Category Archives: cybercultura_internet

Microsoft vede Linux come un concorrente

 

 

 
 
 
 
 

venerdì 7 agosto 2009  di Vincenzo Gentile

Roma – Linux, combinato con i netbook, rappresenta un concorrente da
non sottovalutare: in una comunicazione alla US Securities and Exchange
Commission (SEC), BigM ha espresso
il suo parere circa la situazione attuale del mercato, considerando il
settore dei PC desktop e quello, sempre più esteso, dei netbook. In
particolare, l’azienda statunitense inizia a considerare come una
minaccia l’avanzata dell’armata che viene identificata sotto la
bandiera *nix.

Stando a quanto dichiarato in un report
da poco rilasciato, Microsoft si trova ad affrontare "una forte
competizione intrapresa da aziende con un diverso approccio al mercato
del settore PC, tra cui Apple, Canonical e Red Hat". Un orizzonte che
si sarebbe delineato con l’azione combinata dei paesi emergenti, che
puntano sulle licenze free di Linux per ridurre i costi, e degli
economici netbook, prodotti anche da partner storici come HP, che
abbinano alle distribuzioni Linux hardware dai costi contenuti. (leggi tutto)

 

 


Stati Uniti: Open Source for America

 

USA, tutti per l’open source

 

 

lunedì 27 luglio 2009

Roma – La lista dei favorevoli all’open source nelle amministrazioni degli Stati Uniti continua ad aumentare. Open Source for America è, infatti, una coalizione di volenterosi appena nata che mira proprio alla diffusione dei software aperti.

Il gruppo nasce con lo scopo di istruire i decision maker
del governo federale statunitense a proposito dei vantaggi che derivano
dall’uso di software OS, così da incoraggiarne la diffusione.

In
realtà, già diverse amministrazioni a stelle e strisce hanno optato per
il passaggio, per permettere ai cittadini una maggiore partecipazione e
favorire la trasparenza degli uffici pubblici. Non ultimo, il servizio postale statunitense ha reso nota la migrazione a Linux, che gli permetterebbe anche di diminuire i costi del servizio.

Open Source for America, che vede la partecipazione di oltre settanta soggetti tra aziende, organizzazioni e istituzioni accademiche, vuole imporsi, però, come voce unificata pro open source. Tra i fondatori, spiccano compagnie come Google, Oracle, Red Hat e Mozilla.


Secondo
Tom Rabon, vicepresidente esecutivo di Red Hat, questa iniziativa non
poteva nascere in un momento migliore, dato che alla Casa Bianca siede
Barack Obama la cui amministrazione sarebbe a favore di politiche
improntate alla trasparenza e all’accessibilità.


Oltre alla nuova Open Source for America, molti
hanno già individuato nel neo-presidente statunitense un buon
interlocutore su questi temi. Solo qualche mese fa, Obama aveva
ricevuto una lettera firmata dai dirigenti di Novell e Red Hat, in cui
era stato invitato a considerare il codice aperto per un miglior
funzionamento della burocrazia. Le motivazioni addotte erano la
maggiore trasparenza e i benefici che l’OS porterebbe ai cittadini
degli States.  (leggi tutto)
 
 

 


Peer to Peer: Dove sbaglia Sarkozy

Quando il "potere" pensa di riuscire a fermare il mondo, quando la follia si impossessa delle menti. Buona lettura! (madu)

 

DA: Punto Informatico

Giovedì 14 maggio 2009 di Alessandro Bottoni

 

Dove sbaglia Sarkozy

 

 

Roma – Questa è una di quelle notizie che non si sa davvero come accogliere:

Martedì
12 maggio l’Assemblea Nazionale Francese ha deliberato una norma che
prevede dure sanzioni per chi usa programmi "peer to peer", ossia che
permettono di scaricare gratuitamente musica e film dalla rete web,
fino a prevedere la sospensione dall’accesso a internet in caso di
recidiva.
La legge prevede la costituzione di una nuova autorithy
con il compito di ammonire i pirati, che verranno privati dell’utenza
internet in caso di recidiva. Il soggetto sarà obbligato a continuare a
pagare l’abbonamento.

(Da Attacco ai diritti in rete, su L’Altro di ieri)

Non
si sa se indignarsi di fronte a tanta tracotanza o mettersi a ridere
per tale follia. Ma lasciamo perdere per un attimo gli aspetti politici
e riflettiamo sul punto centrale: questa legge può realmente bloccare o
limitare il fenomeno del file sharing?
Temo proprio di no…


Caso 1: Il software client
A
quanto pare, Sarkozy mira direttamente a proibire l’uso di software P2P
come eMule. Per scoprire chi usa software di questo tipo ci sono solo
due modi: ispezionare i loro computer e rilevare il traffico P2P in
ingresso ed uscita dalle loro connessioni ad Internet. Per ispezionare
i PC degli utenti, però, è tuttora necessario un mandato di un giudice
che deve essere basato su qualche indizio. Indizio che, a sua volta,
può essere raccolto solo analizzando il traffico.
A
questo punto, resta solo da capire come pensa di riconoscere una rete
P2P od una sua connessione, dall’esterno. Le reti tradizionali, come
eMule, sono relativamente facili da identificare e filtrare ma… non
sono certo gli unici strumenti adatti allo scopo. Anzi: non sono più,
già da tempo, gli strumenti più adatti allo scopo.  (leggi tutto)