Category Archives: cybercultura_internet

Suggerimenti per una RAI democratica

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Come si fa una Rai democratica?

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di Jacopo Fo

Il problema della Rai non è solo che è in mano a partiti e lobby di potere. Anche se finalmente i partiti mollassero l’osso, anche se la direzione andasse nelle mani di stimati professionisti, non otterremo ancora una tv al servizio della gente.
Oggi molti sono i professionisti dello spettacolo e dell’informazione che sono stati messi all’indice nonostante fossero capaci di ottenere grandi ascolti. Ma anche se questa censura immorale finisse non otterremo ancora una Rai democratica.
La questione fondamentale è quella dell’accesso: in che modo vengono selezionati i programmi?
Oggi abbiamo la possibilità, grazie a internet, di immaginare una tv che funzioni in  modo completamente diverso e che permetta a chi ha idee di dimostrarne la validità rompendo il sistema di controllo basato su funzionari più o meno capaci, sensibili, aperti.

Una tv che volesse essere veramente servizio pubblico e che volesse riconquistare spettatori, che vanno altrove a cercare quel che gli interessa, dovrebbe iniziare finalmente a chiedere alla gente cosa vuole vedere. Con questo non voglio azzerare i funzionari. L’apporto di professionisti dell’organizzazione dell’offerta televisiva è importante, perché se sono bravi possono avere idee eccellenti e costruire programmi grandiosi. Ma almeno una parte delle trasmissioni dovrebbe essere decisa con una selezione popolare.

Il sistema ci sarebbe, è già utilizzato altrove ed è anche molto semplice.
Si crea un sito web dove sia possibile pubblicare video di una quindicina di minuti e si permette alle persone di votare quel che preferiscono.
I prodotti che raggiungono un minimo di approvazione ottengono un finanziamento minimo (10.000 euro) per realizzare una puntata, che viene trasmessa in terza serata. Si dà di nuovo al pubblico la possibilità di votare e incrociando il voto con il risultato dell’audience, si può determinare quali sono le trasmissioni di maggior successo e quindi finanziarne la realizzazione in serie.
Chi lo va a dire alla Rai? (Io già ci provai…)

Articolo della serie: Per uscire dalla crisi servono idee nuove

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Fonte: jacopofo.com

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Cyber-Azione: controlliamo con Facebook e Twitter la portaerei Cavour in campagna promozionale per l’industria bellica italiana

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Rete Disarmo: “Controlliamo via Facebook e Twitter il Tour della Cavour”

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“Cara Cavour non ci sfuggirai! Sei sotto il controllo nei nostri radar!”. E’ questo il messaggio che la Rete Italiana per il Disarmo insieme ad altre cento associazioni della società civile inviano al Ministero della Difesa. Dopo che Unimondo ha sollevato il caso del “tour promozionale del made in Italy anche bellico”  della portaerei Cavour e la forte presa di posizione di Rete Disarmo che – con un comunicato – ha definito l’iniziativa “spregiudicata e inaccettabile”, il mondo pacifista e della cooperazione lancia oggi sui social network un’iniziativa di controllo attivo del tour commerciale-armiero nel Golfo Persico e in Africa. Su Facebook è la pagina Controlliamo il Tour Cavour e su Twitter invito a fare controinformazione agli hashtag aperti da Finmeccanica: #Cavour e #Cavour4Italy.

Oltre cento ONG scrivono a Napolitano

La scorsa settimana Rete Disarmo ha diffuso un comunicato e una Lettera Aperta al Presidente della Repubblica (qui in .pdf): in pochi giorni 6 reti di organismi delle associazioni e ben 112 organizzazioni appartenenti al mondo della cooperazione, del disarmo, della solidarietà hanno sottoscritto la lettera che è stata inviata ieri agli uffici del Quirinale.

Rete Disarmo definisce nel comunicato “spregiudicata e inaccettabile” l’iniziativa promossa dal Ministero della Difesa che impegna per i prossimi cinque mesi il Gruppo navale Cavour in una campagna promozionale dell’industria bellica italiana insieme ad altre attività commerciali, di tipo militare ed umanitarie.

“L’iniziativa della Marina Militare – si legge nella missiva inviata a Napolitano –  è inaccettabile in quanto mescola una serie di attività che per loro natura hanno finalità e caratteristiche differenti e che riteniamo sia importante continuare a tenere separate”. “Soprattutto crediamo – si legge nella lettera –  che promuovere la vendita di sistemi militari o sostenere iniziative di tipo commerciale abbinandole ad operazioni umanitarie non sia un compito che il nostro ordinamento attribuisce al Ministero della Difesa o alle Forze Amate”.

Per le associazioni costituisce elemento di particolare preoccupazione quanto riportano diversi pronunciamenti dell’Unione europea che evidenziano come “la crisi economica sta trasformando alcuni ministeri della Difesa in espliciti promotori delle esportazioni di armamenti”. “Una tendenza – notano le associazioni –  che per sostenere la competitività delle industrie militari dei rispettivi paesi, rischia di mettere a repentaglio gli sforzi in ambito comunitario per definire una politica organica di sicurezza e di difesa comune”.

L’aiuto umanitario ridotto a strumento di politica estera 

Un aspetto del tour della Cavour preoccupa particolarmente le associazioni del settore della cooperazione e della solidarietà. Si tratta della partecipazione al tour promozionale del “made in Italy” di organismi umanitari come Croce Rossa Italiana, Operazione Smile e Fondazione Francesca Rava. Al riguardo le associazioni ricordano a Napolitano che “la normativa internazionale ribadisce che l’aiuto umanitario non può essere utilizzato come strumento di politica estera dei governi”.  Il motivo è chiaro: “L’impiego di organizzazioni umanitarie da parte di attori militari e commerciali mette in discussione non solo l’indipendenza, la neutralità e l’imparzialità delle organizzazioni autenticamente umanitarie, ma anche la stessa possibilità che gli operatori umanitari continuino ad intervenire efficacemente e in relativa sicurezza nei contesti di crisi”.

Le associazioni si rivolgono a Napolitano perchè – secondo la  Costituzione – “Il Presidente della Repubblica ha il comando delle Forze armate” (Art. 87) per chiedere se sia stato messo al corrente ed abbia dato il suo esplicito assenso all’iniziativa che prevede l’impiego di mezzi e personale delle Forze Armate a supporto di attività commerciali dell’industria militare e del settore privato.

Gli organismi firmatari invitano inoltre il Parlamento ad esaminare con attenzione e a pronunciarsi apertamente su questa iniziativa soprattutto per le rilevanti implicazioni sulla politica di sicurezza e di difesa del nostro Paese.

Siete sotto il controllo dei nostri radar!

La rilevanza economica e di senso della missione del “Sistema Paese in movimento” impone un controllo continuativo per tutti i mesi della sua durata. Per questo Rete Disarmo e le associazioni hanno attivato la pagina Facebook “Controlliamo il Tour Cavour” per monitorarne il viaggio della Cavour e rendere esplicite le problematicità di tutte le tappe. E invitano a promuovere su Twitter controinformazione agli hashtag (lanciato da Finmeccanica): #Cavour e #Cavour4Italy.

Già i primi dati diffusi con il precedente comunicato e presa di posizione, Rete Disarmo ha dimostrato lo stato di tensione dell’intera zona mediorientale ed africana in cui il gruppo navale Cavour farà tappa e soprattutto il grave deficit di libertà democratiche a fronte di ingenti spese militari e di un livello basso di sviluppo umano di diversi dei paesi che saranno visitati. Ben 12 su 18 degli Stati ai cui governi si intende presentare il campionario di armamenti italiani sono definiti dall’Indice di democrazia dell’Economist come “Regimi autoritari”, una buona parte di essi presenta livelli di spese militari tra i più alti al mondo (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Kuwait, Oman, Angola, Marocco e Algeria) mentre in 8 su 18 paesi il livello di sviluppo umano è tra i più bassi del pianeta..

Non va inoltre dimenticato che i ministeri della Difesa a cui la Cavour esibirà il campionario bellico delle ditte di Finmeccanica sono stati destinatari nell’ultimo quinquennio di quasi 5 miliardi di euro di armamenti italiani cioè di circa il 30% di tutte le esportazioni di sistemi militari dal nostro Paese. “Non è infatti pensabile che – riportando la definizione della Marina Militare – una le Bourget (cioè una delle principali fiere d’armi) in movimento per la promozione dell’attività industriale e commerciale made in Italy sia lasciata in giro a fare danni nelle zone più problematiche del globo” – scrive Rete Disarmo

Non si deve inoltre perdere coscienza di quanti soldi pubblici siano spesi per questo tipo di missioni, lontane dai compiti statutari della Difesa, e di come i fondi privati siano riusciti ad accaparrarsi uno spazio su una struttura pubblica (costata 3,5 miliardi) per promuovere in maniera ipoteticamente più “accettabile” i propri affari armati. [GB]

P.S.: Unimondo invita tutti i lettori a far conoscere e lanciare il seguente tweet: “Cara #Cavour e #Cavour4Italy sei sotto il controllo nei nostri radar!”. Rete Disarmo allerta il @MinisteroDifesa: su http://www.facebook.com/ControlTourCavour

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Fonte: unimondo.org

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Anonymous – #OperationGreenRights – Allarme sulla costruzione della Centrale nucleare in Slovacchia a Mochovce

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#LEAKS #ENEL #ANSLADO #STF UPDATE 06/11/2013

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Vogliamo tornare sulla questione della centrale nucleare di Slovenské Elektrárne controllata da ENEL sita in Slovacchia a Mochovce.

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Ribadiamo che le email sottratte dalla ditta STF Controlli (STF S.p.A.) e dall’account privato di un membro di Ansaldo dimostrano che i reattori 3 e 4 sono stati montati da manodopera priva di competenze e senza alcuna documentabile supervisione.

La documentazione che STF Controlli ha presentato ad ENEL è stata manipolata per nascondere i numerosissimi difetti dei due reattori in fase di ultimazione.

Anche ciò è stato provato per mezzo delle mail rilasciate, provengono dalle stesse fonti anche i documenti che riportano liste di componenti che presentano problemi di funzionamento, accanto al codice identificativo di ogni componente è indicata la gravità del problema in moltissimi casi è indicata con la parola “CRITICAL” = critico cioè molto grave. Si tratta di decine di componenti a gravissimo rischio.

Vogliamo che siate voi stessi a prendere direttamente coscienza di quanto sosteniamo, per questo rimandiamo al press già pubblicato che contiene la trascrizione testuale dei passaggi delle mail che provano quanto sopra riportato.

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http://anon-news.blogspot.com/2013/11/nov5th-operation-n1-doppio-leaks-da.html

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Questa però è solo una piccolissima parte del materiale rilasciato a proposito della centrale nucleare di Mochovce, quindi vi invitiamo a prendere visione dell’intero archivio di file.

Questo è presente sul BLOG oppure direttamente da questo link http://pastebin.com/NKF4MfT1

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Lasciamo ad ogni individuo la libertà di giudicare personalmente il valore delle informazioni citate sopra.

Quindi, in ultima analisi,ogni residuo dubbio sulla sicurezza della centrale nucleare è smentito, non solo le associazioni ambientaliste evidenziano che i reattori 3 e 4 (come i numero 1 e 2 ) sono stati costruiti senza le doppie pareti di contenimento ed utilizzando vecchio materiale sovietico prodotto prima del disastro di Chernobyl, ma, come domostrato dai dati rilasicati,questi materiali scadenti sono stati assemblati da personale totalmente non qualificato ed i certificati di seicurezza rilasciati ad ENEL sono stati alterati per nascondere le numerosissime opere mal realizzate.

Inoltre, lo ribadiamo, la lista interminabile di componenti affetti da malfunzionamenti critici sopra citata prova definitivamente che, come si potava suppore le tecnologie sovietiche d cui i reattori 3 e 4 si compongono sono estremamente insicure.

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Stop al nucleare, la centrale di Mochovce deve chiudere!

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Fonte: Il blog ufficiale di Anonymous Italia

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