Category Archives: cybercultura_internet

Anonymous | #OpRevengeGram – Attacco ai trafficanti di materiale pedopornografico

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09/04/2020 |

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Salve a tutti abitanti del pianeta, siamo il gruppo Anonymous Italia e scriviamo per mettervi a conoscenza di una nuova Operazione. Il nostro Team negli ultimi giorni ha constatato che su Telegram esistono gruppi, persone, canali e bot che condividono materiale pedopornografico, pubblicando contenuti che mettono a serio rischio bambini innocenti e le loro famiglie. In aggiunta a questi materiali a circolare per le centinaia di chat di gruppo ci sono tutti quei contenuti definiti revenge porn che mettono pubblicamente alla gogna persone, per la maggior parte donne e ragazze, che hanno condiviso le proprie foto intime fidandosi del destinatario.

Per questo abbiamo deciso di lanciare l’operazione OpRevengeGram con lo scopo di contrastare questi infami criminali che celandosi dietro l‘anonimato di internet si fanno beffe della società fregandosene delle possibili conseguenze che le loro azioni hanno sulle vittime. Quando i malvagi tramano, è tempo per i buoni di allearsi. Nessuno di noi può rimanere fermo a guardare impassibile. Se non possiamo difendere le vittime state pur certi che le vendicheremo. È giunto quindi il momento di agire e dare una bella lezione a questi infami che quotidianamente si scambiano fotografie e video di minorenni come se fossero le figurine di un album da collezionare, facendosi vanto delle loro opere come se fossero imprese epiche. È necessario agire affinché si fermi una volta per tutte lo scambio di contenuti privati e intimi condivisi senza il consenso del proprietario.

Affinché l’obiettivo dell’operazione sia raggiunto, però, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti voi. È importante istituire un unico fronte di battaglia contro questi individui pertanto vi chiediamo di segnalarci tramite i nostri canali ufficiali, nomi e gruppi che su Telegram o tramite il web svolgono attività sospette. Solamente grazie al vostro aiuto potremmo sfruttare appieno i nostri strumenti riuscendo così a estrapolare i nomi e cognomi associati agli account incriminati. Dimostrateci che non siamo soli in questa lotta. Unitevi a noi, e insieme saremo inarrestabili. Uniti da un ideale comune potremo mettere la parola fine a questi crimini ignobili contro vittime che non hanno nemmeno la capacità di difendersi. E in quanto a voi nascosti nell‘ombra, che vi fate scudo di un monitor e vi sentite al sicuro protetti dall‘anonimato, stiamo venendo a prendervi!

Noi siamo Anonymous

Noi Non Dimentichiamo

Noi non Perdoniamo

Aspettateci!

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Videomessaggio

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Fonte: Anonymous Italia

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COVID 19 | App e Privacy: controllo delle persone infette.

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                           (Photo: The Quint)

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Sorveglianza digitale ai tempi del coronavirus

27 Marzo 2020 – by csbruno

Pubblichiamo una riflessione di fixxati – hacklab in merito alla sorveglianza delle persone infette da COVID-19 e i rischi che si presentano per il futuro della privacy.

«Tecnicamente è fattibile, ma sarebbe uno strappo importante alle regole che ispirano il nostro ordinamento sulla tutela della privacy», con queste parole Nunzia Ciardi, direttrice della Polizia Postale, apre alla possibilità di utilizzare un’applicazione sugli smartphone delle persone in quarantena per tracciarne gli spostamenti. Nelle decisioni che il Governo ha da prendere per arginare la diffusione del contagio è inserita, quindi, la migliore strategia per monitorare, ed eventualmente sanzionare, le persone che escono di casa senza un reale motivo di necessità. C’è a chi non sembra vero, ed ecco che Zaia, governatore del Veneto, mette in campo anche i droni.

Moltissimi gli sviluppatori entusiasti che creano applicazioni per il controllo sociale, infatti, le tecnologie alla base di questi programmi permettono di individuare movimenti e interazioni delle persone, raccogliendo un loro diario clinico come l’insorgenza della febbre e altri sintomi, permettendo così di individuare focolai di virus. Tutti i dati, neanche a dirlo, sono raccolti anonimamente. Applicazioni di questo tipo sono state utilizzate massivamente per fronteggiare l’epidemia in Cina. Nonostante il contributo che possono aver dato le fronteggiare l’emergenza rimane l’interrogativo di cosa succederà una volta rientrata. Samuel Woodhams, esperto in diritti digitali per il sito Top10VPN e creatore dell’indice sulla sorveglianza per il COVID-19, avverte che il mondo potrebbe subire un aumento permanente della sorveglianza, anche dopo l’emergenza. Intervistato da Business Insider, afferma che senza un’adeguata regolamentazione c’è il pericolo che queste nuove misure, spesso altamente invasive, diventino la norma in tutto il mondo e che, sebbene alcune soluzioni possano sembrare legittime, rappresenterebbero un rischio per il diritto dei cittadini alla privacy e alla libertà di espressione.

Se però la strada dell’app sembra essere troppo invasiva per gli utenti, nessun problema, si possono tracciare le persone, sempre per il contenimento del coronavirus si intende, anche tramite i gestori telefonici: ne è esempio Vodafone che, con il suo programma di cinque punti per il contrasto alla pandemia, condivide con il governo informazioni sugli spostamenti delle persone delle aree infette.

Altra alternativa è quella di chiedere aiuto alle big tech come Facebook e Google, le quali sono sempre pronte ad aiutare in caso di emergenza, passando da buoni samaritani, quando altro non fanno che guadagnare sulla vendita dei dati personali. Insomma, quello di cui si sta discutendo è se mettere o meno un braccialetto elettronico virtuale a tutti i cittadini, a prescindere dal fatto che abbiano fatto o meno qualcosa di sbagliato.

Si potrebbe obiettare che comunque, utilizzando determinate applicazioni di uso comune, tutti noi effettivamente già condividiamo molti dati sulla nostra posizione, sugli spostamenti e sulle nostre reti sociali e che quindi non sarebbe un grosso cambiamento rispetto ad adesso, bisogna però far notare che in Europa vige il Gdpr, la regolamentazione sul trattamento dei dati personali, e che quindi è richiesto il consenso alla condivisione di questi dati, sarà quindi possibile rifiutarsi di installare l’applicazione del Governo? Secondo Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la privacy, “L’installazione dell’app potrebbe avvenire se fosse prevista, in base all’art. 14 DL 14/2020 e all’art. 25 del Codice della Protezione Civile (D.Lgs. 1/2018), con ordinanza della protezione civile, per esempio. La norma emergenziale, derivante dai Decreti Legge per il contrasto al coronavirus, prevarrebbe a mio avviso sulla norma speciale di cui all’art. 132 del Codice Privacy.”

Uno Stato di Polizia vero e proprio, degno dei racconti distopici di Orwell, che però viene mascherato con la necessità di dare risposte forti alla diffusione del virus e al quale ci stiamo rassegnando senza opporre alcuna protesta, anzi accettandolo come unica soluzione per il contrasto del contagio.

Non sta a noi criticare la gestione di questa difficile emergenza, è la prima volta anche che ci troviamo ad avere a che fare con una pandemia, ma la domanda che ci poniamo è: cosa succederà dopo?

Forme di controllo basate sulla sorveglianza costante esistono dalla notte dei tempi, dallo schierare polizia e militari nelle strade, passando per la tecnologia da accesso a modalità sempre più efficienti di sorveglianza. Non è nemmeno la prima volta che vengono invocate forme di sorveglianza massiva in nome della sicurezza: dopo l’attentato dell’11 settembre il congresso degli Stati Uniti approvò infatti il cosiddetto Patriot Act, di fatto inaugurando quello che solo anni dopo Snowden rivelò al mondo come una massiva operazione di sorveglianza dei cittadini americani.

Non c’è dubbio che l’applicazione di queste nuove forme di controllo vada nella direzione di portare investimenti per sistemi di sorveglianza più “Smart” anche nel nostro paese. Sistemi e modalità di sorveglianza massiva come quelli della Cina potrebbero lentamente prendere forma anche qui. Cedere la riservatezza delle nostre attività in cambio di una promessa sicurezza ci rende in realtà deboli di fronte a chi dovrebbe proteggerci.

Per questo motivo pensiamo che l’adozione, in tempi di necessità, di determinate pratiche di sorveglianza non debba essere fatta alla leggera, e che questo controllo debba essere limitato al periodo dell’emergenza assicurando i cittadini che, una volta superata la fase critica, venga dismesso e non impiegato per altre attività al di fuori del contenimento del virus.

Qualcuno definisce il diritto alla privacy come il diritto ad essere imperfetti. L’imperfezione agli occhi di chi ci controlla e ci punisce per questa “imperfezione”. Sta a noi stabilire se e come vogliamo accettare questo controllo sulla nostra quotidianità.

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Fonte: CSA BRUNO

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Anonymous | Videomessaggio: “Anonymous sollecita i leader mondiali a dire la verità sul coronavirus”

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Published on

By Anonymous

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“Salve cittadini del mondo.

Questo è un messaggio importante di Anonymous su come i vostri governi stanno gestendo la crescente pandemia di coronavirus.

Poco più di 100 anni fa, nel mezzo della prima guerra mondiale, il mondo ha vissuto una pandemia che ha ucciso decine di milioni di persone. Gli storici sono divisi per il numero esatto, ma le stime variano da 30 a 55 milioni di persone in circa due anni, che all’epoca rappresentavano circa l’1 o il 2 percento dell’intera popolazione mondiale. Il 27 percento della popolazione mondiale è stata infettata durante l’epidemia. Questo virus influenzale divenne noto come ‘L’influenza spagnola’ perché è lì che si pensava avesse avuto origine.

Tuttavia, è stato in seguito scoperto che i primi pazienti di questa malattia erano soldati degli eserciti francesi, britannici e tedeschi che stavano combattendo in prima linea nella I^ guerra mondiale. I governi di questi paesi fecero di tutto per nascondere l’epidemia, per non rivelare una debolezza strategica ai loro nemici in guerra.

La Spagna, d’altra parte, era un territorio neutrale nella guerra, quindi non aveva alcuna motivazione  a nascondere l’epidemia, quindi la Spagna finì per essere il primo posto in cui i casi furono accuratamente riportati. Quando le notizie sulla situazione in Spagna arrivarono in tutto il mondo, era troppo tardi, il virus si era diffuso altrettanto velocemente quanto le notizie. Purtroppo, quando la pandemia è sfuggita al controllo, i governi di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, cercarono di fare del loro meglio per limitare le segnalazioni sulla malattia per prevenire panico o i disordini sociali e per aiutare a mantenere il morale delle truppe.

Molti esperti hanno confrontato il recente coronavirus COVID-19 con l’influenza spagnola. Bill Gates ha affermato che potremmo avere a che fare con una ‘pandemia del secolo‘ che potrebbe essere mortale come il virus che ha spazzato via decine di milioni di persone esattamente un secolo fa.

Queste due malattie non provengono dalla stessa famiglia di agenti patogeni, ma ci sono alcune importanti somiglianze tra questi due focolai e potremmo commettere alcuni degli stessi errori di quelli che ci hanno preceduto. In Cina, medici, attivisti e cittadini comuni sono stati minacciati di arresto per aver pubblicato informazioni sul virus, informazioni che creano allarme o contraddicono le dichiarazioni ufficiali. Il medico informatore Li Wenliang ha affermato che il governo cinese sapeva che la trasmissione da uomo a uomo era avvenuta nelle settimane precedenti e questo prima che il popolo sapesse cosa stava succedendo.

Kristian Andersen, un biologo evoluzionista dello Scripps Research Institute ha stimato che il virus avrebbe potuto infettare la sua prima vittima già dal 1 ° ottobre, sulla base di uno studio di 27 genomi di pazienti in fase iniziale. Ciò significa che il virus si è diffuso in tutta Wuhan e nel mondo negli ultimi mesi. Se questa ricerca è corretta, ciò significa che probabilmente questo virus si era già fatto strada in ogni angolo del mondo quando il governo cinese decise di chiudere Wuhan.

Questo può sembrare un’esagerazione perché adesso stiamo finalmente iniziando a vedere alcuni casi confermati negli Stati Uniti e in Europa, ma prendiamoci un minuto per esaminare cosa sia realmente un ‘caso confermato’.

Un caso confermato è una persona che si è dimostrata positiva al virus, ma il numero di kit per il test è limitato e il CDC ha rifiutato di autorizzare kit di test per molti dei casi sospetti. Questo perché chi viene inviato al test viene scelto con criteri molto rigidi. A peggiorare le cose è il fatto che alcuni dei kit per il test sono risultati esserei essere difettosi e i funzionari hanno ammesso che una delle strutture incaricate ad analizzare i kit era ‘contaminata‘.

I test sono iniziati negli Stati Uniti e in Europa, quando sono stati segnalati i primi decessi, e gli esperti sanitari hanno iniziato a trovare gruppi di virus senza un chiaro collegamento con l’epicentro, il che significa che la diffusione nella comunità era già iniziata in precedenza. A Seattle, che sembra uno dei primi epicentri negli Stati Uniti, gli esperti ritengono che il virus si era diffuso silenziosamente tra la popolazione da almeno 6 settimane.

Ciò suggerisce fortemente che c’è stata una trasmissione criptica nello stato di Washington nelle ultime 6 settimane. 3/9

  • Trevor Bedford (@trvrb) 1 marzo 2020

Questo tipo di diffusione silenziosa è possibile a causa del massiccio periodo di incubazione del virus. Alcuni studi hanno suggerito che il tempo di incubazione per questo nuovo virus potrebbe durare fino a 24 o addirittura 27 giorni, il che significa che un paziente infetto potrebbe essere in giro per un mese infettando altre persone senza nemmeno sapere che sono malati, il che aumenta notevolmente la capacità del patogeno di diffondersi inosservato. Niente a che vedere con il periodo di incubazione dell’influenza, che è da uno a quattro giorni.

A proposito di influenza, l’epidemia di coronavirus potrebbe non essere stata rilevata per questi primi mesi perché è stata scambiata per una influenza stagionale particolarmente grave. A Washington, dove ora sappiamo che c’è stato un focolaio di coronavirus attivo da mesi, il Dipartimento di Sanità dello Stato ha recentemente pubblicato alcune interessanti statistiche sulle visite in ospedale per sintomi simil-influenzali.

Le tabelle seguenti mostrano come quest’anno ci sia stato un numero insolito di persone che hanno manifestato sintomi simil-influenzali ma non sono risultate positive  all’influenza.

La Figura 9 mostra la percentuale di persone che si sono dimostrate positive per l’influenza, mentre la Figura 10 mostra la percentuale di casi di ‘malattia simil-influenzale’ (ILI) in cui si è verificato un risultato negativo sul test dell’influenza. La Figura 9 mostra un’influenza stagionale relativamente normale, se non relativamente mite, ma la Figura 10 mostra casi di una misteriosa malattia simil-influenzale al di sopra della soglia epidemica.

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Washington State Department of Health, Communicable Disease Epidemiology

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Mentre questo si sta svolgendo, i governi in Cina, Iran e Italia, alcune delle aree più colpite dall’epidemia, stanno dicendo ai loro cittadini che la situazione è sotto controllo e che il virus non è qualcosa di cui dovrebbero preoccuparsi. In Iran, le persone stanno diventando meno sicure di queste affermazioni, poiché più membri del governo si sono ora ammalati. In Italia, almeno un governatore, Attilio Fontana, è stato messo in quarantena dopo essere entrato in contatto con un membro dello staff infetto, e il Papa ha cancellato tutte le sue apparizioni per quasi una settimana dopo essersi ammalato di una malattia che il Vaticano rifiuta di rivelare. I governi del Giappone e della Corea del Sud sembrano essere un po’ più onesti con i loro cittadini  e sembrano testare più a fondo la situazione.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che il paese è in ‘ottima forma’ per l’imminente pandemia, ma ha fornito ai cittadini americani pochissima informazione durante le sue recenti conferenze stampa sull’argomento, oltre alle assicurazioni che tutto andrà bene. L’amministrazione Trump sta cercando di controllare il flusso di informazioni sul virus per mantenere le persone ottimiste, proprio come stanno facendo i governi di Cina e Iran, ma questo approccio sta mettendo le persone in grave pericolo, proprio come le amministrazioni del secolo precedente avevano fatto con l’influenza spagnola.

Per comprendere la gravità della situazione, le persone devono conoscere gli alti tassi di mortalità e ricovero per questa malattia. Inoltre, per proteggersi adeguatamente, le persone devono sapere che questa malattia ha un periodo di incubazione significativamente più lungo ed è molto più facile infettarsi rispetto all’influenza stagionale. Questi sono ora risultati accertati che dovrebbero essere in cima a ogni bollettino e conferenza stampa, ma vengono lasciati nelle note a piè di pagina o completamente ignorati.

Test e rapporti adeguati avrebbero dovuto iniziare mesi fa e, purtroppo, le persone potenti che si sono nominate come nostri leader ci stanno effettivamente trattenendo, invece di ‘guidare’.

Fate la cosa giusta e raccontate alle persone di tutto il mondo con cosa abbiamo effettivamente a che fare.

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Noi siamo Anonymous!

Noi siamo una legione!

Non perdoniamo!

Non dimentichiamo!

Aspettateci. “

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VIDEOMESSAGGIO

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Fonte: anewspost.com

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