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Documentario: “What is left?”. Tragicommedia politica

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What is Left? La recensione del documentario di Luca e Gustav

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Meno male che ci sono Luca e Gustav a chiedersi, con quella che potrebbe essere la nostra voce, cosa sta succedendo a questo paese e ai suoi rappresentanti, alle idee o alle ideologie con cui siamo cresciuti, e a interrogarsi su dove andremo a finire. What is Left? giunge a completare una trilogia tutta italiana, con un altro documentario anomalo e il consueto stile tagliente e autoironico dei due autori – i poliedrici giornalisti Luca Ragazzi e Gustav Hofer – colleghi nel lavoro e compagni nella vita. La forza dei loro film sta proprio nel gioco di mettersi in scena in prima persona: cinefili ben consapevoli del rischio della noia quando si parla di faccende serie, sanno mettere in scena la tragicommedia di questi anni senza timore di esporsi e – anzi – orgogliosi di far conoscere il proprio vissuto, con leggerezza ma mai con superficialtà.

Ecco così che prima hanno affrontato nell’ottimo e premiatissimo Improvvisamente, l’inverno scorso, l’arretratezza del nostro paese in fatto di parità dei diritti delle coppie omosessuali e non solo (e già in quel film la sinistra non ne usciva tanto bene). Poi, nel più interlocutorio Italy: Love It Or Leave It, si ponevano la domanda che si fanno in tanti, se sia giusto dare ancora fiducia a questo paese o abbandonarlo al suo destino: per verificare la loro ipotesi partivano per un viaggio in Cinquecento alla ricerca delle realtà virtuose che ancora vi esistono. Alla fine decidevano d restarei e stavolta dunque si interrogano – con l’azzeccatissimo calembour del titolo – su cosa sia rimasto/cosa sia la sinistra oggi.

Luca e Gustav rappresentano alla perfezione il tipo ideale del giovane intellettuale impegnato, dell’elettore consapevole di sinistra con le sue idiosincrasie, i suoi piccoli peccati, la sua esasperazione nei confronti della perdita – assieme alle ideologie – dei valori e delle idee che caratterizzavano, da sempre, quella parte politica. Nel 1980, in Maledetti vi amerò, Marco Tullio Giordana faceva dire a Flavio Bucci  –  già con autoironia – che il tè, il riso integrale, il Marocco, la doccia, i preliminari erotici sono di sinistra, mentre il caffè, la vasca da bagno, Venezia, Praga e la penetrazione sono di destra. Lontani ormai quei tempi così ideologizzati ed estremi, oggi con l’acqua del bagno si è finito per buttare via anche il bambino, perdendo per strada i concetti basilari, come si vede nel passaggio esemplare in cui Luca e Gustav ricostruiscono il progressivo cambiamento del nome e del simbolo di un partito un tempo importantissimo fino alla cancellazione e alla sua trasformazone in un grande calderone, di cui tutti fanno parte ma in cui nessuno si ritrova.

Partendo dall’elezione epocale di Obama in America, cui corrispondono mutatis mutandis le primarie del partito democratico, Luca e Gustav parlano coi vecchi e i nuovi protagonisti della crisi della politica italiana, sinceramente desiderosi di capire cosa stia succedendo, seguono le ultime elezioni, speranzosi e preoccupati dello tsunami Grillo e dell’invasione dei cittadini nei palazzi della politica (“I cittadini ce li abbiamo già nel condominio e in due anni non sono neanche stati capaci di cambiare il citofono”, si lamenta accorato Luca). Tra un’intervista e un documento, tra un dialogo arguto e un commento intelligente, c’è spazio per un finto quiz televisivo, What is Left? In cui una signorina con tanto di colbacco e divisa “regolamentare”, interroga i nostri con domande provocatorie per scoprire quanto siano di sinistra.

Non manca niente in poco più di un’ora, e tutto è chiaro: Renzi, Bersani, l’elezione del capo dello stato, il volto tradizionale e superato e quello potenzialmente nuovo della sinistra, i giovani eletti che si scontrano con le dinamiche del gioco (sporco) politico. Colorato, vivace, vivo e concluso su una nota di speranza come è tipico di due caratteri positivi e ottimisti, What Is Left? è un film imperdibile per tutti coloro che non hanno mai smesso di interrogarsi. Non è necessario essere di sinistra per apprezzarlo, anzi. In una realtà così ondivaga e confusa siamo sicuri che molti, qualunque idea professino, ci si riconosceranno.

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TRAILER

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GENERE: Documentario

ANNO: 2013

REGIA: Gustav Hofer, Luca Ragazzi

NAZIONALITA’: Italia

CAST: Gustav Hofer, Luca Ragazzi, Lucia Mascino

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Fonte: Comingsoon

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Libri: “Le strade raccontano” – Itinerari napoletani

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Premessa

C’è la Napoli più conosciuta, quella delle classiche vedute sul golfo, del Vesuvio più o meno fumante, del lungomare con Castel dell’Ovo in fondo, della piazza del Plebiscito restituita alla città, dei monumenti noti in tutto il mondo. È questa beninteso una Napoli autentica, che tutti amiamo e della quale andiamo orgogliosi. Tuttavia, non di rado, si tratta anche di una Napoli stereotipata, quasi un luogo comune del turismo, dal Grand Tourin poi, riecheggiato nelle gouaches, nelle cartoline, nelle canzoni tradizionali. C’è poi una Napoli meno nota al grande pubblico e, non di rado, agli stessi napoletani soprattutto quelli più giovani. È una Napoli più discreta, che non si fa notare da sola, prepotentemente, come la prima, ma che va cercata con maggiore pazienza, abbandonando i corsi, i viali, le piazze e avventurandosi lungo cavoni, cupe, salite, vicoli: si potrebbe sinteticamente dire lasciando l’asfalto per seguire il basolato. Sarà così possibile individuare traverse di cui, intenti alla guidadella propria macchina, non ci si è mai accorti, riconoscere monumenti ai quali, nella frenesia della vita moderna, non si è mai posta la dovuta attenzione, cogliere dettagli di strade o di edifici mai notati in precedenza. Naturalmente, le due Napoli di cui parliamo non sono scisse tra loro, né tantomeno contrapposte. Esse sono invece indissolubilmente permeate l’una nell’altra, nel continuo divenire storico del tessuto urbano.
Questi itinerari inconsueti, non turistici, da svolgere attraverso una Napoli “imprevista” ma intrisa di storia, di paesaggio, di fascino, sono stati pensati come invito ai napoletani ad abbandonare la pigrizia e riscoprire la propria città e, insieme con questa, le proprie radici. Una sorta di trekkingurbano che è anche un’opera di sensibilizzazione, una spinta a vivere e conoscere Napoli in una maniera alternativa, più a misura d’uomo.
Diciassette percorsi insoliti (bando alla superstizione!), frutto di una lunga ed assicuriamo sofferta selezione, che sono stati ideati per riscoprire angoli dimenticati o comunque meno noti della città. Diciassette itinerari per buoni camminatori, interessati ad ascoltare quello che le nostre strade raccontano, a riappropriarsi dei luoghi cittadini e della loro storia insediativa, sociale e culturale. Cogliere quindi la secolare sedimentazione storicoartistica, l’inestricabile stratificazione edilizia, la complessa e talora caotica vicenda urbanistica, l’enorme ricchezza che le passate generazioni hanno seminato e che oggi rischia quasi di scomparire nelle maglie fitte del tessuto urbano moderno ma, soprattutto, nella frenesia della vita attuale in cui non c’è tempo per soffermarsi sui dettagli. Inevitabilmente, il discorso, testuale e iconografico, si snoda non solo attraverso panorami mirabili e manufatti artistici di primo e primissimo piano ma anche in relazione ad aspetti più decadenti, talora squallidi, ma comunque parte di questa complessa città, dai troppi volti per essere una metropoli nel senso moderno e universale del termine ma da amare per quello che è. Non quindi un amarcord, un’operazione nostalgica, un “com’eravamo”, bensì una riscoperta di ciò che in realtà è presente nella città attuale ma che, spesse volte, ha bisogno di essere rivitalizzato, rischiando altrimenti di scomparire nel caos del paesaggio urbano contemporaneo e della vita moderna.

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Autore: Orlando Catalano

Editore: E.L.I Edizioni Librarie Internazionali

Prezzo:   €  24,95 

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Fonte: E.L.I

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Viareggio: Premio Giorgio Gaber per le nuove generazioni

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VIAREGGIO: DOPO 10 ANNI DI FESTIVAL GABER  ARRIVA IN VERSILIA IL PREMIO GIORGIO GABER PER LE NUOVE GENERAZIONI

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Dopo 10 anni di Festival Gaber, Viareggio promuove una nuova straordinaria iniziativa e proprio per l’apertura del Festival 2014, lancia il “Premio Giorgio Gaber per le nuove generazioni” indirizzato a giovani “gaberiani”.

Fortemente voluto dal Teatro Stabile di Grosseto in collaborazione con la Fondazione Gaber, il quinto compleanno del Premio, grazie alla collaborazione del Comune di Viareggio e di Camaiore, avrà una nuova casa e una vera e propria festa da giovedì 8 Maggio a domenica 11 Maggio 2014 nella stupenda cornice della Versilia!

E proprio grazie alla rilevante capacità ricettiva delle Versilia e ai suoi innumerevoli teatri, cinema e luoghi di spettacolo che hanno fatto la storia della Cultura italiana, per la prima volta i “gaberiani” che hanno frequentato il premio nelle precedenti edizioni di Arcidosso, potranno stare tutti insieme.

Al link qui sotto tutti i dettagli sul Premio e le informazioni sulla partecipazione.

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http://www.premiogaber.it/home.html

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Fonte: Facebook

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