Category Archives: cybercultura_internet

USA: Anonymous, crociata contro la chiesa

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di Cristina Sciannamblo

Il collettivo di cyberattivisti ha attaccato il sito della Chiesa Battista di Westboro. Indecente, secondo i dissidenti, la campagna di proselitismo condotta in occasione della strage di Newtown

Un nuovo attacco rivolto ai rappresentanti della Westboro Baptist Church (WCBC) da parte di Anonymous. Il collettivo di cyberattivisti ha giudicato inaccettabile la propaganda condotta dalla confessione in occasione della recente strage compiuta in una scuola elementare del Connecticut, nella quale sono rimaste uccise 26 persone tra bambini ed educatori.

Anonymous ha preso d’assalto il database interno dell’organizzazione religiosa per poi procedere alla pubblicazione di informazioni personali relative ai membri, inclusi i numeri di cellulare e gli indirizzi delle abitazioni. Indecente, secondo il collettivo, la campagna di reclutamento che la WCBC mette in atto in occasione di eventi drammatici come i funerali dei veterani di guerra, nei quali il gruppo approfitterebbe della stato di fragilità dei presenti per fare proselitismo sui temi caldi della propria agenda quali, ad esempio, la ferma condanna ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Gli stessi religiosi battisti hanno ripetutamente condannato e messo in cattiva luce le attività condotte da Anonymous, che ha reagito con un attacco informatico contro il sito ufficiale della chiesa guidata dal pastore Fred Phelps.

Questa volta, oltre all’operazione di sabotaggio informatico, i dissidenti digitali hanno largamente promosso una petizione da presentare alla Casa Bianca per chiedere che la Chiesa Battista sia riconosciuta ufficialmente come gruppo dedito alla diffusione di messaggio d’odio. Iniziativa che in pochi giorni ha raccolto il doppio delle 25mila firme necessarie per l’approvazione del documento.

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Fonte: Punto Informatico

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Cosa resterà del 2012? Te lo dice Twitter!

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di Fabrizia Memo

Attraverso i suoi cinguettii mette in comunicazione milioni di persone in ogni angolo remoto del mondo, documentando (e talvolta contribuendo a..) rivoluzioni, elezioni, eventi sportivi o significativi che entreranno nella storia. Ecco il 2012 visto dagli hashtag di Twitter

In attesa dell’inizio dell’anno nuovo, che porta con sé sempre un po’ di speranza ed aspettative insite e peculiari di ogni venturo inizio, è tempo di bilanci e valutazioni: analizzando i 12 mesi che ci stiamo per lasciare alle spalle, ognuno di voi avrà la curiosità di comprendere quali siano stai gli avvenimenti che hanno maggiormente influito e che ricorderete associandoli al “fu 2012”.

E quale migliore indicatore di Twitter può aiutarci a ricostruire le tendenze e gli argomenti più discussi, che hanno colpito al cuore milioni di utenti della rete, i quali prima di essere navigatori del web sono cittadini di quel mondo che il social network si prefigge di raccontare? Le voci remote che attraverso il cinguettio riescono a metterci al corrente di guerre, scherzi, festival, elezioni, disastri naturali, libri, film, sono raccolte ogni anno dallo stesso Twitter che stila una classifica dei suoi hashtag più influenti e ritwittati al fine di comprendere quali sono stati gli argomenti più diffusi e discussi. È quanto troverete se andrete a curiosare su 2012annosuTwitter, il sito che il social network ha realizzato per stilare le sue personali classifiche.

Di alcuni episodi forse neanche vi ricorderete, di altri non avrete mai sentito parlare, dal momento che la classifica è redatta tenendo conto dei trend mondiali e quelli italiani risultano molto marginali, ma basterà una foto o un tweet a richiamare alla memoria l’avvenimento.

Probabilmente è scontato, ma l’assegnazione del “Tweet d’oro” è andata al messaggio fatto da Barack Obama la notte in cui ha annunciato la sua vittoria alle elezioni, attraverso una tenera foto in cui abbraccia la moglie Michelle con una semplice scritta esplicativa “Four more years”.

Nella sezione denominata “Il battito del pianeta” sono elencate le più famose conversazioni intercorse nel corso dell’anno riguardo gli eventi più seguiti che hanno generato il maggior numero di tweet e retweet.

Questa volta le elezioni in America si aggiudicano solo il secondo posto e lasciano il podio alle Olimpiadi di Londra, che hanno tenuto incollati al teleschermo e al web milioni di utenti ed appassionati in tutto il mondo. Durante i 16 giorni in cui si sono alternate diverse discipline sportive, sono stati 150 milioni i tweet che hanno animato il web (nella sola cerimonia di chiusura sono stati 116.000 i Tweet al minuto)

Se volete invece curiosare tra le esclusive che il social ha riservato in anteprima per i suoi utenti, c’è la sezione “Solo su Twitter”: l’evento più seguito è stato sull’account della Jet Propulsion Laboratory Nasa che ha documentato in diretta, con l’hashtag #JPL lo sbarco della sonda Curiosity su Marte (la stessa sonda continua ad inviare in diretta foto della sua avventura dal pianeta rosso attraverso il suo account personale)

Una delle notizie più interessanti che troverete in questa sezione è l’iniziativa dello zoo di Washington DC che ha testimoniato in diretta l’inseminazione artificiale di Mei Xiang, il loro panda gigante di 13 anni con l’hashtag #pandaAI. Oppure il romanzo del premio Pulitzer Jennifer Egan, pubblicato a puntate dallo stesso autore in 140 caratteri all’interno della sezione fiction del New Yorker. Per comprendere invece quanto sia importante questo mezzo per la professione giornalistica, magistrale è l’esperienza del Direttore del Dipartimento della BBC in Medio Oriente, Paul Danahar, il quale trovandosi in Siria per documentare il conflitto, è riuscito a trasmettere un intero reportage attraverso il suo account Twitter , in assenza della telecamera video.

Nella sezione dedicata alle tendenze sono riportati tutti gli hashtag più diffusi organizzazioni per categorie, mentre nell’ultima parte “Nuove voci” sono elencate tutte le personalità significative che entrano a far parte della community dei cinguettii. L’account che ha riscosso più successo quest’anno è il recentissimo profilo aperto da Benedetto XVI.

Infine se siete curiosi di conoscere la vostra influenza personale all’interno del mondo dei 140 caratteri, quale sia il vostro follower più affezionato e il vostro tweet più popolare, provate ad accedere alla sezione Il tuo anno su Twitter..noi di Tafter lo abbiamo fatto e abbiamo trovato delle sorprese inaspettate!

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Fonte:  TAFTER

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Wikileaks, la Rete ed il misterioso caso del soldato Bradley Manning

               

The photograph of Bradley Manning “BEFORE” his detention and “AFTER” is shocking!  (madu)

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Il lato oscuro della Rete

L’emblematica vicenda di Bradley Manning. Detenuto nella più grande democrazia della Terra. Sostanzialmente ignorato dalla Rete. La Rete che avrebbe dovuto liberare lui e l’umanità intera

di M. Mantellini

La storia di Bradley Manning è anche la storia di Internet e della sua marginalità. Il racconto di un sogno idealizzato, quello della comunità delle persone che si collegano fra loro e rendono il pianeta un luogo migliore e più giusto. Del resto ogni generazione ha la propria dichiarazione di indipendenza: la penultima è stata una canzone di Bob Dylan intitolata “I tempi stanno cambiando”, l’ultima, circa trent’anni dopo, la dichiarazione di indipendenza del Cyberspazio scritta da J.P. Barlow nel 1996.

Bradley Manning è un giovane statunitense che è stato arrestato nel 2010 in un sobborgo di Baghdad dove prestava servizio per l’esercito statunitense. Le accuse che lo riguardano sono molte, alcune francamente fantasiose, ma attengono in gran parte alla divulgazione di materiale segreto. Manning – come molti di voi sapranno – sarebbe stato il tramite attraverso il quale Wikileaks ha potuto diffondere al mondo intero migliaia di informazioni riservate sulla guerra in Iraq, sui crimini e gli “errori” che il governo statunitense ha più volte tentato di nascondere.

Cantava Bob Dylan nel 1964 che i tempi stavano rapidamente cambiando, che una battaglia fuori stava scuotendo le finestre di senatori e congressisti, che era ora che i genitori e giornalisti si facessero da parte senza criticare cose che non potevano comprendere: l’inno di una generazione, insomma, quella dell’America di Nixon, della guerra in Vietnam e dei Pentagon Papers.

Manning è in carcere da oltre 900 giorni e solo nella scorsa settimana nel Maryland, all’inizio del processo che lo riguarda, ha potuto offrire di fronte al tribunale alcune brevi dichiarazioni. Un rapporto delle Nazioni Unite, dopo un’indagine durata 14 mesi, ha dichiarato che la sua carcerazione a Quantico da parte della più grande democrazia del mondo, è crudele e inusuale. Una cella di due metri per due, 23 ore di isolamento al giorno, 20 minuti di esposizione al sole, nudo durante la notte, un trattamento che il rapporto di Juan Mendez definisce, senza mezzi termini, come una forma di tortura. Quali sono state le reazioni della nuova stampa statunitense sul caso Manning? In genere modeste e imbarazzate: per trovare un editoriale che racconti i fatti con un po’ dell’indignazione necessaria occorre aprire il Guardian di Londra.

Nel 1996 J.P. Barlow, nel Manifesto che per un decennio ha influenzato fortemente una certa idea di democrazia elettronica portata da Internet, scrive:

Governi del Mondo, stanchi giganti di carne e di acciaio, io vengo dal Cyberspazio, la nuova dimora della Mente. A nome del futuro, chiedo a voi, esseri del passato, di lasciarci soli. Non siete graditi fra di noi. Non avete alcuna sovranità sui luoghi dove ci incontriamo.

Siamo ai ricorsi storici, alle cicliche invocazioni alla libertà dai grandi poteri, declinate in questo caso in formato elettronico, agitando la sacra spada del mondo liberato non a colpi di musica ma di click del mouse. Nulla di tutto questo è evidentemente accaduto.

La storia di Bradley Manning, un ragazzo che rischia la pena di morte per aver “spifferato” attraverso Internet gli indecenti segreti del grande gigante democratico ed essersi quindi con tale gesto macchiato di “aiuto al nemico”, esattamente come la storia altrettanto complicata di Julian Assange, è anche il racconto della fallita aspirazione di una Internet motore della democrazia e della conoscenza. Perfino Barack Obama, lui stesso simbolo molte volte citato di una nuova politica nutrita a colpi di trasparenza, social media e partecipazione del basso, lui normalmente attento ad ogni piccolo risvolto diplomatico delle proprie dichiarazioni, su Manning ha compiuto un grosso passo falso, dichiarandone scioccamente la colpevolezza ben prima che il processo avesse inizio.

Il fatto è che forse i tempi non stanno cambiando, che forse i giganti di carne e di acciaio sono ancora lì e non hanno alcuna intenzione di lasciarci soli, che forse il principio di sovranità sulla Rete può essere oggi tranquillamente ed ancora affermato dai medesimi soggetti che la rete doveva abbattere. Nessun gigantesco corteo di indignazione popolare si è mosso da Internet ed ha invaso le piazze per la sorte di un giovane militare che a Quantico, nella civilissima Virginia, è costretto ad urlare: “Il detenuto Manning ha bisogno della carta igienica”. Il massimo che possiamo attenderci dalla grande folla planetaria che popola la rete Internet che legge e si indigna nello spazio di un click è che sfidi la legge per scaricare illegalmente un episodio della serie televisiva Criminal Minds. Tanto sempre di Quantico, crimini, FBI e robette simili stiamo in fondo parlando.

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Fonte: Punto Informatico

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Approfondimento (madu)

Bradley Manning

WikiLeaks – Bradley Manning per la nomination al premio Nobel per la Pace 2012

Per Bradley Manning. Su #wikileaks e altro

I legali di Bradley Manning: «Lo torturano e sta crollando»

Free Bradley Manning

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