Category Archives: diritti_lotte

Julian Assange | “L’Impero Americano ed i suoi Media”

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Il tweet () di Julian Assange, corredato da una chiara immagine, mostra i proprietari dei più importanti media del mondo. Quelli che ne possiede di più è Il Consiglio per le Relazioni Estere composto da politici ed uomini d’affari e ne conta 1400. Seguono a ruota anche i miliardari del Club Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E’ bene quindi sapere che spesso le notizie mondiali che ci giungono sono filtrate da questi media mainstream. Si parla quindi di manipolazione mediatica. (madu)

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Approfondimento

Rivelazioni di Wikileaks: l’impero Usa secondo se stesso

Wikileaks e la disinformazione dei media

Serie di articoli su WikiLeaks da ki.noblogs.org

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Nasce #FemAnonFatal l’ala femminile di Anonymous

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Di seguito il Manifesto del collettivo delle hacktivist “FemAnonFatal”, letto da Anonymous nel video messaggio:

Per troppo tempo siamo state costrette a stare dietro le spalle di chi riteneva di poter controllare la nostra voce” – si legge nel messaggio del cyber gruppo . “Il loro posto per dirci come parlare, cosa indossare e chi, quando e come votare. Cosa definiva essere una donna e cosa uguaglianza. Non ci hanno mai visto come pari! Ci hanno messo a tacere, difendendosi da un punto di vista pubblico e organizzando panel per parlare del nostro diritto riproduttivo e dei nostri corpi.

Questo è FemAnonFatal, prosegue il messaggio. “Issiamo la bandiera delle nostre sorelle in tutto il mondo, in solidarietà con le donne che hanno combattuto, che sono state processate e sono morte affinché noi oggi avessimo una voce” – sottolinea il testo della nuova costola di Anonymous. “Per le donne che stanno fianco a fianco nelle proteste e nei raduni, che si educano e si sostengono a vicenda; che combattono per la stessa paga e il diritto di scegliere, che comprendono la lotta per l’infanzia e la scelta di non avere figli. Chi non le vittimizza ma elogia loro coraggio a parlare, chi ascolta, chi combatte, chi è disinteressato e aperto” – aggiunge il nuovo cyber gruppo di hactiviste. “Per ogni ragazza e ogni donna in tutto il mondo che conosce la lotta della femminilità. Donne che sono costrette a sposarsi, essere stuprate, molestare. Che vivono con traumi di mutilazioni genitali.”

Ne abbiamo abbastanza di quelli che hanno ingabbiato le donne nelle cantine per il turismo sessuale” – afferma FemAnonFatal. “Che ci hanno venduto come proprietà nella pubblicità o nell’industria del sesso, di coloro che vedono la donna solo come servitrici delle loro fantasie o programmi sessuali. Di quelli che ci temono e quindi ci picchiano e ci fanno tacere. Che pensano che questo sia tutto ciò che serve per essere un uomo, che usano la loro mascolinità per stuprare, mutilare, torturare e controllare le donne. Di quelli che depredano i bambini e i fragili” – scrivono le cyber hactiviste di Anonymous.

Abbiamo solo una cosa da dire – dovreste aspettarci!” – hanno detto chiaramente le cyber hactiviste. “FemAnonFatal è un collettivo. Non un singolo movimento. Non è un posto per l’auto promozione. Né per l’odio, ma per la sorellanza. È per nutrire la rivoluzione. Lasciateci scrivere un nuovo capitolo nella Storia. Il nostro obiettivo è una unica voce per unirle molte. Il tempo è oggi.”

Su Twitter @FEMANON

Il tempo è oggi! In onore e supporto a tutte le donne del mondo.

Noi siamo Anonymous.

Noi siamo legione

Noi non dimentichiamo

Noi non perdoniamo

Aspettateci!

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California 1997 | La sequoia, la lotta e Julia “Butterfly”. Oggi Julia ha bisogno di noi!

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Julia Butterfly Hill ha bisogno di noi!

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Ve la ricordate la ragazzina che vent’anni fa rimase due anni su una sequoia e riuscì a salvare un intero bosco dall’abbattimento in California? Era Julia “Butterfly” Hill, che oggi, dopo innumerevoli campagne attiviste a tutela di ambiente e diritti umani, ha problemi di salute e chiede aiuto a tutti noi per poter sostenere il costo delle cure negli Stati Uniti.

Il 10 dicembre di vent’anni fa iniziava, su una sequoia millenaria della California, l’impresa che ha ispirato centinaia di migliaia di attivisti di tutto il mondo impegnati nella salvaguardia dell’ambiente. Quel giorno del 1997 Julia Butterfly Hill, allora ventitreenne, saliva su Luna, una sequoia della foresta di Headwaters, e lì è rimasta per 738 giorni. Il suo gesto ha salvato una foresta dall’abbattimento, ma ha ottenuto anche molto di più: ha risvegliato le coscienze dei milioni di persone che l’hanno vista in tv, che leggevano di lei sui giornali, che si preoccupavano per la sua incolumità quando le tempeste, la fame, il freddo e la solitudine mettevano a durissima prova quella ragazzina così determinata. Ha acceso un faro sugli abusi che l’uomo commetteva e commette sull’ambiente e ha dimostrato che ciascuno di noi, con volontà e impegno, può fare tantissimo per cambiare le cose.

La casa editrice Terra Nuova, per celebrare questo anniversario, ha pubblicato una nuova edizione del libro La ragazza sull’albero  che racconta quell’impresa; un libro amatissimo da tanti, scritto dalla stessa protagonista. La nuova edizione è arricchita da un’ intervista esclusiva a Julia ed è uscita proprio il 10 dicembre 2017.

In concomitanza con l’uscita del libro, Terra Nuova ha lanciato anche un appello per aiutare Julia in un momento di particolare difficoltà. Dopo anni di lotte incessanti in nome dell’ambientalismo e dei diritti umani, infatti, Julia ha dovuto interrompere le sue attività a causa di problemi di salute , che la vedono costretta a sottoporsi a una serie di interventi chirurgici alle anche e alla schiena. La sanità negli Stati Uniti ha costi molto elevati e Julia non ha possibilità di sostenerli interamente. Per questo, per permettere a Julia di rimettersi presto in piedi e tornare attiva nelle sue battaglie civili, Terra Nuova promuove questa raccolta fondi. Il ricavato delle donazioni libere sarà devoluto interamente a Julia Hill, mentre alle somme raccolte con le ricompense saranno detratte solo le spese. Trovate QUI tutte le informazioni.

Ma cosa è accaduto a Julia dopo quei due anni sulla sequoia? Ebbene, non si è mai fermata, ha sempre seguito il suo motto: «you make the difference », tu fai la differenza. «Da quando l’esperienza sulla sequoia si è conclusa, ho partecipato a molte azioni dirette e di disobbedienza civile» ci ha spiegato Julia nel settembre 2016 quando è venuta a trovarci (nella foto). « Sono stata in Ecuador a sostenere la protesta contro l’oleodotto che minacciava gran parte delle foreste in quel paese e mi hanno anche arrestata e deportata. Mi sono schierata in prima linea negli Stati Uniti contro la guerra in Iraq e ho scelto di diventare una war-tax resister , ossia di destinare ogni centesimo delle mie tasse a cause a cui tengo, rifiutandomi di pagarle all’Ufficio delle Entrate. Sono salita di nuovo su un albero a Los Angeles in California nel tentativo di salvare il giardino urbano più grande degli Stati Uniti, minacciato da una grande catena di centri commerciali. Queste sono solo alcune azioni, ma sono molte le cause che seguo e sostengo».

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QUI per acquistare il libro

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Fonte: ilcambiamento.it

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