguale di tutte le persone nella nostra società plurale contemporanea. Il Premio sarà conferito sabato 6 settembre pomeriggio nella sezione Premi Collaterali della 71a Mostra. A seguire ci sarà un aperitivo informale per salutare la giuria e brindare al film premiato.

Se siete a Venezia e avete proposte e idee per il prossimo festival e per promuovere i diritti umani attraverso HRNs, contattateci!!

organizzazione@humanrightsnights.org / direzioneartistica@humanrightsnights.org
347 6691043 / 347 8672371

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Human Rights Nights will confer this year an award for human rights at the 71° Venice Film Festival. HRNs Award is selected by a jury of cinema critics and human rights professionals to the Best Film, recognised as expression of a culture for the defence of human rights, the protection of civil rights, the valorisation of cultural diversities and the promotion for an equal participation of all people in our plural contemporary society. The Award will be conferred saturday 6th september in the afternoon in the section of the Collateral Awards of the 71. Venice Film Festival. Following there will be an informal drink to thank the jury and cheer at the winning film.

If you are in Venice and have proposals and idea for our next festival and to promote human rights through HRNs, get in touch!!

organizzazione@humanrightsnights.org / direzioneartistica@humanrightsnights.org
347 6691043 / 347 8672371

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Fonte: Facebook

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Le operazioni degli hacktivist di Anonymous contro il Governo Israeliano

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op-israel

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9 agosto 2014

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Oscurato il sito dei servizi segreti israeliani (Mossad)

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Anonymous per fermare il massacro a Gaza  ha preso di mira più organizzazioni israeliane come parte della Campagna “Operation Save Gaza“. Contro l’incursione militare israeliana a Gaza  hanno tirato giù il sito ufficiale dell’Agenzia d’Intelligence israeliana, il Mossad.

Anonymous ha oscurato il sito del Mossad con un attacco DDoS. L’attacco è stato pesante il sito è stato chiuso per oltre 10 ore. Sono stati attaccati diversi siti del governo israeliano dopo la morte di uno dei membri di Anonymous, Tayeb Abu Shehada. Il ventiduenne è stato ucciso dalle forze israeliane durante il fine settimana durante una protesta nel villaggio di Huwwara in Cisgiordania .

Anonymous ha lanciato la campagna contro il governo di Israele il 7 luglio,  con l’avvio dell'”Operazione Protezione confini d’Israele”  Da allora, Anonymous ha attaccato migliaia di siti web  israeliani, tra cui il Ministero della Difesa di Israele e i siti web della polizia di Tel Aviv.

Questo appello è rivolto al collettivo Anonymous, ai gruppi di hacker di unirsi alla nostra crociata, per la guerra cibernetica contro lo Stato di Israele. Come collettivo,  Anonymous’ non odia Israele, odia il governo di Israele che, per allargare i propri confini, sta commettendo un genocidio e massacrando persone inermi a Gaza.

Questo è stato il messaggio inviato da Anonymous on-line il 25 luglio. Centinaia di pagine dei siti del governo di Israele sono stati sostituiti da una grafica, da slogan e file audio. Anonymous ha inoltre resi pubblici 170  login, che appartenevano a funzionari israeliani.

Due anni fa con #OpIsrael, Anonymous ha lanciato centinaia di attacchi contro siti israeliani. Furono presi di mira siti web durante l’operazione Pilastro di Difesadella Forza armate israeliane a Gaza. I dati del Ministero degli Esteri israeliano furonocompletamente spazzata via e Anonymous riuscì a far trapelare i dati di 5.000 funzionari israeliani. Gli hackerattivisti   violarono anche  Facebook e Twitter del Vice Premier israeliano,  pubblicando   messaggi propalestinesi. Un anno prima, attaccarono 10.000 siti web, causando circa 3 miliardi di danni ad Israele.

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Fonte: We are Anonymous

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9 agosto 2014: Giornata ONU dei Popoli Indigeni. Survival dimostra che è possibile salvarli!

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Un rituale notturno degli Awá, la tribù più minacciata del mondo.

Un rituale notturno degli Awá, la tribù più minacciata del mondo.

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Giornata ONU dei popoli indigeni – Survival denuncia: non stanno ‘scomparendo’!

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di Redazione Survival

In occasione della Giornata ONU per i popoli indigeni, che si celebra ogni anno il 9 agosto, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni Survival International ricorda all’opinione pubblica internazionale che i popoli indigeni non sono “primitivi” e non stanno “scomparendo”, bensì “sono portati alla scomparsa” dall’avidità e dal razzismo delle nostre società, che continuano a privarli delle loro terre e delle loro risorse.

La differenza è sostanziale: non si tratta di un fenomeno storicamente inevitabile, naturale e inarrestabile come molti vorrebbero credere, bensì della drammatica conseguenza di azioni criminali che, in quanto tali, possono e devono essere fermate.

I popoli indigeni che nel corso del XX secolo hanno subito persecuzioni, violenze e persino il genocidio sono incalcolabili. Tra questi:

– gli Aché, che nell’aprile 2014 hanno trascinato il governo del Paraguay in tribunale per il genocidio subito negli anni ’50 e ’60, quando i colonizzatori organizzavano spedizioni per uccidere gli uomini, mentre le donne e i bambini venivano solitamente catturati e venduti come schiavi. Oggi, nonostante le foreste della tribù siano state quasi totalmente distrutte per far spazio ad allevamenti di bestiame e piantagioni di canna da zucchero, la loro popolazione è di nuovo in crescita.

– gli Akuntsu, con cui alcuni operatori del governo brasiliano sono entrati per la prima volta in contatto nel 1995, scoprendo che solo 7 di loro erano sopravvissuti allo sterminio ordinato dagli allevatori che avevano invaso le loro terre negli anni precedenti. I linguisti stanno cercando di registrare e interpretare la loro lingua, per permettere loro di raccontare al mondo tutto l’orrore di cui sono stati testimoni. Ma il tempo stinge perché tra poco la loro piccola e vulnerabile tribù, ormai scesa a 5, sarà cancellata dalla faccia della terra per sempre.

– gli Jumma del Bangladesh, vittime dell’esercito e dei coloni, promotori di una sistematica campagna genocida fatta di uccisioni, stupri, torture. Nel 1997, un accordo di pace ha messo fine alle atrocità peggiori, ma le uccisioni, gli incendi dei villaggi, il furto della terra e gli arresti continuano a dilagare ancora oggi.

– molte tribù incontattate di Perù e Brasile, come i Nahua e quel piccolo gruppo isolato che alla fine di giugno è uscito dalla foresta brasiliana dopo aver attraversato il confine con il Perù. Gli Indiani hanno raccontato agli interpreti di aver subito un violento attacco al loro villaggio nel corso del quale la maggior parte degli anziani sono stati uccisi e le loro case sono state incendiate. “Sono morte così tante persone che non hanno potuto seppellirli tutti e, quindi, gli avvoltoi hanno mangiato i loro corpi”. Secondo gli esperti brasiliani, se il territorio non sarà protetto subito dai taglialegna e dai trafficanti di droga sospettati di compiere queste atrocità, si rischierà un “altro genocidio”.

“I popoli indigeni hanno sviluppato stili di vita largamente auto-sufficienti e straordinariamente diversi” dichiara Francesca Casella, direttrice di Survival Italia. “Molti dei medicinali e degli alimenti base del mondo ci vengono da loro, e hanno salvato milioni di vite. Tuttavia, continuano ad essere descritti come “arretrati” e “primitivi” semplicemente perché hanno scelto modalità differenti. La verità con cui dobbiamo confrontarci è che fin dagli albori dell’età della ‘Scoperta’, i popoli indigeni sono stati vittime innocenti della colonizzazione aggressiva delle loro terre. Rifiutandoci di riconoscerli come parti vitali e integranti del mondo moderno, al pari di tutti gli altri, l’annientamento sistematico e crudele avviato dai primi invasori continuerà inesorabile. È arrivato il momento di fermarsi. Il futuro dei popoli indigeni è solo e realmente nelle mani di ognuno di noi.”

E a dimostrare che il cambiamento è possibile, nella Giornata ONU per i popoli indigeni, Survival diffonde le immagini emozionanti di una mobilitazione pubblica che in soli due anni ha salvato gli Awá, la tribù più minacciata del mondo. Quando Survival lanciò la campagna internazionale in loro sostegno, il 25 aprile 2012, gli esperti ritenevano gli Awá ad imminente rischio d’estinzione. Oggi hanno la concreta possibilità di riprendere il controllo delle loro terre e del loro futuro, alle proprie condizioni.

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Guarda il Video: Da parte degli Awà, grazie!

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Fonte: Survival

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