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Libero Cinema in Libera Terra

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Libero Cinema per i diritti al nuovo mondo

Si sono concluse le prime tre tappe di Libero Cinema in Libera Terra, 5.100 sono stati gli spettatori in sala, 25.000 le persone che hanno seguito il programma “Diritti al nuovo mondo. Libero Cinema Incontra” condotto da Enrico Fontana, ancora visibile online, e 22.000 le pagine visitate.
Il viaggio di Libero Cinema non si ferma, prossimo appuntamento dal 14 al 20 settembre.

Zero in condotta con il film La nostra Strada, Altre Americhe con Il sale della terra e L’Africa non esiste con Appena apro gli occhi hanno dato il via alla carovana online, che nella sua XV edizione, realizzata in collaborazione con MYmovies, sceglie di dedicare le sue storie e le sue riflessioni ai diritti universali.
Le testimonianze, le riflessioni e gli appelli lanciati dai protagonisti delle serate sono parte di una azione indispensabile, che muove verso la costruzione di un nuovo umanesimo, di una società più equa e giusta, che non rinuncia a ri-conoscere la dignità di ogni persona e la sua centralità in ogni nuova progettazione.

Luigi Ciotti, accompagnato da Noemi Minetti, Vanessa Niri, Vanessa Pallucchi, Giulia Serinelli, Giulia Tosoni ed Enzo Bevar per Cinemovel, ha acceso i riflettori sul tema della povertà educativa e del ruolo della scuola nel nostro paese. “Oggi è necessario un energico piglio riformatore di politiche scolastiche, che ora sono state ridotte a politiche di rincorsa, concentrate sui rattoppi all’immancabile precarietà. In un momento di cambiamento epocale, è necessario costruire alleanze educative. Tutto il contesto deve entrare in gioco, non solo le famiglie e la scuola. Il mio sogno si chiama “città educativa”, perché la scuola è di tutti, anche di quei 273mila bambini con gravi disabilità, di quegli 800mila nuovi italiani figli dell’immigrazione, di quei 2 milioni e mezzo di studenti che vivono la povertà educativa, che è anche difficoltà economica.”

Il viaggio di Libero Cinema ci ha condotto in alcune delle aree del mondo in cui sta colpendo più duramente l’emergenza da Coronavirus, aree già da tempo teatri di conflitti sociali e ambientali molto aspri, a partire dal Brasile, che, per le scelte fatte dal presidente Bolsonaro, è uno dei paesi in cui l’intreccio tra interessi economici, attività criminali e povertà mette in pericolo la stessa idea di democrazia. Alla condivisione dell’appello di Salgado per la protezione degli indigeni dell’Amazzonia, sono seguiti i collegamenti dal Brasile e dal Messico, con gli appelli di Dario de Sousa da Rio de Janeiro, Padre Alfredo Dorea da Salvador de Bahia, Erika Llanos e Paolo Pagliai da Città del Messico, Nello Ferrieri per Cinemovel.

“Le pratiche che si vedono ora nel Brasile preoccupano il popolo brasiliano, ma anche tutto il mondo: la distruzione dell’Amazzonia e dei popoli indigeni, la violenza contro i diritti umani, soprattutto i diritti dei più poveri, delle minoranze politiche, i gruppi di sterminio collegati al governo” afferma Padre Alfredo. “Tante, troppe volte i brasiliani non hanno la possibilità di far sentire la loro voce. Allora chiediamo l’attenzione della comunità internazionale e in particolare dell’Italia, che ha una storia di umanità, ma mi raccomando, se dovete fare aiuti umanitari fatelo direttamente ai gruppi della società civile che difendono i diritti umani. Non lasciateci da soli, abbiamo bisogno della vostra vicinanza.”

Per L’Africa non esiste, un concetto coniato dal grande giornalista Kapuściński, sono intervenuti in collegamento da Grand Bassam in Costa d’Avorio Francesca Piccinini e Leone De Vita della Commounauté Abel, a cui si sono unite le testimonianze di Patrick Konde, Fred Kuwornu, Amara Cisse ed Elisabetta Antognoni per Cinemovel.

Non un programma sull’Africa, ma le storie senza confini di persone che l’Africa hanno conosciuto. Tra queste storie c’è quella di Fred Kuwornu, in collegamento dagli Stati Uniti dove vive da 7 anni: “La pandemia ha creato tensioni razziali, che sono esplose nuovamente a causa della violenza della polizia. Ma questa è la superficie del problema, il vero problema negli USA, se parliamo di questione razziale, è la disuguaglianza enorme in ogni aspetto della vita normale. Salvo i tre giorni in cui un bambino nero nasce nello stesso ospedale in cui nasce un bambino bianco le loro due vite al 90% saranno totalmente opposte negli anni successivi, a partire dalla scelta della scuola, dai percorsi educativi e dalle opportunità di lavoro. C’è un malessere che dura da secoli e un malessere senza un vero intervento strutturale e sociale per una visione del paese nei prossimi 40-50 anni sarà difficile da affrontare.”

Francesca Piccinini, in Africa da 10 anni, ha una visione che apre alla speranza: “Ho grandi speranze per l’Africa perché ha grandi potenzialità, a partire dalle ricchezze del territorio e dalla giovane età degli abitanti; spero che riesca ad affermarsi per quello che è il valore di questa gente, che merita di poter vivere una vita tranquilla, senza dover più emigrare per cercare di realizzarsi.”

Dopo la tre giorni di luglio, il viaggio di Libero Cinema in Libera Terra proseguirà nel mese di settembre, periodo di vendemmia che vede tante cooperative impegnate sui beni confiscati.
Nelle 6 tappe in programma dal 14 al 20 settembre, che toccheranno Lombardia, Toscana, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, il format “Diritti al Nuovo Mondo. Libero Cinema Incontra” sarà trasmesso sulla piattaforma di MYmovies LIVE direttamente dai territori, con lo spazio condotto dal giornalista Enrico Fontana e la proiezione dei film.

Gli incontri si terranno alle 20.45 e la proiezione dei film seguirà alle 21.30.

Libero Cinema torna così sui beni confiscati e restituiti alla legalità, dove incontrerà donne e uomini che ogni giorno si misurano con le fatiche e le speranze del cambiamento. Prima dello streaming dei film, tanti saranno gli interventi sui temi della memoria e dell’accesso a una corretta informazione, dei diritti universali dell’infanzia, delle donne, degli uomini, della lotta al caporalato e della tutela dei lavoratori, dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale.

Il programma delle serate di settembre è disponibile su www.mymovies.it/live/cinemovel, prenotazioni a partire dal 1 settembre.

Vi aspettiamo!

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Libero Cinema in Libera Terra 2020 – La Sigla

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Fonte: cinemovel.tv

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Thomas Mann “Tonio Kröger” | La maledizione dell’arte

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10/06/2020

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Una persona sana e ammodo non scrive, né recita, né compone… […] spesso mi sento mortalmente stanco di rappresentare l’umano senza prendervi parte… C’è da chiedersi se l’artista, in fondo, sia un uomo.”

Thomas Mann, “Tonio Kröger”

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Possiedo una copia del romanzo breve “Tonio Kröger” di Thomas Mann (1903) pubblicato, in edizione provvisoria, nel 1945 da Mondadori per la Collezione “Le Pleiadi”.

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Questo brillante romanzo breve è anche un classico esempio di ‘doppia ottica’ di Mann, la sua intenzione di fare appello simultaneamente agli intenditori e al pubblico in generale. Tonio Kröger è sia emotivamente avvincente che intellettualmente stimolante. Unisce una commovente storia d’amore adolescenziale agrodolce con una serie di profonde riflessioni sullo status dell’artista in relazione alla società. Il tono intenso e toccante del romanzo deve molto all’opera di Theodor Storm che Mann ha molto ammirato. Nel secondo capitolo c’è un riferimento alla novella di Storm “Immensee” e una citazione da una poesia di Storm: ‘Vorrei dormire; ma devi ballare ‘.

Tonio Kröger ha una duplice eredità, borghese a causa del padre  della Germania del nord ed artistica della madre  sudamericana. Di conseguenza si sente, contemporaneamente, tirato in due diverse direzioni, diviso tra i due mondi quello borghese e quello dell’artista. Tonio Kröger ritiene che ‘vita’ ed ‘intelletto’ si escludano a vicenda e che, in quanto rappresentante dell’ intelletto, l’artista debba essere sempre escluso dalla banalità della vita quotidiana. Tonio Kröger si trova anche tra due mondi in termini sessuali, poiché sperimenta sia il desiderio omosessuale per Hans Hansen che il desiderio eterosessuale per Ingeborg Holm.

Interessante ed intenso anche il dialogo con l’amica Lisaveta. Dialogo che risulta essere una dura critica sull’arte e l’artista:

Non parlate di “mestiere”, Lisaveta Ivanovna! La letteratura non è affatto un mestiere, ma una maledizione, perché lo sappiate. E da quando comincia a farsi sentire questa maledizione? Presto, terribilmente presto. A un’epoca in cui si potrebbe ragionevolmente pretendere di vivere d’amore e d’accordo con Dio e con il mondo, uno comincia a sentirsi segnato, a rendersi conto d’essere in incomprensibile contrasto con gli altri, coi normali, con la gente ordinaria; sempre più in fondo si scava l’abisso di ironia, d’incredulità, d’opposizione e di lucidità, di sensibilità, che lo separa dagli uomini; la solitudine lo inghiotte, e da quel momento non c’è più possibilità di intesa.”

Alla fine non ci sarà una soluzione per le due posizioni in antitesi ma ci sarà solo un avvicinamento, una conciliazione tra l’artista e l’uomo. Infatti, man mano che Tonio cresce, il suo talento matura e diventa uno scrittore, ma si sente ancora uno sconosciuto e desidera ardentemente adattarsi al mondo. Continua a preoccuparsi della dicotomia essenziale tra vita e arte, tra felicità personale e disciplina. È noto che questi temi hanno ossessionato Mann durante tutta la sua carriera e Tonio Kröger racchiude in sé sicuramente tutta la storia umana ed artistica dell’autore.

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ma.du.

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Approfondimenti

Thomas Mann

Das Kabarett – Tonio Kröger di Thomas Mann

Scarica e leggi “Tonio Kröger”

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Conformarsi ad una società anormale…

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Ronald Laing, Psychiatrist (1927-1989)

 

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“…Se durante il periodo degli studi i giovani venissero stimolati a mettere in dubbio i dieci comandamenti, la santità della religione rivelata, il patriottismo, le leggi del profitto, il bipartitismo politico, la monogamia, e cosí via….ci sarebbe tanta di quella creatività che la società non saprebbe a che santo votarsi…”

(La politica dell’esperienza – 1967 Ronald Laing)

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La politica dell’esperienza

di Ronald D. Laing |
Editore: Feltrinelli
(Universale economica, 561)
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La politica dell’esperienza e L’uccello del paradiso è il titolo completo (due saggi) di un libro pubblicato in lingua inglese nel 1967 dallo psichiatra scozzese Ronald David Laing. In esso viene criticata l’idea di normalità nella società moderna, cercando di dimostrare che non sono le persone ad essere malate ma il mondo. La psicosi viene presentata come “un viaggio psichedelico di scoperta in cui i confini della percezione e la consapevolezza sono allargati”. Il libro è ispirato dall’estesa sperimentazione di Laing dell’LSD.

Sebbene non si fosse mai considerato un antipsichiatra, Laing è stato definito come “il più influente e iconico tra gli antipsichiatri degli anni ’60 e ’70.  (Wikipedia)

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Approfondimento
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